Aggiornato
al
30/06/04 09.45
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31 dicembre 2002
LA BENEMERITA
Continuano a preoccupare le richieste delle società private che reclamano
una dopo l'altra "diritti" della più varia natura, forti di
aver stipulato "contratti" o "convenzioni" con alcuni
traditori camuffati da organizzazioni sindacali di categoria.
Roberto De Marinis, alla posizione decisa di lotta del Conna - e non solo
nostra - dà una ulteriore conferma che la Guardia di Finanza "Non può
tutelare società private"; (da pensare che la Gdf non interviene
neppure nel caso di abusi negli uffici postali delle Poste
Italiane!").
Roberto a questo punto inserisce una variante (quella dei Carabinieri) in
aggiunta a quanto il Conna ha consigliato in precedenza suggerendo la
seguente linea di difesa: "Qualora una qualsiasi società privata si
presentasse preceduta dalla Gdf, chiedere al comandante "l'Ordine di
servizio" per capire i motivi della sua presenza.
Se nell'Ordine di servizio fosse compresa la tutela degli interessi della
società in questione, chiedere l'intervento dei Carabinieri perché
Guardia di Finanza o meno, è in atto un illecito, articolo 48 del codice
penale "Errore determinato dall'altrui inganno" e un probabile
abuso di potere.
27 dicembre 2002
SCONCERTANTE !
Se fossimo superstiziosi avremmo di che
meditare.
Ci siamo rivolti al Tar del Lazio per i motivi che ben conosciamo e di cui
abbiamo riferito ampiamente nei mesi scorsi (il Nuove Antenne di novembre
riporta una narrativa completa delle vicende giudiziari tutt'ora da
definire).
Una prima sentenza per noi incomprensibile è venuta dal presidente della
2a sezione Filippo Marzano il quale contrariamente alle previsioni che
davano per scontato il rinvio alla Corte costituzionale del noto passo
vessatorio della legge 66/2001, al momento del pronunciamento ha deciso
che la costrizione di assumere dipendenti e di trasformare le ditte
individuali in società di capitali fosse cosa normale, costringendoci a
ricorrere al Consiglio di Stato.
Qualche giorno dopo aver emesso questa sentenza il presidente Filippo
Marzano è morto improvvisamente.
L'ultima sentenza che ha riguardato il Conna è venuta dal sostituto di
Marzano il presidente Gianni Salvatore Leva. In questo caso Leva (come
riferiamo puntualmente nel Nuove Antenne di dicembre), accorgendosi che
l'avvocato del Conna Carlo Lombardi aveva prodotto un documento probatorio
inoppugnabile sul mancato rilascio delle concessioni, non ci dava ragione,
preferendo lavarsene le mani dichiarando la sua incompetenza in merito.
Qualche giorno dopo aver emesso questa sentenza il presidente Gianni
Salvatore Leva è morto improvvisamente.
26 dicembre 2002
NUOVE ANTENNE
Nota di servizio.
E' in corso di spedizione gratuita il numero di novembre del nostro
giornale che contiene l'intera narrativa della vicenda giudiziaria
promossa dal Conna tutt'ora in corso.
E' tale l'interesse delle cose scritte per capire ciò che avverrà nei
prossimi mesi che vale la pena ci mandino urgentemente una e-mail (conna@conna.it)
tutti
coloro che non avessero mai ricevuto Nuove Antenne affinché il loro
indirizzo possa essere inserito nelle liste regionali di spedizione.
25 dicembre 2002
AUGURI !
Ringraziamo
e contraccambiamo gli auguri di quanti in e-mail, per lettera o per
telefono sperano che il prossimo sia un anno - guerra permettendo - in cui
il Conna raccolga quanto ha seminato, a beneficio di tutti.
23 dicembre 2002
LA DIFESA
L'attacco non è da poco; l'infezione
da richieste di soldi partita dalla Campania si è già estesa all'Abruzzo
e al Lazio e Il Conna nota con piacere che anche altri hanno impostato la difesa rivolgendosi perfino al sottosegretario Paolo Bonaiuti.
Tuttavia, considerata la scarsa serietà mostrata dai
politici che in altri casi, di fronte a palesi ingiustizie e
incostituzionalità mostrano di avere la pelle del viso incartapecorita,
rotta a tutte le intemperie, noi preferiamo andare al sodo e facendoci
forti del
principio che potrebbe anche essere preso a modello per una frase di
battaglia "Aiutati da solo che intanto Bonaiuti non ti aiuta",
invitiamo tutte le emittenti, anche a quelle che si valgono ancora della
"protezione" dei traditori dell'intera categoria, ad inviare la
lettera che segue, in raccomandata al Comando regionale della Guardia di
finanza (consultare l'elenco telefonico locale per l'indirizzo esatto) e
con semplice affrancatura per conoscenza anche alla Siae.
Spett Comando Guardia di Finanza di
...............................
P/c S.I.A.E.
Società Italiana Autori ed Editori
Viale della Letteratura
00144 Roma Eur.
Il
CONNA (Coordinamento nazionale Nuove Antenne), associazione di categoria,
ha da tempo stipulato con la SIAE una convenzione in base alla quale la
nostra radio……../televisione………corrisponde una quota annua per i
diritti d'autore in base alla quale ci viene rilasciata autorizzazione
scritta alla radiodiffusione e alla duplicazione di brani musicali
funzionali alla messa in onda radiotelevisiva su qualsiasi supporto in
tecnica analogica o numerica.
Questa lettera pertanto ha lo scopo di comunicarVi che la nostra emittente
riconosce quale unico soggetto percettore del diritto d'Autore la SIAE,
come citato espressamente dalla legge n. 633 del 22 aprile del 1941.
Recentemente altri soggetti privati (AFI, EMAIE, SCF, ecc) neonati o in
disaccordo con la SIAE, hanno avanzato del tutto pretestuosamente alle
emittenti radiotelevisive richieste di denaro servendosi in alcuni casi
della Guardia di Finanza - non sappiamo con quale diritto - per richiedere
il sequestro di apparecchiature e supporti magnetici appartenenti ai
presunti insolventi.
Ci permettiamo ricordare a questo Comando che qualsiasi soggetto che si
ritenesse creditore di diritti di opere dell’ingegno correlate al
diritto d'autore dovrebbe essere indirizzato ad avanzare queste richieste
alla SIAE unica legale concessionaria alla riscossione di tali diritti
(come d’altronde è già avvenuto in passato dall'AFI , Associazione
Fonografici Italiani).
Sarà la SIAE a valutare la fondatezza delle richieste avanzate
accogliendole o meno, altrimenti la proliferazione di codeste associazioni
(direttori d’orchestra, arrangiatori, musicisti, tecnici del suono,
addetti al missaggio eccetera) ritenendo di essere legittimate a chiedere
compensi in forza della frase contenuta nella legge 248 del 18 agosto 2000
che fa riferimento ai “diritti connessi alla normativa sul diritto
d’autore”, potrebbe rivelarsi inarrestabile e crescere rapidamente in
progressione esponenziale.
Di conseguenza, alla luce di questa interpretazione che riteniamo possa
essere condivisa a lume di buon senso, riteniamo che in nessun caso le
richieste denunciate potranno essere avanzate a questa emittente che già
versa i diritti d'autore alla SIAE, unico soggetto chiaramente
concessionario, abilitato alla riscossione dei medesimi.
Con
osservanza, il Legale Rappresentante di Radio / Tele
..................................
Firma
.................................
Data..........................
20 dicembre 2002
GRAZIE EMAIE !
Riprendiamo il discorso dei "Pretendenti associati" che
bussano alla porta (e alla cassa) delle emittenti senza averne diritto.
Intanto, a lume di buon senso, ma anche sentito il parere di uomini e
donne di legge, c'è da rimanere sconcertati dall'intervento della Guardia di finanza che
invece di lasciarla colpire i grandi evasori fiscali viene deviata in
funzione di interessi privati.
Ma nonostante ritenessimo l'argomento chiuso già da molti anni, è il merito della questione che ci interessa ancora una volta
esaminare.
Intanto dobbiamo ringraziare ancora una volta l'Emaie, questa associazione
(neonata?) di artisti esecutori di cui sappiamo ben poco, perché ha
fatto risaltare ciò che il Conna con una argomentazione logica ha messo in rilevo da
tempo: prendere in considerazione le pretese anche di una sola associazione
al di là della presenza della Siae, la quale è riconosciuta da leggi e
aggiornamenti di legge (da evitarne però gi abusi come in passato abbiamo
mostrato di saper fare), avrebbe significato spalancare la porta ad una
miriade di associazioni.
Invece cosa fanno improvvisamente i rossignoli di
turno (perché non è solo egli ad averlo fatto, Eugenio Porta a suo tempo
"riconobbe" L'Afi), stipulano zitti zitti una "convenzione" con l'associazione
del momento e poi, di fronte al fatto compiuto, invitano le emittenti da loro
"protette" a far fronte ai loro "impegni".
Come difenderci se non mostrando di avere il coraggio delle proprie azioni?
Intanto, da quando vige l'obbligo di presentare un bilancio annuale
all'Autorità di Napoli, la Guardia di finanza non deve più spaventare
nessuno e di fronte ad un suo palese coinvolgimento in un affare
privato, è il caso di rivolgersi al comandante locale chiedendo come è
stato possibile lasciarsi trascinare in una operazione del genere.
Qualora poi venga interdetta l'emittente mediante il sequestro delle
attrezzature telematiche di messa in onda, è indispensabile non
arrendersi accedendo a pretese tutte da verificare, rivolgendosi invece ad un legale
per l'immediato dissequestro delle apparecchiature con contemporanea
richiesta in sede civile di danni materiali e di immagine.
Materiali probanti da allegare agli atti giudiziari al
fine di meglio chiarire i punti della vertenza non mancano forniti dal Conna
e da altri.
Nei casi in cui il comandante della Guardia di finanza locale ritenga di
difendere ad oltranza l'intervento a supporto degli interressi privati
della associazione di turno, rivolgersi direttamente al Comando generale
di Roma anche con una semplice lettera e-mail ben dettagliata (meglio se
vista preventivamente dal Conna) all'indirizzo: urp@gdf.it
.
Da notare, per togliere ogni ombra di dubbio in merito ai propri diritti
da difendere, che la legge 248 del 2000, quella che prevede anche
l'arresto per coloro sorpresi a vendere illegalmente un disco (mentre
contemporaneamente hanno legalizzato il falso in bilancio!!) fa cenno alla
normativa sul diritto d'autore e "sui diritti connessi al suo
esercizio" non nominando in particolare nessuna associazione. Si lascia
cioè intendere
che la Siae sia l'unico ente percettore del diritto d'autore anche per
conto (come in passato è avvenuto con l'Afi) di altri pretendenti.
IL Conna sta provvedendo nel frattempo ad inviare un
esposto al Comandante generale della Guardia di Finanza di Roma, generale
di corpo d'armata Alberto Zignani, informandolo dell'accaduto.
17 dicembre 2002
CONDONO
Con scarse possibilità
di riuscita perché il problema non è uno di quelli che preme a loro
signori, il Conna sta tentando di far inserire un emendamento nella Legge
finanziaria che faccia rientrare nel cocktail di condoni previsti l'annosa
questione dei cànoni mai versati - perché non dovuti - che il Ministero
delle comunicazioni invece pretende.
17 dicembre 2002
DOMANDE
Domanda: è normale che la
Guardia di Finanza intervenga a fianco di presunti creditori con il peso
del suo prestigio accontentandosi delle spiegazioni fornite da chi avanza
pretese tutte da verificare e da discutere?
Non è un vero e proprio attentato all'immagine della Guardia di finanza
prodotto da qualche dirigente locale, declassata al rango di supporto ad
esattori dai dubbi diritti?
D'ora
in poi ogni creditore potrà valersi della Guardia di Finanza per
recuperare i suoi (veri) crediti?
Chi pagherà i danni provocati alle emittenti che hanno avuto interdette
le apparecchiature che servono giornalmente alla messa in onda dei
programmi?
Il direttivo del Conna si è riunito e ha deciso di
sottoporre queste domande al Comando generale della Guardia di Finanza di
Roma mediante un regolare esposto.
Come già annunciato, nei prossimi giorni riprenderemo l'argomento Emaie,
Scf, Afi e tanti altri potenziali pretendenti, accomunati da un solo
fatto: cavare quanti più soldi possibile dalle emittenti locali.
15 dicembre 2002
FINESTRA E
PORTA
Grandiosa assemblea ieri sabato a Bologna organizzata da Telestreet,
l'organizzazione delle "Tv di strada" nata dall'esperienza di
Orfeo Tv animata da Giancarlo Vitali Ambrogio che fa parte di un gruppo di
intellettuali dalle idee molto chiare sui diritti sanciti dalla
Costituzione repubblicana.
Immaginate uno spazio
cinema che oltre ad avere tutte le poltroncine occupate vedeva gruppi di
giovani seduti uno sull'altro tanto lo spazio era insufficiente: sembrava
di essere ritornati agli Anni settanta-ottanta per partecipazione ed entusiasmo
alle manifestazioni dl
piazza del Conna.
Era presente anche la nostra associazione e tutti coloro che fino ad oggi
hanno avuto esperienze televisive come "Spegnila Tv", "Hub-Tv",
"Candida Tv" e Telefabbrica, la "Tv di strada" che a
buon diritto è definibile la televisione delle maestranze di Termini
Imerese in lotta per salvare il loro impiego (tra l'altro fra gli
operatori di Telefabbrica c'è un tecnico della Fiat ed il figlio di un
lavoratore) chiusa dopo appena tre giorni dall'inizio delle trasmissioni.
Presenti in sala giornalisti e note figure Rai, dopo la prima
sessione dei lavori coordinata da Vitali che ha raccontato in particolare
l'esperienza di Orfeo Tv - tutt'ora funzionante - nelle successive sono
stati affrontati tutti i problemi connessi alla libertà di espressione,
alla congerie di leggi penose e in buona parte incostituzionali che (s)governano il settore, alla tecnica migliore di trasmissione da adottare
in funzione dell'economicità e dei risultati che non devono ledere gli
interessi commerciali di nessuno, né creare turbative radioelettriche di
sorta. In serata "Tavola rotonda" con Stefano Balassone, Michele
Santoro, Stefano Benni, coordinati da Stefano Bonaga.
Si sta verificando in sostanza ciò che avevamo da tempo previsto: la
libertà di espressione non può essere compressa in un paese democratico
al punto da lasciare in due mani oltre il 95 per cento dei mezzi di
diffusione di massa.
La prima linea delle televisioni comunitarie e commerciali costrette a
svendersi o per tutta una serie di tranelli economici e burocratici destinate a scomparire sta
rinascendo, e le emittenti sopravvissute prossime ad essere
"impallinate" da una selezione che non perdona, hanno tutto da
guadagnare dalle "Tv di strada" che accendono loro la speranza
di continuare ad esistere.
Il Conna, durante la seduta di una delle tante commissioni ministeriali
cui partecipa in posizione da sempre isolata (ben vengano certi isolamenti
da chi della libertà fa commercio!) disse al presidente, presenti il
ministro e il sottosegretario del momento: "Voi state gettando le
emittenti locali dalla finestra, sappiate che esse rientreranno dalla
porta e a testa alta perché nel cittadino è insopprimibile la necessità
di essere informato, senza censure e manipolazioni condite da lustrini e
specchietti". La giornata di ieri non lascia dubbi che il fenomeno
sia in atto.
13 dicembre 2002
AFI E "AMICI" VARI
Rileggete quanto abbiamo scritto il 7
dicembre scorso a proposito dell'Afi o "Scf" come si chiama
oggi, cioè da quando si sono inseriti altri che vantano gli stessi
"diritti" e diteci se non abbiamo centrato il problema con
grandissimo anticipo (già ne avevamo parlato qualche anno fa) prevedendo
l'entrata in scena di altri soggetti pretendenti.
Da qualche giorno infatti a molte emittenti hanno cominciato ad arrivare
lettere raccomandate minacciose da parte della "Imaie" ovvero
dell'Istituto tutela artisti esecutori che avanzano pressapoco le medesime
pretese della "Scf".
Ora, i responsabili di Aeranti Corallo a la Frt non ci accusino di
insultarli come spesso hanno fatto se diciamo loro che ancora una volta
hanno tradito l'emittenza locale e non solo, stipulando separatamente un
contratto con la "Scf" a danno dei loro associati.
Come ha potuto Rossignoli dare una interpretazione tutta sua (i veri
motivi ci sfuggono) del misero passo della legge 248 del 2000, quando
facendo cenno alla normativa sul diritto d'autore aggiunge: "o sui
diritti connessi al suo esercizio"?
E questa frase dovrebbe aprire la porta ad una valanga di pretendenti
assillanti non solo i nostri iscritti ma anche ai suoi? Ma scherziamo? Una
associazione di categoria degna di questo nome, mai avrebbe dovuto
partorire una logica tanto perversa.
E Bardelli del Corallo cosa racconterà al prete della sua parrocchia
quando si presenteranno alla porta della chiesa le truppe corazzate dell'Imaie,
dell'Scf, e di chissà quali altri pretendenti scortati dalla
Guardia i finanza?
Per oggi chiudiamo, accontentandoci di aver potuto confermare i i
contorni del problema. Ricordatevi l'accenno alla Guardia di finanza
perché nel prossimo articolo sull'argomento affronteremo alla radice la questione
adottando una precisa strategia di difesa.
10 dicembre 2002
ALLARMISMI
Continuano a pervenirci notizie
allarmistiche diffuse da chi ha interesse a tenere "sulla corda"
quanti non hanno ritenuto di sottostare alle imposizioni della legge
66/2001 o che ritengono per errori o per altre ragioni di non essersi
perfettamente uniformati con le norme inique che prevede.
Viene detto in particolare che sarebbe in corso da parte del Ministero
l'invio di lettere di approvazione/disapprovazione dell'attività delle
varie radio.
Se ci sono novità concrete vorremmo conoscerle anche noi per poter
immediatamente provvedere; se invece si continua a restare a livello di
chiacchiere e di sentito dire, non può che trasparire l'intento di quanti
hanno concluso buoni affari intermediando fra i venditori e acquirenti di
emittenti di farne altri.
La sola cosa che a tutt'oggi ci risulta vera è l'invio di letterine dove
si dice che l'emittente può proseguire l'attività.
Ad ogni buon conto, sulla prima pagina del numero di dicembre di Nuove
Antenne (quello di novembre è in spedizione) apparirà l'articolo
pubblicato di seguito che mette in guardia politici e ministeriali
dall'applicare il punto specifico di una legge che non ha nessuna base
giuridica difendibile.
"MAURIZIO
GASPARRI E IL '66"
Non
è l'anno di nascita del ministro che è della "classe di ferro"
1956, ma il numero di una legge ereditata dal Centro-Sinistra e dalla sua
gestione del Ministero delle comunicazioni.
Gasparri non sa come liberarsi da una situazione difficilissima che
avrebbe potuto risolvere molto semplicemente abrogando due norme
palesemente incostituzionali: la prima obbliga anche le microimprese a
conduzione familiare che gestiscono una radio locale a trasformarsi in
società di capitali, la seconda costringe le medesime ad assumere due
dipendenti.
Il ministro, preso dai mille impegni che egli stesso si crea, non ha
ancora trovato il tempo per spazzar via le due scandalose imposizioni, ben
sapendo che la legge 66 del marzo 2001 è inapplicabile. Essa, infatti, fa
riferimento all'accertamento dei requisiti per poter proseguire l'attività
che non possono essere difformi da quelli stabiliti all'atto del rilascio
delle "concessioni" avvenuto nel 1994, altrimenti non si sarebbe
dovuto parlare di "Prosecuzione dell'attività", ma di
"Rilascio di nuove concessioni".
Il ministro Gasparri ogni tanto pensa al numero 66 che lo ossessiona fin
dal suo insediamento, ma temporeggia nel prendere decisioni perché bene
sa che ogni gesto di carattere repressivo vedrebbe sul banco degli
imputati alcuni soggetti a rispondere in solido dei danni arrecati ai vari
titolari delle piccole radio che non hanno potuto far fronte a due
richieste inique e ingiustificate per loro economicamente insostenibili.
07 dicembre 2002
I BALZELLI
A nome di tre radio della Campania, RGS
Primaradio di Molfetta ci scrive:
Il 25/11/2002, a tre Radio della Campania sono stati
sequestrati computer con file Mp3 in quanto non in regola con l'Associazione
fonografici. Cosa dobbiamo fare?
La cosa
più ovvia da fare sarebbe quella di rispondere agli impositori di
questi balzelli che i fonografi, essendo caduti in disuso come mezzo di
riproduzione dei suoni, rendono inutile una associazione dei
fabbricanti di supporti a 78 giri.
Non è una battuta priva di una sua logica perché la vecchissima
norma di legge di cui si intende abusare era stata emanata per sostenere
un settore all'epoca in crisi che abbisognava di provvedimenti che
ne facilitassero la crescita.
Nella pratica, fate chiedere dal vostro avvocato il dissequestro delle
attrezzature il quale deve sostenere che è un abuso bello e buono
quello delle Forze dell'ordine o di chi per loro, che si sono rese
strumento di assurdi pretendenti di diritti che non hanno.
La prova migliore è che la Siae per
lunghi anni ha percepito una somma globale provvedendo poi separatamente
a distribuirla in diverse direzioni tra le quali anche quella dell''Afi.
Se fra Siae e Afi (e altri) non c'è più accordo, ciò non deve essere
fatto ricadere a danno di chi responsabilità non ha.
Al magistrato che si occuperà della
cosa, non sarà difficile convenire che sistemi alternativi non ce
ne sono al di là di quelli rappresentati dalla Siae, unico
ed esclusivo ente percettore del diritto d'autore e di tutto ciò che è
connesso con la riproduzione sonora e visiva.
Riconoscere una associazione esterna
alla Siae, significherebbe aprire la porta ai tanti altri
pretendenti che di volta in volta potrebbero presentarsi oltre che
titolari di diritti fonomeccanici, sotto le vesti dei curatori degli
interessi i più diversi: quelli dei direttori d'orchestra, degli
arrangiatori, degli studi di registrazione ecc..
Qualora non riceveste soddisfazione, denunciate il tutto alla locale
Procura chiedendo i relativi danni subiti, spianando una eventuale
strada ad un ricorso presso la Corte di giustizia delle Comunità
europee.
02 dicembre 2002
LA VENDETTA
Avevamo annunciato il prossimo dilagare
di microstazioni televisive e anche radiofoniche dotate di piccolissima
potenza in grado di coprire l'area di un intero quartiere utilizzando una
delle tante nicchie di frequenza libere. ORFEOTV di Bologna di cui abbiamo
dato a suo tempo notizia continua a trasmettere in attesa di un possibile
atto di forza da parte dell'ispettorato delle comunicazioni locali, sicura
di non aver compiuto abusi di sorta né violazioni della Carta
costituzionale.
Vorrà tentare il Ministero delle comunicazioni di giocare la carta della
disattivazione ben sapendo che nessun giudice nel nostro paese se la
sentirà di condannare chi utilizza un bene dello stato senza dar fastidio
a nessuno e per giunta mediante un microapparato di fronte al quale
l'articolo 30 della 223/90 appare ridicolmente sproporzionato?
E' la vendetta delle locali signori, ostacolate, represse, gravate di
oneri impossibili da assolvere, dalle leggi 66, costrette a chiudere le
trasmissioni, o a svendersi. Da quanti anni il Conna sostiene che l'emittenza
locale non è sostituibile dalle finanziarie multiregionali (specie in
campo radiofonico) estranee al territorio perché locali non sono,
in perenne concorrenza con le reti nazionali?
Quanti parlavano di "dignità di impresa" e lamentavano
l'eccessiva polverizzazione ora avranno pane per i loro denti.
Potranno ancora definire "Priva di dignità "TELEFABBRICA"
(canale 31) che da ieri ha aperto le trasmissioni a Termini Imerese e
tutte le altre che si apprestano a iniziare le trasmissioni a Napoli,
Milano, Palermo, Padova Genova, Firenze e in tanti altri in piccoli centri
di cui non siamo ancora autorizzati a fare il nome?
Invece di accaparrarsi l'intero piatto informativo, non era meglio
guardare un centimetro al di là del proprio naso e capire
l'impossibilità sulla distanza di mettere il bavaglio all'intero paese,
accentrando in poche mani i moderni mezzi di comunicazione come è
avvenuto per tanti anni nel mondo della carta stampata?
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