27
luglio
2005
BASTARDI !
Sono cominciate ad arrivare in busta
raccomandata da parte del Ministero delle comunicazioni a firma del
direttore generale le prime lettere dove si comunica che le neonate
associazioni radiofoniche risultano "in possesso dei requisiti"
per proseguire l'attività.
Una notevole operazione di salvataggio in extremis
favorita dal Conna di cui nessuno ha dato notizia. Questo a dimostrazione
di quanto sia bastarda la stampa specializzata di questo settore che oltre
ad essere nemica giurata dell'emittenza locale viene curata in genere da
giornalisti privi di dignità, specializzati in omissioni o nel concedere
grandi spazi a individui o organizzazioni che non hanno nulla da dire sul piano sociologico
e sindacale ma che risultano orientati esclusivamente in direzione degli
affari.
Non è la prima volta infatti che i nostri associati ci fanno questo
discorso"Ogni volta che leggiamo la rivista/il giornale (....), ci
deprimiamo, perché la pubblicità e gli articoli che contengono, ci fanno
sentire lontani dai loro interessi che sono esclusivamente
mercantili".
A parte che non sovvenzionare i propri nemici acquistando i loro prodotti
è l'abc della più immediata forma di difesa, è vero, viene ignorato
totalmente il fattore passione che ha sempre animato quanti amano la radio
e la televisione e che doveva restare - insieme ad una equa e necessaria
ripartizione delle risorse economiche del settore che non è mai avvenuta
- alla base delle aspirazioni degli operatori.
Fantasie
le nostre, idealismi? Affatto, fuori da questa logica si cade dritti
dritti nella legge della jungla o se si preferisce in quella del mare per
cui il pesce grande fagocita quello piccolo.
Secoli,
millenni di civiltà non possono farci scendere a livello animale e anche
se l'intera società è investita da una ondata di barbarie, compito di
chi fa informazione è proprio quello di non uniformarsi per non cercare un
successo avvelenato che perseguito in questo modo non arriverà mai.
25
luglio
2005
AUTOGOL
Assoradio a seguito di una ricerca su Internet che
ognuno può fare digitando in Google Marco Cevenini, ha fatto alcune
considerazioni che è utile conoscere.
Non è senza stupore che ci siamo accorti del fatto che dal sito www.fgm.it (sito della Fondazione Guglielmo Marconi), è stato diffuso su internet un a dir poco importante documento che sembra un atto di accusa verso tutti gli Organi preposti a vigilanza, controllo, ecc., del settore delle Comunicazioni.
Si tratta di una relazione di tutto pregio, che richiama le norme in vigore in materia di piano di assegnazione, piano di ripartizione delle frequenze, omologazione degli apparati, ecc., e nel quale si dicono candidamente alcune cosette, come ad esempio che il piano di Ginevra, pur in vigore, è tuttora disapplicato sia dal Ministero delle Comunicazioni, sia dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Si dice inoltre quali sono i criteri di omologazione delle apparecchiature radiotrasmittenti (e riceventi), e chi sono gli Organi che dovrebbero provvedere alla vigilanza ed alla applicazione di tali criteri, cioè gli Ispettorati Territoriali del Ministero delle Comunicazioni, e la Polizia Postale. Cosa che in realtà
non fanno, atteso che -per esempio- in Italia (e particolarmente in Abruzzo, Basilicata, Campania e Puglia) sono attivi una decina di trasmettitori sulla frequenza dei 108 MHz, frequenza che non è compresa fra quelle utilizzabili dagli impianti omologati (perchè l'ultima è la 107.900 MHz.), e il cui utilizzo pertanto pone automaticamente detti impianti "fuori norma". Forse è troppo complicato intervenire,
forse verrebbero toccati gli interessi delle case costruttrici. Chi lo sa. Una cosa che sappiamo, invece, è
chi ha stilato questa ottima relazione, che potete trovare tranquillamente cercando su Google
. L'ha scritta l'Egregio Ingengner Marco Cevenini, che -indovinate un pò- è il Direttore dell'Ispettorato Territoriale dell'Emilia Romagna del Ministero delle Comunicazioni... Viene da pensare che in quella Regione tutto funzioni alla perfezione, ma quanto scritto dall'ing. Cevenini secondo noi rappresenta un clamoroso
autogol per molti altri Ispettorati, e forse per tutti gli Organi Amministrativi di cui si parla nel documento,
organi che emergono in tutta la loro inadeguatezza e omissività.
21
luglio
2005
BUGIE
La relazione di questa mattina del
presidente dell’Autorità per le comunicazioni Calabrò – non a caso
la sua candidatura a tale carica destò tante perplessità – dietro una
serie di affermazioni ottimistiche e tranquillizzanti pronunciare davanti
al Capo dello Stato, tende ad avvallare la gravissima situazione di
concentrazione televisiva e radiofonica italiana che proprio in questi
giorni giunge all’esame della Corte di Giustizia Europea per essere
processata.
Calabrò ha riportato i
dati gonfiati ad arte sulla vendita dei decodificatori nella misura di
oltre due milioni di pezzi che neppure esistendo la domanda l’industria
avrebbe potuto produrre in così breve tempo. Questo per avvallare la
pazzesca operazione del digitale escogitata per salvare Rete4 che sta
costando al nostro Paese in crisi un esborso astronomico a fondo perduto.
Anche in tema di Auditel e Audiradio, il presidente per l’Autorità per
le garanzie nelle comunicazioni, non volendo sottostare a quando gli
impone la legge 249 del 31 luglio 1997 che recita:“(L’Autorità) cura
le rilevazioni degli indici di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi
di comunicazione…), si appresta a lasciare le cose come stanno
permettendo la perpetuazione dell’egemonia di Mediaset su Auditel e
Audiradio in mano a Giulio Malgara e a Felice Lioy, mediante la furbesca
la trovata dell’inserimento della supervisione dell’Istat che dovrebbe
dare al tutto una copertura ufficiale.
08
luglio
2005
PER LE
AGENZIE
COMUNICATO PER LE
AGENZIE NAZIONALI
Si
stenta a credere che Giulio Malgara strettamente legato al presidente del
Consiglio possa essere stato indicato dal ministro Siniscalco quale
presidente della Rai.
La nostra associazione composta da emittenti radiofoniche e televisive
locali ha sempre incontrato ostacoli insormontabili nel tentare di
ottenere risorse pubblicitarie a favore dei suoi iscritti perché la
Utenti pubblicità associati (Upa) con la centro due personaggi, Giulio
Malgara e Felice Lioy - quest’ultimo
anche presidente di Audiradio - ha sempre privilegiato quella stretta
cerchia di emittenti di fede berlusconiana gratificate con la cosiddetta
pubblicità traino (annunci brevi e ben pagati).
I nomi di Piersilvio e Marina Berlusconi quali possibili presidenti della
Rai – a differenza di quello di Giulio Malgara – sarebbero stati più
convincenti perché a volte i figli riescono a trovare la forza di
contestare i loro padri.
Coordinamento
nazionale Nuove Antenne (M.Albanesi)
07.07.2005
05
luglio
2005
NOTE DI SERVIZIO
1)
Un buon numero di imprese individuali che hanno deciso di
trasformarsi in associazioni ricevono in questi giorni richieste di
integrazione documentale. il Conna per venire incontro a possibili
perplessità ha approntato gli appositi moduli di
autocertificazione;
2) un nostro
avvocato esperto in diritto d'autore, ha preparato una lettera da inviare per
conto delle varie emittenti in risposta alle assillanti richieste di quei gruppi parassitari che
interpretando a loro modo la legge n.633 del 22 aprile 1941 pretendono di
riscuotere autonomamente i cosiddetti "diritti connessi".
In entrambi i casi scrivere una e-mail a conna@conna.it
;
04
luglio
2005
FALLIMENTO
Ancora la parola fallimento riferita al digitale; ora è il turno di un
autorevole studioso, Giulio Gargia (www.megachip.info
) che in un suo
articolo (Avvenimenti) di cui ne riportiamo una parte, dice ciò
che dall'interno dell'emittenza si era capito da tempo.
Non ci sono dubbi che il futuro è del digitale, tuttavia dobbiamo capire
i tempi in cui potrà affermarsi e se lo standard tecnico subirà in
qualche modo variazioni.
Tutta la strumentalità di una operazione grossolana eseguita da Gasparri
per conto di qualcuno facilmente identificabile si sta rivelando sempre
più in tutto il suo squallore.
E' augurabile tra l'altro che prima o poi - magistratura, Corte dei conti
o altri - accertino l'entità dell'abuso che ha impegnato preziose risorse
economiche che la Nazione in crisi poteva impiegare altrimenti.
Facciano quindi attenzione tutti gli operatori televisivi che si
apprestano a spendere somme cospicue, perché al momento non c'è nulla di
sicuro, basta pensare che i decodificatori effettivamente venduti (non
quelli dichiarati) sono già superati e le banche come la Morgan Stanley
passati i primi entusiasmi hanno chiuso frettolosamente la borsa dopo
aver rilevato il clamoroso flop del DTT.
.... Le trasmissioni in digitale terrestre non sostituiranno quelle tradizionali entro la data del 31 dicembre del 2006. Sembra già fantascienza la scadenza in cui si dovrebbe realizzare l'auspicato “switch off”, ovvero lo spegnimento di ogni segnale TV analogico per lasciare funzionante solo quello in digitale. Inoltre, la condanna dell'Antitrust per “pubblicità ingannevole” subìta dagli spot sul decoder del digitale terrestre sembra aver messo il timbro del fallimento su uno dei progetti fondanti della legge Gasparri. Ma non è stato solo l'intervento - come al solito un po' tardivo dell'Authority – a mettere in crisi il nuovo sistema. Il DTT, come si chiama con un brutto acronimo, è stato frenato da due elementi fondamentali: la difficoltà tecnica nel ricevere il segnale in molte zone, con le stesse modalità di installazione che richiedevano a volte l'intervento di un tecnico, e poi – soprattutto – la mancanza di trasmissioni differenti da quelle della TV tradizionale.
(...)
...in questi giorni si registra la presa di posizione del Movimento Difesa del Cittadino (Mcd) che in un suo comunicato dice di essere “ favorevole al rinvio dello spegnimento dell'analogico al 2008 (anziché il 2006) e a un'indagine della Commissione Ue sugli aiuti di stato al digitale terrestre”. Il Movimento Difesa del Cittadino "spera che un intervento della Unione serva a chiarire tutti gli aspetti poco chiari legati allo sperperio di soldi pubblici per i decoder il cui costo è calato nel giro di un anno da 120 euro a 70
euro"....
02
luglio
2005
LA DICHIARAZIONE
Fra il Conna e Sergio Bellucci responsabile del
Dipartimento comunicazione e innovazione tecnologica del partito della
Rifondazione comunista non ci sono mai stati buoni rapporti, anche da un
punto di vista personale. Pesava sulla linea assunta da questo partito in
tema di comunicazioni, l'atteggiamento del suo segretario Fausto
Bertinotti, largamente "premiato" da Mediaset mediante ripetuti
inviti a trasmissioni di largo ascolto che inevitabilmente hanno
condizionato la condotta dell'intero suo partito, compreso anche il giornale
Liberazione che non ha mai scritto un rigo in favore di radio e
televisioni locali.
Pubblichiamo quindi La dichiarazione di Bellucci se non altro per la frase
di apertura che dà la misura del lento accorgersi delle forze politiche
del fallimento del digitale terrestre così come è stato inopportunamente
imposto dalla legge Gasparri.
Dichiarazione di Sergio Bellucci
“Registrato il disastro del digitale terrestre, archiviato il flop dell’avvio del regalo della Rai ai privati, l’ex-ministro delle comunicazioni di Berlusconi sembra non rassegnarsi a dichiarare l’insuccesso della legge che porta il suo nome. La cura Gasparri ha prodotto un sistema ancora più concentrato di quello esistente prima della sua legge e un servizio pubblico nell’angolo, senza la possibilità di reagire né di rilanciarsi. Ora la maggioranza non può trincerarsi dietro l’inapplicabilità della legge e impedire, di fatto, la gestione dell’azienda di servizio pubblico. Il Ministro del Tesoro faccia rapidamente il suo dovere che è quello di indicare un presidente che risponda ai requisiti di indipendenza e garanzia che sono indispensabili per svolgere il mandato di Presidente della Rai. Forse, ancora oggi, il conflitto d’interessi impedisce alla maggioranza anche solo di governare, ma oggi l’ex-ministro dovrebbe avere il coraggio di dichiarare il fallimento della sua legge e non indicare strade, ma chiedere scusa.”