Novembre 2006

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29 novembre 2006
FALSO ALLARME
La Siae tenta di forzare la situazione a seguito della richiesta del ministro dei Beni e attività culturali Francesco Rutelli di prelevare 20 milioni di euro dalle ingenti risorse della società. Nel corso di una assemblea riunita a Roma, l'avvocato Giorgio Assumma - presidente della Siae - ha dichiarato che "
una gran parte di autorevoli autori ed editori italiani gli hanno comunicato di voler lasciare la SIAE per affidare a società straniere la gestione dei loro diritti economici e quindi la cura dei loro risparmi".
Per dare più forza alla minaccia, Assumma fa un po' di nomi che come si noterà buona parte appartengono a stramilionari (di euro):
"Mogol, Mario Lavezzi, Ennio Morricone,Gianni Bella, Gigi D'Alessio, Gino Paoli, Lucio Dalla, Luis Bacalov, Fabio Concato. Tra gli editori, Ricordi, Emi Music Publishing, Edizioni Curci e Case Associate, Warner, Sony Music, Universal, Sugar Music".
E' augurabile che l'attuale governo - impegnato a far quadrare i conti dopo 5 anni di reiterato interesse in atti di ufficio del precedente governo non cada nel tranello e sia ben consapevole che gli autori nominati MAI abbandonerebbero la vacca Siae che produce il latte più nutriente e redditizio: le società straniere non corrisponderebbero loro neppure un quinto di quanto percepiscono ora.


17 novembre
2006
IRRICEVIBILE
Una risposta collettiva ai tanti che ci chiamano (un numero veramente notevole) che vorrebbero dar vita ad una radio o ad una  televisione.
IL Conna si è incontrato ben quattro volte con il sottosegretario delegato all'emittenza locale e si era giunti ad una proposta che avrebbe ragionevolmente soddisfatto tutti dando vita ad una nuova tornata di emittenti locali per rimpiazzare quelle distrutte sistematicamente da affaristi e vampiri di frequenze.
Avevamo scelto la medesima strada che permise alla Lega Nord di inserire con il suo deputato Davide Caparini un emendamento alla Finanziaria che le ha permesso di prendere una valanga di soldi, nonché di occupare tutte le frequenze disponibili vedendosele poi riconosciute trascorsi 90 giorni dalla messa in opera del sistema di trasmissione.
Il provvedimento a differenza di quello della Lega non era truffaldino nascondendo un interesse particolare di un solo soggetto, ma rappresentava una esigenza costituzionale di libertà di espressione.
Ebbene, una non meglio identificata commissione che scriviamo in minuscolo tanto non merita considerazione (i servi dei monopolisti sonno annidati ovunque, anche nel centro-sinistra), ha deciso che l'emendamento era "irricevibile".
Non credano di disarmarci; ritorneremo alla carica imperterriti, anche se al momento coloro che non riterranno ugualmente (come tanti hanno fatto) di attivare una apparecchiatura di trasmissione dovranno ancora aspettare.


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