31 ottobre 2002 DENUNCIA LA LETTERINA Il ministro Gasparri ci ha inviato una lettera in fondo alla quale si firma facendosi precedere da un "Cordialmente", annunciando la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto per l'erogazione dei contributi e chiedendoci di mettere le emittenti interessate a conoscenza di questa nuova opportunità. Mentre contraccambiamo le cordialità, troviamo del tutto fuori luogo la chiusura della lettera quando il ministro rivendica la "prova tangibile dell'impegno suo e del governo in favore dell'emittenza radiofonica locale". E' appena il caso di ricordare a Gasparri che se evitando pubblicità a buon mercato avesse veramente avuto a cuore le sorti delle radio locali, anzitutto non avrebbe votato in parlamento a suo tempo la legge n.66 del 2001, tuttavia, ammettendo una possibile "svista", come primo atto non appena nominato ministro avrebbe dovuto essere quello di emanare un decreto che eliminasse una tale indecenza incostituzionale ideata dal sottosegretario Vincenzo Vita e "accettata" dal Tar del Lazio che così si è mostrato al servizio dei politici e dell'ingiustizia (leggere i Nuove Antenne di novembre e dicembre dello scorso anno). Non c'è dubbio che da parte nostra si invitino TUTTE le emittenti a rivolgere domanda di ammissione COMUNQUE ai contributi, anche quelle che appaiono vittime delle "strettoie" seminate a bella posta per produrre selezioni e premiare in definitiva soprattutto le macro imprese: non abbiamo infatti perso la speranza di rivendicare regole nuove attraverso i tribunali nazionali o internazionali.
PROROGA Come avevamo previsto (leggere "Schizofrenia" del 17 ottobre scorso in questa stessa pagina) , il ministro Gasparri si è accorto che la scadenza al 30 ottobre pv per rivolgere domanda volta ad ottenere i contributi previsti dalla legge finanziaria dello scorso anno, fissata dal decreto n.225 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 ottobre al giorno 30 di questo mese avrebbe creato una situazione paradossale. Ha pertanto concesso un provvedimento di proroga al 30 novembre 2002 pubblicato sulla G.U. n.248 di ieri l'altro. Senza
allarmismi quindi, senza fretta e soprattutto non facendo cadere le cose
dall'alto, daremo notizia su come meglio compilare l'apposito,
semplicissimo modello B contenuto nel decreto. 22 ottobre 2002 DIGITALE TERRESTRE Ieri, convocati presso la sede dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, abbiamo presenziato all'assemblea dedicata al piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva digitale (PNAF-DVB). Il direttore del progetto ingegner Viola e l'estensore del medesimo professor Sassano hanno illustrato le scelte che fino ad oggi hanno costituito motivo del loro lavoro le cui conclusioni così si possono riassumere:
realizzabili 18 reti a copertura nazionale ("Bouquet") - deconponibili a livello regionale - 20 Mbit/Sec per "Bouquet" (4 o 5 programmi) - 72/90 programmi: 48/60 nazionali e 24/30 regionali (per 21 regioni); pianificazione flessibile - ampi margini per il progettista; - criterio di equivalenza; risorse residue - disponibili su molte aree urbane (Rm. Mi).
L'apparente ermetismo di queste conclusioni non è apparso tale per le spiegazioni che sono state date durante l'assemblea dopo le domande dei rappresentanti della Rai, di Mediaset, del Ministero delle comunicazioni nonché di due rappresentanti del Conna. Il terzo elemento della nostra associazione, intervenuto per ultimo, ha ricordato la recentissima adozione da parte della commissione federale per le comunicazioni (fcc) degli Stati Uniti del piano IBOC (di cui abbiamo parlato nell'articolo del 16 ottobre scorso leggibile più in basso), sollecitando i rappresentanti dell'Autorità a non fermarsi al fallimentare piano europeo DAB, cercando invece di individuare anche in campo televisivo soluzioni alternative che non prevedano spese proibitive per le emittenti locali e tempi biblici di realizzazione.
IL CINTURONE Credevamo di aver spiegato a sufficienza l'opera nefasta di frazionamento intentata da alcuni sconsiderati che non paghi di tanti nemici esterni delle emittenti locali hanno voluto aggiungere la loro persona a quelli interni. Eppure ancora qualcuno ci pone delle domande cui pensavamo di aver risposto in modo definitivo (legge negli arretrati delle "Ultimissime" alla data del 30 settembre "SPURIE" ), dimostrando di non leggere con sufficiente attenzione queste note quasi quotidiane che ci sforziamo di rendere brevi e concise il più possibile. In pratica, ci si chiede ancora se il Conna non ritiene opportuno "unirsi" ad altre associazioni nate in tempi recentissimi. Non possiamo che ripetere con la pazienza che non ci manca, le cose che abbiamo già detto (forse in modo poco chiaro?). Di fronte al pericolo di perdere la loro emittente, un certo numero di individui ha pensato, magari portando la moglie dal notaio, di costituire una associazione. La furbizia contadina - apprezzabile in altri settori - ha prodotto questo ragionamento: "Chissà che avvicinandomi alle stanze del potere non riesca a difendermi meglio". Secondo questa brillante trovata nel nostro paese potrebbero nascere al limite 700/800 associazioni radiofoniche e 300/400 televisive (probabilmente il ministro Gasparri le legittimerebbe tutte) alla maniera del Far West americano dove ognuno tentava di farsi largo allacciandosi il cinturone, contando sulla canna della propria pistola e facendosi giustizia in proprio. Unirci alla congrega di questi scissionisti che facevano parte del Conna e che con il loro comportamento hanno contribuito a dare al mondo politico e a quello dell'informazione l'immagine falsa di una situazione associativa interna alla emittenza confusa e inattendibile? Perché dovremmo farlo? Essi mancano di un qualsiasi programma che non sia improvvisato "alla giornata" e si fanno compagnia alla maniera dei "quattro gatti" disperati: sono loro ad essere usciti per ragioni personali dal Conna che vanta 27 anni di onorata attività e una storia alle spalle; perché mai dovremmo inseguirli? Esiste poi il problema degli "studi di consulenza" e delle "associazioni" fittizie che hanno creato per darsi maggiore credibilità. Essi, spesso, hanno interessi divergenti dalle imprese radiofoniche e televisive locali le quali - per esempio - vorrebbero leggi e regolamenti estremamente semplificati, interpretabili da un comune cittadino (esattamente come non si stanca di reclamare il Conna nelle sedi adatte). Essi, invece, da sempre "remano contro ", altrimenti, come giustificherebbero la loro presenza in quanto "consulenti" se diventasse tutto più semplice, e come potrebbero lucrare se cessasse la loro intermediazione fra le emittenti e gli avvocati nelle inevitabili (numerose) controversie? Per fortuna coloro che hanno compreso da che parte stare e la pericolosità dei tranelli che si nascondono all'esterno e all'interno dell'emittenza sono sempre più numerosi e ci lasciano la speranza di riuscire ancora a salvare qualcosa, anzi, visto che siamo in argomento approfittiamo per salutare con un "benvenuto" gli ultimi iscritti al Conna:
RADIO MARGHERITA (MARGHERITA DI SAVOIA, FOGGIA); TELERADIO ORTE (VITERBO); RADIO SAN MASSIMILIANO (SCHIO, VICENZA); SUNDAY RADIO (LUCERA, FOGGIA); RADIO NETTUNO (ANZIO, ROMA); RADIO STUDIO QUATTRO (VILLACIDRO, CAGLIARI); TELERADIO TIRRENO CENTRALE (CASTELFORTE, LATINA); RETE SMASH (MANFREDONIA, FOGGIA); ASSOCIAZIONE ARTEMIDE (RANDAZZO, CATANIA).
17 ottobre 2002 SCHIZOFRENIA Il Conna, non avendo interesse a procacciarsi clienti, ha evitato di cominciare due mesi prima come qualcuno ha fatto a gridare l'arrivo dei contributi annunciati intempestivamente in pompa magna dal ministro Gasparri molto tempo fa. E ci siamo anche ben guardati da prendere per buono il regolamento, prima di vederlo pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale del 15 ottobre scorso con il numero 225 (leggibile su questo sito alla voce "Scadenze"). Come sospettavamo infatti ne è nato l'ennesimo pasticcio all'italiana perché ponendo la scadenza al 30 ottobre di ogni anno, teoricamente le emittenti avrebbero un solo giorno a disposizione per rivolgere domanda per ottenere i contributi dal momento che il decreto entra in vigore, appunto, il 30 ottobre! Da pazzi, e considerato che i matti in questo settore non difettano, cercheremo di limitare la schizofrenia, chiedendo per iscritto al ministro Gasparri di prorogare i termini, al fine di permettere di rivolgere le domande con un minimo di tranquillità se non altro per non commettere errori.
16 ottobre 2002 NOTIZIA ESPLOSIVA Notizie sul digitale alla dinamite vengono dagli Stati Uniti che non hanno nulla a che fare con la "voglia di guerra" del presidente Bush nei confronti dell'Iraq. Ne dà notizia Andrea Borgnino sul giornale il manifesto del 13 ottobre sia pure in chiave pessimistica, non capendone l'aspetto invece felice. Balza evidente leggendo questo articolo, quando si parla di utilizzazione della banda fm e addirittura delle onde medie per "prevedere un costo minimo per la conversione delle radio dall'analogico al digitale" quanto il Conna sappia vedere lontano - in questo caso valendosi dell'intuito di Danilo Maddalon di Radio Nuova Musica - nell'annunciare (consultare l'apposita voce SCA in prima pagina e gli arretrati di "Ultimissime dello scorso mese, in particolare l'articolo del 12 settembre scorso ) che è possibile realizzare il digitale impiegando la tecnica Sca per un simulcast "indolore", ovvero senza rilevanti spese. Gli esperimenti da parte del Conna sono a buon punto, ma nel frattempo, quanto sta nascendo in questo senso valga a stimolare tecnici e ricercatori affinché il sistema europeo DAB venga rivoluzionato considerato antieconomico e quindi dismesso, specie per il nostro paese dove si sono affermate negli ultimi 27 anni microimprese locali. Una tecnica quella del Dab europeo che ha mostrato grandi limiti e che obbligherebbe le radio (discorso analogo vale anche per le televisioni) a mandare al macero - con buona pace di Andrea Borgnino - tutte le apparecchiature in loro possesso comprese buona parte delle stesse emittenti il più delle volte non in grado di sostenere spese proibitive.
Nel mondo della telefonia cellulare è nota l'enorme differenza tra le scelte operate dalle compagnie americane e quelle europee. Se nel nostro continente è stato creato un solo sistema utilizzato da tutte le compagnie, il Gsm, in America sono invece disponibili più sistemi di telefonia cellulare digitale con il risultato che è difficile usare lo stesso telefono nei due continenti e soprattutto le case costruttrici dei terminali devono creare modelli diversi per i due mercati. Purtroppo la stessa cosa sta per avvenire nel mondo della radio grazie ad una decisione della commissione federale per le comunicazioni (fcc) che ha annunciato in questi giorni la scelta dello standard per la radiofonia digitale terrestre che sarà utilizzato sul suolo americano. Si tratta del sistema Iboc (acronimo di In Band On-Channel) che permette di di trasmettere un segnale digitale sulle stesse frequenze utilizzate per le trasmissioni in fm e onde medie. Il sistema, sviluppato dalla Ibiquity Digital Corp., permetterà alle emittenti di iniziare a trasmettere in digitale senza dover abbandonare le emissioni analogiche e soprattutto non comporterà l'acquisto di nuovi impianti. La scelta è stata fortemente influenzata dalle pressioni del Nab, l'associazione delle emittenti americane, che chiedevano alla commissione uno standard che prevedesse un costo minimo per la conversione delle radio dall'analogico al digitale. Il risultato di questa scelta è un vantaggio reale per le emittenti che potranno risparmiare per la conversione, ma una perdita per il mercato mondiale delle radio e per gli ascoltatori che si dovranno dotare di ricevitori digitali per ogni continente. Lo standard della radio digitale in Europa è infatti il Dab che non ha nessuna compatibilità con il sistema americano Iboc. Il Dab è utilizzato anche in Canada che evidentemente non è riuscito a convincere i vicini statunitensi ad utilizzare uno standard inventato dagli europei in uso in molti paesi tra i quali l'Australia, l'India, la Cina, Israele , Taiwan, e Singapore. Il risultato di questa scelta americana non favorirà la diffusione globale dei ricevitori Dab influendo negativamente sul loro prezzo finale e obbligherà i costruttori di ricevitori a mettere in commercio nuovi apparecchi dedicati al solo mercato americano.
15 ottobre 2002 L'ALLEGATO B La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del "Regolamento benefici radio locali" chiarirà se il termine ultimo per la presentazione delle domande per ottenere contributi sarà confermato al 30 ottobre cm., o se verrà spostato considerato il tempo assolutamente insufficiente lasciato a disposizione delle emittenti radiofoniche. Non appena avremo la certezza che il Regolamento rispetto alla prima stesura non avrà subito variazioni, lo pubblicheremo sui nostri siti nella rubrica "Scadenze" insieme al famigerato B che tante volte ci è stato richiesto sull'onda dell'equivoco dovuto alla bozza di Regolamento intempestivamente fatta circolare per mesi dal ministro Gasparri. Grazie e 7 più per questi contributi, anche se non possiamo fare a meno di notare che appare evidente che ne saranno principalmente beneficiarie le grosse imprese. E poi una domanda: che senso ha l'esclusione per coloro che non hanno presentato domanda per l'ammissione alle provvidenze dell'editoria per l'anno precedente a quello al quale il contributo si riferisce?
14 ottobre 2002 SOSPETTO Il provocatore che ha tentato di metterci in difficoltà ha ottenuto il risultato opposto perché si è verificato un ulteriore compattamento all'interno della nostra associazione fatta oggetto di numerose espressioni di solidarietà che dimostrano quanto sia ritenuta importante la nostra presenza. Abituati a ben altro, non abbiamo certo drammatizzato l'accaduto, anche se il problema dell'infiltrato inserito nel gruppo dei ricevitori di "posta riservata" non ci ha lasciato indifferenti al punto che abbiamo deciso di "nascondere" gli indirizzi dei destinatari. Il resto, lascia solo spazio a considerazioni di carattere etico e generale sulla natura umana riportandoci fatalmente a questioni di ben altro spessore. La prima che ci viene in mente è quella del dramma palestinese, un popolo che da lontano immaginiamo compatto come un blocco di granito, orientato a difendersi dallo stato di Israele. Invece non è così, anche fra i palestinesi ci sono spie, traditori e opportunisti che per un pugno di dollari informano mediante la radio, o dove possibile con un semplice cellulare, i loro nemici (amici per interesse) su quale auto e a quale ora potranno colpire con i loro missili il tale dirigente che interessa eliminare. Tuttavia la cultura del sospetto non deve farla da padrone perché per fortuna è sempre una infima minoranza quella che agisce nell'ombra. E' però buona norma tenere gli occhi bene aperti e vigilare.
P.S. Mentre scrivevamo questa nota, ci ha chiamato Aurelio Cappitta di Radio Onda Libera di Avola, anch'egli "ricevitore" del virus, il quale molto semplicemente ha osservato: "Dobbiamo ricavarne un buon segnale indicatore, evidentemente l'azione del Conna dà fastidio a parecchia gente".
11 ottobre 2002 "AMICI" SORRIDENTI Ringraziamo
Radio Arcobaleno, Radio Dolce Vita, Radio Nuova Musica, Radio Studio 96,
Radio Piacenza che per prime ci hanno immediatamente segnalato l'invio di
un virus contrabbandato in "Posta riservata" dal nome VBARIF.XLS.scr
(50.8 Kb), spedito da un fantomatico indirizzo conna@inventarti.it
. Che dire? E' dal suo nascere che il Conna è fatto oggetto di diffamazioni, boicottaggi e in certi casi gravi minacce al punto che dopo averne documentato qualcuna alla polizia mediante registrazioni telefoniche effettuate a sorpresa, una nostra auto di servizio era stata perfino abilitata a percorrere le corsie preferenziali riservate ad autobus e tram per ragioni di sicurezza. Questo per la parte "Hard" come ormai si usa dire, per quella "Soft" basta leggere la stampa specializzata per capire quale trattamento è riservato al Conna da certi sorridenti "amici" direttori o capi redattore. Raramente
avete letto di noi, della nostra storia delle nostre iniziative e
recentemente di ciò che abbiamo intentato in campo giudiziario. E'
da considerare giornalista rispettoso della deontologia professionale chi
mostra scoperte doti negative di faziosità? Meritano autorevolezza e
considerazione queste riviste contenitori di opinioni propinate
incessantemente senza ritegno alcuno dai soliti affaristi, privi di
ideali e nemici dell'informazione locale?
Nello specifico, come difendersi. Il Conna quando manda "Posta riservata" - se escludiamo casi eccezionali come quello dell'invio lo scorso anno dei famigerati modelli da compilare per la "prosecuzione dell'attività" - non inserisce mai "allegati". Ciò che abbiamo da comunicare (in questi giorni per esempio proponiamo di effettuare pubblicità nazionale) è contenuto nella stessa pagina. Eventuali allegati non devono essere aperti perché potrebbero, essere causa di inquinamento del computer e quindi di spese e perdite di tempo.
06 ottobre 2002 LA MEMORIA Pubblichiamo la memoria dell'avvocato Lombardi prima di conoscere il pronunciamento del Tar il cui esito non ci preoccupa minimamente: che sia a noi favorevole o meno, il cammino che abbiamo iniziato cui il Conna dedica tutte le sue energie, lo percorreremo interamente. Lo
scopo di far conoscere queste semplici considerazioni di Lombardi è
quello di far riflettere su di una delle più grandi truffe che siano
state giocate in Italia passate sotto silenzio. Stupisce che i raggirati, gli ingannati non abbiano reagito a tanta prepotenza e per la maggior parte, sia pure nel timore di essere esclusi, si siano sottomessi al pagamento di ingenti somme di cànoni e tasse governative non dovute.
TRIBUNALE
AMMINISTRATIVO REGIONALE PER IL LAZIO (sezione
seconda – ud. 2.10.2002) n.19.395/00 Per
RadioAlfa di Ciavattini Mirco, Canale 102 Radio 2000, Canale 105, Radio
Antenna Alta, TRS Milano, Radio Amaselo International, Radio Idea Stereo,
GS Televison, Dimensione Radio Rete Uno Italia, Canale 94 Stereo, Radio
Pulsar, Radio Universal. (Avv.
Carlo Lombardi)
ricorrenti Contro
il Ministero delle comunicazioni
resistente MEMORIAIl
provvedimento impugnato è illegittimo, perché basato sull’errato
presupposto dell’esistenza di una regolare ed effettiva concessione per
la radiodiffusione e, comunque, su una falsa applicazione delle norme
regolanti la materia. l
Ministero delle comunicazioni, in sostanza chiede alle emittenti locali il
pagamento di canoni per il periodo dal 1994 al 1999, cioè per un periodo
di cui alle emittenti , pur autorizzate transitoriamente all’esercizio
delle radiodiffusioni locali, non era stata rilasciata una concessione che
le abilitasse a trasmettere su determinate e precise frequenze. Il
diritto del Ministero a percepire il canone si concretizza soltanto nel
momento in cui il Ministero stesso avrà adempiuto all’obbligazione di
assegnare a ciascuna emittente una ben determinata frequenza che permetta
agli ascoltatori una ricezione senza disturbi, così come previsto
dall’articolo 3, comma 7, della legge n. 223/90. Ciò
discende da una corretta interpretazione dell’articolo 34 della legge
223/90, il quale, al comma quinto, prevede esplicitamente che “le
concessioni previste nella presente legge possono essere rilasciate solo
dopo l’approvazione del piano di assegnazione” delle
frequenze. L’approvazione
di detto piano, come è ben noto, non è ancora avvenuta, per cui, allo
stato, vige il regime transistorio di cui all’articolo 1 della legge
n.422/93, che prevede una “concessione” della durata di tre
anni; è evidente che non si tratta, nonostante il termine usato, di una
vera concessione, bensì soltanto di una autorizzazione a trasmettere
che riconosce uno status precario e provvisorio che non
fornisce alcuna garanzia né sulla qualità della ricezione (disturbata da
altre emittenti, anche sulla stessa frequenza), né sull’esercizio
effettivo dei diritti spettanti ad un concessionario, e che non permette
di essere certi che, dopo l’approvazione del piano di assegnazione,
otterrà, in futuro, una vera concessione e per quale frequenza (questa
potrebbe essere diversa da quella attuale). Questo
status precario, che non può, di certo, essere considerato una
“concessione” ha come conseguenza che l’impresa radiofonica non ha
la possibilità di sviluppare un programma economico, il quale presuppone
le certezze che solo un provvedimento amministrativo può dare. Ciò rende
le piccole emittenti locali, con modesti mezzi e capacità economiche,
molto vulnerabili e le pone costantemente sotto la minaccia della
cessazione dell’attività. In
realtà, è avvenuto che molte emittenti non sono sopravvissute in questo
stato di precarietà congenita e sono rimaste attive soltanto quelle che,
sorrette dall’entusiasmo di elementi locali e aiutate da soggetti,
pubblici o privati, interessati al mantenimento di un centro di diffusione
di notizie e di scambio di opinioni nell’ottica locale, hanno mostrato
una vitalità superiore ad ogni aspettativa. Pertanto,
l’assenza di una effettiva concessione comporta la non sussistenza di
tutti i diritti della Pubblica Amministrazione e, in primo luogo,
l’inesistenza del diritto a percepire un canone. La
pretesa del Ministero di conseguire il pagamento di un canone pieno è
illegittima; da un lato, infatti, vi è una autorizzazione che, in
qualunque momento, con l’approvazione del piano di assegnazione delle
frequenze, può venir meno, dall’altro vi è il soggetto autorizzato che
non ha la possibilità di conoscere se e quando otterrà una vera
concessione. L’ammontare
del canone è fissato dalla legge soltanto a carico del concessionario,
cioè del titolare di una concessione ben definita nell’oggetto e ben
delimitata nel tempo (cinque anni, dieci anni, etc.) e non può essere
applicato, sulla base di una inammissibile interpretazione analogica,
anche alle situazioni precarie oggi esistenti di fatto. Allo
stato, l’Amministrazione ha, oltre i diritti del concessionario, anche
quello di far cessare ad nutum il rapporto, mentre l’esercente
della emittente radiofonica ha solo il diritto di vivacchiare, senza
possibilità di espandersi e nemmeno di consolidarsi economicamente, con
totale mancanza di prospettive sulla durata del precario rapporto. In
queste condizioni, la pretesa dell’Amministrazione appare evidentemente
iniqua, oltre che illegittima da un punto di vista giuridico. Si
confida, perciò, nell’accoglimento delle già precisate CONCLUSIONI
Piaccia
all’Ecc.mo TAR del Lazio, in accoglimento del ricorso proposto dalle
imprese radiofoniche in epigrafe, annullare e dichiarare privo di
giuridici effetti il provvedimento del Ministero delle Comunicazioni in
ordine alle spese, competenze ed onorari del giudizio. Con
salvezza di ogni altro diritto, azione e ragione. (Avv. Carlo Lombardi) 03 ottobre 2002 MERITO Ieri, presso la nuova sede del tar del Lazio è stato discusso nel merito il ricorso promosso dal Conna e da un nutrito gruppo di radio che avevano ritenuto non fosse giusto pagare cànoni per concessioni mai avute (frequenze che fossero determinate a seguito della stesura di piani - mai realizzati - garantite per una ricezione priva di disturbi come recita la legge). La prossima settimana conosceremo il pronunciamento del Collegio giudicante, ma ancora prima pubblicheremo la splendida memoria dell'avvocato Carlo Lombardi allegata agli atti la scorsa settimana a completamento dell'intero carteggio depositato in precedenza.
Nota di servizio Tutti coloro che non hanno ricevuto in "posta riservata" l'lnteressante proposta del Conna sulla pubblicità riservata alle emittenti locali è bene mandino subito il loro indirizzo e-mail aggiornato a conna@conna.it |
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