27
dicembre 2001
NUOVE ANTENNE
Il numero di dicembre del giornale
della nostra associazione (quello di novembre è appena in spedizione in
questi ultimi giorni di dicembre) ha subito forti ritardi per motivi
tecnici e la messa punto del contenuto, interamente finalizzato a
questioni di giustizia.
Se la vicenda che da mesi ci
vede mobilitati andrà a buon fine, racconteremo l'inteso lavoro
che abbiamo svolto e saranno chiari i motivi della linea
"strategica" che abbiamo deciso di adottare.
Il numero di dicembre di Nuove Antenne andrà in stampa e in spedizione
ai primi di gennaio anche se le bozze sono già pronte per
realizzare una ventina di riproduzioni cianografiche che ci
permetteranno di assolvere gli obblighi previsti dal contratto con
l'Ente Poste che prevede la spedizione del giornale entro le ore 12 di
sabato 29 dicembre.
Come si spiega il racconto di questi fatti minuti tutti interni
all'associazione? Perché riteniamo normale che ognuno di voi partecipi
sia pure idealmente alla vita del Conna e del suo giornale, anche in vista di una possibile
rinascita dell'emittenza locale che non tollererà più assenteismi e
divisioni. Dobbiamo far le pulizie generali all'interno della categoria
togliendo venticinque anni di incrostazioni: basta pensare che il
digitale potrà affermarsi solo con la partecipazione collettiva e la
creazione di consorzi. Riusciremo a impostare correttamente questo
colossale rivolgimento? Dobbiamo provarci. Noi, come potete constatare
giornalmente non ci siamo appisolati neppure durante le feste di fine
anno.
26
dicembre 2001
SCADENZA
Ricordiamo ai titolari di televisioni
che non avessero notato l'annuncio nella prima pagina dei nostri siti,
che il 31 di questo mese di dicembre scade il termine per rivolgere la
domanda per ottenere contributi per spese tecniche previsti dal Decreto
24 ottobre 2001 n.407.
Siamo al corrente che le emittenti televisive locali sono in
genere meno organizzate delle altre e in certi casi può rappresentare
un problema di difficile soluzione procurarsi ricevute e fatture di
quanto è stato speso.
Tuttavia, di fronte a difficoltà che non mancheranno di esserci,
consigliamo intanto di leggere accuratamente il testo del decreto che appare agendo
sulla apposita scritta, e presentare comunque domanda, riservandosi di
allegare in un secondo tempo il materiale probatorio come avviene
anche nel caso dei rimborsi per l'editoria. (la
segreteria).
P.S. noterete che insieme alle firme di Gasparri e Tremonti il decreto
porta anche quella del Guardiasigilli Castelli. Forse
volevano dire Guardasigilli .
25 dicembre 2001
STUPORE
Siamo francamente stupiti del
comportamento di questo ministro; querelare per una battuta rivolta dai
presentatori di programmi a tanti altri politici senza che questi
avessero da risentirsi al punto tale da rivolgersi alla magistratura
mostra un "tasso" di litigiosità e di esibizionismo fuori
dalla norma.
Da quando Maurizio Gasparri è stato nominato ministro, non ha cessato
un momento di occuparsi di futilità: spettacoli leggeri, sport,
concorsi di bellezza. Indulgenti, pensavamo che la crisi di astinenza
televisiva dopo i primi lampi si spegnesse, invece pare che l'ineffabile
ministro intenda continuare in crescendo.
Fra i due, ne esce molto meglio il presidente della Rai (altro
esibizionista onnipresente) che lasciato sfogare il ministro durante la
trasmissione sportiva condotta da Simona Ventura, mantenendo la calma,
ha saputo rispondergli con una battuta che ha rivelato pensiero e stile
ben diversi.
Pensate invece se non appena insediato, contro ogni regola e prassi,
Gasparri avesse deciso di eliminare le vergogne giuridiche che
impregnano le leggi sull'emittenza. Probabilmente, avrebbe raccolto
consensi senz'altro superiori a quelli che fino ad oggi ha riscosso -
ospite gradito di emittenti locali e nazionali - avrebbe potuto
vantarsi di aver operato per una giusta causa, fatto non trascurabile
per un ministro.
Per essere costretto ad occuparsi finalmente del suo lavoro invece, ed
in particolare della sorte delle emittenti locali, pare che il signor
ministro abbia bisogno di un "input" autorevole della
magistratura.
Vedremo di farglielo dare.
25
dicembre 2001
AUGURI!!
Auguri di buon Natale
e di buon anno in questo fine 2001 ne sono arrivati tanti, per lettera,
telegramma o e-mail fino a sorprenderci piacevolmente.
Non era mai accaduto, e ciò ci conferma l'estremo interesse con cui
viene seguita la nostra azione e le tante speranze che ha acceso.
Il direttivo del Conna ringrazia semplicemente non potendo rispondere
singolarmente con altrettante espressioni gentili all'altezza di quelle
che ci sono state rivolte.
24 dicembre 2001
L'EDITORIALE
Ci è stato inviato l'articolo-
editoriale del direttore di Millecanali che merita un immediato
apprezzamento sul nostro Nuove Antenne di dicembre per la possibile novità che
promette una stagione diversa per radio e televisioni locali in
coincidenza con il nuovo anno. Ne anticipiamo il testo.
Lettera
aperta a Mauro Roffi (pagina 4 N.A. di dicembre)
Caro
Mauro, è stata una gradevole sorpresa leggere il tuo articolo nel
numero di dicembre di Millecanali. Da tempo aspettavo dall'intero mondo
che segue l'emittenza locale, politici, tecnici, uomini di cultura,
"addetti ai lavori" in genere, un atteggiamento differente da
quello che ha condotto per tanti anni al massacro delle radio e delle
televisioni locali.
E' molto indicativo che da parte tua, inevitabilmente circondato da
affaristi - venditori e mercanti dei cui interessi devi tenere
necessariamente conto in rapporto al tipo giornale che dirigi - giunga
finalmente una parola diversa da quella che è stata motivo di tante
dure polemiche (anche strettamente private) fra di noi.
Considerazioni che le radio rimaste devono essere protette, oppure frasi
come quella che si richiama all'impoverimento del panorama radiofonico
che ha prodotto un appiattimento e una uniformità spettrale dovuto allo
strapotere delle reti non possono che far piacere.
Noto però un eccessivo pessimismo nelle rimanenti cose che scrivi; si
direbbe che lo scopo principale della tua presa di posizione sia quello
di rendere l'onore delle armi alle radio locali, un po' come a El
Alamein gli inglesi fecero con grande enfasi e rispetto nei confronti
degli italiani dopo che fino all'ultimo momento avevano cercato di
ammazzarne il più possibile...
Tu, certo, non hai ammazzato nessuna radio, tuttavia il sostegno dato a
soggetti che della libera espressione, dell'attività specifica sul
territorio, di socialità, di miglioramento culturale non gliene
importava un fico secco di Cosenza, ha contribuito alla crisi anche
dell'indotto tecnico cui Millecanali non dovrebbe essere indifferente e,
appunto, alla crescita abnorme delle reti nazionali e multiregionali, i
cui programmi in genere sono estranei al territorio in cui vengono
diffusi.
Su di un fatto vorrei tranquillizzarti; non è ancora il caso di
giubilare l'emittenza locale perché non è finita l'epoca della radio e
della televisione locale; non lo dice solo il direttivo del Conna, ma
come puoi leggere nella lettera che il capogruppo di Alleanza Nazionale
ha scritto al ministro Gasparri dopo una importante delibera approvata
all'unanimità del Comune di Orvieto, sta prevalendo il buon senso e la
considerazione che certi compiti li può svolgere solo una emittente
locale.
I nostri ricorsi alla magistratura partono da queste considerazioni e
dopo l'esigenza primaria di salvare e stabilizzare le radio ancora
esistenti, la nostra associazione darà luogo a tutta una serie di
azioni (giudiziarie) che affronteranno alla radice l'origine di fatti
misconosciuti di profonda ingiustizia che hanno danneggiato gli
interessi generali dell'intero Paese.
Abbi quindi fiducia, non dare per scontata la fine delle emittenti
locali; esse risorgeranno, e quelle esistenti cresceranno, e riprenderà
il colloquio con gli ascoltatori della porta accanto, i dibattiti sulle
scelte dei comuni e delle provincie; ci sarà ancora spazio per la
fantasia, il divertimento e la sperimentalità perché la passione che
guida tanti operatori finirà per vincere.
Cari saluti, Mario Albanesi
20
dicembre 2001
NON STA IN PIEDI
Nell'articolo che precede in data 18
dicembre, è contenuta una frase sibillina che non è passata
inosservata ai nostri estimatori; (li definiamo così, perché i
consensi per le cose che scriviamo sono tanti e lusinghieri, e
qualche volta - come in questo caso - abbiamo la controprova che
l'attenzione è molto viva e si sofferma su particolari che rivelano
attenzione e interesse).
Ciò che ha attratto, non uno, ma di una decina di responsabili di
emittenti fra radio e televisioni - sono alcune parole contenute
fra la diciottesima e la diciannovesima riga, laddove - facendo
riferimento ai requisiti richiesti alle radio dalla legge 66/2001 per
poter proseguire l'attività, si dice che "che non sono gli stessi
previsti nella famigerata carta di concessione".
Una frase importante e complimenti a tutti coloro che l'hanno notata.
In pratica, significa che
comunque vadano le cose, non sarà possibile escludere nessuna
emittente, neppure quelle gestite da una ditta individuale che non si è
trasformata in società di capitali o in cooperativa, e che non ha
assunto personale.
Il discorso è chiarissimo: quali requisiti si sono intesi accertare?
Certamente quelli imposti dalla famosa concessione del 1993/94 che non
prevedevano di assumere personale e tanto meno la trasformazione delle
ditte individuali in società di capitali, altre regole non potevano
essere poste improvvisamente e retroattivamente.
A parte che qualsiasi giudice, anche se disattento, non potrebbe mai dar
ragione a chi, imperterrito, intende continuare ad imporre una legge
incostituzionale - ministeriale o politico che sia - non ci vuole molto
per capire che l'intero castello di menzogne e di abusi non sta in piedi
nella sua generalità, con la lapalissiana conclusione che ciò che non
si regge non è impossibile abbatterlo.
18 dicembre 2001
VETTOVAGLIE
Siamo stati da più parti sollecitati a prendere posizione nei confronti
dell'articolo apparso a pagina 66 del Millecanali di novembre.
Non c'è molto da dire in proposito perché le nostre polemiche
solitamente le riserviamo a fatti di ben altro spessore non certo nei
confronti di uno sprovveduto che merita pietà per le cose insensate che
partorisce, già annunciate dal titolo: "Una mancata
tempesta".
La "tempesta" poi sarebbe venuta secondo questo signore, che
definisce la fondamentale azione del Conna appena "iniziativa
giuridica" (invece di giudiziaria ndr), il giorno seguente
alla pubblicazione del Regolamento della legge 66/2001, se le radio
avessero chiuso di colpo i battenti della loro sede.
Stupefacente tanta incompetenza e superficialità (Roffi, perché non
controlli maggiormente gli scriba a ruota libera che si aggirano nella
tua redazione che rischiano di aggiungere altri disastri a quelli già
avvenuti?) ; le cose - le capirebbe anche un estraneo al nostro settore
- sono state disposte in modo tale che sulla distanza le radio sarebbero
costrette a scomparire, una per volta, senza tanto clamore; prima
accertando il possesso di "requisiti" che non sono gli
stessi previsti nella famigerata carta di "concessione",
in seguito, gravandole sempre di più di oneri fino a determinarne la
fine.
La cosa che stupisce maggiormente semmai è l'inversione di marcia di
soggetti che erano partiti lancia in resta proponendo manifestazioni con
fischietti, caccavelle e putipù sotto le finestre di Gasparri, che
giungono ad affermare che anche questa volta "la mazzata è stata
retta bene".
Il mondo degli affarucci e dell'approvvigionamento delle vettovaglie per
campare è così importante per certa gente da oscurargli anche il lume
della ragione, altrimenti avrebbe dominato l'indignazione per
l'incostituzionalità di certe norme e per la violenza che tendono ad
esercitare in ogni caso. Fine della trasmissione.
14 dicembre 2001
VOLANTINO
PUBBLICITARIO
Sono arrivate o stanno per essere
recapitate delle letterine gentili da parte del Ministero delle
comunicazioni, firmate da un consigliere del ministro che promettono
tanti bei regali per il prossimo anno sotto forma di stanziamenti
inseriti nella Finanziaria "..estesi anche alle emittenti
radiofoniche".
Abituati alla abituale arroganza ministeriale, con tanto di tassa a
carico del destinatario, molti titolari di emittenti non credevano ai
loro occhi e, sbalorditi, ci hanno inviato in fax a valanga il
grazioso messaggio postale.
Non illudiamoci facilmente da promesse mandate a spese del contribuente
sotto forma larvata di pubblicità governativa; il ministro Maurizio
Gasparri, se voleva dare prova della sua onestà come tenne a
comunicarci in una sua lettera, doveva fermare l'abusiva legge 66/2001
evitando di cercare il facile applauso valendosi di una capo-claque,
degno senz'altro di causa migliore.
Anche e restando all'interno di quanto scrive nel comunicato, il
consigliere Lucio Garbo era meglio chiarisse attraverso quale meccanismo
questi soldi verranno distribuiti: se pioverà ancora sul bagnato,
ovvero se ai finanziamenti potranno accedere come al solito le grandi
imprese come fino ad oggi è avvenuto, o se verranno stabiliti criteri
democratici finalizzati ad aiutare chi ne ha realmente bisogno.
Fino a che non verranno chiariti gli indirizzi di fondo dello staff di
largo Brazzà dai quali, poi, in definitiva, dipendono nella pratica le
scelte minute, continueremo a guardare con diffidenza le proposte
del Ministro.
Forse, una buona spinta può venire dalle azioni giudiziarie che abbiamo
in corso.
13 dicembre 2001
IL DECRETINO
La domanda retorica che si poneva Roberto De Marinis (leggere IL
RINVIO del 9 dicembre) sulla possibile modifica della legge
66/2001 cogliendo l'occasione dello "slittamento" dei termini
per il digitale, ha avuto conferma nella pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale di quattro striminzite righe che abbiamo scoperto per caso,
pubblicate indecorosamente, ossia mescolate in una informe
paccottiglia di norme che nulla hanno a che spartire con l'emittenza
radiotelevisiva.
Leggiamo infatti, insieme a: "Comitati
per gli italiani all'estero",
"Indennizzi a cittadini e imprese operanti in territori della ex
Iugoslavia già soggetti alla sovranità italiana",
"Docenti stabili della Scuola superiore della pubblica
amministrazione";
finalmente:
"Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la
radiodiffusione sonora in tecnica digitale".
1) Il termine di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legge 23
gennaio2001, n.5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo
2001, n.66, è prorogato al 30 giugno 2001.
Tenendo conto del nostro ricorso tutt'ora pendente al Tar e al Consiglio
di Stato, il ministro Gasparri, distraendosi un momento dai suoi
abituali impegni mondani ( e anche per evitarsi una possibile
brutta figura), avrebbe potuto giungere a modificare la legge 66/2001,
cancellando in un mini-decreto legge meno travagliato, quelle parti
liberticide che sono oggetto di contestazione.
Non lo ha fatto; se qualcuno si era illuso...
12 dicembre 2001
UN GRANDE GIORNO
Me lo ha ricordato questa mattina per telefono Claudio del direttivo del
Conna: "Oggi è un grande giorno!" mi ha annunciato
trionfalmente.
Subito ho pensato fosse finita la guerra ai danni del popolo afgano,
martoriato, cencioso e affamato.
Non era così, Claudio, innamorato a vita della radio, aveva
voluto dare il giusto rilievo alla scoperta di Guglielmo Marconi, un
uomo che magari non era uno scienziato con tanto di barba di moda a quel
tempo, ma che credeva fermamente in una sua teoria percepita in modo
quasi istintivo, con lo stesso entusiasmo e la medesima ostinazione che
settantacinque anni dopo ritroveremo - sia pure fatte le debite
proporzioni - in tanti amici che hanno ritenuto che un mezzo di
comunicazione di così semplice gestione, sottoposto fino ad allora ad
embargo, doveva essere liberalizzato e portato ad aiuto e a beneficio
della socialità.
Anche altri hanno voluto ricordare l'esperimento determinante dì
Guglielmo Marconi che tanto per non smentire la continuità delle corte
vedute dei politici italiani dovette trovare all'estero finanziatori che
apprezzassero la sua opera; nei giorni scorsi ci era pervenuto infatti
un elegante cartoncino del ministro Maurizio Gasparri che ci invitava
alla cerimonia celebrativa del centenario del primo esperimento prevista
per oggi.
Abbiamo risposto con una lettera fax in cui ringraziavamo sentitamente
per il privilegio accordato alla nostra associazione, aggiungevamo
inoltre che festeggiare la nascita della radio di fronte al soffocamento
di tante voci locali meritava che qualcuno, rinunciando ad una piacevole
cerimonia che oltre al capo dello Stato avrebbe permesso di udire
perfino la voce del presidente del Consiglio Berlusconi, si astenesse
dal partecipare: se il ministro avesse voluto veramente onorare
l'inventore della radio non aveva che da modificare per decreto (dovrà
comunque farlo per lo slittamento del digitale di 6 mesi) la legge
66/2001, "pulendola" da tutta la sporcizia giuridica che la
inquina.
Sul piano strettamente radiofonico, per i non più giovani legati in
qualche modo alla modulazione di ampiezza, ricordiamo che le onde corte
sono in costante dismissione; entro la fine dell'anno per esempio, la
Norvegia interromperà, senza più riprenderle, le trasmissioni della
sua emittente in onde corte che l'aveva fatta distinguere come "la
radio più a nord del mondo".
A Marconi, questo non sarebbe piaciuto. (M. Albanesi)
09 dicembre 2001
IL RINVIO
Apprendo da altre fonti che è stato
rinviato il "piano per il digitale" DAB che tanto sembra
stare a cuore di qualcuno che si ostina a ritenere che nel
digitale sia nascosta la soluzione dei problemi della radiofonia
locale.
Pare che la Commissione di
studio istituita in seno all'Autorità non abbia completato i
lavori preparativi anche perché le Regioni non hanno avuto il
tempo tecnico per valutare dove (e come, probabilmente) individuare
l'insediamento dei siti.
Il rinvio è di sei mesi, ma la cosa
più singolare (che sfugge ai più) è che tale situazione
comporta una modifica di fatto della Legge 66/2001.
Lascio a chi legge, amici (e non) giudicare
questa cosa.
Infatti, il CONNA, e il sottoscritto,
sono firmatari di un ricorso amministrativo relativo proprio alla
Legge 66/2001. Questo
rinvio dei termini di una parte della Legge in questione,
potrebbe automaticamente far slittare anche i termini delle
altre parti della stessa Legge.
Lascio ancora a voi tutti il giudizio
sulla regolarità amministrativa di questo slittamento. Cioè: l'Autorithy
(in seno a cui è stata istituita la Commissione per il digitale che avrebbe
deciso tale rinvio di sei mesi), ha o non ha
il potere di deliberare "contra-legem"?
Se è così, avrà anche il potere di
discutere ALTRE PARTI della L. 66/2001, e forse
potrebbe essere il soggetto idoneo ad addrizzare le storture e le
ingiustizie contenute nella L. 66/2001.
Bene, gentili signori dell'Autority,
aspettiamo altrettanta disinvoltura e tempestività nel creare una
Commissione per la revisione della legge 66/2001.
Roberto de Marinis - Reteotto
08 dicembre 2001
R D S
Per maggiori informazioni su quanto
riportato nell'articolo che segue di Danilo Maddalon inviare una
e-mail o chiamare la sede del Conna.
Dopo le ansie dell'estate legate alla scadenza
del 30 settembre e chiuso per il momento il capitolo legato alla
66-2001, tutti gli editori radiofonici iscritti al CONNA vecchi e
nuovi hanno scoperto la consapevolezza di essere in molti e uniti da un obbiettivo
comune.
Questa compattazione delle "vere" emittenti locali sulle
chiare posizioni della nostra associazione ha fatto capire a chi
credeva di farci fuori e spartirsi le ns. frequenze per mezzo di
pastoie burocratiche e leggi redatte su richiesta che la cosa
non sarà così semplice come credevano, e anche nei corridoi del
Ministero si comincia a pensare che le discutibili legiferazioni di
chi li ha preceduti vadano corrette e debbano essere date giuste
regole a tutti gli operatori del settore per evitare uno scontro
giudiziario e costituzionale dal quale il Ministero stesso non
uscirebbe bene.
Speriamo che presto finisca il tempo dei rinvii e che si inizi a
pensare a regole chiare e non clientelari per
il settore; il CONNA le sue proposte le ha già pronte e quando
sarà il momento le presenteremo al Ministro e ai Sottosegretari; per
ora si prosegue diritti per la via giudiziaria che promette presto
nuovi sviluppi anche in una direzione diversa, di più non possiamo
dire per il momento.
Io che sono fondamentalmente un tecnico ho ripreso a seguire la mia
emittente con migliore tranquillità grazie a queste nuove
consapevolezze, e ho avuto modo di fare alcune considerazioni.
Il nostro settore si è nel tempo inquinato di termini abusati come
"professionale", "broadcast", "digitale"
ecc. intendiamoci, non è che io voglia ora farmi portavoce degli
autocostruttori di cantina, ma ho visto degli amplificatori
autocostruiti funzionare 20 anni senza interventi con emissioni
indesiderabili inesistenti e di contro, pubblicizzati (e costosi)
apparati "professionali" , emettere spettri RF simili al
Duomo di Milano e ammutolirsi ad ogni sbalzo di tensione.
Ci si chiede, cosa significa professionale? una apparecchiatura
affidabile che rispetta determinate specifiche, o forse una
apparecchiatura costosa e a volte inutilmente complicata
che dia modo di
distinguersi ai soggetti con grosse disponibilità finanziarie?
Da 20 anni alcune frange del ns ambiente supportati da riviste e
interessi di vario genere hanno promosso una cultura secondo la quale
solo i soggetti che possono
utilizzare determinati tipi di costose apparecchiature hanno
"dignità di impresa" (termine di rara volgarità
discriminante) e non inquinano l'etere
con apparati approssimativi.
Tuttavia, molto spesso si è verificato l'esatto
contrario, e non sono
solo io a dirlo ma gli stessi Ispettorati territoriali.
Noi del CONNA che vogliamo sempre vedere in fondo nell'essenza delle
cose, stiamo preparando in vista di un futuro un po' diverso
dall'assillante passato e presente, un servizio di consulenza
tecnica per gli associati assolutamente
no-profit, per evitare alle emittenti di svenarsi nell'acquisto
di apparati inutilmente costosi e consigliarli nelle problematiche
tecniche.
Citiamo ad esempio, l'RDS, questo standard di trasmissione dati sulla
portante FM che non serve davvero a molto se non a distrarre gli
automobilisti dalla guida, nato
principalmente ad uso e consumo delle reti
per mantenere sintonizzato l'ascoltatore spostando la sintonia
su frequenze alternative quando si viaggia in auto e per funzioni di
telecontrollo. E fin qui tutto bene, massima libertà: se una radio
locale vuole far apparire il proprio nome sulle autoradio spende 2 o 3
milioni per 5 integrati; se non gli importa di questo ne fa a meno.
Il problema nasce quando molti costruttori di autoradio si sono
convinti (non proprio tutti per fortuna) a mettere in commercio
apparecchi che come impostazione standard non sintonizzano le stazioni
prive di RDS....; che bella idea: visto che 1 utente su 100
conosce bene le impostazioni delle moderne autoradio si rende
impossibile ascoltare un bel po' di radio locali, sopratutto,
comunque, quelle che non hanno abbondano di mezzi finanziari.
Insomma, anche l'emittente più piccola oggi è costretta a dotarsi di
tale aggeggio se non vuole essere ignorata de gran parte delle
autoradio. Il CONNA a questo punto vi suggerisce di dotarvi di
un ottimo generatore RDS made in Repubblica Ceca reperibile in Kit al
costo irrisorio di 100.000 lire (da non confondere con la quota di
iscrizione all'Associazione!!!) . Le prestazioni sono assolutamente
professionali; oltre alle tradizionali funzioni ha pure il radiotext
(tuttora non supportato da gran parte dei ricevitori)
identificazione del genere musicale, traffic, fx alternative
ecc. se poi avete un amico che si diletta di elettronica potete
ulteriormente risparmiare acquistando solo 2 PIC programmati a poco più
di lire 30.000, componenti (resistenze e condensatori) compresi.
Non ce ne vogliano coloro che aggiungendo una bella scatola e un pugno
di led colorati vendono la stessa cosa a 3 mil. , noi rispettiamo il
loro lavoro, ma è nostro dovere suggerire ad un settore asfittico,
vittima di un mercato pubbicitario drogato come meglio impostare la
propria stazione e il proprio lavoro... con grandissima "dignità
di impresa"..
(Danilo).
06 dicembre 2001
CHI SONO?
Con un po' di ritardo, oggi sono
cominciate le spedizioni del nostro periodico Nuove Antenne che ha per
titolo di prima pagina (quella destinata al mondo politico): "I
Tar, tarati dalla politica?".
La domanda non sembri gratuita e non deve essere confusa con le
polemiche in atto in questi giorni. Va da sé che tutti i rinviati a
giudizio hanno grande interesse a screditare la magistratura
definendola di volta in volta - secondo convenienza - faziosa,
di destra o di sinistra; rossa, nera o verde; no, la nostra tesi è
completamente opposta a questo stato di cose che ingenera insicurezza
nei giudici spingendoli ad evitare di assumere posizioni coraggiose.
In concreto, se il Tar del Lazio non ha trovato la forza di dichiarare
immediatamente l'incostituzionalità delle due norme contenute nella
legge 66/2001 che hanno radici lontane nella 650/1996 e nella
422/1993, è perché qualcuno ha fatto prevalere nel Collegio
giudicante paure e timori che venissero danneggiati interessi politici
e industriali.
Il Conna non è che all'inizio di una battaglia che intende vincere;
una vera e propria guerra contro la sopraffazione e l'esclusione dell'emittenza
locale considerata non un bene di pubblica utilità, ma una fonte di
turbative, ed è per questo che intende scoprire le carte del
Consiglio di Stato e del vari Tar per poterne eventualmente
denunciare l'operato in sede europea, invitandoli ad assumere
posizioni giuridiche e non politiche.
Questa breve spiegazione per giungere al vero motivo di questo
articolo.
Come avrete ben capito nonostante il nostro relativo ermetismo, nei
prossimi mesi ci saranno grandi novità giudiziarie e in vista
dell'esame approfondito della tipologia delle emittenti
ricorrenti, abbiamo pensato di dedicare una parte del numero di
dicembre di Nuove Antenne ad una sorta di vetrina che mostri più da
vicino il volto dei ricorrenti.
Invitiamo pertanto tutti coloro che hanno contribuito a sottoscrivere
a beneficio del fondo spese legali, a mandarci una breve storia della
loro emittente, magari con qualche fotografia. dove si precisa la data
dell'inizio delle trasmissioni corredata da qualche nota personale o
fatti qualificanti.
In sostanza, vogliamo non accada che un politico o un magistrato
intento ad esaminare i quesiti posti dalle centinaia di testate che
rappresentiamo - ignorando che dietro ogni radio o televisione locale
ci sono altrettante storie, spesso sofferte - possa domandarsi :
"in realtà, questi ricorrenti, chi sono?".
Mandateci quindi in posta prioritaria
oggi stesso o nei prossimi giorni - comunque non oltre lunedì
10 dicembre - il materiale che ci serve.
L'indirizzo ben lo conoscete:
Conna Nuove Antenne, via Festo Avieno 115 00136 Roma.
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