Febbraio 2005

ULTIMISSIME

Archivio Ultimissime

Aggiornato al 05/05/05 10.01


27 febbraio 2005

IN ATTESA

Gli amici di Assoradio tra i quali c'è un nostro importante associato, non mancano di metterci in guardia dai pericoli disseminati sulla strada delle emittenti delle radio locali ma anche delle televisioni; gliene siamo grati, anche se ogni nostra decisione o consiglio è opportunamente meditato.

Sul sito di Assoradio viene riportato un passo dello Statuto che abbiamo suggerito a quanti ce ne hanno fatto richiesta, in merito all'eventuale  scioglimento dell'associazione che i titolari di radio "non in regola" sono stati costretti a costituire in attesa che i due punti della legge 66/2001 siano dichiarati incostituzionali in sede nazionale ed europea.

Vero è che la legge 223/90 stabilisce che lo statuto delle associazioni deve uniformarsi a due antichi (e controversi) provvedimenti di legge (1947/1951), tuttavia l'anomalia dei noti passi abnormi della legge 66/2001 rendono insostenibile il principio della mutualità cui si ispirano i richiami citati perché il titolare di una ditta individuale non può essere defraudato di una sua proprietà con magari alle spalle trenta anni di attività e di avviamento: giusto quindi che il "patrimonio" principale, ovvero il riconoscimento chiamato impropriamente concessione che permette di esercitare l'attività radiofonica, in caso di scioglimento dell'associazione ritorni al legittimo titolare; questi non potrà al buio delle leggi vigenti ritornare a far radio - e questo è un grave limite compensativo della agevolazione ministeriale -  ma potrà sempre cedere l'abilitazione a soggetto che esercita attività commerciale.

Questa la nostra interpretazione consigliata che aspetta il pronunciamento del Ministero che potrà essere restrittivo o come ci si augura in senso opposto qualora si decida finalmente di non rendersi acritici esecutori di norme e leggi vessatorie in conflitto con le altre leggi dello Stato: in primo luogo con la Costituzione. 

Il Conna comunque resta in attesa di decisioni dopo un tempo ragionevole non appena lettere e statuti saranno giunti a destinazione, pronto a prendere le difesa dei suoi associati cui dovrà essere assicurato sopra ogni altra cosa il diritto a svolgere attività radiofonica come hanno sempre fatto.

Chi, intimorito dal futuro incerto si è  nel frattempo "liberato" della radio dietro una buona offerta che quasi sempre non era neppure la cinquantesima parte di ciò che varrà l'emittente effettivamente in futuro, si deduce che egli non era abbastanza motivato: mancava in lui quella componente fondamentale di passione per la quale non esiste somma compensativa sufficiente.

 A tutti coloro che sono decisi a difendere il loro buon diritto, il Conna - valendosi dei suoi legali -  intende assicurare un avvenire diverso dal passato e dal presente. (Mario Albanesi)


14 febbraio 2005

PRONTI A TUTTO

Sono in pieno svolgimento le ultime operazioni volte a definire la condizione di circa 200 emittenti che per una ragione o per l'altra si trovavano fuori dalle imposizioni incostituzionali della legge 66 del 2001.

Di proposito abbiamo preferito parlare di "condizione" e non di stato giuridico perché siamo ben lontani da una normalizzazione del settore che rimane oppresso la leggi che favoriscono la violenza e la legge della foresta.

Il Conna, dopo aver mantenuto la promessa che in un modo o nell'altro l'assurda situazione che si era creata dopo l'emanazione della legge 66 da parte di tutte le forze politiche sarebbe stata risolta - qualcuno, che ora se ne pente, nell'incertezza ha venduto la sua impresa - si è adoperato in quest'ultimo mese per ridurre al minimo spese e travaglio burocratico, fornendo prima il testo di una lettera tipo da inviare al Ministero e poi una bozza di statuto che ognuno ha adattato alle proprie esigenze.

Un certo numero di società che dopo aver assunto dipendenti non ha potuto o sapeva di non essere in grado di esibire i certificati contributivi in regola, ci hanno chiesto (e ci chiedono ancora anche in queste ore) il testo della lettera ministeriale che permetterebbe loro di presentare domanda come tutte le altre ditte individuali di trasformazione in associazioni no-profit.

Il Conna spera che la procedura suggerita - verificata comunque attraverso i propri consulenti ed esperti da ciascun titolare di emittente o soci potenziali della nascente associazione - soddisfi appieno le richieste ministeriali. Tuttavia se ciò non dovesse avvenire e ancora una volta venisse resa difficile mediante appigli e cavilli vari l'esistenza delle emittenti locali, siamo pronti a far fronte sul piano giudiziario a qualsiasi situazione che potrebbe determinarsi.


12 febbraio 2005

SULLE FOIBE
(da una lettera firmata):

Un caro radiosaluto a tutti!
In occasione del "Giorno del ricordo" istituito con legge n. 92 del 30-3-2004 in memoria delle vittime delle Foibe, il ministro delle telecomunicazioni Sig. Gasparri, ha inviato una nota alle radio ed alle associazioni di categoria con la quale chiede di dedicare spazio informativo sull'argomento durante le trasmissioni: SIN'ORA NESSUN MINISTRO AVEVA FATTO SIMILE APPELLO AGLI ORGANI D'INFORMAZIONE.
Questa nota dovrebbe far riflette profondamente sulle condizioni attuali in cui sono costretti ad operare gli operatori dell'informazione, sia essa stampa, radio o televisione.
In attesa di smentite, sino ad ora, i palinsesti e gli argomenti da trattare durante i radio e telegiornali sono stati curati dalle redazioni e dai relativi direttori.
Con questo "invito" da parte del ministro, si appalesa il chiarissimo intento da parte dell'attuale governo di ingerirsi, seppur all’inizio "morbidamente", nelle scelte editoriali degli organi d'informazione con lo scopo di "pilotare" le notizie da propinare alla popolazione (cosa che comunque si fa oramai da molti anni).
"Qualcuno", neanche tanto tempo addietro..., dichiarò che: "Il cinema è l'arma più forte…". Oggi, il posto del cinema è stato occupato dalla tv e dalla radio, strumenti con i quali si è oramai distorta la realtà per volgerla a favore del “regnante”.
Invitiamo i Direttori di testata che hanno ricevuto tale nota dal ministero, a rinviare al mittente la missiva, facendo notare che "al momento, salvo diversa...legislazione", le scalette delle notizie da trattare durante gli spazi informativi e non, sono appannaggio delle donne e degli uomini di stampa che decidono autonomamente. Sin'ora…:
  nessuno può indicare le scelte editoriali agli organi di stampa, men che meno il governo della Repubblica. Si scivolerebbe su di una china molto pericolosa. 

L'onnipresente (fino alla nausea) Maurizio Gasparri ha avuto il suo giorno di gloria. 
Lo aveva preparato accuratamente. Per mesi ha disposto le cose in un modo tale che il fatto più importante della Seconda guerra mondiale, il più centrale risultasse quello delle Foibe.

Ma come si fa ad abusare del mezzo pubblico per raccontare fatti senza le dovute premesse se non si è arroganti e approssimativi? Bisognava dire che la questione delle Foibe fu uno dei tanti episodi terribili legati all'aggressione tedesca e italiana alla Iugoslavia, all'Europa e al Mondo.
Hanno poi pure il coraggio questi senza vergogna di organizzare dibattiti del nulla scegliendosi controparti di comodo, incapaci di affrontare problemi nella loro essenza. Uno di questi specialisti è Vespa e la sua redazione: essi invitano ospiti in studio quasi sempre inadatti a reggere il confronto con gli altri e come non bastasse li interrompono costantemente per impedir loro di far intendere quel poco che hanno da dire. Qualcuno ha mai sentito Bruno Vespa dar sulla voce a Silvio Berlusconi quando parla come è uso fare con volgarità e mala creanza con chi non la pensa come lui?

Bastava dire che l'invasione della Iugoslavia è cominciata con l'attacco tedesco il 6 aprile del 1941, di sorpresa, senza neppure uno straccio di dichiarazione di guerra, e che già il 16 aprile, cioè appena dieci giorni dopo l'Italia attaccava proditoriamente in forze dall'interno, cioè per terra e dal mare in direzione di Spalato.
Il comportamento di italiani e tedeschi durante quella tremenda guerra  fu molto simile a quello degli americani oggi in Irak: stragi, distruzioni, torture, efferatezze ed eccidi. Solo nel centro di Belgrado che all'epoca era una piccola città ci furono17mila morti.

Con poche parole, non facendola tanto lunga, rivolgendosi soprattutto ai giovani, era necessario dire che quando si  innescano meccanismi basati sulla violenza ci si può solo aspettare che essi finiscano nella violenza e nel sangue. 

Cosa ci si poteva aspettare dai partigiani Iugoslavi induriti da un conflitto bestiale e con il loro paese distrutto alle spalle,  il conferimento di una onorificenza per tutti gli italiani che incontravano? (Mario Albanesi)


10 febbraio 2005

I FURBI
A distanza di quasi un anno dalla comunicazione della Siae circa l'intenzione di ripristinare il cosiddetto minimo garantito invece del più serio e razionale calcolo percentuale sui ricavi, provvediamo a diffidare la direzione della Società ad applicare il modo strisciante - furbastro - una decisione unilaterale a tutto discapito dei nostri associati.

 Raramente pubblichiamo la corrispondenza che intercorre fra la nostra associazione e le varie controparti -  troppo spazio ci vorrebbe -  ma una volta tanto - considerato l'argomento di interesse generale - riportiamo il testo della lettera inviata in raccomandata R.R.

Spett. Siae
Viale della Letteratura, 30
00144 ROMA

Alla cortese attenzione del direttore Prof. Gianni Profita 
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Diamo seguito alla nostra precedente lettera raccomandata inviata il 2 marzo 2004 che non ha ottenuto riscontro alcuno da parte degli Uffici diretti dal dottor Montesano.

Premesso che nel 1996 il Conna, la nostra associazione non-profit per la difesa dell’emittenza locale stipulava una Convenzione con la Siae rappresentata al tempo dal dottor Gino Iannucci basata su dati percentuali rispetto al bilancio che ciascuna emittente depositato annualmente presso gli Uffici dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, lo scorso anno il settore musica ci comunicava un cambiamento unilaterale delle condizioni, annunciando trattative preventive per le quali non siamo mai stati convocati. 

Abbiamo in seguito appreso che il settore diretto dal dottor Renato Montesano aveva preferito darsi una controparte di comodo in due altre associazioni che a differenza della nostra che vanta 30 anni di attività (1975/2005) sono portatrici di grossi interessi dovuti al degenerare di quella che fu una apertura stabilita dalla sentenza 202 della Corte costituzionale che 1976 riconosceva l’esistenza e la unicità delle emittenti locali. 

Scopo di questa lettera, considerata la situazione insostenibile che si sta determinando per i nostri associati minacciati dai Vostri aggressivi mandatari locali, è quello di sollecitare la prevista riunione per definire l’entità dei compensi con relativi punti di riferimento e modalità, nonché diffidare codesta società ad intraprendere azioni di forza supportate da ignare forze istituzionali: ogni possibile iniziativa della Siae in questo senso sarà oggetto di denuncia volta ad ottenere la rifusione dei danni materiali e di immagine subiti dai nostri associati imputabili a tutt’oggi alla Vostra Società.  
Conna, coordinamento nazionale Nuove Antenne.

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