24 settembre 2009
I DIRITTI DELLA MOGLIE
I partiti della sinistra francese avversando la cosiddetta legge
Hadopi guadagneranno sicuramente simpatizzanti e quindi sostegnI
elettorali dalla popolazione più giovane da quando
hanno deciso di ricorrere per la seconda volta al Conseil
constitutionnel (la Corte costituzionale francese).
La famigerata legge Hadopi che sembra sia stata prodotta dall'ossessione
dell'attuale presidente francese Sarkozy di proteggere i diritti
d'autore della moglie, era già stata bocciata una volta dal Conseil,
ma il governo l'aveva ripresentata, e martedì 22 settembre, il
concentrato di violenza anti-Internet approvato dal Parlamento si è
aggiunto alla raccolta delle leggi francesi.
Come è noto la Hadopi nella nuova versione è concepita per impedire
prelievi dalla Rete: dopo due avvertimenti un qualsiasi cittadino potrà
vedersi distaccare l'adsl, essere multato fino a 300 mila euro e
condannato a due anni di carcere.
Che siano le multinazionali a condurre il gioco e a imporre ai governi
ciò che maggiormente si confà ai loro interessi non è un mistero per
nessuno come è chiaro che si rende necessaria una azione internazionale
comune per opporsi al continuo attacco alla libertà di espressione.
La posizione della nostra associazione l'abbiamo già espressa in
occasione delle "irruzioni" della Guardia di finanza nelle sedi di radio
e televisioni con il conseguente sequestro di file considerati
"corpi di reato": ogni cittadino, a casa sua, luogo altamente
protetto dalla Costituzione repubblicana che lo definisce "Inviolabile"
e non sottoponibile a ispezioni, perquisizioni o sequestri, ha diritto
di raccogliere e detenere tutto il materiale informativo e di
documentazione che vuole, "scaricato" anche dalla rete Internet, purché
non ne venga fatto commercio*:
distacchi dolosi di collegamenti con l'esterno (adsl o altro) che non
avvengono per cause di forza maggiore dovranno essere considerati a
tutti gli effetti interruzioni di pubblici servizi.
Se la popolazione di Internet vorrà difendersi da odiosi soprusi che
tendono a far regredire la conoscenza e arrestare il progresso culturale
dovrà necessariamente muoversi su questa base e organizzarsi di
conseguenza.
* Nel caso
di file musicali il diritto d'autore verrà corrisposto nella proporzione
dovuta solo all'atto della pubblica diffusione (radiofonica, televisiva
o di altro genere).
13 settembre 2009
N.A. SETTEMBRE
Dal 25 agosto non abbiamo certamente oziato,
anzi abbiamo lavorato di più perché era importante il nostro giornale
Nuove Antenne, venisse stampato e distribuito al più presto (operazione
per una associazione non profit come la nostra molto
pesante).
Fra domani e dopo domani martedì partiranno in abbonamento postale
migliaia di copie distribuite capillarmente in tutta Italia e a partire
dal giorno 18 anche deputati, senatori e Commissioni riceveranno una
copia direttamente in casella.
A differenza del passato - data l'importanza del momento dovuta allo
sciagurato passaggio dall'analogico al digitale - abbiamo
proceduto inviando preventivamente a 4600 indirizzi e-mail diversi un
avviso, ed in seguito il giornale in PDF (pubblicato in questo modo
anche da newslinet.it e sul sito
nuoveantenne.it ).
La spedizione ora della massa cartacea
non fa che consolidare questa informativa perché l'autorevolezza di un
foglio stampato e la sua immediata esibizione a tutt'oggi è ancora
unica, e l'antico adagio del "carta canta" lo prova,
per la facilità con la quale si ricevono denunce per diffamazione a
mezzo stampa: inconveniente assai raro per altri mezzi di diffusione
(radio e televisioni locali, Internet ecc..).
Ma quali sono I motivi per cui tanto abbiamo tenuto a diffondere il
numero di settembre di Nuove Antenne? Le ragioni sono quelle di un
possibile sfascio del tessuto televisivo locale e di quello radiofonico
se non verranno presi provvedimenti unitari per tempo.
Il giornale denuncia i metodi applicati dalla "autorità" più
inefficiente esistente in Italia, quella per le comunicazioni presieduta
da Corrado Calabrò, in genere forte con i deboli ecc...; il suo
procedere contro la legge e addirittura in senso inverso alle sue
"delibere" (basta pensare al caos dei decodificatori quando essi
dovevano essere di un solo tipo).
Con l'articolo "Agli operatori televisivi" poi, senza fronzoli, si
dicono cose dure ma serie e facilmente provabili. Insomma, chi ha buona
volontà di voler capire, nel nostro giornale ha un buon motivo per
svegliarsi. Se questo non avverrà, pazienza, tuttavia buoni motivi
per ringraziare le associazioni cui molti di loro sono iscritti crediamo
proprio che sarà difficile trovarne.
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