9
giugno 2004
POVERA RAI !
Rai
ed emittenza locale - autentica, non finta quest'ultima -
sono stati sempre i due riferimenti del Conna: la Rai come mezzo
nazionale (verticale) di proprietà di tutti i cittadini, le
"locali" in quanto voci private (orizzontali) operanti
capillarmente sul territorio.
Non
ci siamo mai mossi da questo concetto di base; abbiamo visto crescere
nell'illegalità gruppi privati, drenare tutte le risorse che se
equamente distribuite avrebbero potuto far crescere l'intero comparto,
dalla più piccola radio alla grossa televisione regionale, ma non abbiamo
cambiato idea.
La
concorrenza fra le grosse organizzazioni ha prodotto solo un
abbassamento della qualità dei programmi ed in futuro l'obiettivo di
accaparrarsi più ascoltatori per poter vendere quantità enormi di
pubblicità possibile dovrà essere riveduto.
Nel
frattempo non perdiamo di vista la Rai finita in mani poco
raccomandabili.
Dopo la dismissione del patrimonio tecnico-storico delle Onde Medie, ogni
giorno che passa ci riserva sorprese per il clima irrespirabile e di
intimidazione che ormai si respira all'interno dell'Azienda.
Il
comunicato della Federazione nazionale della Stampa che segue dà un'idea
di quanto sta accadendo. Abbiamo sostituito con delle x il nome del
segretario del partito in questione perché non ci interessa parteggiare
per nessuno.
Il
Segretario Generale della Federazione Nazionale della stampa Italiana,
ha dichiarato:
“Trovo sorprendente e non giustificabile la decisione della divisione
radiofonia della Rai di impedire a giornalisti, telecineoperatori e
fotoreporter (tra i quali alcuni della stessa azienda del servizio
pubblico) di accedere nell’immediata vicinanza dello studio dal quale
stamani si trasmetteva il programma radiofonico “3131”.
Evidentemente un certo nervosismo serpeggia tra i dirigenti Rai
preoccupati forse da una eccessiva divulgazione delle dichiarazioni del
segretario xxxxxxx, invitato al programma. Da sempre la Rai e la maggior
parte delle altre emittenti televisive e radiofoniche invitano i
giornalisti a seguire programmi di attualità e di interesse generale.
Le testate della stessa Rai seguono le trasmissioni-evento esercitando
così il diritto di cronaca. Addirittura il TG1 anticipa regolarmente le
dichiarazioni dei politici a “Porta a Porta”. Mi risulta difficile
comprendere quali nuove regole siano state decise dal direttore generale
Cattaneo per impedire ai cronisti di rendere noti i contenuti delle
trasmissioni.
Ma evidentemente alla Rai di Cattaneo le regole cambiano di giorno in
giorno e in senso opposto alla necessaria liberalizzazione delle
notizie”.
25
giugno 2004
NOTA DI SERVIZIO
Quanti
a suo tempo fecero ricorso contro l'imposizione di canoni iniqui e
sproporzionati, devono mettersi in collegamento con l'avvocatessa che se
ne era occupata - a partire da lunedì 28 giugno - per proseguire l'azione
alla luce dell'interessante pronunciamento del tribunale tributario.
22
giugno 2004
ROSE E FIORI
Con
le parole del titolo, Danilo Maddalon così ha definito il sistema IBOC che
sembrava il toccasana di tutti i mali della transizione (leggere
nell'angolo tecnico "Sistema IBOC).
Pur
seguendo attivamente le linee di sviluppo tecnologico si continua
quindi a non intravedere il sistema definitivo da adottare perché le
soluzioni che conducono al digitale sono diverse, non ultima quella delle
onde medie.
Vorremmo
però avvertire sui tempi necessariamente lunghi che avrà l'operazione di
aggiornamento tecnico analogico/digitale e nel frattempo deve essere
nostra preoccupazione primaria quella di difendere l'esistente.
Qualcuno,
memore di quanto era avvenuto poco meno di trenta anni fa, per non restare
ultimo è partito per primo con il DAB rimettendoci soldi e tempo. Il giusto
atteggiamento - è da qualche anno che lo suggeriamo - è bene che
continui ad
essere quello di una attesa vigile e di grande attenzione sulla
sperimentazione europea che sembra non essere più orientata sul solo DAB.
19
giugno 2004
PALERMO
Come
annunciato, pubblichiamo una delle tante lettere che dimostrano quanto
tesi siano i rapporti fra i "circoli" e il Conna che a
differenza di quanti si sono arricchiti alle spalle dell'emittenza
locale svolge un lavoro di sostegno alle emittenti locali che raramente traspare all'esterno, attività che
una associazione di categoria degna di questo nome deve saper fare.
La
dottoressa Lilla Mangione direttore "dell'Ispettorato" di
Palermo non è un caso isolato di funzionario che preferisce risolvere con
il silenzio questioni tecnico-amministrative abbandonate spesso a tecnici che agiscono
a loro discrezione, quesiti, casi che possono decidere la vita o la chiusura di
una impresa.
Spett. Ispettorato territoriale
Ministero comunicazioni Sicilia
Via A. De Gasperi 103
90145 PALERMO P/c parti interessate
alla cortese attenzione del direttore Lilla Mangione
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Gentile signora Mangione, Ella continua, con scarso senso di educazione elementare - civile e amministrativa - a non rispondere alle nostre lettere e per questo non appena incontrerò il direttore generale Laura Arìa non mancherò di dirle con quale grazia è rappresentata in Sicilia.
Le contesto oggi una inverosimile lettera datata 18 maggio us., concepita dai Suoi tecnici ma da Lei firmata, diretta alla nostra associata Tele
xxxxxxxxxx.
Dopo una lunga serie di risibili osservazioni che dovrebbero dare legittimità alla cosa, si apprende che il "reato" commesso da Tele
xxxxx consisterebbe nell'aver disposto il proprio sistema radiante (spostamento di appena due pannelli di antenna) in modo tale per meglio servire (Per una distanza di appena 1,5 Km !) i propri ascoltatori.
Alla luce, anzi al buio dell'infinita serie di violazioni commesse dalle reti nazionali, ecco che Palermo intende discutere una situazione che permanendo da oltre dieci anni (senza che siano mai state create turbative nei confronti di chicchessia) dimenticandosi che la legge 122 ha consentito in certi casi anche il raddoppio dell'area servita "su base non interferenziale", interviene minacciando la revoca di una "concessione" che tra l'altro - come tutte le altre esistenti - non è tale perché rilasciata in dispregio del comma 5 dell'articolo 24 della legge 223/90.
Che Tele xxxx dia fastidio a qualcuno - senza che peraltro da oltre dieci anni le sue condizioni tecniche di lavoro non siano mutate - lo testimonia il fatto che anche il "Circolo" di Reggio Calabria ha raccolto una "denuncia" nientepopodimeno che dell'Elettronica industriale per conto di Rete4: si assiste quindi alle proteste arroganti (e finte) di chi ha commesso i più grandi abusi nel nostro paese ai danni delle emittenti locali di cui Tele
xxx è ormai una delle poche rappresentanti rimaste.
Chiami quindi il suo collaboratore Nicolò Li Vigni e gli chieda di rileggere quanto ha scritto. Siamo certi che il suo senso critico - i tecnici di solito non ne difettano - gli suggerirà che tanta pignoleria nei confronti di una piccola emittente non è affatto giustificata.
E a chiusura di quanto avevo da dirLe, vorrei pregarLa di rispondere alle lettere perché non è ammissibile che un rappresentante dello Stato, pagato con i soldi della collettività e non per personale elargizione di Maurizio Gasparri o di altri, si comporti in questo modo e non risponda ad una associazione "Non profit" come la nostra che da 29 anni lotta per il diritto a comunicare.
Distinti saluti, Conna Nuove Antenne, il presidente (M. Albanesi)
Roma,
06 giugno 2004
18
giugno 2004
TORINO
Che
i cosiddetti ispettorati del Ministero meritassero ancora il nome di
"Circoli", molto più indicato per definire una amministrazione
allegra non ne avevamo fatto mistero, lo avevamo detto e scritto. Le
direzioni di essi infatti affidate a personale affatto preparato e
all'altezza dei compiti assegnati ne hanno fatto degli organismi
pericolosi, fonti di grossolane ingiustizie, inefficienze e vere
persecuzioni nei confronti delle "locali", evidentemente
ritenute per le loro scarse possibilità di difesa le più facilmente
attaccabili.
E'
una importante novità quindi che i lavoratori dell'Ispettorato di Torino
abbiano deciso di uscire allo scoperto e di lottare dall'interno per
cambiare le cose.
Il
comunicato che ci hanno inviato e che pubblichiamo integralmente, mostra
la gravità della situazione e che non è solo il Conna ad aver rilevato
una situazione abnorme, favorita anche dalle leggi di parte che sono state
emanate da ministri e sottosegretari in malafede su imbeccata della
dirigenza tecnica ministeriale.
Con
decisione sofferta perché abitualmente non diamo conto delle decine di
lettere che la nostra associazione manda in difesa delle locali, domani
pubblicheremo una dura lettera inviata al "Circolo" di Palermo
diretto da una gentile signora che non intende praticare l'arte dello
scrivere.
Quello
che segue è il testo del comunicato dei lavoratori dell'Ispettorato di
Torino.
SCIOPERO ALL'ISPETTORATO DEL MINISTERO DELLE COMUNICAZIONE
LUNEDI' ALLE ORE 10,30 PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA DI TORINO
Il Personale Tecnico e Amministrativo del Ministero delle Comunicazioni - Ispettorato del Piemonte e Valle d'Aosta
DENUNCIA
Una grave paralisi dell'attività istituzionale, amministrativa e di controllo tecnico delle comunicazioni sul territorio, necessaria a garantire, tra l'altro, la piena tutela delle comunicazioni radio dei principali servizi pubblici: Prefettura, Questura, Forze dell'Ordine, Aeroporti e dei controlli delle frequenze radio e televisive del Servizio Pubblico, Privato e delle Imprese, con grave rischio di interferenze alle comunicazioni e ai programmi radiotelevisivi.
Da alcuni mesi, sono ferme sul tavolo del Direttore, numerose pratiche amministrative, compreso autorizzazioni radioelettriche già definite, necessarie per eliminare interferenze ai programmi di Emittenti radio e TV, sanzioni e diffide, necessarie a garantire il rispetto delle regole agli utenti, licenze ed autorizzazioni generali, necessarie allo svolgimento dei servizi di telecomunicazioni pubblici e privati, ecc.
Da ultimo il Direttore dell'Ispettorato ha posto in essere comportamenti scorretti con il personale ed avviato sconvolgenti progetti di riorganizzazione dell'Ispettorato che stanno creando ulteriori problemi ed il blocco totale di fatto dell'attività istituzionale.
Considerato che anche la Direzione Generale del Ministero delle Comunicazioni è stata "latitante", sorda e insensibile alle relazioni e denunce sullo stato di degrado e di abbandono dell'Ispettorato fatte dalle RSU e dai Sindacati è stato proclamato, per lunedì 21 giugno, dalle ore 10 alle ore 12, uno
SCIOPERO
del personale dell'Ispettorato Territoriale del Piemonte e Valle d'Aosta del Ministero delle Comunicazioni - Via Arsenale 13, Torino.
OLIMPIADI TORINO 2006
La RSU e le OO.SS. dell'Ispettorato denunciano l'assenza di un'adeguata presenza dell'Ispettorato, nell'organizzazione per il controllo del territorio, sotto l'aspetto radioelettrico, in previsione dell'uso di migliaia di frequenze e ponti radio in occasione delle Olimpiadi "TORINO2006".
Con questa protesta, si auspica l'intervento risolutore della Direzione Generale del Ministero delle Comunicazione, attraverso il congelamento del contestato progetto di riorganizzazione dei servizi, fatto dal Direttore dell'Ispettorato, e con l'invio di due Ispettori per accertare la denunciata situazione, allo scopo di mettere il personale nella condizione di garantire i servizi di tutela delle comunicazioni forniti alle istituzioni, alle imprese, all'emittenza radiotelevisiva ed a tutti i cittadini; per garantirne la qualità degli stessi; per tutelare il rispetto della dignità e della professionalità dei dipendenti dell'Ispettorato.
I disservizi causati dall'amministrazione, incurante delle proteste dei lavoratori e delle lamentele di imprese, istituzioni e singoli utenti, sono oramai divenuti insostenibili.
I lavoratori durante lo sciopero organizzeranno un presidio presso la propria sede di Via Arsenale 13 e la sede della Prefettura di Torino in Piazza Castello"
RSU aziendali - CGIL FP - CISL FPS - UIL PA - CONFSAL/UNSA
15
giugno 2004
LA SFERA
Prendiamo spunto da una lettera che ci ha mandato un nostro iscritto per rispondere a una domanda che nell'ultima settimana ci è stata posta più volte e alla quale pensavamo di aver già risposto nell'articolo "Abusi" che precede. Ci viene chiesto:
In merito al mod.Reg20 da compilare entro il 30 giugno vorremmo sapere se è il caso di lasciare qualche comunicazione online nel sito dell'Autorità napoletana per giustificare la mancata compilazione o semplicemente limitarci a non compilarlo ..e che rischi corriamo a non adempiere a questo "obbligo".
Cominciando dalla fine, precisiamo che rischi di sanzioni non possono essercene perché questa imposizione fa da pariglia al gratuito "obbligo" di far dichiarazioni all'Autorità attraverso computer.
In quest'ultimo caso, durante una assemblea indetta dall'Autorità garante precisammo - appena contraddetti da funzionari presenti privi di validi argomenti - che i titolari di emittenti locali sarebbero stati invitati dal Conna a valersi del mezzo telematico il cui uso tuttavia doveva essere ritenuto facoltativo, e che qualora ci fossero stati problemi l'invio mediante plico postale doveva costituire la ovvia e valida alternativa.
Così è stato e nonostante il cattivo funzionamento o addirittura il
blocco degli apparati tecnici della sede di Napoli che interrogati non rispondevano, con grande pazienza buona parte dei nostri associati ha potuto finalmente contare sull'ausilio del computer.
Tuttavia il gruppo di Enzo Cheli, a differenza del vino, peggiora con il passare del tempo e imperterrito, continua a equiparare le emittenti locali a grandi aziende televisive dotate di organizzazione e personale.
E' così che ogni tanto se ne inventano una; l'ultima, assai stravagante, è quella legata al modello cosiddetto 20 Reg, dove si chiede addirittura se l'impresa radiofonica o televisiva è iscritta o meno alla Siae o ad altre bande
succhiasoldi.
Cheli, o chi per lui, rasentando l'interesse privato in atti di ufficio e l'intimidazione, vuol conoscere in sostanza fatti che non lo riguardano ai quali si deve
rispondere non rispondendo. Punto e basta.
Farlo, significa aprire la strada ad altre eventuali domande invasive
anche della sfera privata.
08
giugno 2004
ABUSI
Perplessità
ci giungono da tutta Italia per l' ultima richiesta dell'
"Autorità" napoletana che suona come un atto intimidatorio
indiretto: sapere se l'impresa che gestisce una emittente paga o non paga
la Siae e gli altri pretendenti.
Diciamo
subito che a nostro parere tale richiesta odora di interesse privato
in atti di ufficio e che per questo è da ritenere illegittima.
Ogni
emittente quindi non deve rispondere ad una domanda del tutto gratuita
equivalente ad altre del tutto prive di senso, come se per esempio
si chiedesse se è avvenuto il pagamento delle fatture del telefono o
dell'affitto dei locali in cui ha sede l'impresa.
La
nostra posizione è nota da tempo: il Conna, dopo aver stipulato una Convenzione
con la Siae basata su di un prelievo percentuale sui ricavi, si è
adoperato per far regolarizzare la posizione di ciascuna emittente,
impegno che continua a mantenere alle medesime condizioni stabilite e che
la Siae d'accordo con altre associazioni vorrebbe cambiare.
Particolare curioso, e per chi ne avesse voglia anche risibile, quando il
presidente dell'Anti Porta in tutti i tribunali civili tuonava insistendo
nel dire che il diritto d'autore non doveva essere corrisposto perché
già risultava pagato all'atto dell'acquisto del supporto sonoro o
sostenendo motivazioni analoghe, il Conna saggiamente - evitando le
apiccicosità dei tribunali - si pronunciava per un riconoscimento della
Siae subordinato all'entità dei compensi.
Oggi,
l'avvocato Porta invece fa proprio parte di quell'agglomerato di
associazioni che vanta un numero stratosferico di iscritti che va
stipulando accordi capestro. Caro
Eugenio, non ti chiediamo atti di contrizione, ma ridi anche tu. Insieme a
noi. (M.A.)
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