22 luglio 2009
RICHIESTA
La vecchia questione dei diritti connessi si è fatta insopportabile e
monotona ed è bene la si affronti una volta per tutte.
Il Conna aspettava per poterla risolvere definitivamente l'entrata in
vigore della Class action che invece è stata più volte rinviata
dopo una pesante manomissione, affatto estranea ai grandi
interessi che il governo Berlusconi persegue anche in altri
campi con una impudenza che non ha precedenti nella storia.
I Consumatori Uniti - autori della prima stesura della Class action
- erano disposti a dare al Conna tutto il sostegno tecnico
possibile, ma stante il reiterato boicottaggio di una regola vigente
da decenni in altri paesi, non rimane che l'azione separata di uno o
più titolari di impresa radio o tv che abbiano la volontà di liberarsi
definitivamente di richieste che non hanno il minimo fondamento.
Il titolo di questo articolo pone una domanda senza tanti complimenti:
esistono nel nostro paese uno o più imprenditori decisi a denunciare per
estorsione quanti pretendono di imporre balzelli senza averne alcun
diritto?
Come associazione siamo impossibilitati a rivolgerci direttamente alla
giustizia stendendo una denuncia in procura che riguarda singoli
soggetti danneggiati i quali hanno a disposizione argomenti forniti direttamente dalla legge stessa n. 633/41
sul Diritto d'autore.
I legali che si occupassero della denuncia, dovrebbero sgombrare il
campo ammettendo senza
esitazioni la validità dell'articolo 73 quello che prevede i Diritti
connessi (anche se tale "diritto" nel nostro tempo presenta aspetti
ridicoli e insostenibili).
Evitato in partenza ogni equivoco, la volontà estorsiva
apparirebbe chiarissima descrivendo semplicemente l'articolo 180 della
legge che non ammette repliche, né cavilli da parte di principi del
foro o di illustri professori comprati a caro prezzo in grado di
imbrogliare giudici e collegi giudicanti mediante diversivi.
L'articolo 180 della legge 633 del 22 aprile del 1941 dice che
l'attività di intermediario è riservata in via esclusiva alla Siae e
al punto 3 aggiunge che essa curerà la "ripartizione dei proventi
medesimi fra gli aventi diritto".
C'è bisogno di altro? Di ulteriori chiarificazioni? Veramente una
intera categoria è disposta a chinare il capo e a farsi denunciare
invece di farlo per prima rivolgendosi alla procura più vicina subito
dopo ricevuta la prima minaccia?
11 luglio 2009
RECUPERO
Una sentenza della Corte Costituzionale permette oggi il rilancio di
tante testate dismesse perché accogliendo le pretese di qualche
potente, nel 1999 una mano corrotta, inserì nella legge n. 78 un
emendamento del seguente tenore:
“Le emittenti radiotelevisive
locali, comprese quelle che diffondono programmi in contemporanea o
programmi comuni, non possono utilizzare, né diffondere, un marchio,
una denominazione o una testata identificativi che richiamino in tutto
o in parte quelli di una emittente nazionale”.
Molte emittenti - in genere radio- furono costrette a cambiare nome
subendo un danno con la perdita dell'avviamento.
Dopo dieci anni - chi si rivolge senza tentennare alla giustizia
quasi sempre vince tanto sono scadenti e incostituzionali le leggi che
sregolano il settore - la Consulta si
è pronunciata in modo avverso all'onorevole ladro di legalità che oggi
magari si è messo a riposo per godersi in pace la ricca pensione
(rubata).
La Corte costituzionale, dopo alcune premesse di convenienza ha
ritenuto "...irragionevole
incidere su diritti già legittimamente acquisiti sulla base di una
normativa anteriore, quando questi ultimi
non
solo non contrastano con norme costituzionali, ma concorrono a
realizzarne le finalità".
In soldoni, quanti volessero recuperare la loro antica testata anche
se appartenente ad una rete nazionale, alla
luce di questa sentenza (n.206/2009) possono farlo.
09 luglio 2009
R. S. U.
Le RSU sono le Rappresentanze Sindacali Unitarie e agiscono
all'interno del pubblico impiego.
Il prossimo dicembre saranno le scuole ad eleggere i loro
rappresentanti, ma sono numerosi gli enti che vedono la loro presenza
che si caratterizza per agire direttamente sui luoghi di lavoro.
Siamo entrati in possesso di un duro comunicato della RSU
dell'Ispettorato territoriale della Liguria del ministero dello
sviluppo economico che pubblichiamo, in merito alla catastrofica
situazione in cui si trovano gli organi periferici del dipartimento
comunicazioni, quello gestito dal berlusconiano ex uomo Frt Paolo
Romani, tutto preso da interessi esterni ad una pratica quotidiana che
ogni giorno che passa risulta sempre più disastrosa.
Da notare che non siamo di fronte ad un caso limite ma a condizioni
comuni a tutti gli organi decentrati del ministero, con l'aggravante
che qualche direttore di essi cerca di rifarsi sulle emittenti più
piccole chiedendo rimborsi esagerati per interventi a pagamento, o non
rispondendo affatto alle loro lettere.
Quello che segue è il testo originale del comunicato.
"Il Ministero dello Sviluppo Economico è fortemente impegnato di
questi tempi a far sapere ai teleutenti italiani che è in arrivo la
“rivoluzione” del digitale terrestre. Gli spot televisivi fanno
intravedere un futuro di favolose moltiplicazioni di canali TV
“facili da ricevere”. Nel frattempo, chi lavora nelle sedi
periferiche dello stesso Ministero prevede tempi molto meno rosei
per se stesso e per gli utenti. Gli Ispettorati Territoriali, ovvero
le strutture che, presenti in tutte le regioni d’Italia, dovrebbero
rappresentare il punto di contatto dei cittadini alle prese con la
“rivoluzione”, versano in condizioni disastrose. In dieci anni i
finanziamenti agli Ispettorati si sono ridotti di oltre il 90%. I
mezzi attrezzati per gli interventi tecnici sono quasi sempre fermi
perché manca il carburante o i pezzi di ricambio. Negli uffici manca
il materiale di cancelleria e il toner per le fotocopiatrici. Si
rischia ogni giorno di rimanere al buio o senza riscaldamento perché
il Ministero non è in grado di pagare le bollette. Il personale, pur
vantando migliaia di euro di crediti verso l’amministrazione per
rimborsi non pagati, continua a lavorare e ad anticipare di tasca
propria per cercare di non interrompere i servizi alle imprese e a i
cittadini, ogni giorno schivando le accuse di “fannullone” e di
“parassita” ai danni della comunità. Gli addetti ai lavori e la
stampa specializzata sono seriamente preoccupati per l’impatto che
il passaggio definitivo al digitale avrà tra la popolazione dei
grandi centri urbani. Quando questo avverrà, agli sventurati
teleutenti che chiederanno l’intervento dei tecnici ministeriali non
resterà che augurarsi di abitare vicino alla sede dell’Ispettorato.
Solo in questo caso potremo garantire un rapido intervento, grazie
all’apporto di volenterose squadre di… appiedati!"
03 luglio 2009
ATTO DI DIFESA
Il Conna ha messo a punto una documentazione
inoppugnabile di valido aiuto ai legali che si occupano delle denunce
della Siae a carico delle emittenti radiofoniche e televisive locali
(sequestri di apparecchiature e "file", irruzioni della Guardia di
finanza ecc..).
Il dispositivo costituito da una trentina di pagine che comprendono
anche copia della diffida del Conna alla Siae è a disposizione di
quanti hanno pendenze legali con la Società degli autori e potrà
essere spedito per posta dopo opportuni contatti ed il versamento di
un contributo spese.
01 luglio 2009
ASSOLTO
Abbiamo più volte consigliato i nostri associati in caso di
torti ricevuti di rivolgersi alla giustizia ordinaria non
ai Tar o al consiglio di Stato perché quasi sempre questi ultimi
fanno prevalere le tesi ministeriali dell'avvocatura di Stato.
Purtroppo i tribunali sono malfunzionanti e preda della ordinaria
litigiosità nazionale che fa passare in secondo piano le vere
questioni che andrebbero affrontate e risolte.
Tuttavia, Il livello dei magistrati non è molto diverso da quello di
altri paesi, ed essi nella stragrande maggioranza fanno il loro
dovere: non sono certo quei "sottosviluppati mentali" come ebbe a
definirli Silvio Berlusconi prima di inventarsi la comoda accusa,
buona per tutte le stagioni, di "Toghe rosse". Non a caso con la legge
contro le intercettazione l'obiettivo è quello di rendere la vita
difficile proprio a quei giudici che ben conoscendo i rischi per la
loro carriera procedono senza guardare in faccia nessuno ("Pool" Mani
pulite, De Magistris, Clementina Forleo ed altri).
Una buona notizia in campo giudiziario ci viene dall'assoluzione di
Pino Maniàci (attenti all'accento tonico!) responsabile della
televisione di Partinico - nostra iscritta - Telejato.
Accusato dai suoi tanti nemici di svolgere abusivamente la
professione di giornalista e denunciato alla Procura della Repubblica
è stato assolto con formula piena dal giudice monocratico Giacomo
Barbarino che ha anche riconosciuto che l'emittente da lui diretta
".. si è
caratterizzata per le sue campagne contro "Cosa nostra", nonché per la
sua opera di informazione in altri servizi quali l'ambiente, le
speculazioni sul territorio ecc..".
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