27 gennaio 2005 SOLUZIONE PROVVISORIA Sono in pieno svolgimento le pratiche di accettazione di trasformare ditte radiofoniche individuali o società che pur avendo assunto dipendenti si sono trovate "non in regola" con la '66 per averli licenziati o per altre ragioni in associazioni non-profit. La soluzione che permette di continuare ad esistere a tante emittenti che altrimenti avrebbero ricevuto ordinanze di disattivazione non è certo di gradimento del Conna il quale constatata la totale inattendibilità della giustizia amministrativa (Tar e consiglio di Stato) troppo legata ai ministeri, sta percorrendo altre strade giudiziarie. E' necessario quindi rinviare ogni rivendicazione ad un pronunciamento della Consulta circa l'incostituzionalità delle due note norme contenute nella legge 66/2001 che la giustizia amministrativa - come dicevamo - non ha avuto il coraggio di dichiarare tali. Assoradio a questo proposito fa delle considerazioni degne di nota (http://www.assoradio.it , e-mail assoradio@hotmail.it ) e che meritano di essere approfondite. Il Conna evitando toni che potessero inficiare quella che nonostante tutto consideriamo una apertura (provvisoria) nei confronti di una situazione paradossale, ha compendiato parte delle osservazioni di Assoradio nella locuzione contenuta nella lettera di comunicazione/accettazione diretta al Ministero: "... pur nella convinzione del diritto di continuare a trasmettere con gli attuali parametri in base ai quali è stata rilasciata a questa emittente Concessione nel 1994 ed altresì dell'incostituzionalità della legge 66/2001 nei punti che obbligano le emittenti locali a carattere commerciale a trasformarsi in società di capitali e ad assumere un minimo di 2 dipendenti, il sottoscritto....dà assenso alla trasformazione della ditta individuale in emittente comunitaria ecc... "
BEI TEMPI I bei tempi per la Siae sono al termine e difficilmente potrà avere ancora ragione come avveniva in passato per cause male impostate già in partenza, ricorrendo comodamente alla Guardia di finanza distolta dalle multinazionali discografiche da controlli fiscali di ben altro spessore. Il Conna ha sempre proceduto come si dice con i piedi di piombo guardandosi bene dal mandare allo sbaraglio le imprese radio televisive come altri hanno fatto, fino a quando nel 1995, stipulando una Convenzione con l'allora dirigenza della Società di via della Letteratura all'Eur, ha stabilito un punto di arresto a pretese ingiustificate fuori dalla portata economica dei nostri iscritti. Tuttavia i colpi di coda di dirigenti locali che sognano il bel tempo che fu non sono infrequenti e ve ne raccontiamo uno. Un nostro associato stipulò un contratto Siae nel 1994 che prevedeva un minimo garantito giornaliero. Nel 1995 all'atto dell'entrata in vigore della Convenzione Conna-Siae impostata su percezioni percentuali sui ricavi e non su deduzioni approssimative, invitò l'agente locale Siae ad adeguare il contratto firmato in precedenza ottenendo solo silenzio e vaghe promesse. Nonostante il comportamento furbesco del mandatario locale che sperava nella tacita prosecuzione del contratto alle precedenti condizioni, il titolare dell'emittente provvedeva nel 1997 a sospendere i pagamenti e vedendo passare gli anni senza che nulla accadesse, nel 2004 chiamava la sede principale Siae chiedendo loro a che gioco giocassero considerato che nel frattempo nessuna lettera, né convocazione alcuna era mai pervenuta. Risposta: qualche giorno fa "l'ìrruzione" apocalittica del solito Gruppo antipirateria della GdF guidato dal fantomatico agente Siae e conseguente mega-verbale. Domanda: se la questione finirà in tribunale, la Siae avrà qualche probabilità di vincere la causa se il giudice avrà la pazienza di seguire lo svolgersi dei fatti? NO. Il Conna prevede la condanna della Siae e non una sua vittoria come ai bei tempi avveniva se non in primo grado, nel secondo o in Cassazione.
Particolare molto interessante, sul mega-verbale "dell'antipirateria" si contesta il mancato pagamento della Siae e dei "diritti connessi". Delle due l'una. o l'agente Siae era lì per curare anche gli interessi dei vari pretendenti succhiasoldi, oppure è stato finalmente stabilito che i diritti Siae comprendono anche quelli connessi (come il Conna ha sempre sostenuto).
Nota. Ricordiamo che lunedì 31 gennaio scade il termine per inviare in via Boncompagni 15 a Roma la pre-domanda per ottenere i contributi per l'editoria (vedere: home page/menu/scadenze).
PERPLESSITA' Una legge sbagliata e incostituzionale poteva solo nei suoi effetti destare delle perplessità considerata la ormai inattendibilità della giustizia amministrativa, problema gravissimo che dovrà pure essere risolto. Il Conna è pronto ad esaminare i vari casi e consigliare le varie imprese su come meglio comportarsi, tuttavia quanti decideranno di non accettare la possibilità di trasformarsi in associazione non-profit avranno senz'altro una assistenza superiore perché il loro ricorso legale si aggiungerà alla nostra azione tesa ad abbattere le due note norme incostituzionali che siamo decisi a voler far dichiarare tali. Pubblichiamo la lettera del titolare di una radio che ci sembra abbia inquadrato correttamente il problema quando per "redenzione", immaginiamo intenda azioni di rivalsa, di reintegro nella ragione sociale originaria, nonché di rifusione dei danni apportati. La
domanda che infine pone ha una risposta scontata: la forma di
trasformazione più conveniente è quella della associazione non-profit.
Per i dettagli (tipo di statuto o altro) stiamo approntando un documento
che dovrebbe facilitare le operazioni. Il dolce sta ovviamente nel fatto.....che il sogno
radiofonico può continuare . Per questo e prendendo atto del
passaggio obbligato, chiediamo a voi indicazione su quale sia in definitiva
la scelta migliore : associazione non riconosciuta, associazione
riconosciuta, fondazione o cooperativa ?
20 gennaio 2005 PRIMA LETTERA La prima delle lettere ministeriali che avevamo annunciato di prossima spedizione è quella arrivata oggi ad una nostra emittente associata. E' una sorta di scritto circolare che si rivolge a tutte quelle imprese individuali che volutamente o no non hanno ottemperato alla legge 66/2001 lasciando loro la possibilità per evitare la chiusura trasformandosi in emittente comunitaria (associazione o altro). E' una riapertura di fatto dei termini di presentazione delle domande ottenuta dopo tutta una serie di vicende che sarebbe difficile spiegare e che ragioni di riservatezza evitiamo di raccontare. Anche le società di capitali e di persone che non sono riuscite o non riescono a sostenere le spese in cui la legge 66 le ha costrette possono avere qualche possibilità in questo senso ed è bene si mettano in contatto con la nostra associazione. La cosa però non è destinata a finire lì perché un certo numero di imprese individuali ha inteso (e intende) restar tali preparandosi ad uno scontro giudiziario davanti alla magistratura ordinaria e non più di fronte all'addomesticata (dai ministeri) giustizia amministrativa (tar e consiglio di Stato) che fino ad oggi di fronte alle più palesi incostituzionalità ha fatto sempre dormire al ministero sonni tranquilli. A questo proposito, Il Conna ha preso contatto con uno studio legale che verrà presentato ai "Resistenti" i quali, giustamente, intendono far dichiarare incostituzionali norme che nessun paese al mondo ha mai ardito adottare.
PRIMA
PAGINA Sarebbe una considerazione superficiale perché l'eliminazione dell'emittenza locale è proceduta di pari passo prima con il ridimensionamento, poi con lo svuotamento dall'interno dell'Azienda Rai delle migliore forze culturali e tecniche, fino ad arrivare ai giorni nostri con la sua privatizzazione: becchino per l'occasione l'attuale governo in carica con in primo piano l'amico Gaspare. E' il programma della P2 enunciato nei documenti ritrovati a Castiglion Fibocchi; quindi un fatto cui nessuno può restare indifferente se ha a cuore lo Stato italiano ed i suoi beni che uno dopo l'altro vengono alienati, comprati dal capitale in possesso dei medesimi individui che hanno fatto leggi per il loro esclusivo interesse e in funzione dei loro affari. L'emittenza locale avrebbe avuto un destino ben diverso - complementare ad un forte servizio nazionale radio tv pubblico di base - se non ci fossero state deviazioni e operazioni fuorilegge ad opera di privati e principalmente di Fininvest/Mediaset, avvallate dai vari decreti Craxi, finiti poi in quella legge ordinata su misura al sarto Oscar Mammì e cucita da Davide Giacalone - in seguito incarcerato - oggi rinato a nuova vita in questa Italia corrotta e rincanaglita. Oltre alla prima pagina di Nuove Antenne che nonostante sia letta negli ambienti che contano può significare ben poca cosa, ognuno si mobiliti cercando di fare opinione per il futuro della sua emittente locale e del mezzo pubblico, al fine di respingere fin che è possibile questa svendita di beni che appartengono a tutti noi. Forse è ancora possibile limitare i danni. (M.A.)
N. A. NUMERO DI DICEMBRE Ieri è partito il secondo blocco del numero di dicembre di Nuove Antenne che ha richiesto un notevole aggiornamento dell'indirizzario, nonché il consueto lavoro di confezione provincia per provincia ed in seguito per scali ferroviari. La prima pagina è dedicata al mondo politico e non è una novità; deputati e senatori leggono pochissimo e si può sperare di interessarli solo se ciò che vedono è molto evidente. A questo proposito, dopo una lunga battaglia con le Poste Italiane, (non agiamo solo in campo radioelettrico!) siamo riusciti ad essere dispensati dall'imbustamento copia per copia sotto plastica. Sembrerà un fatto marginale ma non lo è; il sacchetto di plastica presenta notevoli inconvenienti; ne parliamo brevemente perché queste considerazioni servono un po' a tutti coloro che editano giornali e riviste mal rappresentati da associazioni semi-inutili che si disinteressano dei problemi mirando principalmente a campare fruendo delle prebende governative. Primo inconveniente, il più importante; la busta allontana il giornale dal lettore, specie se è un politico già ben poco disposto a leggere, tanto meno ad aprire confezioni; secondo; si è obbligati a consegnare il proprio schedario - scelta sempre delicata anche per ragioni di privacy - alla ditta attrezzata per le spedizioni; terzo; si aggiunge una spesa a quelle già ingenti di composizione, stampa e abbonamento postale; quarto; l'enorme quantità di plastica usata per la spedizione di tutto ciò che viene stampato in Italia si traduce in un ulteriore danno per l'ambiente.
DIVIETI Ma in questa patria del diritto come dalle elementari all'università ci hanno costretto a credere sia l'Italia, gli uomini di legge hanno ben altro da fare; non parliamo poi dei politici che - salvo rari casi - sono troppo impegnati a contare i soldi che guadagnano e a guardarsi dagli sgambetti vaganti che possono provenire da tutte le parti da colleghi e amici. E' ineluttabile quindi che giornalmente quando esaminiamo casi che ci vengono sottoposti, ci troviamo spesso al punto da domandarci se il codice civile, e a livello più alto la Costituzione, contino ancora qualcosa. Qui ci colleghiamo ad un fatto concreto riportato su Assoradio (vedi www.assoradio.it ) secondo la quale funzionari del Ministero delle comunicazioni avrebbero dichiarato verbalmente che non sarebbe possibile trasformare una società in nome collettivo o in accomandita semplice in società per azioni, in accomandita per azioni o a responsabilità limitata: più banalmente sarebbe vietata la trasformazione di Sas in Srl. Considerato che a norma dell'articolo 2498 del codice civile ciò è possibile se l'operazione è accompagnata da una relazione di stima del patrimonio sociale, Assoradio si domanda in base a quali considerazioni o a interpretazioni di legge è posto questo divieto. Anche il Conna se lo domanda e se anche il vero problema è quello delle ditte individuali da affrontare in sede giudiziaria, cercheremo di saperne di più.
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