24 settembre 2017
UNA BUONA NOTIZIA
Abbiamo dedicato i mesi estivi in cui il Paese poco per volta si
ferma per poi riprendere lentamente, per descrivere il lavoro che
abbiamo fatto in tema di diritto d'autore, una delle questioni da
ritenere prioritaria perché assilla le radio e le televisioni locali già
alle prese con tanti altri problemi .
Abbiamo quindi accertato ciò che in parte già sapevamo ma anche appreso
particolari che hanno meglio delineato il quadro intricato della
situazione; intanto precisiamo che l'interesse che muove la nostra
associazione di categoria è quello di avere una sola controparte
cui pattuire l'entità dei compensi come stabilisce la legge 633/41, e
che di fronte a richieste esagerate da parte della Siae sia sempre il
giudice a decidere su eventuali ricorsi.
Detto questo,
manifestiamo il nostro stupore perché di fronte a degli indirizzi che
possono portare alla distruzione della Siae, da parte di una miriade di
pretendenti diritti d'autore della più diversa natura, gli autori ed
editori iscritti alla Siae nelle varie tipologie perduri un mutismo
autolesionista magari aspettando che altri prendano iniziative che
possono risultare tardive e inefficaci.
Essi dovrebbero prendere coscienza, nel loro interesse, di trovarsi di
fronte ad un caso abnorme che difficilmente ha riscontri in altre
società, a meno che esse non siano minate dall'interno da elementi
infedeli e traditori, magari gli stessi che dovrebbero difenderla e
tutelarla.
Alla nostra associazione il problema interessa marginalmente per
soddisfare quel senso di giustizia che dovrebbe essere presente in tutti
noi
ogni qualvolta ci si trova di fronte a dei bari che truccano il gioco
mentre percepiscono lauti stipendi da coloro che danneggiano. Quel che
possiamo fare è un'opera informativa di grazia ai soci Siae cominciando
dagli editori che hanno tutto da perdere da una Siae condotta poco per
volta al massacro.
Ristretto il campo e delineati meglio i nostri compiti, ritorniamo ai
nostri associati molti dei quali hanno pendenze giudiziarie ancora da
definire; essi devono
ricordare ai loro avvocati che l'associazione di categoria dei loro
assistiti, a suo tempo stipulò una Convenzione che stabiliva le modalità
e l'entità dei compensi che in seguito la Siae disdettò cambiandone
unilateralmente le regole senza che ne seguisse una qualsiasi trattativa
con la nostra associazione.
Constatato questo atteggiamento, inconsueto per una grande società, il
CONNA al tempo diffidò la Società degli autori a intavolare negoziati
con parti di comodo escludendo la nostra che dovendo tutelare gli
interessi delle emittenti più piccole poteva porre dei problemi che
altri non hanno.
Purtroppo, alla nostra diffida giudiziaria curata dall'avvocato Gianluca
Brionne la Siae rispose ancora una volta con il silenzio contravvenendo
principalmente agli articoli 46 e 179 della legge 633/41 e all'art. 16
del relativo suo Regolamento (R.D. 1369) che la impegnano alla
contrattazione con le associazioni categoria.
A questo punto la nostra associazione stupita da tanta incuria,
sciatteria e prepotenza, da sostenitrice della Siae ritenuta un utile
ente di tutela degli autori, fu costretta a lasciare liberi i suoi
associati di sottoscrivere o meno contratti di che non siano il prodotto
di trattative fra la Siae e tutte le organizzazioni di categoria, nostra
compresa.
La buona notizia che
annunciavamo nel titolo visto che il gioco si fa duro, consiste nella
disponibilità del Conna a fornire tutto il materiale probante in nostro
possesso - compreso il testo della diffida giudiziaria dell'avvocato
Brionne - agli avvocati che se ne vorranno valere, che da solo basterà a
suscitare fieri dubbi da parte di un qualsiasi giudice sulla correttezza
della Società degli autori ed editori Siae.
Il discorso vale anche per i pretendenti dei "diritti connessi": oltre
alle ragioni assai discutibili circa la legittimità delle loro
richieste, evitando i contatti con le associazioni di categoria, essi
hanno contravvenuto alla legge 633/41 e al suo Regolamento, quindi, al
momento, nulla possono pretendere.
12 settembre 2017
3 DOMANDE ALLA SIAE
Questo è il documento consegnato alla Siae che riafferma ancora
una volta alcuni concetti:
1) cosa è il "diritto connesso a quello d'autore e quale base
logico-giuridica ha che lo sostiene;
2) perché non si è pensato durante le losche trattative politiche che la
percezione dei proventi di questo non meglio definito "diritto" poteva
diventare impossibile per il numero dei pretendenti che
sarebbero apparsi sulla scena dopo la caduta dell'esclusiva conferita
alla Siae?
3) Per quale motivo la Siae non si è opposta con forza a queste manovre
"ultraliberiste", facendo addirittura proprie le argomentazioni
degli avversari che
al momento puntano "appena" ai diritti connessi, ma che in effetti
mirano al diritto d'autore in senso lato e all'esistenza stessa della Siae (il caso Fedez insegna)?
Il
principale motivo di perplessità contenuto nello “Schema di Regolamento”
di cui al decreto legislativo n.35/17 che ci è stato sottoposto, è se ha
ancora senso riconoscere all'industria audiovisiva quella che negli Anni
Quaranta equivaleva ad una gratificazione, un incoraggiamento alla
nascente industria discografica meglio conosciuto come “diritto
connesso”
Questa domanda rivolta al mondo politico, imprenditoriale e agli esperti
di diritto non ha avuto a tutt'oggi risposte convincenti perché se il
sistema si estendesse ad altre categorie non si vede il motivo per cui i
costruttori di automobili o di qualsiasi altro bene industriale di
consumo non dovrebbero pretendere di riscuotere una sorta di periodico
balzello su ciò che hanno progettato e costruitoL'estensore della legge
n. 633 del 22 aprile 1941 fu costretto ad accorpare al diritto d'autore
questo riconoscimento inconsueto rendendo per contro la Società italiana
degli autori ed editori esclusivista, prevedendo il disordine creato dal
numero dei molteplici pretendenti dei cosiddetti diritti connessi,
nazionali ed internazionali.
Infatti, mentre per oltre cinquant'anni l'AFI - Associazione fonografici
italiani mediante un accordo con la Siae aveva potuto percepire il
diritto connesso che le spettava in base agli articoli 72 e 73 della
legge, è in epoca neoliberista che alcuni gruppi industriali, fiutando
buoni affari, ben coperti, economicamente e quindi anche legalmente,
hanno mirato direttamente a privare la Siae dell'esclusiva senza che
questa – atteggiamento rimasto misterioso - difendesse in modo adeguato
i suoi diritti previsti dall'articolo 180 della legge sul diritto di
autore.
Ai nostri giorni, sull'onda alla moda delle liberalizzazioni
*
imposte all'opinione pubblica come
obiettivi miracolosi, i pretendenti sentendosi ormai incontrastati
padroni della scena, hanno preso di mira gli anelli più deboli della
catena degli utilizzatori di prodotti fonomeccanici: le radio e le
piccole televisioni locali che fino ad allora avevano stipulato un
contratto con la Siae onnicomprensivo. Molte radio vennero trascinate in
tribunale, ma il colpo più grosso queste organizzazioni parassitarie lo
ebbero dalla Cassazione quando riuscirono ad ottenere un pronunciamento
– invero obliquo - dalla Terza sezione della Cassazione presieduta da
quel Claudio Vitalone che subì un processo in merito all'omicidio
Pecorelli i cui giudici, pur assolvendolo, ritennero provati i suoi
rapporti con la banda della Magliana.
Allo stato attuale i pretendenti individuati sono oltre venti fra
italiani e stranieri (società, associazioni, congreghe varie ecc.. ), e
nello Schema di Regolamento si stende un velo pietoso su come esse si
muoverebbero sul territorio. A distanza di 76 anni, non si può che
ammirare la lungimiranza del legislatore della '633 che valendosi di un
solo “Organismo di gestione collettiva” intese evitare caos e
confusione con il pericolo di rendere i “Diritti connessi” inesigibili
per il numero dei pretendenti e per le resistenze degli utilizzatori. (CONNA)
*
Basta
ricordare quanto ebbe a dire il ministro dei Beni Culturali Dario
Franceschini a Bruxelles sulla scelta della riforma della Siae in
alternativa alla sua liberalizzazione:
“Anch'io
ero partito in direzione di una liberalizzazione , ma poi ho verificato
che Paesi molto importanti guardano con una certa invidia al fatto che
abbiamo una unica società che si occupa del diritto d'autore, mentre
dove ci sono più società, come in Francia, c'è una divisione verticale
che comporta una serie di difficoltà operative”.
11 settembre 2017
GIRO DI BOA (3)
L'incontro con la gentile avvocato Saija del 17 maggio di cui
abbiamo dato conto nella pagina che precede questa, non poteva certo
lasciarci soddisfatti perché la perdita dell'esclusiva conferita alla
Siae dall'articolo 180 della legge 633 comporta per le radio locali
tutta una serie di problemi che da anni abbiamo individuato e che
insieme ad altri "utilizzatori" che hanno intravisto il pericolo di
essere assillati da una miriade di postulanti con richieste di licenze,
contratti, permessi, in una parola soldi, abbiamo cercato di evitare.
Un incontro con i vertici della Società a questo punto si rendeva
necessario, con il direttore Gaetano Blandini ed il presidente Filippo
Sugar i quali però hanno preferito ancora una volta delegare l'Ufficio
legale questa volta rappresentato dell'avvocato Francesco Agoglia che
abbiamo incontrato presso la sede della Siae dell'Eur, il quale ha
assunto il medesimo atteggiamento della sua collega Saija: nebulosità,
incertezza, esattamente come prevedevamo di sentire per avere la
sicurezza che qualcosa di grosso a suo tempo era avvenuto
a favore di coloro che vogliono impadronirsi del redditizio filone dei
"diritti connessi" e contro gli interessi dei soci Siae i quali quando
saranno a conoscenza dello svolgersi dei fatti non mancheranno di
avanzare pesanti interrogativi.
Durante l'incontro, abbiamo presentato un documento che chiarisce i
nostri motivi di interesse (che
pubblicheremo domani su questa pagina di "Ultimissime") con una
interessante presa di posizione finale del ministro dei beni culturali
Franceschini che rafforza la determinazione della nostra associazione
che ora è in grado più di ieri di dare sostegno a tutti coloro che sono
alle prese con problemi giudiziari e richieste ingiustificate dalla
Società degli Autori Siae.
Cliccare qui per continuare la
lettura delle Ultimissime