31 gennaio 2009 L'ESPERTO Il Corriere della sera di venerdì 30 gennaio riporta un articolo del critico televisivo professor Aldo Grasso sul digitale terrestre http://www.corriere.it/economia/09_gennaio_30/grasso_433b436a-eea1-11dd-ba39-00144f02aabc.shtml , ripreso tempestivamente anche da www.newslinet.it . E' bene gli operatori televisivi lo leggano e soprattutto quelli radiofonici, affinché non si lascino incantare da certe sirene che hanno interessi vari verso il digitale, non ultimi quelli di "selezionare" ulteriormente le emittenti locali rimaste, gravandole di oneri insostenibili. Grasso - esperto di questioni radiotelevisive - conferma spontaneamente la linea ragionata del Conna che più volte abbiamo manifestato improntata sulla prudenza, che altri sembrano aver perso, verso un sistema già superato dall'Alta definizione (HD). La stessa l'intensa campagna pubblicitaria che in altri casi riesce a stimolare nei cittadini esigenze che altrimenti non avrebbero, in questo caso mostra di non funzionare lasciandoli indifferenti. Al Conna basterebbe che la sperimentazione in digitale - come avvenne per la FM rispetto alle Onde medie - si svolgesse in parallelo con le trasmissioni in analogico come abbiamo espresso con tutta chiarezza sull'ultimo numero di Nuove Antenne evitando assurdi traumi tecnologici che potranno per tempo essere impugnati anche legalmente. Tuttavia, il discorso di Aldo Grasso non fa una grinza e merita di essere preso in considerazione: i canali satellitari - magari equipaggiati con trasmettitori di grande potenza al fine di ridurre fortemente le dimensioni delle parabole di ricezione - oltre a consentire un enorme risparmio energetico - potrebbero ospitare un gran numero di reti nazionali, avvantaggiate da un parco ricevitori ragguardevole già funzionante e completabile in tempi relativamente brevi senza esercitare violenze di sorta sui cittadini. Le trasmissioni terrestri invece, aggiungiamo noi, e come logica vuole, verrebbero mantenute in analogico e utilizzate - oltre che dalle reti nazionali fino al completamento degli impianti di ricezione da satellite- dalle emittenti locali locali che solo in un secondo tempo potrebbero avvicinarsi alle nuove tecnologie ed in particolare direttamente verso l'HD. 29 gennaio 2009 CODARDI Stupore da parte di alcuni dopo la pubblicazione dell'articolo che precede questo in ordine di tempo, apprendendo che l'autorità di Corrado Calabrò è composta da elementi nominati dai partiti con l'avvallo del Capo dello Stato. Pensavamo che la cosa fosse nota e a nostra volta siamo rimasti sconcertati constatando che a porci questa domanda sia stato in particolare un giornalista che pensavamo sufficientemente disincantato e documentato. Ma a ben pensarci questi amici hanno ragionato in modo lineare come tutte le persone perbene in buona fede che nonostante ciò che le circonda, si ostinano a credere nell'acqua distillata e non a quella di fogna che in tanti campi ci sommerge. Le autorità - o le "autority" come l'infelice suo scopritore Walter Veltroni preferisce definirle - in tutto il mondo hanno una caratteristica in comune: l'essere indipendenti, gestite da persone insospettabili di avere interessi personali da difendere (e in qualsiasi paese ce ne sono tante, basta cercarle). In Italia, forse unico paese al mondo che non appartenga alla schiera di quelli di Bokassa, dove chi è al potere si fa le leggi a beneficio di sé stesso, le autorità hanno finito per esautorare i ministeri che se non altro avevano competenze tecniche sostituendoli con individui legati a logiche di potere. Ma passiamo a dati chiari. Chi è Corrado Calabrò? Lo ha indicato l'allora segretario di An Gianfranco Fini. Ha fatto parte di una serie di segreterie e ha avuto incarichi ministeriali di natura diversa; ha tanti amici a destra e a sinistra ed è graditissimo a Silvio Berlusconi. Lo attorniano: Giancarlo Innocenzi ex dirigente Fininvest e di Forza Italia; Enzo Savarese di Alleanza nazionale ed ex dirigente di Alitalia; Gianluigi Magri ex sottosegretario dell'Udc; Nicola D'Angelo ex capo di gabinetto di Maccanico e collaboratore di Fassino alla Giustizia; Michele Lauria ex senatore della Margherita; Roberto Napoli ex senatore della Udeur di Clemente Mastella; Sebastiano Sortino ex direttore della federazione editori e Stefano Mannoni della Lega nord, noto per aver appoggiato l'emanazione di leggi vergognose censurate in seguito dalla Corte Costituzionale. Avete capito? E noi dovremmo scrivere "Autorità" con la maiuscola? Denunce ci vorrebbero, e tante, in sede europea, e non fatte da piccole televisioni o radio di provincia che non possono permettersi mezzi legali di difesa, colpite da questo consesso di soggetti che produce regole impossibili, imposizioni e commina sanzioni, ma da quelle medie e grosse aziende del settore danneggiate da Auditel e Audiradio e da tanti altri equivoci. Purtroppo il settore televisivo è popolato da codardi, da tanti "tira a campà" che non hanno il senso della giustizia uguale per tutti e che pensano che il danneggiato sia sempre il vicino di casa: basta pensare che nessuno di loro ha avuto il coraggio di denunciare per truffa e per estorsione per canoni non dovuti quanti si sono avvicendati al Ministero delle comunicazioni per aver rilasciato concessioni prive di valore, in contravvenzione con l'articolo 34 comma 5 della legge 223/90. 27gennaio 2009 DAGLI ALTRI, SI' Ci è stato detto per e-mail e per telefono con una vaga aria di rimprovero, per quale motivo non ci siamo "associati" all'iniziativa estemporanea di qualcuno che ha inteso protestare contro l'inattendibilità dei rilevamenti Audiradio e - aggiungiamo noi - di Auditel perché le due parti sono inscindibili. La risposta viene fornita dal fallimento totale della protesta stessa immaginabile ampiamente in partenza , al punto da far sorgere il sospetto che si trattasse di un banale espediente per alzare un po' di fumo pubblicitario sulla propria attività. Il Conna ha agito sempre e preventivamente denunciato gli abusi e le inadempienze della cosiddetta autorità, un organismo di nomina partitica come il consiglio superiore della magistratura che sentiti i partiti ha "condannato" De Magistris e la Forleo. Da pensare che tale organismo è presieduto nientemeno che dal Capo dello Stato! Ritornando all'autorità di Calabrò - anche se il desiderio di allargare ad altri campi questo incredibile procedere tutto italiano è forte - abbiamo ripetuto fino a stancarci quanto fosse abusiva l'incombenza affidata a società private di effettuare rilevazioni di ascolto quando esse sono attribuite dalla legge 249 alla stessa "autorità". I primi due esempi che abbiamo sottomano vengono dalle prime pagine dei Nuove Antenne del novembre 2005 e del novembre 2006 (facilmente consultabili sul sito www.nuoveantenne.it ). Con quei nostri giornali, rivolti ai politici, sia pure senza molte speranze (cioè a coloro stessi che hanno nominato Calabrò e gli altri con l'investitura definitiva anche in questo caso dal Capo dello Stato!), chiedevamo: "Il garante, chi garantisce?"; e in seguito con "L'auditel di Calabrò" e "Il volo del Calabrò" spiegavamo ciò che le altre associazioni tacevano. Si leggano quegli articoli e ci si dica se abbiamo qualcosa da rimproverarci. Quanti intendevano agire contro una struttura che produce solo illeciti e ostacoli allo sviluppo delle aziende, dovevano prendere preventivamente contatto con chi intende effettivamente difendere gli interessi di quanti fanno radio e televisione, e tutti insieme, di comune accordo - magari solo su questo problema specifico - avremmo potuto agire mediante iniziative e comunicati stampa di denuncia, aumentando le probabilità di successo. Il Conna, approfitta di questa sede per attualizzare e rinnovare l'invito, consapevole che non potrà essere accolto comunque dalla Frt i cui interessi sono omogenei a quelli di Auditel e di Audiradio. Ma dagli altri, sì. 19 gennaio 2009 NEWSLINE Se lo stato di cose esistente non subirà una improvvisa variazione di direzione, le televisioni locali potrebbero subire una bastonata mortale. Molte di loro, gestite da persone dalle vedute corte, si sono accontentate di sentirsi garantite dalla "protezione" di associazioni che le hanno letteralmente vendute agli interessi delle mega imprese che saranno le sole a godere i benefici (se ci saranno) del fantomatico digitale. Il sostegno dato alla Scf da questi "uffici di consulenza" che si spacciano per associazioni di categoria invece di tacere mentre sono impegnati a fare esclusivamente ciò che a loro conviene, hanno aderito senza riserve all'intempestivo digitale che ha visto gli ultimi tre politici che si sono alternati alle comunicazioni privilegiare il mondo degli affari trascurando tutto il resto: sarebbe bastata la sola vicenda dei "diritti connessi" per aprire gli occhi a chi ostinatamente li tiene chiusi. E' da queste superficialità e dalla scarsa attitudine a valutare quanto ci circonda che nasce il sospetto diffuso che essi siano perfino incapaci sotto l'aspetto culturale di gestire delicati mezzi di comunicazione. Una lucida analisi che si correla con il nostro ultimo giornale Nuove Antenne dal titolo "Il digitale brutale" viene oggi dal periodico telematico Newsline dietro al quale c'è uno studio composto da persone serie e competenti ben lontane dagli avventurieri che popolano il settore. Vale la pena di leggere e meditare. http://www.newslinet.it/shownews.php?nid=7851 15 gennaio 2009 L'ANOMALIA Oggi si è riunito il Comitato per la tutela dei minori in occasione dell'insediamento del nuovo presidente Franco Mugherli che ha preso il posto dello scomparso Emilio Rossi e per esaminare lo stato di alcune istruttorie seguite a denunce nei confronti di trasmissioni ritenute lesive nei confronti dei minori. In seguito, il rappresentante del Conna che fa parte della Commissione medesima, è intervenuto rilevando l'anomalia dell'esistenza all'interno del Comitato di due elementi legati a Mediaset su cinque rappresentanti le emittenti, quando un solo soggetto avrebbe riportato l'equilibrio anche nei confronti della Rai che ha appena un solo elemento, e liberato uno spazio per l'ingresso di una associazione esclusa. Il Conna, ha infine annunciato che la grave anomalia se non verrà risolta in altro modo potrebbe avere anche un seguito giudiziario. 13 gennaio 2009 PREGHIERA Nulla di ecclesiastico, il Conna non è ancora giunto alle crisi mistiche magari in coincidenza con le scritte apparse sugli autobus londinesi venate dal consueto umorismo inglese: "Forse Dio non esiste", subito controbattute da altre a cura di credenti, ma solo un invito agli iscritti, amici e lettori di Nuove Antenne: fateci sapere per favore se il giornale di dicembre è arrivato. E' indispensabile per la nostra redazione conoscere le zone in cui la posta non arriva o giunge con forte ritardo. Abitualmente indicazioni ce ne giungono, ma non in numero sufficiente perché i vari responsabili di televisioni e radio locali pur propensi in partenza a mandarci la segnalazione poi se ne dimenticano. E' invece molto semplice se dopo letta questa nota verrà inviata subito una e-mail brevissima a conna@conna.it che dica semplicemente il giorno in cui Nuove Antenne è stato recapitato. 11 gennaio 2009 AL DIAVOLO ! Domani lunedì, con la ripresa dei lavori a Montecitorio e a palazzo Madama, concluderemo la distribuzione nelle caselle postali di deputati e senatori del numero di dicembre di Nuove Antenne che ha la prima pagina dedicata principalmente a loro dal titolo "Digitale brutale". Si, il "digitale terrestre", di cui si è parlato solo in termini trionfalistici da parte del sottosegretario Paolo Romani e dalla combriccola di complici che gli stanno dando supporto. Una operazione affrettata e senza alternative destinata a favorire la televisione a pagamento a discapito delle locali che non hanno nulla da guadagnare ma tutto da perdere come è avvenuto in Sardegna dove gli ascolti sono crollati insieme alle risorse. Alla voce isolata di Nuove Antenne si è aggiunto anche il giudizio di Aldo Grasso, un docente/giornalista che insegna alla Cattolica di Milano storia della radio e della televisione, considerato uno dei migliori critici italiani. Newslinet ( www.newslinet.it ) ha trascritto la risposta del professore ad un lettore che gli aveva spedito una lettera pubblicata dal Corriere della Sera. Le riportiamo entrambe. Gentile dottor Grasso, scrivo a Lei, sperando che anche altri vedano, per segnalarLe una autentica schifezza che da parecchi mesi tormenta gli abbonati Rai della Sardegna. Ci hanno costretto a comprare il decoder digitale (Gasparri e Berlusconi grazie), cosa questa che oltre all'esborso economico, che a quanto mi risulta ha portato nelle tasche di Paolo Berlusconi svariati milioni di euro, ha comportato tanti di quei fastidi, con coinvolgimento di tecnici, antennisti ed operatori vari, sempre a nostre spese, per regolarizzare questa geniale innovazione. Ma il peggio doveva ancora arrivare. La Sardegna è stata scelta come regione pilota, e, da allora, vedere un film, una partita, un telegiornale è diventato come vincere al superenalotto. Chi ha Sky si salva, gli altri, come si dice, "al diavolo!". A fine dicembre per quasi tre giorni non si vedevano i canali Rai, ed ora da almeno una settimana saltano continuamente sia l'audio che il video, e seguire un film su Rai 1 è impossibile, si perdono metà delle battute, e si mette a rischio il sistema nervoso. Infine vorrei evidenziare la totale mancanza di rispetto per le persone anziane, perchè già io faccio fatica a gestire quest'esplosione di tecnologia "tarocca", s'immagini le persone un pò in là con gli anni. Questa prepotenza messa in atto ai danni, come al solito, dei più indifesi, è una vera sconcezza. La Sardegna fa da cavia ed è inevitabile che vada incontro a inconvenienti tecnici. La cosa strana è questa: per la configurazione orografica dell'Italia era molto meglio investire sul satellite (tecnicamente è possibile averne due senza spostare la parabola). Tra l'altro, per mantenere a pieno regime tutti i trasmettitori del Dtt si consuma un sacco di elettricità. E dire che per l'on. Gasparri il digitale terrestre era poco meno del paradiso terrestre. (A.G.)
07 gennaio 2009 |
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