29 settembre 2001
CINQUE DIPENDENTI
Quello
che sembrava un fenomeno da poco che avevamo definito la "lista dei
coraggiosi" (che ormai continueremo a chiamarla così) è divenuto
un fenomeno notevole che meriterebbe di essere ribattezzato come
"lista dei normali".
Accanto a radio che pur di presentarsi "in regola" hanno
fatto capriole e salti mortali, oltre quaranta radio ha deciso
di andare allo scontro - se sarà necessario - principalmente per due ragioni:
1) sentendosi vittime di un colossale equivoco (da definire molto più
propriamente abuso se non peggio) non hanno inteso chinare ancora una volta la testa;
2) hanno capito l'inutilità di coprirsi di spese e di impegni
burocratici difficili da sostenere nel tempo, senza ottenere in cambio
nessuna, ma proprio nessuna sicurezza in più.
Oltre ad essere coraggiose, queste posizioni ci sembrano perfettamente
ragionate, prodotte dalla constatazione che a cominciare dalle
"associazioni" canaglia che hanno suggerito ai politici i
peggiori sistemi selettivi, tutto congiura in direzione della
eliminazione fisica delle "locali".
Ma se allora è così, quanto vale oggi svenarsi per realizzare società,
cooperative e assumere lavoratori? Il regolamento dell'Autorità
napoletana già pubblicato in bozza, prevede in un prossimo futuro ben
CINQUE lavoratori per le radio e VENTI per le televisioni locali.
Tutti coloro che oggi si sono uniformati, sono certi che saranno in
grado di sostenere questi oneri? La pratica di affermare "oggi
intanto mi salvo, domani si vedrà" è totalmente fallace
perché se anche qualcuno resistesse e riuscisse ad assumere cinque
persone, state pur certi che si inventerebbero altre forche caudine
impossibili da superare, pur
di raggiungere i loro scopi.
Il lungo percorso della difesa giudiziaria iniziato dal Conna rimane quindi
il solo praticabile e
nell'editoriale di domani dimostreremo che non ce ne sono altri, anche se qualcuno,
intempestivamente, in queste ore, per non perdere il treno, parla di
ricorrere a Bruxelles, strada che abbiamo tentato tre anni fa
(consultare Nuove Antenne del novembre 1998), attualmente non proponibile
per le ragioni che chiariremo.
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28
settembre 2001
A PIU TARDI
Il Tar ha respinto in prima lettura la richiesta di sospensiva. Ma
attenti, la vicenda al Tar del Lazio non si è ancora conclusa; il
nostro avvocato, presentando "l'istanza di prelievo" farà
rinviare la causa nel merito e contemporaneamente ricorrerà al
Consiglio di Stato per stringere i tempi al massimo.
Dichiarare incostituzionali norme appena imposte dal Parlamento (e
all'unanimità) per un tribunale non è cosa facile e ci siamo trovati
nella strana situazione che tutti (a parole) ci davano ragione, ma al
momento di decidere l'attendismo tutto italiano e la tecnica del rinvio
hanno prevalso.
Ha contribuito a produrre l'indecisione la presenza di un noto elemento
di una delle associazioni che a suo tempo invitarono i ministri
dell'epoca, in
particolare Frova, Pagani e Vizzini a imporre la trasformazione delle
ditte individuali in società con relativa assunzione di dipendenti e a
rilasciare concessioni fasulle.
Questo personaggio, per più giorni, si è aggirato negli ambienti
del Tar del Lazio sostenendo che la dichiarazione di incostituzionalità
dei due punti in questione avrebbe compromesso l'affermazione del
digitale e prodotto uno sconquasso anche nei confronti del risanamento
dell'impiantistica, della telefonia mobile e della distribuzione del
segnale via cavo.
Questi discorsi, fatti in particolare ad un elemento del collegio
giudicante hanno destato grosse perplessità al punto che la prudenza ha
finito per prevalere anche contro le evidenti incostituzionalità
contenute dalla legge 66/2001.
Che stavamo toccando pesantemente gli affari di quanti vivono alle
spalle delle emittenti locali lo sapevamo e prevedevamo tiri del genere;
non a caso, in posta riservata, abbiamo raccomandato più di una volta
di stare attenti ad informare il meno possibile i nemici dell'emittenza
locale.
Nei prossimi giorni racconteremo alcuni fatti indicativi che mostreranno
quanto questi nostri timori non fossero infondati.
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27
settembre 2001
A
DOMANI
Nel tardo pomeriggio di oggi è stata discussa la causa n.38:
"ANNULLAMENTO NORME DI ATTUAZIONE D.L. 5 CON LEGGE 66/01"
Ricorrente: Conna, Assoc. Coordinamento nazionale Nuove Antenne e altri.
Avvocati: Besi avv. Alfredo, Falchi avv. Gianluigi,
Contro: Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ministero delle Comunicazioni, già PP.TT.
Avvocati: Avvocatura dello Stato
Collegio giudicante:
Filippo Marzano, presidente
Paolo Restaino, consigliere
Roberto Politi, consigliere-relatore.
A causa dell'insediamento del presidente del Tar che avviene ogni cinque
anni (proprio il 27 settembre del 2001 doveva accadere!) l'intera
mattinata e parte del pomeriggio sono andati perduti e solo nella tarda
serata di domani ci sarà possibile conoscere il pronunciamento del Tar
che pubblicheremo immediatamente su questo sito.
Quanto ai tempi di presentazione delle domande, abbiamo accertato che a
causa del giorno festivo di domenica, il termine massimo scade alla
mezzanotte del giorno 1° ottobre (assicurarsi, specie nei piccoli
centri in merito agli orari di apertura degli uffici postali).
A giudizio unanime di avvocati ed esperti con i quali abbiamo avuto modo
di parlare, nella sostanza della questione, ossia sulla incostituzionalità delle norme contenute nella legge 66/2001, non ci sono
dubbi. Siamo quindi moderatamente ottimisti pensando che solo cavilli
procedurali (e non dovrebbero essercene stati) potrebbero aver intralciato la
nostra sacrosanta rivendicazione.
Avvertiamo quanti si trovassero in difetto rispetto a quanto impone il
decreto- regolamento della legge n.66/2001, di non temere possibili
inconvenienti di interdizione: la ragione è dalla nostra parte e non
abbiamo dubbio alcuno che riusciremo ad affermarla.
Ognuno quindi presenti la sua domanda al meglio delle sue possibilità e
ci tenga informati (possibilmente per iscritto , in lettera postale o
e-mail) se si è trasformato in società o meno, se non ha potuto
assumere dipendenti o se ha avuto inconvenienti di altro genere.
Lunedì prossimo alle ore 17 siamo stati invitati ad una assemblea al
Largo Brazzà, sede politica del Ministero delle Comunicazioni, presente
il sottosegretario Baldini, e probabilmente il ministro (se riuscirà a
liberarsi - pensiamo - da una delle tante manifestazioni mondane cui è
solito partecipare).
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26
settembre 2001
NUMERO 38
Domani, il Tar del Lazio dovrebbe pronunciarsi in merito alla nostra
causa che è iscritta con il numero 38.
Considerato che il Tribunale potrà riunirsi solo in pomeriggio perché
in mattinata è previsto l'insediamento del presidente, potremo
dare notizie appena in serata, direttamente su questo sito Internet.
Una raccomandazione a tutti gli operatori radiofonici e televisivi
(anche questi ultimi sono assillati da imposizioni di dubbia
costituzionalità), comunque vadano le cose, questa non è che una tappa
giudiziaria. Tante altre ce ne saranno, e state tranquilli che prima o
poi vincerà la ragione nei confronti dei fuorilegge interni ed esterni
alla categoria delle radio e delle televisioni locali.
(Mario Albanesi)
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24
settembre 2001
SOLO UNA TAPPA
Ci scrive un nostro antico associato che conosce i propri diritti e
intende affermarli. Nella lettera fa cenno al solo problema della
costituzione della società, non nominando neppure quello
dell'assunzione obbligatoria, tanto, evidentemente, ritiene
assurda e irritante questa disposizione. Quella del Tar è solo una
tappa (speriamo di vincerla), del lungo giro giudiziario che abbiamo in
mente di svolgere. Con amici come Leandro e con tutti gli altri che con
rispettabile decisione in qualche modo cercano di "mettersi
maggiormente al sicuro", siamo certi di riuscire a dimostrare che
anche le imprese "locali" hanno carattere e dignità.
Poche
ore ci dividono dall'esito del ricorso al Tar del Lazio presentato
dall'avvocato Besi.
Il Conna ci chiede coraggio. Può non averne uno che ha preso parte alla
"spericolata" impresa di protesta a Monte Cavo (32 giorni di
permanenza a 1000 metri di altezza ai Castelli romani) e che ha permesso
ai magistrati del Tar del Lazio di prendere cognizione del problema al
punto da tenere in sospensiva un gran numero di emittenti che altrimenti
avrebbero chiuso? No di certo.
Quindi, per il momento, non vado a costituire alcuna non giustificata e
demenziale società, poi si vedrà.....
Di fronte alle legittime e rassicuranti considerazioni che ci vengono
dal Conna, resto in attesa di precise disposizioni.
Leandro Cimaduomo
Radio Canale 93 - Foggia
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23
settembre 2001
IL TERRORISTA
Non
sempre i terroristi hanno la barba nera e la bomba a palla in mano; c’è
un signore dai modi gentili, dalla parola facile, profumatissimo che ci
si dice anche esperto ballerino di salsa, che approfittando di uno
speciale contratto telefonico Telecom che consente di pagare una somma
fissa in cambio di un numero illimitato di telefonate interurbane,
chiama tutti insistendo nel terrorizzare i titolari di emittenti
radiofoniche, cercando di scoraggiarli il più possibile per poterli poi
“recuperare” al proprio comitato di affari, spacciato per
associazione di categoria, dal quale si è verificato un fuggi fuggi
generale.
L’accanimento del “terrorista” – ci si consenta anche di
scherzare chiamandolo così – assume un carattere particolarmente
virulento nei confronti di coloro che hanno dei dubbi se presentarsi
come ditte individuali non sottostando ai ricatti imposti da regole mai
sentite prima.
Giova a questo proposito il ragionamento fatto da un nostro
iscritto/ricorrente di cui abbiamo già parlato, che con il solo buon
senso è giunto alla conclusione che di fronte ad una legge destinata a
cadere miseramente la prossima settimana o nella peggiore delle ipotesi
in altra occasione giudiziaria, coloro che corrono i massimi rischi sono
proprio quelli che in queste ore si stanno assumendo oneri più grandi
di loro, insostenibili sulla distanza.
Le ditte individuali che invece si presenteranno come tali, potendosi
difendere tutte insieme per lo stesso motivo, probabilmente, (se mai il
Ministero arriverà all’esame delle domande!) avranno più possibilità
di far valere
le proprie ragioni e quindi
di sopravvivere.
Se la nostra non è diventata una repubblica delle banane o del caffè
(e non lo crediamo), è
ragionevole pensare di incappare in
un giudice talmente incosciente di
far finta di nulla di fronte a due punti palesemente incostituzionali
come quelli di trasformarsi in
società di capitali e di assumere
obbligatoriamente due
dipendenti? Può anche darsi che
accada una volta, ma alla
seconda, beh, non abbiamo una
opinione così deleteria e
qualunquista della magistratura italiana!
Coraggio quindi, e nessuno si lasci prendere dal panico da esclusione
pronto a vendere per “non perdere una occasione che forse non si
presenterà più”. La vera opportunità di mettere le cose in chiaro
una buona volta la stiamo vivendo in questi giorni.
Il
27 settembre, oltre ad essere la consueta giornata di pagamento degli
stipendi, potrebbe rivelare
una pietra à miliare su cui
fondare la difesa delle emittenti locali;
e se non sarà quella del 27,
cercheremo subito un’altra prima pietra: il Balilla genovese di
Portoria fondò la sua rivoluzione contro gli austriaci su di un sasso.
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22 settembre 2001
LA LEGGE DELLE BEFFE
105 milioni di ascoltatori (mezza Europa) con
possibilità di splittare la pubblicità ad una sola società con
2 dipendenti part-time, questo si consente, a soggetti definiti
"locali" nella legge 66-2001, come ha rilevato leggendola
attentamente il collega De Marinis, sempre attento interprete e
conoscitore delle leggi.
Ci sarebbe persino da ridere se molti di noi in questi giorni non ci
rimettessero il sonno e purtroppo a volte anche la salute nella morsa
dei dubbi e delle ansie sul da farsi per questa "verifica dei
requisiti", in vista della scadenza del 30 settembre.
Ma quali requisiti? se nel 1994 ci è stata rilasciata una concessione,
allora i requisiti andavano bene e si sono pur intascati i soldi per il
rilascio e i canoni: sembrerebbe che per assecondare gli interessi di
qualcuno dal 1993 ad oggi sia cambiata persino la Costituzione!
Cosa abbiano offerto associazioni e mercanti di frequenze che ben
conosciamo ai signori del Ministero per ottenere in cambio tanto non ci
è dato sapere, ma evidentemente la grottesca parzialità di tale legge
che si propone di far pulizia (proprio questa parola è stata usata col
Ministro) della piccola e media emittenza radiofonica è stata ben
ripagata con chissà quali promesse.
Un altro motivo forte per non entrare nel sacco preparato per noi
costituendo società di capitali e assumendo personale che in seguito
sarebbe difficile se non impossibile sostenere per moltissimi, o peggio
declassarci in radio comunitarie come taluni consigliano.
La decisione che io stesso ho preso pur avendo già
pronta l'intera
documentazione per realizzare una
srl è quella di presentare la documentazione completa come ditta
individuale come ho fatto nel 1993, allegando il documento
approntato dal CONNA e dai nostri legali nel quale, oltre a ribadire
l'incostituzionalità delle norme contro le quali si è ricorso, si fa
presente al Ministero la nostra intenzione di difendere sino in fondo
questa posizione ricorrendo in tutte le sedi giudiziarie possibili,
compresa la Corte di giustizia europea nel caso, pur assai improbabile,
che il 27 il TAR del Lazio si dichiarasse non competente, avanzando
contemporaneamente in sede civile richieste di danni per decine di
milioni di Euro su eventuali tentativi di disattivazione, oltre ad
impugnare immediatamente gli stessi davanti a TAR e al Consiglio di
Stato.
Ora di fronte ad una interrogazione parlamentare con risposta scritta il
Ministro non potrà più tergiversare e vedremo finalmente da che parte
sta, da quella dei diritti costituzionali o degli affaristi; intanto,
presentiamoci compatti disattendendo le norme incriminate
non trasformandoci in società
di capitali, né
declassandoci in comunitarie,
invitando coloro che già
sono società di persone
o srl a non assumere
dipendenti.
La legge e la Costituzione sono dalla nostra
parte, unitevi alla "lista dei coraggiosi": se avete perso il
sonno in questi giorni lo ritroverete (la mia
decisione,
molto sofferta, su di
me ha avuto un effetto liberatorio)
e avrete in più la sicurezza e l'energia di chi sta dalla parte giusta.
Danilo Maddalon
(Radio Nuova Musica)
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20 settembre 2001
UN MOMENTO DECISIVO
Hanno un aspetto patetico - ci si consenta l'espressione che non vuole
affatto essere irriverente - gli sforzi inauditi cui le radio si stanno
sottoponendo pur di risultare formalmente in "regola". Società,
cooperative, dipendenti, part-time, un vorticare di assurdità imposte
da malfattori interni ed esterni alla categoria al punto che non
possiamo che ammirare quanti hanno deciso di respingere in blocco il
cumulo di illegalità contenute nella legge 66 rimanendo ditte
individuali o non assumendo personale dietro comando.
Che la partita che stiamo giocando sia impostata sulla vita o la
scomparsa totale delle "locali" non è una nostra esagerazione
e purtroppo se non riuscissimo nel nostro intento di far pulizia non
varrà l'essersi "messi al sicuro" da un punto di vista
burocratico.
Che tutto sia impostato a favore delle grosse emittenti anche per le
"interpretazioni" di comodo lo dimostra lo scritto che segue
di Roberto De Marinis di Reteotto (Publimedia Italia).
UN
NUOVO PERICOLO
CON
UNA NOTA INVIATA A UN "CONSULENTE" DI EMITTENTI, CHE
AFFIANCA A TALE PROFESSIONE QUELLA DI MERCANTE DI FREQUENZE
(ANCHE VIA INTERNET), LA DIREZIONE GENERALE CONCESSIONI E
AUTORIZZAZIONI DEL MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI, HA DIFFUSO QUELLA
CHE DOVREBBE ESSERE UNA "INTERPRETAZIONE AUTENTICA" DELLA
LEGGE 66 NELLA PARTE CHE RIGUARDA IL LIMITE TERRITORIALE (4 REGIONI AL
NORD E 5 REGIONI AL CENTRO-SUD, CON UN MASSIMO DI 15.000.000 DI
ABITANTI SERVITI).
SECONDO QUESTA
"INTERPRETAZIONE", LA DOTT.SSA LAURA ARIA CHIARISCE CHE TALE
LIMITE NON SI APPLICHEREBBE AI SOGGETTI PROPRIETARI DI
CONCESSIONI (CIOE' ALLE SOCIETA' DI CAPITALI CHE VENGONO IMPOSTE A
TUTTI). IL LIMITE TERRITORIALE VERREBBE INVECE APPLICATO ALLE SINGOLE
EMITTENTI. INOLTRE OGNI SOGGETTO (SOCIETA') PUO' ESSERE PROPRIETARIO
DI PIU' CONCESSIONI.
NE CONSEGUE CHE AD
ESEMPIO UNA SOCIETA' CONCESSIONARIA LOCALE -SECONDO QUESTA
BRILLANTISSIMA INTERPRETAZIONE DELLA LEGGE 66/2001- POTREBBE ESSERE
PROPRIETARIA DI 5 RADIO, OGNUNA DELLE QUALI FA SERVIZIO IN 4 REGIONI.
PER UN TOTALE DI 20. CIOE' TUTTA L'ITALIA.
QUESTO SIGNIFICA
CHE EMITTENTI LOCALI DIVENTEREBBERO DI FATTO
NAZIONALI, CON IN PIU' L'AGGRAVANTE DI POTER VENDERE
PUBBLICITA' LOCALE. QUESTA INTERPRETAZIONE AUTENTICA E' UNA VERA
VIOLAZIONE DELLA LEGGE 66/2001, CHE INVECE SCRIVE CHIARAMENTE CHE IL
LIMITE TERRITORIALE SI APPLICA A CIASCUN "SOGGETTO
CONCESSIONARIO" E NON A CIASCUNA "EMITTENTE
CONCESSIONARIA". VOGLIO INFORMARVI CHE AMMINISTRATIVAMENTE
PARLANDO QUESTA CIRCOLARE DIFFUSA DALLA DGCA HA UNA
VALENZA MERAMENTE "ACCESSORIA" CIOE'
SECONDARIA RISPETTO AL DETTATO NORMATIVO. TRA L'ALTRO ESSA OVE
APPLICATA (E LO STANNO GIA' FACENDO RADIO MATER E RADIO DONNA)
STRAVOLGEREBBE TUTTA QUELLA PARTE DELLA LEGGE 223/90 CHE E' RIFERITA
ALLE EMITTENTI NAZIONALI. ECCO DUNQUE QUELLO CHE CI STANNO PREPARANDO.
CHI SOPRAVVIVERA' CON SRL E BIDIPENDENTI, SI TROVERA' AD AFFRONTARE
DIFFICOLTA' ANCHE SOTTO IL PROFILO DELLA RACCOLTA PUBBLICITARIA.
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19
settembre 2001 (sera)
RICOMINCIAMO
Per
cause ancora sconosciute il nostro sito www.conna.it
dalle ore 16 di ieri è bloccato. Abbiamo già provveduto ad avvertire
tutti i radiotelevisivi di utilizzare il sito alternativo del Conna www.nuoveantenne.it;
ora, con la ripresa del collegamento, sia pur precaria, ricominciamo da
dove eravamo rimasti, ringraziando il nostro amico Antonio Gualtieri di
Terni che a suo tempo ci ha concesso gratuitamente il nostro dominio,
per il continuo lavoro che sta svolgendo per ripristinare il normale
funzionamento delle sue apparecchiature cui siamo collegati.
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Pagina ]
19
settembre 2001
TUTTI NEMICI?
Chi pensa che tutti gli siano ostili è affetto da paranoia, anche se il
caso delle emittenti fa pensare: televisioni mute, stampa assente, i
maurizicostanzi che sempre pronti a parlare della “fritola” come
diceva il nostro caro amico Sergio Saviane che cogliamo l’occasione
per ricordarne la recente scomparsa, che tacciono ostinatamente.
Noi, a differenza di tanti nostri amici radiotelevisivi pessimisti, non
abbiamo mai perso le speranze che improvvisamente vengano riscoperte le
emittenti locali; che i comuni si accorgano che un mezzo radiofonico e
televisivo locale è da considerare un bene di pubblica utilità da
proteggere, che le regioni smettano di partorire mostriciattoli che si
chiamano Corerat o Corecom, dalle accertate incompetenze, infarciti di
opportunisti che a tutto pensano meno che ad essere utili al territorio
dando aiuto a quei mezzi di pubblica utilità che sono le emittenti
locali; che il mercato pubblicitario si apra finalmente con una Upa la
smetta di far figli e figliasti, e che anche i politici ritrovino un
minimo di onestà, di indipendenza e combattività in quelle occasioni
in cui vogliano giustificare lo stipendio che viene loro elargito dalla
comunità.
Un politico che non ha avuto bisogno di particolari sollecitazioni se
non appena la segnalazione del problema ad opera di Radio Ufita è il
senatore Agelo Flàmmia che ha rivolto una interrogazione urgente al
ministro Gasparri di cui ha dato notizia ieri sera anche la trasmissione
Rai "Oggi in parlamento".
Questo il testo
dell'interrogazione:
INTERROGAZIONE
URGENTE A RISPOSTA SCRITTA
Al
signor ministro delle comunicazioni on. Maurizio Gasparri
Premesso:
Che
la legge 20 marzo 2001. n. 66 “recante disposizioni urgenti in materia
di trasmissioni radiotelevisive” stabilisce che le emittenti di
radiodiffusione sonora in ambito locale a carattere commerciale, per
poter proseguire nel loro esercizio, alla data del 30settembre 2001,
debbono ellere in possesso del requisito giuridico di: “Società di
persone o di capitali o di società cooperativa che impieghi almeno due
dipendenti in regola con le vigenti disposizioni in materia
previdenziale”; Che si è in attesa per la fine del mese di
settembre del pronunciamento del TAR del Lazio sul ricorso presentato
contro la suddetta norma, da parte di alcune emittenti locali a ditta
individuale, sostenuto dall’Associazione CONNA, per conto di altre 300
emittenti dello stesso tipo.
L’interrogante
Chiede
Al
sig. ministro se non ritiene di disporre almeno del differimento di
qualche mese del termine del 30 settembre per l’attuazione delle norme
richiamate, al fine di consentire alle suddette emittenti di continuare
ad preparare e mettersi in regola, a pronunciamento avvenuto del Tar.
Sen.
Angelo Flammia
18
settembre 2001
[ Inizio
Pagina ]
17
settembre 2001
IL GIOCHINO
Tanti telegrammi, sms/fax,
lettere, comunicati in tutta Italia. Il ministro Gasparri, il suo
segretario Franco Volpi e la sua segretaria personale signora Lenzini
non possono certo dire di non saperne nulla, ma fanno i duri.
Giocano sulla pelle di chi vive sulla radio insieme alla sua famiglia;
ma è un giochino al gatto e al topo che mostra tutta la loro
incoscienza, la loro ignoranza dell'assetto abnorme che via via il
settore radiotelevisivo è andato assumendo e che meritava di essere
immediatamente rimosso il giorno stesso del loro insediamento.
Da tempo non ci fidiamo più dei politici; lo abbiamo detto e scritto più
volte, tuttavia, un ministro che subito dopo la sua elezione scriveva al
presidente del Conna chiamandolo "carissimo" e promettendo di
ripagare con "l'onestà e la coerenza" gli auguri di buon
lavoro che gli avevamo rivolto, pensavamo intendesse onorare la parola
data.
Non sarà così? Saremo gli ultimi a stupircene.
Mancano tredici giorni per concedere la proroga che ci spetta di diritto
e nulla ancora si muove; sappia il signor ministro che sarebbe stato
doveroso pronunciarsi ed emanare un decreto già dal 1° settembre. Non
averlo fatto in tempi ragionevoli, ovvero entro la prima decade di
settembre, ha aperto le vie giudiziarie.
Tutte a nostro favore. (Mario Albanesi)
[ Inizio
Pagina ]
16 settembre 2001
(sera)
LA LISTA DEI CORAGGIOSI
E' ormai certo che un buon numero di emittenti radiofoniche
rivolgeranno domanda come ditte individuali opponendosi all'imposizione
incostituzionale di cambiare ragione sociale e anche al secondo
gravissimo obbligo di assumere dipendenti.
Il Conna prende atto di questa posizione
che ritiene legittima e perfettamente difendibile assicurando fin
da ora:
1) il patrocinio
legale di fronte a possibili impedimenti alla prosecuzione dell'attività
presso il Tar del Lazio ed eventualmente al Consiglio di Stato;
2) l'invio di un
documento da allegare alla domanda che spiega punto per punto le ragioni
dell'impresa individuale;
3) i moduli
riguardanti le autocertificazioni e la domanda.
Per conoscere la prima
lista delle ditte individuali che intendono restare tali, cliccare
qui.
[ Inizio
Pagina ]
16 settembre 2001
COME
LEONARDO
Abbiamo cominciato ad inviare alle emittenti ricorrenti iscritte
al Conna, divise per tipologia, la domanda accompagnata dalle
dichiarazioni sostitutive di certificazione che dovrebbe
consentire secondo la legge 66/2001 la "verifica" da parte del
Ministero delle comunicazioni del "possesso dei requisiti necessari
per la prosecuzione dell'esercizio dell'attività di radiodiffusione
privata".
Al generale scontento per una prova di così basso livello da parte
delle istituzioni, trasfusa in una legge dello Stato, si accompagna una
numerosa serie di prese di posizione identiche a quella dell'amico
Arsenio (potenza dei nomi) titolare di " Teramo
Radio City, e di Radio Calolzio che
senza esitazioni, fin dal primo momento, hanno manifestato una fiera
volontà di riscossa in perfetto accordo con la linea tracciata dal
Conna.
Nella sola giornata di oggi si sono aggiunte altre cinque ditte
individuali che hanno deciso di presentare l'intera documentazione
chiusa nella busta regolamentare (guai a sbagliare indirizzo: Ministero
a destra, emittente a sinistra perché i funzionari sanno leggere
solo da destra a sinistra, come faceva Leonardo) con aggiunto un
documento fornito dal Conna che ribadirà punto dopo punto tutte le
incostituzionalità di cui si sono macchiati, politici, ministeriali,
associazioni e manutengoli di varia caratura. Esse sono:
Ci manca ancora la segnalazione della tipologia di un buon numero
di emittenti (snc, srl, comunitarie ecc...).Gli interessati alla
ricezione di domande e autocertificazioni mandino notizie in proposito a
conna@conna.it
[ Inizio
Pagina ]
13 settembre 2001
DETERMINAZIONE
Alle dichiarazioni che riceviamo a voce, si sono aggiunte due lettere
mandate da Radio Calolzio e da Teramo Radio City, che mostrano grande
determinazione nel voler presentare i documenti richiesti alla scadenza
del 30 settembre, rivendicando il proprio stato di ditta individuale.
Allo scopo di verificare il numero delle radio che intendono fare
altrettanto, vorremmo ci venisse inviata una comunicazione in posta
elettronica a conna@conna.it
Questa la lettera di T.R.C.:
In qualità di titolare di
Teramoradiocity non intendo cambiare intestazione della mia ditta, né
accettare imposizioni in merito all'assunzione di personale. Ho
pensato questo fin da quando è stata emanata la legge n.66 e
continuo e rimanere di questa opinione.
Se tenteranno di interdirmi
dovranno dimostrarmi la costituzionalità degli obblighi imposti,
riconoscendomi l'avviamento di una attività ventennale che oggi
costituisce il mio posto di lavoro.
Se ciò non accadrà, sono pronto a battermi in ogni sede
sperando di essere assistito dal Conna.
Arsenio D'Agostino
teramoradiocity@tin.it
D'Agostino, mostra una
decisione che ben si confà alla linea adottata dalla nostra
associazione e il nostro patrocinio ci sarà, sempre; non a caso
abbiamo costituito un fondo legale che riteniamo come
"sacro", la cui entità, in costante crescita, sarà
utilizzata nel senso di ottenere quella giustizia che le emittenti
locali hanno atteso per tanto tempo. (Mario Albanesi)
11
settembre 2001
UN FATTO NUOVO
Un fatto assolutamente inedito che non avevamo previsto è quello
che si sta affermando in modo dirompente: un notevole numero di ditte
individuali intende restare tale.
Stupefacente; chi mai l’avrebbe pensato di fronte alle paure, al
timore avuto in passato
di sbagliare il documento e
magari la virgola!
Il fatto ancora più sconcertante è che questa decisione non parte da
radio-hobby (che peraltro ben poche ormai ne esistono), ma da imprese in
cui il titolale nella radio ha un punto di lavoro che intende difendere
basandosi sulle leggi vigenti di carattere generale (principalmente
Costituzione e codice civile) che sanciscono il diritto al lavoro
individuale e la libera iniziativa che non può tollerare imposizioni
come l’assunzione obbligatoria di dipendenti.
E’ una scelta coraggiosa che dopo il nostro sconcerto iniziale non
possiamo che apprezzare e sostenere individuandone anche un possibile
successo considerato che a tutt’oggi sono una trentina i casi che ci
sono stati segnalati.
La riflessione che ha generato questa posizione e che mostra una
categoria adulta, consapevole dei propri diritti acquisiti, si basa sul
fatto che anche ammettendo una mancata sospensiva del Tar del Lazio su
quanto il Conna ha chiesto, nel momento in cui il Ministero dovesse
arrivare ad una negazione motivata della prosecuzione dell’attività,
nessun tribunale amministrativo al mondo - e localmente italiano - di
fronte ad una causa collettiva (che il Conna sarebbe pronto a
patrocinare) rileverebbe “colpe” da parte dei titolari delle imprese
individuali sufficienti per meritare l’interruzione
dell’attività
per non aver assunto
obbligatoriamente dipendenti e non essersi trasformati in società di
capitali.
Per questa fascia
particolare di emittenti
disposta a giocare fino in fondo una partita che o la si vince ora o mai
più, il Conna preparerà un documento esplicativo da allegare alla
domanda e alle autocertificazioni, ad uso del Ministero ed in un secondo
tempo (eventualmente) da
produrre in tribunale.
Scriveteci in merito a questo fatto inedito ed esprimete il vostro
pensiero a conna@conna.it
Questa
sera invieremo posta riservata a tutti i ricorrenti, invitandoli a
segnalarci il gruppo al quale appartengono (ditte individuali, snc, sas,
srl, comunitarie, srl composte da un solo soggetto ecc..), affinché le
indicazioni per rivolgere correttamente le domande di “prosecuzione
della attività radiofonica” che forniremo gratuitamente corrispondano
alla specifica categoria.
Coloro che non dovessero ricevere al loro indirizzo quanto scriviamo,
sono pregati di inviarci una nuova casella e-mail perché quella
segnalata nel modulo di adesione al ricorso evidentemente non funziona
(in genere, ad
ogni spedizione, ci vengono
segnalati una decina di mancati recapiti).
17
settembre 2001
IL GIOCHINO
Tanti telegrammi, sms/fax,
lettere, comunicati in tutta Italia. Il ministro Gasparri, il suo
segretario Franco Volpi e la sua segretaria personale signora Lenzini non
possono certo dire di non saperne nulla, ma fanno i duri.
Giocano sulla pelle di chi vive sulla radio insieme alla sua famiglia; ma è un
giochino al gatto e al topo che mostra tutta la loro incoscienza, la loro
ignoranza dell'assetto abnorme che via via il settore radiotelevisivo è andato
assumendo e che meritava di essere immediatamente rimosso il giorno stesso del
loro insediamento.
Da tempo non ci fidiamo più dei politici; lo abbiamo detto e scritto più
volte, tuttavia, un ministro che subito dopo la sua elezione scriveva al
presidente del Conna chiamandolo "carissimo" e promettendo di ripagare
con "l'onestà e la coerenza" gli auguri di buon lavoro che gli
avevamo rivolto, pensavamo intendesse onorare la parola data.
Non sarà così? Saremo gli ultimi a stupircene.
Mancano tredici giorni per concedere la proroga che ci spetta di diritto e nulla
ancora si muove; sappia il signor ministro che sarebbe stato doveroso
pronunciarsi ed emanare un decreto già dal 1° settembre. Non averlo fatto in
tempi ragionevoli, ovvero entro la prima decade di settembre, ha aperto le
vie giudiziarie.
Tutte a nostro favore. (Mario Albanesi)
[ Inizio
Pagina ]
16 settembre 2001 (sera)
LA LISTA DEI
CORAGGIOSI
E' ormai certo che un buon numero di
emittenti radiofoniche rivolgeranno domanda come ditte individuali
opponendosi all'imposizione incostituzionale di cambiare ragione sociale e anche
al secondo gravissimo obbligo di assumere dipendenti.
Il Conna prende atto di questa posizione che
ritiene legittima e perfettamente difendibile assicurando fin da ora:
1) il patrocinio legale di
fronte a possibili impedimenti alla prosecuzione dell'attività presso il Tar
del Lazio ed eventualmente al Consiglio di Stato;
2) l'invio di un documento da
allegare alla domanda che spiega punto per punto le ragioni dell'impresa
individuale;
3) i moduli riguardanti le
autocertificazioni e la domanda.
Questa, la prima lista delle
ditte individuali che intendono restare tali:
|
Lady Radio |
|
|
Radio
Abruzzo Marche |
|
|
Radio
Calolzio |
|
|
Radio
Idea |
|
|
Radio
Luna |
|
|
Radio
Magic |
|
|
Radio
Onda Libera |
|
|
Radio
Sicilia |
|
|
Radio
Ufita |
|
|
Teramo
Radio City |
|
[ Inizio
Pagina ]
16 settembre 2001
COME LEONARDO
Abbiamo cominciato ad inviare alle emittenti ricorrenti iscritte al Conna,
divise per tipologia, la domanda accompagnata dalle dichiarazioni
sostitutive di certificazione che dovrebbe consentire secondo la legge
66/2001 la "verifica" da parte del Ministero delle comunicazioni del
"possesso dei requisiti necessari per la prosecuzione dell'esercizio
dell'attività di radiodiffusione privata".
Al generale scontento per una prova di così basso livello da parte delle
istituzioni, trasfusa in una legge dello Stato, si accompagna una numerosa serie
di prese di posizione identiche a quella dell'amico Arsenio (potenza dei nomi)
titolare di " Teramo Radio City, e di Radio
Calolzio che senza esitazioni, fin dal primo momento, hanno manifestato
una fiera volontà di riscossa in perfetto accordo con la linea tracciata dal
Conna.
Nella sola giornata di oggi si sono aggiunte altre cinque ditte individuali che
hanno deciso di presentare l'intera documentazione chiusa nella busta
regolamentare (guai a sbagliare indirizzo: Ministero a destra, emittente a
sinistra perché i funzionari sanno leggere solo da destra a sinistra, come
faceva Leonardo) con aggiunto un documento fornito dal Conna che ribadirà punto
dopo punto tutte le incostituzionalità di cui si sono macchiati, politici,
ministeriali, associazioni e manutengoli di varia caratura. Esse sono:
Ci manca ancora la segnalazione della tipologia di un buon numero di
emittenti (snc, srl, comunitarie ecc...).Gli interessati alla ricezione di
domande e autocertificazioni mandino notizie in proposito a conna@conna.it
[ Inizio
Pagina ]
13 settembre 2001
DETERMINAZIONE
Alle dichiarazioni che riceviamo a voce, si sono aggiunte due lettere mandate da
Radio Calolzio e da Teramo Radio City, che mostrano grande determinazione nel
voler presentare i documenti richiesti alla scadenza del 30 settembre,
rivendicando il proprio stato di ditta individuale.
Allo scopo di verificare il numero delle radio che intendono fare altrettanto,
vorremmo ci venisse inviata una comunicazione in posta elettronica a conna@conna.it
Questa la lettera di T.R.C.:
In qualità di titolare di Teramoradiocity
non intendo cambiare intestazione della mia ditta, né accettare imposizioni
in merito all'assunzione di personale. Ho pensato questo fin da quando
è stata emanata la legge n.66 e continuo e rimanere di questa opinione.
Se tenteranno di interdirmi dovranno
dimostrarmi la costituzionalità degli obblighi imposti, riconoscendomi
l'avviamento di una attività ventennale che oggi costituisce il mio posto di
lavoro.
Se ciò non accadrà, sono pronto a battermi in ogni sede sperando
di essere assistito dal Conna.
Arsenio D'Agostino teramoradiocity@tin.it
D'Agostino, mostra una decisione che
ben si confà alla linea adottata dalla nostra associazione e il nostro
patrocinio ci sarà, sempre; non a caso abbiamo costituito un fondo legale che
riteniamo come "sacro", la cui entità, in costante crescita, sarà
utilizzata nel senso di ottenere quella giustizia che le emittenti locali
hanno atteso per tanto tempo. (Mario Albanesi)
[ Inizio
Pagina ]
11
settembre 2001
UN FATTO NUOVO
Un fatto assolutamente inedito che non avevamo previsto è quello che si
sta affermando in modo dirompente: un notevole numero di ditte individuali
intende restare tale.
Stupefacente; chi mai l’avrebbe pensato di fronte alle paure, al timore avuto
in passato
di sbagliare il documento e magari la
virgola!
Il fatto ancora più sconcertante è che questa decisione non parte da
radio-hobby (che peraltro ben poche ormai ne esistono), ma da imprese in cui il
titolale nella radio ha un punto di lavoro che intende difendere basandosi sulle
leggi vigenti di carattere generale (principalmente Costituzione e codice
civile) che sanciscono il diritto al lavoro individuale e la libera iniziativa
che non può tollerare imposizioni come l’assunzione obbligatoria di
dipendenti.
E’ una scelta coraggiosa che dopo il nostro sconcerto iniziale non possiamo
che apprezzare e sostenere individuandone anche un possibile successo
considerato che a tutt’oggi sono una trentina i casi che ci sono stati
segnalati.
La riflessione che ha generato questa posizione e che mostra una categoria
adulta, consapevole dei propri diritti acquisiti, si basa sul fatto che anche
ammettendo una mancata sospensiva del Tar del Lazio su quanto il Conna ha
chiesto, nel momento in cui il Ministero dovesse arrivare ad una negazione
motivata della prosecuzione dell’attività, nessun tribunale amministrativo al
mondo - e localmente italiano - di fronte ad una causa collettiva (che il Conna
sarebbe pronto a patrocinare) rileverebbe “colpe” da parte dei titolari
delle imprese individuali sufficienti per meritare l’interruzione
dell’attività
per non aver assunto
obbligatoriamente dipendenti e non essersi trasformati in società di capitali.
Per questa fascia
particolare di emittenti disposta a
giocare fino in fondo una partita che o la si vince ora o mai più, il Conna
preparerà un documento esplicativo da allegare alla domanda e alle
autocertificazioni, ad uso del Ministero ed in un secondo tempo (eventualmente) da
produrre in tribunale.
Scriveteci in merito a questo fatto inedito ed esprimete il vostro pensiero a conna@conna.it
Questa
sera invieremo posta riservata a tutti i ricorrenti, invitandoli a segnalarci il
gruppo al quale appartengono (ditte individuali, snc, sas, srl, comunitarie, srl
composte da un solo soggetto ecc..), affinché le indicazioni per rivolgere
correttamente le domande di “prosecuzione della attività radiofonica” che
forniremo gratuitamente corrispondano alla specifica categoria.
Coloro che non dovessero ricevere al loro indirizzo quanto scriviamo, sono
pregati di inviarci una nuova casella e-mail perché quella segnalata nel modulo
di adesione al ricorso evidentemente non funziona (in genere, ad
ogni spedizione, ci vengono segnalati
una decina di mancati recapiti).
9 settembre
2001
UN SABATO IN UFFICIO
La giornata di ieri sabato, è stata caratterizzata dallo squillare quasi
ininterrotto dei
telefoni del Conna. Fra le tante richieste in vista della preparazione della
documentazione che se nulla interverrà dovrà essere presentata entro il 30
settembre, sono emersi due fatti di cui abbiamo già parlato negli ultimi due
giorni.
Anzitutto preoccupazione per la prova di debolezza data a Roma da poche persone
che hanno deciso di dar luogo ad una manifestazione completamente fallita che ha
fornito un motivo in più al ministro per ritardare il più possibile l'emanazione di
un decreto che allontani la data di presentazione dei documenti, già abbondantemente sobillato dalle
note “associazioni” che non vogliono proroghe per poter di incassare il
ricco piatto delle consulenze.
L'on Gasparri deve sapere che i rappresentanti dell’emittenza locale non erano
quelli che si è trovato davanti la scorsa settimana, e glielo stiamo
dimostrando con il notevole numero di telegrammi inviati al largo Brazzà
insieme a tanti Sms che realizzati con un normale cellulare al numero 06/6794465,
all’arrivo si traducono in un fax con tanto di copertina. Ma non basta,
l’iniziativa presa da Tele Acquesio di cui abbiamo dato notizia in questa
stessa pagina ha trovano altri che l’hanno raccolta ed è bene che tutte le
radio tentino di far approvare dal comune in cui operano il medesimo documento
che il Comune di Orvieto ha già inviato con tutta urgenza al ministro.
Nessuno perda tempo, ce n’è troppo poco per evitare di sottostare ai compiti
di preparare documenti, formare società,assumere dipendenti ecc..,
perfettamente inutili se il Tar del Lazio si pronuncerà a nostro favore.
Chi può farlo, ricopi il testo da sottoporre al proprio consiglio comunale e
chieda al sindaco il pronunciamento dei vari gruppi sul contenuto da trasmettere
al ministro Gasparri al largo Brazzà 00187
Roma.
Fateci avere una copia della delibera per allegarla agli atti del ricorso; dei comuni che si
rifiuteranno di aiutare il mezzo di servizio pubblico radiofonico locale, ne
pubblicheremo i nomi.
[ Inizio
Pagina ]
8
settembre 2001
ALL’UNANIMITA’
Il nostro antico sostenitore Luigi (Gigi) Pelliccia di Orvieto, titolare
di Tele Acquesio (e relativa radio) non si è mai lasciato fiaccare dalle
numerose forme di persecuzione escogitate contro l’emittenza locale e ha
sempre seguito e partecipato alla Resistenza
del Conna. Ce lo ricordiamo con la sua troupe televisiva riprendere una
manifestazione organizzata dalla nostra associazione a Rocca di Papa a metà
Anni Ottanta, come negli anni che sono seguiti, presente e stimolante, fino alla
scorsa settimana quando ci ha chiesto di scrivere
una risoluzione da sottoporre al Consiglio del comune di Orvieto.
Ecco quanto ieri sera ci ha comunicato:
Cari amici del Direttivo,
trasmetto il testo della comunicazione (praticamente identica a quella formulata
dal Conna), che il gruppo di Alleanza Nazionale al Comune di Orvieto (Terni) ha
presentato nell'odierna seduta del Consiglio Comunale e che è stata
sottoscritta all’unanimità da tutti i gruppi consiliari presenti alla seduta
(AN, SDI, PPI, I Democratici, DS, RC). Essa, sarà inviata nella giornata di
domani sabato al Ministro Gasparri con tutta l’urgenza del caso.
L’idea a la decisione
del nostro associato Gigi di coinvolgere il comune in cui operano le sue
emittenti locali, non sono fatti isolati; tanti
altri hanno proposto qualcosa di analogo addirittura a livello di provincia e
Regione. Tuttavia, questa è la
prima concreta azione giunta a buon fine di cui abbiamo notizia.
Insistiamo quindi nel lanciare questa idea per poter contare anche per il futuro
sul sostegno degli enti locali i quali – sia pur tardivamente – dovranno
pronunciarsi in merito alla esistenza di mezzi di comunicazione di pubblica
utilità, equivalenti ad una strada, un acquedotto o ad una biblioteca.
L’invito del Conna, è quindi quello di proporre ai vari Consigli il testo che
segue, identico a quello approvato all’unanimità dal Comune di Orvieto.
"Onorevole ministro, Lei ha ereditato una
pesante situazione in campo radiofonico e televisivo dovuta ad una serie di
leggi che si sono sovrapposte l'una all'altra concepite a bella posta per
creare insicurezza e selezione a danno delle emittenti più deboli che
sono quelle locali. Leggi e regolamenti hanno un tratto in comune:
vengono privilegiate in ogni caso le grandi aziende che hanno "potenzialità
economica" e "presenza sul mercato" (articolo 16 della legge
223/90 detta di Mammì), calpestando in questo modo l'articolo 21 della
Costituzione.
l'Ultima legge emanata in ordine di tempo, la n.66 del 20 marzo 2001, ha superato
ogni limite di incostituzionalità laddove impone alle radio locali gestite da
soggetti fisici di trasformarsi in società di capitali, obbligando nel contempo
queste imprese, quasi sempre piccolissime e a conduzione familiare, ad
assumere almeno due dipendenti.i hanno un tratto in comune:
vengono privilegiate in ogni caso le grandi aziende che hanno "potenzialità
economica" e "presenza sul mercato" (articolo 16 della legge
223/90 detta di Mammì), calpestando in questo modo l'articolo 21 della
Costituzione.
l'Ultima legge emanata in ordine di tempo, la n.66 del 20 marzo 2001, ha superato
ogni limite di incostituzionalità laddove impone alle radio locali gestite da
soggetti fisici di trasformarsi in società di capitali, obbligando nel contempo
queste imprese, quasi sempre piccolissime e a conduzione familiare, ad
assumere almeno due dipendenti.i hanno un tratto in comune:
vengono privilegiate in ogni caso le grandi aziende che hanno "potenzialità
economica" e "presenza sul mercato" (articolo 16 della legge
223/90 detta di Mammì), calpestando in questo modo l'articolo 21 della
Costituzione.
l'Ultima legge emanata in ordine di tempo, la n.66 del 20 marzo 2001, ha superato
ogni limite di incostituzionalità laddove impone alle radio locali gestite da
soggetti fisici di trasformarsi in società di capitali, obbligando nel contempo
queste imprese, quasi sempre piccolissime e a conduzione familiare, ad
assumere almeno due dipendenti.
Ciò significa aver perso il senso della legalità e non aver capito
l'importanza delle emittenti locali, utili al territorio non solo in occasione
di calamità naturali, ma anche agli effetti ricreativi di persone sole e in
quanto vivaio di fermenti culturali del posto.
Prenda quindi cognizione nei dettagli Signor Ministro di quello che è un
autentico sopruso e sospenda intanto il termine di presentazione delle domande
di concessione fissato al 30 settembre prossimo, per poi cambiare radicalmente
questa e altre leggi, affinché il settore radiotelevisivo sia finalmente
nettato ed equiparato ad una delle tante branche dell'editoria".
[ Inizio
Pagina ]
7
settembre 2001
LA CAPANNA
Il nostro amico Roberto De Marinis di Reteotto, Publimedia di Bari ci ha inviato
uno scritto dove racconta di quella che doveva essere una mega-riunione a Roma
di qualche giorno fa,
che si è risolta al contrario con la presenza di venti, dicasi venti persone,
enumerabili su appena quattro mani.
A questo punto, tornando indietro, saremmo noi stessi a consigliare di dar fiato
a fischietti, sparare mortaretti e tric trac,
aggiungendo magari qualche tricche ballacche e un putipù.
Venti persone ben organizzate possono produrre un gran rumore; c’è chi sa
fischiare forte con le dita
in bocca e produrre rumori per dono di natura e chi invece ha
bisogno di attrezzi. Se ben pilotati, venti diavoli biondi con i baffetti da
sparviero non avrebbero ottenuto un risultato nullo (se
non addirittura controproducente come è stato): forse, di fronte a strepiti
e i clangori il ministro si sarebbe allarmato; rispondendo ad un antico
condizionamento che certi animali subiscono quando hanno davanti un avversario
che grida più forte
di loro.
Questo
sarcasmo per l'ira suscitata da una prova di debolezza che
ha contribuito a orientare negativamente
il ministro di
fronte
alla vista di una così
oceanica rappresentanza di radio,
a spostarsi ancora di più (come se ce ne
fosse bisogno) in favore di quelle associazioni affaristiche che hanno imposto
società e dipendenti e che temono il pronunciamento del Tar che
farebbe loro perdere le
remunerative consulenze.
Avevamo parlato e scritto abbondantemente nei mesi scorsi di quanto nocive
possano essere manifestazioni intempestive e velleitarie, ma
non ci hanno ascoltato, esponendo
l’intera categoria ad una brutta figura e ad un vistoso arretramento.
Se il Conna, facendo appello a tutti i suoi
iscritti radiofonici e televisivi,
con gran fatica fosse riuscito a mobilitare
300/400 persone
pronte a venire a Roma, cosa esse avrebbero rappresentato davanti al ministro in una
città
abituata a sfilate di ore e ore di centinaia di migliaia di metalmeccanici
o di appartenenti ad altre categorie? Noi
sappiamo che, dietro a 300/400 titolari di
emittente ci sono milioni di persone, ma i signori del Ministero, non vedendole,
non si sarebbero comunque sentiti in dovere di impegnarsi in nessun modo.
Sono ben altre le armi che dobbiamo usare e le conosciamo tutte.
Attualmente,
la più
efficace è quella del Tar del Lazio che si pronuncerà il giorno 27;
contemporaneamente il Conna è impegnato a chiarire alcuni punti oscuri nella
stesura dei documenti, notizie che verranno fornite gratuitamente agli iscritti
ricorrenti a partire dalla prossima settimana in "Posta riservata".
P.S.
perché abbiamo titolato questo pezzo “La capanna” ? Per associazione di
idee in riferimento a quel detto “Pancia mia fatti capanna” pronunciato da
coloro che stanno per ricevere qualche cosa di grosso, e non c’è dubbio che i
profittatori che si
occuperanno conto terzi della documentazione,
si apprestano a
incassare somme cospicue, continuando poi imperterriti – incassato il bottino
- a definirsi “Associazioni di categoria”.
Essi, come
già è avvenuto in passato, riusciranno a salassare le radio locali che invece di
spendere somme ingenti – in quanto mezzi di pubblica utilità – dovrebbe
riceverne.
Speriamo che sia l’ultima volta.
[ Inizio
Pagina ]
6 settembre 2001
METTIAMOCI AL SICURO
Il ministro Gasparri, che fino a ieri l’altro non sapeva nulla di radio e
televisioni locali, informato dal sottosegretario Massimo Baldini della gravità
della situazione che il Conna gli aveva reso nota durante un incontro, aveva
mostrato di capire e di voler provvedere con urgenza a cancellare mediante
decreto gli obbrobri contenuti nella legge 66/2001.
Oggi invece il ministro, mostrando una faccia completamente diversa, è
diventato improvvisamente titubante, pronunciando una serie di luoghi comuni
come quello delle difficoltà che si incontrano nel cambiare una legge votata
dal Parlamento, o altre inutili considerazioni, lasciando nel vago la vera
richiesta precisa del Conna, cioè di far “slittare” i termini di
presentazione delle domande.
Come si spiega questo improvviso atteggiamento?
Semplice, con l’intervento sottotraccia di quelle associazioni che a
suo tempo pretesero l’imposizione dei dipendenti e la trasformazione delle
ditte individuali in società di capitali.
Nessuna sorpresa intendiamoci da parte nostra; che fosse difficile cambiare la
legge già lo sapevamo e lo avevamo scritto per spegnere le focosità di alcuni
sprovveduti; tuttavia noi non abbiamo puntato solo su questo, ma sulla
rivendicazione di un diritto, ovvero quello di recuperare il mese perso in una
inutile attesa che venisse pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il
decreto-regolamento.
Non c’è dubbio che il ministro sarà costretto,
sì, costretto è la
parola giusta, a concedere un decreto di proroga per non rischiare azioni
giudiziarie basate sul fatto che il decreto-regolamento, per legge, doveva
lasciare tre mesi di tempo che invece si sono ridotti a due, per realizzare
tutte le operazioni richieste.
Cosa sostenevamo all’inizio di questa durissima battaglia, (dare una
“rispolveratina” al nostro archivio ultimissime forse ogni tanto vale la
pena di farlo); che dei politici ne avevamo piene le tasche e che la nostra
scelta in difesa delle emittenti doveva basarsi esclusivamente sull’intervento
della magistratura, augurandoci – aggiungevamo – di avere la buona ventura
di capitare in mano a giudici onesti e scrupolosi.
Al ministro Gasparri, le altre associazioni hanno suggerito una vecchia strada
che conosciamo benissimo: sì ad
una proroga dei termini di consegna dei soli documenti, ma data pochi giorni
prima della scadenza quando a cose avvenute risulti ormai del tutto inutile.
Un gioco che è poco definire poco pulito, cui si rendono animatori e
protagonisti gli stessi funzionari del Ministero (che da sempre odiano le radio
locali) colpevoli di aver ritardato il più possibile l’emanazione del
decreto-regolamento al fine di accogliere le pretese di alcune grosse radio che
non contente di “servire” potenzialmente 15 milioni di abitanti,
intendenderebbero – acquistando le locali – andare ben oltre.
Basta quindi con le chiacchiere. Il nostro dovere di inviare telegrammi,
lettere, Fax via SMS (per
questi ultimi cliccare
qui) lo dobbiamo fare fino in
fondo (mandateci le relative e-mail di conferma) perché potrebbero esserci
salutari ripensamenti, ma mettiamoci al sicuro cominciando a lavorare per
approntare l’apposita documentazione.
Tutti coloro che risultano ricorrenti che hanno regolarmente sottoscritto la
somma del fondo legale in rapporto alle dimensioni della loro impresa fruiranno
di prospetti, moduli e consigli.
Mentre
ribadiamo il consiglio di non vendere affrettatamente l’emittente,
raccomandiamo di prendere contatti con notai e commercialisti, chiedendo loro
quanti giorni sono necessari per costituire società e cooperative rl, questo,
al fine di aspettare il più possibile il decreto (che non mancherà di esserci)
e il pronunciamento del Tar del Lazio.
[ Inizio
Pagina ]
5
settembre 2001
POSTA RISERVATA
Per gli iscritti-ricorrenti ricevere posta riservata (oggi abbiamo
inviato un messaggio urgente) è importante.
Purtroppo molte e-mail ci tornano indietro.
Dal momento che abbiamo scelto la rete per comunicare, va da sé che se non ci
vengono inviati indirizzi esatti (dopo averli controllati accuratamente con il
vostro server) si producono isolamenti che nuocciono alla nostra organizzazione.
[ Inizio
Pagina ]
4
settembre 2001
EPPUR SI MUOVE
Qualcosa si sta movendo. Ieri, a Roma, riunione al Ministero.in largo Brazzà -
dove hanno cominciato ad arrivare i primi telegrammi che abbiamo chiesto di
inviare agli iscritti/ricorrenti - fra il ministro, sottosegretari, capo
di Gabinetto ed il responsabile dei servizi legali.
Il ministro, ha voluto capire esattamente i termini della questione che il
sottosegretario Baldini non ha mancato di riportare e di spiegare secondo quanto
gli avevamo chiesto; al termine, l’on. Maurizio Gasparri ha incaricato il capo
dei servizi legali di studiare un provvedimento adeguato alla difficile
situazione che eviti al suo dicastero fare una pessima figura addossandosi colpe
che sono quasi interamente di altri.
E’ indubitabile che l’esistenza di un ricorso pendente al Tar preoccupa non
poco perché una sospensiva del decreto-regolamento e un rinvio alla Corte
costituzionale è perfettamente prevedibile, i Tribunali amministrativi
regionali infatti, possono rinviare alla Corte costituzionale una norma di legge
che non ritengono sostenibile e a questo proposito basta pensare – oltre alla
imponente giurisprudenza in materia – alla legge di “Par Condicio” che il
dal Tar del Lazio ha deciso di rinviare alla Consulta.
Una raccomandazione:
lettere e
telegrammi
che
ieri invitavamo ad inviare è bene vengano spediti
subito perché in questi
giorni una ulteriore pressione
esterna può essere determinante. E’ anche impegno di tutte le radio
di trasmettere il più possibile il
comunicato in
mp3 che abbiamo allegato in posta
riservata e quello che forse oggi stesso pubblicheremo in questo sito, più
corto ed efficace.
[ Inizio
Pagina ]
3 settembre
2001
SPINTA
POPOLARE
Come abbiamo più volte annunciato nei mesi scorsi, è il momento di cominciare
l’operazione proroga dei termini di consegna dei documenti perché ogni
impresa ha il diritto di conoscere quello che sarà il giudizio del Tar previsto
alla fine di questo mese di settembre prima di prendere qualsiasi tipo di
decisione.
Se intendevano cacciare nelle secche del mese di agosto l’intera operazione
mentre favorivano per inconfessabili pressioni i titolari di reti multiregionali
togliendo loro ogni limitazione, questa volta si sono sbagliati perché
l’emanazione del decreto- regolamento con un mese di ritardo consente alle
radio di pretendere
un differimento di alcuni mesi dei termini di presentazione di tutti
i documenti richiesti per la cosiddetta “verifica dei requisiti” avvalorato
dal fatto che anche l’attività giudiziaria ordinaria si è fermata nei mesi
estivi per ben quarantacinque giorni.
Ed ora attenzione, considerato che gli attuali ministro e sottosegretari sono
relativamente ben disposti nei confronti delle radio, dobbiamo agire in modo
politicamente corretto, rendendoci conto che in questa fase urlare e sparare
mortaretti non serve a nulla come dicevamo ieri.
Dobbiamo a questo punto mostrare la “volontà popolare” (il “popolare”
è riferito agli ascoltatori oltre che alle emittenti) di ottenere questo
“slittamento” dei tempi, affinché a proroga concessa, di fronte ad una
obiezione che potrebbe essere fatta in Consiglio dei ministri, il vertice del
Ministero delle comunicazioni possa mostrare con tutta evidenza lettere e
telegrammi (il fax è meglio utilizzarlo in altre occasioni) che giustifichino
la proroga concessa alle emittenti locali
Da domani quindi (oppure da oggi stesso) ogni titolare di emittente (se anche
non ricorrente ha tutto l’interesse di farlo) deve impegnarsi di mandare uno o
più telegrammi sollecitando gli ascoltatori a fare altrettanto (questi ultimi,
per una spesa minore, possono inviare anche una lettera in posta prioritaria,
purché la mandino) al seguente indirizzo:
Ministero delle
comunicazioni
On.
Ministro Maurizio Gasparri
e
sottosegretari:
senatore Massimo Baldini
on. Giancarlo Innocenzi
Largo Brazzà
00186 Roma
Il
testo della lettera o del telegramma può essere improvvisato dalla persona che
lo scrive, per esempio: “Chiedo venga fissata al 31
dicembre prossimo la data di presentazione della documentazione per il rinnovo
della concessione di radio……”.
Se
pensiamo che alcune emittenti non appena lo hanno chiesto hanno ottenuto un gran
numero di firme degli ascoltatori,
a ministro e sottosegretari dovrebbe arrivare una buona quantità di
corrispondenza.
[ Inizio
Pagina ]
1 settembre
2001
I MORTARETTI
Un nostro iscritto ricorrente, Arsenio D'Agostino, titolare di Radioteramocity
ha preso una iniziativa
ben calibrata, scrivendo al ministro Gasparri una lettera (a questo proposito
raccomandiamo di stare molto attenti a non intraprendere azioni ben meditate per
non rischiare di comportarsi come il classico elefante nel negozio di cristalleria)
cui il ministro ha risposto con inusitata prontezza.
Gasparri afferma di aver particolarmente a cuore la sorte delle radio e promette
il massimo interessamento da parte del suo dicastero.
Purtroppo ci troviamo di fronte ad una legge, la 66/2001 e relativo regolamento,
votata dal centro-sinistra come dal centro-destra appena pochi mesi fa, e
Ministro e sottosegretari - anche se si sono resi conto delle enormità
contenute in questi provvedimenti - non hanno la possibilità di cambiare quelli
che sono i meccanismi legislativi lenti e farraginosi. Una nuova legge che ribalti completamente una
impostazione, che tra l’altro ha avuto il pieno sostegno di quei centri di
affarismo che sono le associazioni a carattere speculativo, non la si improvvisa
in poche settimane, può solo accelerarne la formulazione un pronunciamento
della magistratura come quello di cui siamo in attesa dal Tar del Lazio.
Tutto ciò che al momento si può chiedere al titolare del Ministero delle
comunicazione e ai suoi vice ministro, è uno slittamento dei termini della
presentazione delle domande di cui già ne intravedevamo la necessità il mese
scorso, per dar modo e tempo alle emittenti di decidere cosa fare e come
comportarsi.
A proposito del sopraccitato elefante, possiamo anche capire le ragioni
commerciali di fondo avanzate da qualche organizzazione, ma introdursi in
ambienti ministeriali senza avere la necessaria competenza, magari pilotando
allo sbaraglio una microscopica armata Brancaleone in possesso di fischietti,
mortaretti, e tric-trac, significa in questa fase fare la parte dello
sfasciacarrozze rischiando di combinare grossi disastri: non basta in questo
momento il folclorismo creato da “quattro urlacci" a proseguimento delle vacanze
estive per cambiare le cose in una situazione che invece richiede grande capacità decisionale e nel contempo delicatezza.
Comunicazioni di servizio.
Abbiamo inviato in allegato alla posta riservata un comunicato sonoro in mp3
efficace, e breve 1'10"; dal prossimo lunedì sarà possibile scaricarlo
con estrema facilità direttamente da questo nostro sito.
Ricevuto il nuovo indirizzo da Radio Mistral, preghiamo le seguenti emittenti di
trasmetterci il loro - aggiornato - chiarendo il rapporto con il loro server perché
quelli in nostro possesso non permettono l’invio della posta riservata.
Radio Dance Trieste; Radio Iglesias; Radio Video City Paternò
Catania.
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