ULTIMISSIME
DAL CONNA |
30 luglio 2001
LA PAURA
Le poche radio che sono rimaste, rispetto alla
miriade di "locali" che esistevano prima del loro
assorbimento da parte delle reti nazionali, hanno deciso di non
arrendersi, e ogni giorno che passa altri amici si uniscono ai
ricorrenti contro la legge 66/2001 che rappresenta una sorta di
ostacolo insormontabile anche per quelle aziende che già hanno
dipendenti e sono costituite in società.
Non c'è voluto molto infatti per far capire ai titolari più lungimiranti che i soprusi della 66/2001 non sono destinati ad esaurirsi, ma proseguirebbero alzando gradualmente il livello delle vessazioni, un po' come avviene in atletica leggera nella specialità del salto in alto, dove l'asta da superare viene sollevata poco per volta (già la bozza di regolamento per il digitale prevede 5 assunzioni per le radio e 20 per le televisioni, nonché garanzie di capitale astronomiche).
Alla fiducia e alla speranza nell'operazione di
difesa condotta dal Conna, impegnato a lottare su diversi fronti
contemporaneamente, si è però insinuata la paura di perdere tutto
senza praticamente riuscire a recuperare nulla della propria stazione:
condizioni ideali queste per cedere alle pressanti offerte degli
"acquirenti!", o meglio, dei loro emissari che con una
tecnica fatta di lusinghe che di volta in volta vengono
"aggiustate" alla personalità del potenziale venditore
(si va dal brusco al mellifluo) cercano di sfruttare il momento di
sbandamento.
E' bene a questo punto chiarire le cose perché
- come è noto - in tutte le disgrazie fa più vittime il
panico della specifica causa incidentale.
Il ritardo della pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale del decreto/regolamento di cui il Conna ne ha disposto
l'impugnazione attraverso i suoi legali come primo atto amministrativo
conseguente alla legge 66/2001, non ha neutralizzato la nostra azione
come probabilmente si è tentato di fare, ma ha solo potuto
ritardarla: essa ci sarà e ci darà ampia soddisfazione, dando inizio
ad una grande rivendicazione generale.
Tuttavia esaminiamo ora le cose sotto l'aspetto
più pessimistico.
Il Tar del Lazio, per ipotesi, decide
malauguratamente di esaminare il nostro caso pochi giorni prima della
scadenza del 30 settembre quando, impauriti, molti titolari di ditte
individuali hanno già deciso di mettersi al sicuro pensando di
vendere o dando luogo alle più strane e innaturali società.
Calma amici, e ancora calma, che è dei forti, e
noi lo siamo.
Perché tanta preoccupazione? Intanto come è
avvenuto per le televisioni che avrebbero dovuto presentare entro la
data del 30 giugno dello scorso anno società già costituite, ci
sarebbe un doveroso e indispensabile slittamento dei termini di
presentazione della documentazione per compensare il grande ritardo
con cui è avvenuta la pubblicazione del decreto/regolamento
sulla Gazzetta Ufficiale (che dovrebbe avvenire nei primi giorni di
questa settimana).
In questo caso, al 30 settembre basterebbe
semplicemente manifestare l'intenzione di trasformarsi in società
riservandosi di darne prova successivamente.
Per i dipendenti, come già previsto, sarà
sufficiente allegare alla documentazione richiesta due lettere di
ingaggio dirette ai potenziali lavoratori, iscrivendoli
contemporaneamente presso gli uffici di collocamento, con riserva di assumerli
entro il 28 gennaio 2002.
Qualcuno, ormai invaso dalla febbre da svendita
ora penserà: "ma non sarà troppo tardi allora per trovare un
acquirente?".
Niente affatto; per le televisioni, dalla
presentazione delle domande come abbiamo detto al 30 giugno del 2000
al rilascio delle "concessioni" e "autorizzazioni"
(fasulle entrambe, prodotte da una operazione pazzesca, non
dimentichiamocelo mai) è passato circa un anno, e per le radio
(considerata la situazione radioelettrica assai più complicata delle
tv) la Commissione ministeriale impiegherebbe senz'altro più
tempo nel formulare le graduatorie consentendo di prendere decisioni
con tutta la calma possibile.
Servano queste semplici considerazioni a
rincuorare quanti temono di perdere la loro amica radio, il loro punto
di lavoro, di passione e di dedizione.
Considerazione finale. Chi l'avrebbe detto; dopo
aver arricchito i loro avversari, molti operatori radiofonici,
improvvisamente, guardandosi intorno, si sarebbero accorti che l'unica
associazione di categoria esistente in Italia, incorruttibile e
battagliera, dotata delle giuste competenze su cui potevano
contare sarebbe stato il Conna.
A parte il nucleo portante dei nostri iscritti
che da decenni hanno capito chi siamo e che in questi giorni sono
lanciati insieme al direttivo ad informare quanti sono ancora
all'oscuro di tutto (sembra strano ma ce ne sono ancora tanti) dagli
altri, se vinceremo, ci aspettiamo delle scuse. Per averci
sottovalutato.
Mario Albanesi
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NOTA DI SERVIZIO
Ieri è stata inviata posta riservata ai
ricorrenti. Quanti non avessero ricevuto in e-mai l'elenco del fondo
cassa per le spese legali e relative comunicazioni operative ci
informino immediatamente al conna@conna.it..
La segreteria. [ Inizio Pagina ]
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27 luglio 2001
GIALLO
Con una brutta espressione che anche
noi oggi usiamo, i giornali spesso abusano della definizione
"giallo" volendo intendere un fatto inesplicabile che non
sempre regge la proporzione con la forte parola.
Forse saremo un tantino esagerati anche noi, ma era già difficile spiegare il grande ritardo rispetto al 30 giugno della pubblicazione del decreto-regolamento della legge 66/2001 che ci era stato assicurato dai dirigenti della Gazzetta Ufficiale avrebbe visto la luce nel numero di ieri 26 luglio; ancora più misterioso quindi appare un controordine che sembra sia giunto nella redazione del giornale ufficiale nel pomeriggio di mercoledì 25.
Mentre stiamo cercando di capire dal
direttore della "Gazzetta" i motivi della non pubblicazione,
abbandoniamo il colore giallo, per ricordare che a Roma una
espressione popolare parla di "sorci verdi" da far vedere a
chi avesse abusato della propria carica per condurre i suoi affari
personali. Lor signori sono avvertiti: siamo pronti ad agire in tutte
le sedi legali possibili e contro chiunque.
[ Inizio
Pagina ]
26 luglio 2001
IL BOLLINO
La Siae mostra sempre più le crepe vistose
dalle quali è ormai solcata in profondità. Ottenuta una legge
estremamente repressiva, la 248 del 18 agosto 2000 che le stesse forze
dell'ordine stentano ad applicare tanto risultano sproporzionate
le sanzioni, qualcuno ora comincia a domandarsi quanto sia stato poco
saggio affidarsi ad un legislatore oltranzista (probabilmente un
interno Siae) che non ha pensato che misure squilibrate -
risultando nella pratica inapplicabili .- difficilmente
sono sostenibili sulla distanza.
Basta pensare che la vendita per strada di un
disco cd può far guadagnare al "delinquente" sorpreso sul
fatto da sei mesi a tre anni di reclusione, ben più di quanto è
previsto nella pratica per gli svaligiatori di appartamenti, per i
topi d'albergo o più semplicemente per gli scippatori che non di rado
sono anche assassini.
Uno stop alle pretese Siae, che tutto volendo
ottenere in forza di una arroganza inaudita finirà per
stringere ben poco, viene da una sentenza pronunciata dal giudice per
le indagini preliminari di Torino che ha considerato un abuso da
parte della Siae aver imposto l'apposizione del famigerato
"bollino" su prodotti di software, esentati peraltro
dall'articolo 181 bis della vecchia legge 633 del 1941.
Mentre sono in corso scambi di vedute al fine di
chiedere rimborsi fra coloro che per tanto tempo sono stati
taglieggiati da una pratica che il giudice di Torino ha
condannato, ci domandiamo se la direzione della Siae intenda affossare
completamente la propria azienda anche in termini di immagine, non
provvedendo a far modificare immediatamente la sopraccitata legge che
sta tenendo ingiustamente con il fiato sospeso radio e televisioni
locali di tutta Italia cui è vietato duplicare prodotti sonori per
puro uso di stazione secondo una prassi consolidata adottata da tutte
le emittenti del mondo.
[ Inizio Pagina ]
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25 luglio 2001
COLPO GROSSO
Ebbene sì,
hanno tentato il colpo grosso della
illegalità che siamo riusciti in buona parte a sventare.
I ministeriali, che non abbiamo mai
inteso criminalizzare oltre misura ritenendoli anch'essi vittime di
quel cumulo di vergogne imposte dalla legge Mammì in poi, questa
volta si sono prestati ad un gioco ignobile e disonorevole
mostrando un attendismo ingiustificato, evitando accuratamente di
pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale il decreto/regolamento sulla
legge 66/2001 che abbiamo aspettato ansiosamente per tanto tempo.
Un tranello di questo genere,
meritevole di una inchiesta che accerti chi si è assunto l'onere di
dar luogo ad un abuso così evidente, a nostro giudizio è stato
ideato per due principali ragioni:
1) non ufficializzando sulla Gazzetta
il decreto/regolamento, significava ritardare il più possibile
il giudizio del collegio giudicante del Tar cui si è rivolto il Conna:
si è temuto in sostanza che emergendo le numerose
incostituzionalità di cui il provvedimento è permeato - dovute
al testo della legge n.66/2001 che lo ha generato - i
grossi interessi nel mondo radiofonico affaristico e lo stesso
prestigio dell'apparato ministeriale ne venissero lesi;
2) si è voluto dare modo alle
reti nazionali e alle macroimprese radiofoniche multiregionali di
allargare le proprie possibilità di copertura del territorio
facendosi largo a gomitate" con le modifiche introdotte
all'ultimo momento al testo pubblicato ufficiosamente in Internet fin
dal 28 giugno scorso e tenuto nel cassetto per ragioni evidentemente
ben precise.
Siamo dell'idea che una commissione di
inchiesta non farebbe fatica a provare l' interesse di qualcuno
negli atti di ufficio di cui stiamo parlando, basterebbe
confrontare semplicemente il testo modificato con il precedente e
anche ad un carabiniere semplice il gioco apparirebbe chiarissimo.
Inoltre, ben difficilmente potrebbe essere trovata una spiegazione al
fatto che contro la stessa legge 66/2001 che imponeva l'emanazione del
decreto/regolamento entro il 30 giugno scorso, il ritardo doloso
sia stato di ben 26 giorni.
Abbiamo parlato di 26 giorni non a
caso, perché dopo infinite pressioni esercitate soprattutto
sull'Ufficio legale ministeriale, ci era stata promessa l'uscita
in Gazzetta Ufficiale lo scorso giovedì o al massimo il giorno
seguente venerdì 20 luglio.
Parlando con la direzione della
Gazzetta Ufficiale invece siamo venuti a conoscenza che il
decreto era stato trasmesso dall'Ufficio legale di Largo Brazzà
appena giovedì 19 luglio e che non poteva essere pubblicato a
causa di normali tempi tecnici obbligati, non prima del
26 luglio.
Questa, la narrativa di una squallida
vicenda che se risulterà ostativa alla discussione al Tar della causa promossa
dalla nostra associazione (siamo alla fine di luglio!) avrà
senz'altro un risvolto penale.
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24 luglio 2001
TROPPO COMODO!
Dopo la pubblicazione della bozza di
regolamento per il digitale, grande allarme fra le televisioni cui
sarebbero imposti 20 dipendenti (e 5 alle radio) , più garanzie
economiche "astronomiche".
Da più parti ci viene detto che
"questa storia deve finire" con riferimento alle infinite
illegalità cui le emittenti sono rimaste vittime negli ultimi 11
anni.
Siamo d'accordo con i gestori di
piccole e medie televisioni, ma perché, pensando la cosa li
riguardasse marginalmente, hanno lasciato sole le radio a
ricorrere al Tar ( fra tutte le tv iscritte al Conna, appena
due si sono associate al ricorso) contro l'imposizione di due
dipendenti e la trasformazione delle ditte individuali in società?
E' troppo comodo amici televisivi
infischiarsi dei problemi degli altri quando basterebbe un minimo di
riflessione per accorgersi che la barca è unica e che la volontà di
farla affondare con radio e televisioni locali dentro è chiara e
manifesta.
Cominciate con il contribuire a creare
il fondo legale comune, inviando la scheda di adesione al ricorso al
Tar e vedrete che tante cose riusciremo a metterle in chiaro e non
solo quelle che riguardano l'imposizione dei dipendenti.
AVVISO
IERI ABBIAMO INVIATO IN POSTA RISERVATA IL RESOCONTO ECONOMICO AI
QUATTRO GRUPPI IN CUI ABBIAMO DIVISO I RICORRENTI, ALCUNI DEI QUALI,
PER IMPERFEZIONE NEGLI INDIRIZZI E-MAIL NON LA RICEVONO.
PERTANTO, QUANTI SI TROVASSERO IN
QUESTE CONDIZIONI, CI MANDINO IMMEDIATAMENTE UNO SCRITTO ALL'E-MAIL
CONNA@CONNA.IT CON L'INDIRIZZO DI
POSTA ELETTRONICA ESATTO.
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21
luglio 2001 AGGIORNAMENTO TESTO PROVVEDIMENTO PER LA RADIOFONIA Avvisiamo i nostri lettori che il Ministero delle Comunicazioni ha modificato il testo del provvedimento per la presentazione della domanda di concessione per la radiodiffusione sonora datato 28/06/2001già pubblicato sul nostro sito. Invitiamo pertanto i titolari delle emittenti a sostituirlo con il nuovo datato 16/07/2001 che è consultabile e/o scaricabile dalla nostra Home Page. [ Inizio Pagina ]
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20
luglio 2001 [ Inizio Pagina ]
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19
luglio 2001 [ Inizio Pagina ]
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18
luglio 2001 Cliccare
qui per leggere lo schema di regolamento. [ Inizio Pagina ]
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8
luglio 2001 [ Inizio Pagina ] |
6 luglio 2001
RICORSO AL TAR
Come riferiamo nei messaggi riservati,
le sottoscrizioni hanno avuto un buon inizio e lasciano ben sperare
che l'obiettivo economico del fondo delle spese legali che ci siamo
dati venga raggiunto.
Oggi è stata una giornata importante per il Conna e per l'impostazione del ricorso, perché sono venuti a Roma i rappresentanti di 6 emittenti (in "messaggi riservati" indichiamo i nomi), una sorta di "campionatura" come un tantino irriguardosamente gli abbiamo definiti, che hanno fornito al nostro avvocato preziosi elementi che contribuiranno efficacemente a motivare l'istanza al Tar. Con l'occasione, è stata affrontata la questione della rappresentanza della categoria e dei tempi più che maturi per affrontarla in modo tale che il rispetto verso soggetti che da decenni svolgono una attività radiofonica che nella maggior parte dei casi è da definire di pubblica utilità, possa portare ad una maggiore considerazione che si traduca in maggiori risorse. Il colpevole silenzio delle altre associazioni è la migliore conferma di ciò che da anni scriviamo; neppure un segno di ravvedimento per le enormità che hanno compiuto quando hanno suggerito ai politici i peggiori sistemi per "selezionare" (leggasi distruggere) le emittenti locali; non una iniziativa di supporto al Conna che viene lasciato assolutamente solo di fronte a problemi immani. Stiano però certi, costoro, che riusciremo ugualmente a portare a compimento anche senza il loro aiuto quanto ci siamo proposti: anzitutto riuscire a respingere quanto entro settembre legge e decreto impongono, e poi la realizzazione di un programma-guida in grado di invertire il gioco al massacro che già tante vittime (specie nelle regioni del nord) ha fatto. La "massa critica" ossia il numero di emittenti necessario per considerarci forti quanto basta l'abbiamo raggiunta e superata, tuttavia, notiamo che un buon numero di emittenti ancora preferisce escludersi da una battaglia in cui sono coinvolte fino al collo. Si verificano perfino fatti che non riusciamo a capire, come quelli che riguardano imprese che pur solidarizzando con il Conna, ci raccomandano di tacere, temendo ritorsioni da associazioni di cui non riescono a liberarsi perché hanno ancora procedimenti giudiziari in corso "governati" dalle associazioni medesime. Coraggio amici, tagliamo le catene con il frullino a mola diamantata. Sono venticinque anni che certi signori ci opprimono! [ Inizio Pagina ]
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5
luglio 2001 [ Inizio Pagina ]
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3 luglio 2001
CALMA!
Rendiamo pubblica una lettera che
Maddalon ha inviato in posta riservata perché ci pare essa debba
servire a mantenere la calma evitando svolazzi controproducenti e
proposte che hanno il potere di seminare solo confusione.
Ci rendiamo conto del finimondo che la
pubblicazione del decreto che il Conna ha effettuato in anteprima ha
provocato, ma nessuno pensi che siamo al "Si salvi chi può",
le carte da giocare sono ancora tante e tutte buone.
Devono semmai preoccuparsi coloro che
non sono tutelati dal Conna e che quindi non potranno fare ricorso se
non impostandolo singolarmente.
Ripetiamo e ricordiamo che nonostante
il mese di luglio, non dobbiamo affatto lasciarci prendere dal
pessimismo perché i dipendenti entro settembre possono essere
SOLO segnalati, salvo dimostrare entro gennaio l'avvenuta (eventuale)
assunzione.
C'è tutto il tempo quindi per non
farci prendere di sorpresa come qualcuno in un primo tempo avrebbe
voluto contando sulle ferie estive.
Non abbiamo dubbi che questa battaglia
sarà vinta perché siamo noi quelli ad essere dalla parte del
diritto. Le leggi emanate fino ad oggi e fatte approvare dal
parlamento sono dovute all'opera di tristi figuri - loro sì fuori
legge ! - la cui opera nefasta è giunta al copolinea.
Cari colleghi associati al
CONNA , vi scrivo due righe utilizzando questo indirizzario per i
messaggi riservati ai ricorrenti al TAR.
Ben vengano i molti messaggi di sostegno e incoraggiamento giunti in questi giorni a questi indirizzi dagli associati CONNA di ogni parte d'Italia. Non è altrettanto corretto né di buon gusto contattare gli altri associati anche singolarmente o per telefono proponendo società di comodo (soprattutto proprio) al fine di rientrare nei parametri richiesti dalla legge 66-2001 come consorzio di più emittenti facenti capo ad un unica società. La legge 66-2001, mettiamocelo bene in testa, va ricacciata al mittente tramite il ricorso al TAR e alla Corte Costituzionale, e non aggirata creando delle nuove reti a beneficio dei furbi dell'ultima ora che da sempre affliggono questa nostra categoria. Nella malaugurata ed improbabile ipotesi di dover ricorrere a strategie alternative saranno gli stessi avvocati del CONNA a consigliarci in proposito, ed eventuali poco auspicabili consorzi saranno articolati per garantire comunque la assoluta indipendenza e proprietà delle frequenze alle singole emittenti. Abbiate fiducia nel lavoro del presidente e degli ottimi avvocati maestri del diritto di cui ci valiamo che entro pochi giorni passeranno finalmente all'azione. In bocca al lupo a tutti, Danilo Maddalon [ Inizio Pagina ]
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