25 dicembre 2009
RINGRAZIAMENTO
La scelta affrettata del digitale terrestre spacciata come un
fattore di ineluttabile di progresso si sta ritorcendo contro i suoi
stessi sostenitori.
Potremmo anche sbagliare, ma il 2010 ci riserverà grandi sorprese.
Cogliamo l'occasione per
ringraziare - contraccambiando - quanti ci hanno inviato auguri di
buone feste, spesso anche in modo molto originale.
Coordinamento nazionale Nuove Antenne
09 dicembre 2009
AUDITEL
L’Auditel, società formata dai soliti noti che tiene conto
solo della presenza dei suoi iscritti (paganti!) - un compito di
imparzialità che la legge 249/97 assegnava all’Agcom che lo ha
completamente disatteso - ha superato ogni limite di credibilità.
Auditel sostiene di valersi di “rilevatori” certamente attrezzati
per tempo di antenne e televisori adattati per il digitale.
Quando il suo presidente Walter Pancini alla data dello switch-off
nel Lazio ha “sparato” che appena il 19,9 per cento degli
ascoltatori aveva avuto problemi di ricezione, parlava a nome
dell’infima sua campionatura o dell’intera massa degli ascoltatori?
E’ in questo caso mediante quali strumenti di indagine?
La nostra associazione ha potuto accertare mediante domande poste a
circa 2000 cittadini in luoghi diversi che il risibile 19,9 per
cento del Pancini doveva essere spostato ben più in alto, a oltre il
60 per cento!
01 dicembre 2009
LE SIRENE
Ciò che rimane del ministero delle comunicazioni rappresentato dal
vice ministro Paolo Romani, ha trovato pane per i suoi denti in
Rupert Murdoch che nonostante non costituisca un esempio di
progressismo e che anzi, abbia molto del reazionario, dimostra se
non altro di saper difendere i suoi interessi.
Alle prime difficoltà avute con il ministero per lo sviluppo
economico dal quale dipendono le comunicazioni per la sua "Cielo",
non ha esitato a pubblicare sugli schermi dei canali che si è procurato mediante
un accordo con l'Espresso il seguente cartello:
"Cielo non può trasmettere perché siamo in attesa dell'autorizzazione
da parte del ministero delle comunicazioni.
Se vuoi avere finalmente una ventata di aria fresca nella tv
italiana, scrivi al ministero a:
urp.comunicazioni@sviluppoeconomico.gov.it
".
Mentre siamo certi che Paolo Romani, Calabrò e quanti
hanno le mani in pasta risponderanno immediatamente a questo primo
schiaffo, crediamo che ora i titolari di aziende televisive dopo una
sana meditazione finiscano per rendersi conto che i pomposi congressi
annuali organizzati dalle loro
associazioni erano solo perdite di tempo e che dietro queste
manifestazioni di facciata c'era il nulla del nulla
Ricordiamo a coloro che c'erano e a quanti erano troppo giovani per
averle vissute, le principali manifestazioni organizzate dal
Conna a Roma a partire dal 1981: a piazza S.S. Apostoli; ai Fori
Imperiali; in piazza San Giovanni; in viale America 201 di fronte al
Ministero delle Poste e Telecomunicazioni (migliaia di persone
giunte a Roma-Eur con ogni mezzo); l'occupazione del monte Cavo
durata 32 giorni che da sola obbligò agenzie e giornali a parlarne
(sono oltre 250 i ritagli che conserviamo).
Quello che avevamo instaurato era un equilibrio di forze: da una
parte la rappresentanza dell'emittenza costituita da Anti e Conna,
la prima improntata alle battaglie legali di Eugenio Porta, la
seconda pronta ad assicurare ovunque una continua e pressante
presenza.
Poi cominciarono a cantare le sirene che ammaliarono gli
industrialini di televisioni e radio sempre più abbacinati dal
modello berlusconiano che esigevano associazioni più importanti che
facessero pagare quote di iscrizione sostanziose non quei quattro
soldi chiesti dalla non profit Conna, con i quali si supponeva non
avrebbe potuto fare gran che.
Sbagliavano, perché quella che contava non era una associazione
tirata a lucido generatrice di alti guadagni per gli organizzatori,
ma la volontà "politica" e la chiarezza di idee per dare a tutti
la possibilità di esistere.
Poco per volta quindi i vari ministri e sottosegretari - non più
incalzati costantemente - alzarono la testa fino a mostrarsi
arroganti e prepotenti, obbedendo ormai sfacciatamente alle
imposizioni dei più importanti gruppi editoriali.
Alle "locali" non rimasero che i congressi annuali delle loro
associazioni per sentirsi ancora vivi, fino al brusco e inaspettato
risveglio del "digitale brutale" che avrebbe potuto essere
governato in modo completamente diverso e non abbandonato alle
valutazioni a ruota libera del signor Romani.
La determinazione di Rupert Murdoch dimostra oggi che ciò che faceva
ieri il Conna era esemplare su come si deve difendere una categoria.
Le televisioni e anche le radio la cui esistenza è anch'essa in
pericolo, sapranno sia pur tardivamente allontanarsi dalle sirene
imbonitrici e riprendere a difendersi sul serio?
(pubblicato anche sul periodico del Conna Nuove Antenne).
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