23 agosto
2005
NUOVE ANTENNE
E'
in corso la stesura del prossimo numero del nostro giornale Nuove Antenne.
Quanti ritenessero di avere qualcosa da dire in merito ai problemi
che interessano il nostro settore possono inviarci un articolo al solito
indirizzo conna@conna.it .
Ciò che interessa sono fatti originali documentati di ordine generale;
non ha importanza come sono scritti perché nella forma può sempre
intervenire la redazione.
Lo stile è comunque quello cui sono abituati gli associati e i lettori:
mai espressioni esagerate o di gusto discutibile ma proporzionate al
contesto in cui viene raccontato un fatto.
Siamo in un paese in cui si parla al superlativo assoluto utilizzando
parole apocalittiche quando sarebbe sufficiente una sana misura per dare
supporto a ciò che si racconta.
Queste cattive abitudini purtroppo le dobbiamo in parte ai Radicali che
per primi (anni Ottanta) hanno gridato più forte degli altri i quali non
hanno tardato ad adeguarsi: è come se le orchestre suonassero sempre al
massimo del livello dinamico che sono in grado di emettere; che
piatti, timpani e percussioni varie non smettessero neppure per un momento
di farsi sentire.
Come considerazione generale, ne deriva che è anche compito di chi
gestisce un mezzo di informazione di pubblica utilità riuscire a spingere
tutti verso una maggiore pacatezza.
Poi, ricordiamo un'altra caratteristica di Nuove Antenne assunta di fronte
ad una stampa che tiene a precisare di separare i fatti dalle
opinioni salvo poi contrabbandare in modo subdolo il pensiero
dell'editore. Noi diciamo invece che i fatti non possono essere
disgiunti dalle opinioni di chi li riporta: meglio quindi conoscerle
subito senza ipocrisie. N.A.
10
agosto
2005
COMPIACENTI
Pubblichiamo
un articolo che abbiamo ricevuto a firma Giannantonio Alessi dell'Associazione
"Su la testa" - un po' appesantito dalla metafora che non
lo rende un miracolo di chiarezza - seguito da una nota del Conna.
QUELLE LUNGHE ORECCHIE ALLA GUIDA RAI
La classe politica italiana, maggioranza ed opposizione, hanno barattato, in
questi ultime ore, la Rai aggiudicandosi rispettivamente presidente e direttore generale.
Un baratto, sofferto e difficile, che ancora una volta offende, nell'essenza, la dignità del Popolo
italiano. E i ; e i parlamentari? Niente!.
Dalle mie parti si diceva che "cento niente ammazzarono un ciuccio"; ma a
quanto pare, ai tempi d'oggi, anche i proverbi sono cambiati: cento niente
aiutano a rinvigorire un ciuccio! E si vede! Chiunque si trovi a passare per il numero 14 di Viale Mazzini può assistere alla meraviglia della natura
che si è espressa attraverso la genesi, ovvero nella stupefacente mutazione
del cavallo in asino.
Grandi quotidiani nazionali hanno tracciato i profili e le biografie dei vertici dell'azienda, l'ultimo
vertice, appunto: fede cattolica, esperienza di settore e attestati di stima profusi da ogni parte in lungo ed in largo.
Ma in Italia i miracoli estivi sono avvenuti soprattutto ad opera della grande comunicazione che ha
contrabbandato l'asineria per professionalità e meritocrazia.
Chi li conosce come me sa quanto quelle orecchie siano lunghe, tanto lunghe
da toccare il paradiso. Ma cosa ci possiamo fare? niente! Perché l'asino guidato dalla dura soma del politico di turno traghetterà o frantumerà la
Rai in tanti Santini da preparare per il Paradiso.
Tra le tante ci si dimenticava di richiamare l'attenzione su qualche amministratore della Rai alla
celluloide, che da intermedianti si sono trasmutati in intermediari della grande finanza, ma, attenzione ad essa!,
perché quella si che opera miracoli! Aspettare per credere!
Non è proprio un
baratto inteso in senso politico ma l'epilogo logico di un pasticcio
durato oltre venti anni.
La nostra associazione ha potuto constatare più volte che il Diessino
Claudio Petruccioli, ex presidente della VIII Commissione Senato e in seguito della "Vigilanza"
Rai , nelle grandi decisioni ha sempre dimostrato grande entusiasmo nell'accogliere e
difendere sia pur senza troppo clamore le pretese di Berlusconi in campo radiotelevisivo.
Si tratta di un "dalemiano" che non è andato a rendere omaggio al Cavaliere
a Segrate, ma che ha preferito riverirlo al terzo piano di palazzo Madama
e in via del Seminario (oggi da viale Mazzini), mostrando compiacenza nell'accettare leggi scritte dal giro di
Fedele Confalonieri e poi proposte in Parlamento dai vari Vincenzo Vita e lo stesso
(impensabile!) Maccanico,
Mammì ecc..
D'altra parte se Silvio Berlusconi non avesse goduto di più o meno scoperte
complicità (una particolarmente occulta è quella di Bertinotti il cui partito non ha mai attaccato con la dovuta
forza politica la Fininvest e le reti televisive del Biscione) mai sarebbe riuscito ad impadronirsi di fatto del nostro
paese.
I motivi? Il vuoto ideologico e una buona dose di cecità politica nel volersi godere in pace lo stato di potere e di benessere
economico raggiunto (Bertinotti si fregia anche del valore aggiunto di
"rivoluzionario che è sempre un piacere poter tacitamente sfoggiare
davanti alle signore).
Meglio quindi non avere nemici potenti, specie se essi sono in grado di regalare
spazi televisivi e ai giornali paginoni da 50mila euro a botta di pubblicità-bavaglio (compresi
quotidiani insospettabili come Il Manifesto).
Quindi è più giusto dire che i vertici Rai oggi sono totalmente governati da
Silvio Berlusconi e il presidente Petruccioli insieme all'accomodante Curzi avranno
solo un problema: salvare la faccia il più possibile per meglio nascondere
la loro sostanziale acquiescenza.
Un rospo terrificante poi ingoiato dalla "Sinistra" di cui poco si è parlato è
quello della nomina del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nella persona di Corrado Calabrò, un più che gradito
personaggio per Silvio Berlusconi il quale non appena insediato gli ha fatto
il grande regalo di dare completa mano libera alla Mondadori di incettare
e acquistare le frequenze delle poche emittenti locali rimaste per metterle a disposizione
di Forza Italia già dalla prossima campagna elettorale.
Che dire, li abbiamo provati tutti in trenta anni e ora siamo costretti a sperare in Romano Prodi che si sta
dimostrando meno incline al compromesso di altri.
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