10
giugno 2006
TARSU
Una piccola iniziativa che interessa tutte le radio e televisioni indistintamente - grandi e piccole - ce la comunica Giampaolo Bassi di Radio
Universal di Verona particolarmente attento a tutte quelle richieste
economiche e burocratiche - a volte come questa anche di entità minore - che tutte
insieme poi determinano stanchezza e scoraggiamento all'origine della
scomparsa di molte emittenti locali.
Giampaolo ha scoperto che a Verona le sale cinematografiche pagano una Tarsu
(tassa sui rifiuti solidi urbani) nella misura di euro 1,70 per
metro quadrato, mentre alle radio vengono fatti pagare 3.70 euro.
In considerazione che molte imprese televisive e radiofoniche agiscono
spesso in grandi spazi e che insieme alle radio in genere producono ben
poca spazzatura, Giampaolo - per evitare il fai da te da parte di ciascuna
impresa - si è fatto carico di raccogliere sostegni ad
una iniziativa sotto forma di protocollo che non appena avrà raccolto un
considerevole numero di firme avrà una sufficiente forza per essere sottoposta agli appositi
settori comunali al fine di fruire di condizioni maggiormente consone
all'attività radiotelevisiva. Aderire non costa
nulla, rivolgersi a radiouniversal@negoziverona.it
oppure: radiouniversal@libero.it
.
06 giugno
2006
RADIOFREE
Il
procedimento giudiziario nei confronti di una "Radiofree" della
Sicilia per violazione del famigerato articolo 195 - famigerato perché
sono avvenute
migliaia di forzature da parte principalmente delle
reti nazionali senza che nulla accadesse - E' STATO ARCHIVIATO.
Il titolare della radio, dopo aver constatato che nella zona in
cui viveva c'erano spazi completamente liberi in gamma FM si era
munito di un piccolo trasmettitore e aveva cominciato a realizzare
programmi che riflettevano ciò che accade sul territorio della sua
cittadina non prima di aver mandato una richiesta di autorizzazione al
Ministero di Roma rimasta peraltro senza risposta.
Il "reato" - fatto cadere dall'alto come sa fare l'ispettorato di
Palermo diretto dalla signora Mangione - era pesante se rapportato
alle competenze del magistrato-tipo che capendo ben poco di leggi che
regolano il settore radio tv o, peggio, di fronte alla sua pigrizia,
non è la prima volta che si trasforma in una bomba innescata capace di
scoppiare ai danni di un malcapitato che ha provato a rivendicare ciò
che è sancito dalla Costituzione all'articolo 21.
Invece, in questo caso il pubblico ministero - una donna - ha voluto
vederci chiaro e archiviando la denuncia probabilmente ha fatto le
riflessioni che seguono:
1) l'imputato non ha arrecato danni a nessuno;
2) è stato occupato uno spazio (lo spazio in frequenza) che appartiene
alla collettività che in mancanza del relativo Piano di
assegnazione risulta inutilizzato;
3) l'emittenza al servizio delle comunità locale è la sola
autenticamente legittimata dalla Corte costituzionale fin dal lontano
1976;
4) esiste disparità fra le reti "comunitarie" nazionali che possono
occupare frequenze libere vedendosele poi riconosciute e magari
vendibili ad gli altri utilizzatori;
5) l'area coperta dal segnale a radiofrequenza serve una zona locale
ben precisa e la piccola quantità di radiofrequenza generata non crea
problemi di inquinamento.
Mentre aspettiamo di leggere la motivazione effettiva del
provvedimento, insieme all'intero Movimento delle "Telestreet"
- Disco Volante in testa che dopo l'archiviazione della denuncia a suo
carico ha ripreso le trasmissioni - è ora possibile sperare che
qualcosa possa cambiare anche in favore delle "Radiofree" le
quali, oltre ai "buchi" in banda Fm hanno a disposizione le Onde Medie.
Cliccare qui per continuare la lettura delle
Ultimissime