9 ottobre 2004 NOTA DI SERVIZIO Sta per essere spedita una comunicazione riservata molto importante. Tutti coloro che avessero cambiato la/le loro e-mail rendendo impossibile un nostro contatto mandino immediatamente a conna@conna.it i loro identificativi aggiornati. Coordinamento nazionale Nuove Antenne
24 ottobre 2004 SOLO IL CONNA Continuano ad arrivare richieste di informazioni sul digitale radiofonico e televisivo e per tutti la risposta è molto semplice ed essenziale: la cosa non deve preoccupare eccessivamente perché secondo le leggi ingiuste e raffazzonate emanate fino ad oggi, spazi per le emittenti locali nella pratica non ce ne sarebbero e ciò - solo a pensarlo - prospetta uno scenario insostenibile per i nemici delle imprese che operano sul territorio ancora tutto da chiarire. Ad ogni buon conto, queste sono le linee su cui si muove la nostra associazione: 1) difendere anzitutto l'esistente analogico e in primo luogo giungere per le radio all'abrogazione della parte incostituzionale della legge 66/2001 rivedendo contemporaneamente la '422/93 che prevede l'obbligo di assumere dipendenti anche per le televisioni, affrontando nel contempo la situazione precaria in cui versano tante imprese assillate se non aggredite dai cosiddetti ispettorati che in buona parte sono sedi di strani movimenti, di inerzia nei confronti delle locali e di estrema solerzia in quelli di reti nazionali e multiregionali, nonché agire contro tutte le canagliate nascoste all'interno di leggi e regolamenti; 2) seguire gli sviluppi in merito agli standard standard definitivi che verranno adottati, anche in ragione della loro diffusione e praticabilità, ma soprattutto esercitare una forte azione in favore di gruppi di emittenti che devono essere poste in condizione di gestire in proprio ed in economia apparecchiature di trasmissione in digitale. Il meccanismo previsto dalle leggi vigenti infatti demanda ai "gestori di rete" la possibilità di fungere da carrier, da trasportatori di segnale, consegna cioè al solo mercato la sopravvivenza delle locali, molto aleatoria per i notevoli investimenti previsti senza i quali si creerebbero condizioni di impossibilità di continuare ad esistere. Ora, considerato che solo Conna persegue obiettivi di questo genere stante l'adeguamento piatto, consenziente se non interessato del rimanente schieramento associativo, gentili amici che ancora non avete capito da che parte stare, siete convinti ora di aver sbagliato tutto, di esservi accontentati solo di parole, di convegni "molto partecipati" e di essere stati presi in giro? Il Conna rimane la sola possibilità di lotta, se ce ne sono altre gradiremmo che qualcuno ce le facesse conoscere, pubblicheremo le sue considerazioni.
20 ottobre 2004 SPRECO Sta mostrando la corda la gestione Gasparri del digitale terrestre ed il conseguente sperpero di pubblico denaro speso in una operazione che nessun altro stato europeo ha tentato. L'operazione escogitata per salvare Rete4 ha imposto una scelta affrettata del digitale terrestre che non ha corrispondenti in nessun altro stato europeo eccetto la Gran Bretagna che dopo 6 anni di sforzi e di pubblicità è riuscita a "convincere" appena il 6 per cento degli spettatori televisivi a dotarsi di decodificatore. L'Associazione di consumatori e utenti di Roma (MDC) ha denunciato all'Autorità garante del mercato la catena di distribuzione Mediaworld per pubblicità ingannevole nel momento in cui il ministro Gasparri ha annunciato l'esaurimento della somma stanziata nella legge finanziaria di ben 110 milioni di euro (212 miliardi di vecchie lire!) per l'acquisto dei decodificatori "..soldi..che più che tornare a favore dei consumatori sono finiti nelle casse delle aziende produttrici (tra le quali c'è Mediaset ndr)". Mediaworld infatti, nonostante fossero esauriti i fondi, pur di attirare nuovi clienti continuava a promettere di regalare i decodificatori, cosa non vera. L'Associazione presenterà altresì un esposto alla Corte dei conti "perché - scrive in un suo documento - venga aperta una indagine sull'utilizzo dei 110 milioni di euro della finanziaria 2004: si tratta di uno spreco di risorse immane - aggiunge - un vero e proprio regalo che il governo fa ai produttori ed ai distributori...".
18 ottobre 2004 NEGAZIONE Ci sono pervenute lettere da nostri associati a firma del direttore generale del ministero Laura Arìa dove si nega l'attribuzione di contributi a favore delle radio locali in quanto emittenti non " legittimamente esercenti " cioè "non in possesso" dei requisiti di cui all'articolo 1 comma 2 del decreto ministeriale 225/2002. Esaminiamo il contenuto del comma 2 dell'articolo 1 del '225/2002. 2. Per emittenti legittimamente esercenti si intendono le emittenti in possesso dei requisiti previsti dall'articolo 1, comma 2-bis, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66, che hanno inoltrato al Ministero delle comunicazioni, nei termini previsti, la domanda di verifica del possesso dei requisiti alla data del 30 settembre 2001. Si noterà senza bisogno di essere esperti in materia che il rigetto della domanda di contributi poggia esclusivamente sulle inique norme della legge 66/2001. Cosa fare se non rivolgersi al tribunale locale considerato che la sentenza della Consulta n.204 del 6 luglio scorso oggi lo consente? Il Conna provvederà a dare tutte le istruzioni possibili all'avvocato che si occuperà della questione - anche digiuno in materia radioelettrica - che nel ricorso - probabilmente rivolgibile anche al giudice di pace - dovrà chiedere semplicemente di rinviare alla Corte costituzionale quella parte di della legge 66/2002 che impone obblighi e oneri non dovuti. E' così cari amici che ci si difende, lo "sfogo", la protesta non serve a nulla. Aspettiamo notizie in proposito.
7 ottobre 2004 SFREGIO Quanti ci seguono sanno che il Conna non ha mai considerato la Rai nemica delle "locali" nonostante problemi di carattere tecnico ce ne siano stati tanti, soprattutto ad opera di alcuni suoi tecnici di AF radiofonica con il paraocchi che ostinatamente si rifacevano al Piano di Stoccolma del tempo che fu. Tuttavia il suo patrimonio di insegnamento, di serietà, di professionalità di pubblica utilità non ce lo siamo mai dimenticato ben sapendo che l'alternativa al mezzo radio tv nazionale sarebbe stata la sfacciata prepotenza di aziende private ben più aggressive: basta pensare che a tutt'oggi la Rai non fa uso di processori audio per scelta aziendale con il risultato che i suoi segnali "emergono" ben poco rispetto alla modulazione esasperata delle reti private nazionali e multiregionali. Ci voleva Maurizio Gasparri nominato ministro a bella posta da Silvio Berlusconi a trafficare per distruggere il più grande ente culturale italiano prevedendo nella sua legge legge, anzi nella "loro" legge, la privatizzazione e la nomina di elementi di fiducia come il direttore Cattaneo la cui conduzione fallimentare bene si commenta con la disattivazione dei grandi trasmettitori in Onda Media, onore e motivo di vanto storico della Rai. Ora siamo all'insulto, alla beffa o meglio allo sfregio: la Rai, l'ente di Stato interdetto da palazzo Chigi evidentemente ritenuto una appendice di villa Certosa in Sardegna o della villa di Segrate. Prima di leggere una sintesi del comunicato che segue dell'Agenzia Italia ogni lettore, ogni iscritto al Conna, ogni persona onesta si riproponga di utilizzare ogni mezzo per raccontare ai cittadini che dopo l'alienazione dei beni culturali e architettonici, la vendita delle sedi dei ministeri e quella delle strade Anas (in forse, stante la forte opposizione) quanto l'azione governativa dovuta ad ad una politica banditesca sta tramando ai danni del mezzo pubblico radio televisivo, ovvero contro una proprietà che appartiene a tutti noi.
....Non sara' la Rai in qualita' di "servizio pubblico della nazione ospitante" ma la societa' 'Euroscena' "incaricata da Palazzo Chigi "a fornire a tutte le reti televisive italiane e straniere le riprese della cerimonia per la firma della convenzione dell'Unione Europea che si svolgera' a Roma il 29 ottobre.
8 ottobre 2004 PUBBLICA UTILITA' Da parte dei nostri iscritti c'è stata una buona risposta di adesione alla Convenzione con la Protezione civile, ma il come formalizzare l'impegno delle emittenti rimane ancora tutto da decidere. Chiederemo indicazioni al commissario Sangiorgi che tanto si è impegnato per rendere possibile questa collaborazione e non mancheremo di darne notizia. Il Conna ha favorito questa iniziativa perché risponde a quei compiti di pubblica utilità tipici delle emittenti locali che a differenza delle nazionali possono diffondere selettivamente su di una determinata parte del territorio messaggi in condizioni di emergenza. Oltre tutto ciò rappresenta una ragione aggiuntiva di difesa dell'emittenza locale della quale poi non ci si potrà ricordare solo in situazioni di calamità naturali o di imprevidenza amministrativa.
6 ottobre 2004 VORWERK Ci
è stato fatto notare ciò che già sapevamo (non siamo così sprovveduti!) che le associazioni che stanno dietro di
essi sono
le medesime che hanno esercitato pressioni inaudite sul mondo
politico-ministeriale pur di avere leggi e regolamenti funzionali ai loro
interessi.
Una delle migliori è senz'altro quella della ditta Vorwerk che produce l’aspirapolvere “Folletto”; lo deduciamo dal fatto che da anni uno dei suoi rappresentanti, tale Cristiano Petrassi (ricordiamo ormai il suo nome a memoria), “batte” ossessivamente la zona dove si trova il Conna.convinto che prima o poi uno dei presenti (magari Claudio Patrizi che è un buono) finirà per firmare per stanchezza o per errore un contrattino di acquisto. (M.A.) .
3 ottobre 2004 LAVORATORI.. Ci giungono spesso dai nostri associati domande su persone che si presentano presso le sedi di radio e televisioni locali ed esercitano pressioni affinché l'impresa si "iscriva" ad una associazione. Cosa dire, respingiamo intanto i vari epiteti pesanti, sproporzionati cui sono stati fatti oggetto questi personaggi che per vivere devono pur procacciarsi il necessario. Sono anch'essi dei lavoratori equiparabili ai viaggiatori di commercio - magari pagati a percentuale - e come questi ultimi utilizzano gli argomenti tipici del venditore. Rientrerebbero nella normalità se non approfittassero per fare del terrorismo in pillole: "La nostra associazione è l'unica ad assicurarvi un aiuto altrimenti vi aspetta la chiusura..."; o per millantare credito: "Gli altri non contano nulla, noi abbiamo rapporti stretti con ministero, ispettorati, ministri..". Comunque non sono certo questi procacciatori di affari usi a macinare chilometri in treno o in autostrada il nostro obiettivo di critica ma le associazioni che stanno dietro di loro che con questi sistemi sono riuscite a gonfiarsi mostruosamente di clienti, molti dei quali dopo aver "abboccato" e pagato cifre rilevanti per la "protezione" sono stati costretti a interrompere l'attività o a svendersi in barba all'aiuto promesso. Il Conna come associazione no-profit non ha nulla contro il mondo degli affari perché senza di essi tutto si fermerebbe, ma vivaddio chi intendeva far consulenza e rappresentava un gruppo serio ha avuto il buon gusto di non costituire una associazione per dare una copertura all'attività commerciale e affaristica che andava svolgendo.
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