25 agosto 2009
TANTI "PIU"
Valeva la pena di dedicare il mese di agosto ad un argomento destinato a
farla da padrone nei prossimi mesi: il passaggio equivoco dall'analogico
televisivo a quello digitale.
Ce l'avevano dipinta come una operazione indolore ricca di sorprese
piacevoli, più programmi, più semplicità d'uso, tanti altri "più",
bastava solo procurarsi un piccolo accessorio (il decodificatore) o
acquistare un televisore che lo avesse incorporato.
La realtà si sta mostrando ben diversa e rivela i veri interessi che
stanno dietro a ciò che viene spacciato per progresso tecnologico:
l'imposizione della televisione a pagamento, l'uso speculativo delle
frequenze lasciate libere, l'affermazione definitiva delle reti
nazionali con la conseguente cancellazione di tutte le voci alternative
esistenti.
Ancora una volta - come già avvenne in passato da parte di quanti
furbescamente pensavano di sopravvivere - non sono pochi quelli che sono
convinti di cavarsela. Ma per dimostrare il contrario basta riflettere
un momento su ciò che avverrà.
A parte le difficoltà tecniche di sintonizzazione, la posizione delle
antenne che renderanno molto difficile all'utenza di trovarsi
nella consueta semplicità d'uso dell'analogico, è dal lato economico che
giungeranno le non piacevoli sorprese.
Stabilito che le reti nazionali disporranno di un numero di canali
spropositato che non sapranno neppure come utilizzare, gli inserzionisti
pubblicitari poco per volta si accorgeranno che i loro messaggi con una
spesa analoga potranno essere veicolati in campo nazionale e non
nella piccola porzione di territorio coperto dalla "locale" di cui si
servivano (le televendite delle "nazionali" "rubate" alle "locali"
insegnano).
L'adozione di un decoder unico, leggi in grado di riportare un po' di
giustizia ed equità, sono pensieri che neppure attraversano la fronte
spaziosa di Paolo Romani.
Il numero di settembre di Nuove Antenne che andrà in spedizione
postale nei prossimi giorni e che a molti anticipiamo in Pdf , è
particolarmente prezioso perché senza infingimenti dice le cose come
stanno e che preoccupano fortemente anche le radio in vista
dell'imposizione del digitale radiofonico. N.A. documenta il
comportamento di parte dell'autorità di Corrado Calabrò, i suoi numerosi
abusi e l'inesistenza di quello che rimane del ministero comunicazioni,
non certo degnamente rappresentato dai suoi organi periferici.
E' probabile che a metà ottobre si decida di incontrarci a Roma per
tentare di limitare gli effetti della sciagura che sta per colpire
l'intero settore. Non mancheremo di informare in proposito.
16 agosto 2009
L'INFORMATIVA
Il Conna ha dedicato l'intero mese di agosto a mettere in guardia le
emittenti televisive su ciò che potrebbe loro accadere impostando un
intero numero del suo giornale Nuove Antenne che compie in questo 2009,
25 anni di onorata attività e che può a buona ragione dimostrare di
essere una guida attendibile per aver detto sempre in ogni caso la
verità ai propri iscritti e lettori.
Nuove Antenne andrà in distribuzione verso la fine del mese, ma nel
frattempo abbiamo deciso di prendere contatto via e-mail con radio,
televisioni, mondo della cultura e dell'informazione, selezionando
alcune migliaia di indirizzi ai quali abbiamo mandato l'informativa che
segue sotto il titolo "Digitale equivoco".
"La pubblicità (ingannevole) affermava che il
passaggio al digitale televisivo avrebbe consentito di ricevere più
programmi con una migliore qualità e un minore inquinamento da onde
elettromagnetiche.
La realtà è un po' diversa perché la moltiplicazione dei canali favorirà
solo le reti nazionali consentendo la trasmissione di un gran numero di
canali provenienti dalle medesime fonti a discapito del pluralismo delle
voci esistenti che saranno totalmente private di spazio tecnico e di
risorse economiche. Quanto alla migliore qualità, solo chi si troverà
nei pressi degli impianti di trasmissione vedrà esattamente come prima;
gli altri avranno grandi problemi (qualche volta insormontabili) e per
attenuarli dovranno essere aggiunti o potenziati gli apparati di
trasmissione con spreco di energia e aumento dell'inquinamento.
Inoltre, per poter vedere Sky, Tivù Sat e digitale terrestre, saranno
necessari 3 decodificatori separati per ciascun televisore con 4
telecomandi.
La nostra associazione sta dedicando il suo giornale sia pure di appena
di 4 pagine all'intera questione del digitale che interessa tutte le
categorie e tutti indistintamente i cittadini
Chi volesse riceverlo gratuitamente può segnalarci il suo indirizzo
postale a conna@conna.it.
Associazione Conna (Coordinamento naz. Nuove Antenne)".
Il comunicato - molto scarno - non era che un primo contatto per
verificare anche la validità degli indirizzi Internet, e mai ci saremmo
aspettati venisse pubblicato da alcuni giornali (al momento ci viene
segnalata l'Unità di ieri). I risultati sono stati una valanga di
riscontri che ci impediranno di inviare a tutti una copia del giornale
se non in PDF.
In particolare si sono mostrate fortemente allarmate le radio perché
dopo l'imposizione del digitale alle televisioni si teme un analogo
sconquasso in campo radiofonico (sull'argomento, tutt'ora in
discussione, è probabile il Conna tenga un convegno ad ottobre a Roma,
ospiti elementi dell'Autorità, deputati, senatori e associazioni dei
consumatori).
Rileggendo il comunicato, ci siamo accorti che nella sua estrema sintesi
con cui è stato realizzato, c'erano tutta una serie di verità che ognuno
- anche se non competente in materia - passati i primi ingiustificati
entusiasmi, poteva giungere autonomamente a capire. Un buon inizio per
quella che sarà una lunga e dura battaglia per la sopravvivenza che le
imprese televisive e radiofoniche dovranno sostenere.
01 agosto 2009
I RISCHI
Ci è stato chiesto quali rischi si corrono "scaricando da Internet file
per uso personale o se si preferisce senza fini di lucro.
A nostro vedere nessuno, anche se qualcuno prova arrampicandosi sugli
specchi a complicare la vita ai cittadini come il presidente francese
Sarkozy che sotto forte sospetto lo faccia per difendere i diritti
d'autore della moglie, sta tentando di imporre una apposita legge
destinata da subito o in prossimo futuro a essere dichiarata
fallimentare.
Intanto c'è una sentenza della Corte di Cassazione che ha permesso di
mandare assolti due studenti di Torino accusati di una serie
apocalittica di reati contestati dalla Siae e dalla Guardia di finanza
perché non erano stati riconosciuti fini di lucro nell'attività che
svolgevano. In secondo luogo poi c'è un particolare che nessuno cita:
l'inviolabilità del domicilio.
Ognuno a casa propria (anche se i due studenti agivano presso un
istituto) può attingere dalla Rete e da qualsiasi altra fonte qualsiasi
tipo di materiale ad uso culturale, informativo, ricreativo o per
qualsiasi altra ragione e a norma di Costituzione nessuno gli può
contestare questo diritto purché, dietro fondati motivi (meglio dire
fondatissimi), un magistrato non ravvisi possibili comportamenti a
sfondo eversivo.
Dove scatta il diritto degli autori di una determinata opera ad imporre
la corresponsione di un compenso? Nel momento in cui c'è perseguimento
di un fine di lucro (radiotelediffusione, esecuzione in pubblico
ecc...). Va da sé che la detenzione di file e di supporti musicali di
qualsiasi genere anche reperiti fortunosamente non può essere
perseguibile anche se qualcuno si ostina a farlo.
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