17 novembre 2005
LA
FAVOLA
Nel tentativo di uscire da una illegale situazione insostenibile che vede un
organismo delicato di rilevazione quale Auditel/Audiradio in mani
private interessate che può
determinare la fortuna o meno di una impresa televisiva o
radiofonica, l'Autorità - oggi presieduta da Corrado
Calabrò - è alla ricerca di una via d'uscita.
Sono state quindi avviate consultazioni con le parti interessate e ieri
mercoledì è stato convocato il Conna nelle persone del presidente e del
segretario. Le domande rivolte dai funzionari e le risposte conseguenti sono state
numerose al punto che hanno richiesto un tempo di seduta di oltre tre quarti d'ora.
IL Conna ha rilevato l'enormità di un sistema di rilevazione di parte, egemonizzato dalle medesime persone che poi si ritrovano
nei consigli di amministrazione delle società legate a Mediaset/Fininvest
che praticamente hanno in
mano tutte le risorse pubblicitarie che contano in grossolano conflitto
di interesse: sistemi di rilevamento inattendibili che costituiscono
la vera
"Favola dell'Auditel" come è titolato il libro di
Roberta Gisotti (La favola dell'Auditel, Editori Riuniti 12 euro) .
Il Conna, prevedendo la volontà di giungere a
"contentini" e aggiustamenti all'interno dell'attuale sistema,
ha tagliato corto dichiarando che l'Auditel così com'è da da ben
17 anni non è "emendabile", ha proposto che l'Autorità -
come stabilisce la legge "curi" direttamente le indagini di
ascolto e di gradimento GRATUITAMENTE per i "rilevati" o che
in alternativa esse siano affidate a più organismi privati che diano
tutte quelle garanzie che oggi non esistono.
Alla obiezione circa la reperibilità delle risorse economiche per
giungere ad un tale impianto, la nostra associazione di categoria ha
risposto che potrebbero essere utilizzati i proventi derivanti da
quell'uno per cento versato in conto canoni dalle varie emittenti oggi
incamerato a fondo perduto dal Ministero delle comunicazioni,
considerato che le prestazioni di consulenza quando si rendono
necessarie necessarie vengono pagate a parte dagli operatori del
settore.
05 novembre 2005
ADICONSUM
Chi ha seguito i nostri consigli espressi quasi
tutti in forma privata su come comportarsi agli effetti delle cosiddette
nuove tecnologie ci sta ringraziando. Quanti invece si sino
"svenati" pur di procurarsi il necessario per "non essere
da meno" e che ci rimproveravano - sia pur garbatamente - di
vedere l'avvento delle trasmissioni in tecnica digitale con troppo
distacco stanno attraversando un momento di sbandamento.
Come si può constatare non era casuale il nostro atteggiamento ma ben
ragionato perché ogni tanto - anche se lo facciamo assai raramente - ci
ricordiamo di essere anche dei tecnici esperti della materia e per
questo portati ad esprimere giudizi che a differenza di quelli di altri
hanno maggior rispondenza nella realtà.
Chi ha puntato a salvare ad ogni costo Rete4, imporre la Pay-Tv
truccando i dati sulla vendita dei decodificatori già superati mentre
ancora Fininvest li stava costruendo sperando che con una campagna
pubblicitaria forsennata ancora una volta tutto si sarebbe risolto a
favore di buoni affari appare scoperto: ha solo giocato una grossa truffa ai danni delle imprese televisive e dei cittadini
di un Paese in crisi.
Senza ulteriori commenti perché la categoria delle emittenti locali ha
ben altri problemi che ci vedono impegnati ad affrontare, riportiamo un
chiaro comunicato dell'Associazione nazionale Adiconsum.
Abrogare il protocollo d'intesa sulla sperimentazione del digitale terrestre nelle due regioni
pilota, Sardegna e Valle d'Aosta, rinviare lo switch-off (previsto in queste due regioni per il 31 gennaio 2006) e
bloccare la corsa all'acquisto di decoder ormai tecnologicamente superati. Sono queste le proposte avanzate oggi a Cagliari, durante un
incontro con la stampa, dall'Adiconsum, l'associazione di tutela dei consumatori che mette in guardia da una ''forzatura
su un processo che necessita di una certa moderazione''.
L'Adiconsum e' favorevole all'introduzione di nuove tecnologie, ma non vede di buon occhio le modalita' di questo processo innovativo ''che risponde piu' ad un business per le solite lobby e non alle necessita' reali dei cittadini''. Per questo l'associazione chiede al Governo la sospensione degli incentivi pubblici e l'utilizzo dei 150 milioni di euro, previsti nella prossima finanziaria e stanziati per l'acquisto dei decoder, a favore di un Fondo di sostegno alle persone non autosufficienti e di attivare al piu' presto un tavolo di concertazione, anche a carattere regionale, che coinvolga (''visto che finora non siamo stati chiamati'') anche le associazioni di
consumatori. ''La prima rivendicazione - ha detto il segretario generale Adiconsum nazionale, Paolo Landi - e' quella della scelta del decoder unico, visto che la corsa all'acquisto per ora non ha dato i benefici sperati, ma solo un esborso di circa 300 euro a famiglia.
Inoltre e' necessario non prevedere date per il passaggio dal sistema analogico a quello digitale almeno finche' ogni televisore non potra' ricevere il segnale
digitalizzato''.
La necessita' di una gradualita' nella sperimentazione del nuovo sistema di trasmissione e ricezione, secondo l'associazione dei consumatori, e' dovuta principalmente ai tempi tecnici che occorreranno per risolvere quei problemi di connessione con la Rete e di copertura del segnale che sia il presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Renato Soru, sia lo stesso
presidente della Rai, Claudio Petruccioli, hanno sollevato in questi giorni. ''I decoder venduti in questo momento sono gia' superati. Non sono interattivi e non lo saranno mai - ha affermato il responsabile nazionale del settore Nuove Tecnologie dell'Adiconsum, Mauro Vergari - quelli venduti hanno un modem 56K, ossia una carretta rispetto all'Adsl o al Wi-Max. Se il 31 gennaio si chiude in tutti i capoluoghi di provincia, tutti i televisori ed i videoregistratori senza decoder non serviranno piu' a
niente''. Inoltre Vergari ha messo in evidenza che senza una presa telefonica nelle vicinanze del decoder, attualmente, non e' possibile collegarsi alla rete neanche alla velocita' di 56K. Per questo
l'Adiconsum chiede ai consumatori di rallentare gli acquisti degli apparecchi di ricezione digitale finche' non si fara' chiarezza sulla connessione internet a banda larga e
sulla ricezione del segnale digitale su tutto il territorio Italiano.
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