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30/06/04 09.44
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23.luglio 2003
TEPPISMO
Clamorosa denuncia del deputato di Forza Italia
Vittorio Sgarbi nei confronti del ministro Gasparri durante un convegno a
St. Vincent che mostra nella pratica di che pasta è fatto questo ministro
di cui due note associazioni vantano "l'opera" liberticida contenuta nel
disegno di legge sull'emittenza approvato ieri dal senato e che a
settembre sarà all'esame della camera dei deputati.
Sgarbi ha detto a proposito del ministro Gasparri:
"..Gasparri, che è stato inquisito da un magistrato dopo aver rigato la
mia automobile quando era sottosegretario agli Interni. Questo è
Gasparri, un teppista di strada nel senso letterale di via Dell'Anima
(dove Gasparri abita a Roma e dove Sgarbi aveva parcheggiato l'auto ndr) e
ha un processo per rigatura di automobile: questo è il ministro delle
comunicazioni..".
Sgarbi, nel suo interessantissimo di scorso
durato venti minuti dice cose estremamente chiare che spiegano l'azione
nefasta di questo governo che è risuscito addirittura a superare i guasti
provocati dal centro-sinistra (il che è tutto dire, superare Vincenzo
Vita, autore della legge 66/2001 non era facile).
Per scaricare il file Mp3 (335 kB) ed ascoltare dalla voce di Sgarbi il
solo passo che riguarda Gasparri
cliccare qui con il
tasto destro del mouse e successivamente scegliere "Salva oggetto con
nome".
15.luglio 2003
PARASSITI
Definiamo in questo modo quanti pretendono percentuali sugli utili delle
emittenti locali accampando i "diritti connessi" i più diversi, invece di
restare all'interno della stretta interpretazione dello spirito
della legge sul diritto d'autore n. 633 del 1941.
Essa stabiliva infatti che "Il produttore del disco fonografico o di altro
apparecchio analogo riproduttore di suoni e di voci ... ha il diritto di
esigere un compenso per l'utilizzazione a scopo di lucro del disco o
apparecchio...". Già i limiti di questa enunciazione indicavano che si
trattava di una disposizione transitoria a beneficio "dei produttori di
dischi fonografici" pionieri d'epoca del settore che meritavano di essere
aiutati a compiere i primi passi.
Vero è che nel tempo, approfittando di questa norma che continuava ad
esistere (in Italia leggi se ne producono continuamente "dimenticandosi"
di cancellare le vecchie al fine di ottenere la massima ambiguità), le
forzature e gli "aggiornamenti" sono stati tanti fino a giungere alle
moderne catene di riproduzione di suoni e di immagini, ma ciò è
chiaramente un abuso: una costruzione di orpelli infondati.
A questo punto dobbiamo domandarci - e con noi questo interrogativo se lo
porranno anche un buon numero di giudici di tribunale - che differenza
passa fra un produttore di automobili, di bulloni o di dischi.
A essere buoni, solo un punto li distingue: i primi vendono quanto hanno
fabbricato, incassano quanto dovuto e la cosa finisce lì; i secondi
invece pretendono di vivere di rendita all'infinito dopo aver già
realizzato i loro lauti guadagni (e quanto siano lauti è dimostrato dai
prezzi dei loro prodotti) all'atto della vendita del disco o degli
apparecchi riproduttori.
Non ha i piedi di argilla questa loro pretesa?
Il Conna nelle persone del segretario e del presidente hanno avuto a
questo proposito un incontro che potremmo definire ad alto livello e ne
hanno appreso delle belle.
Mentre comunichiamo in posta riservata alcuni punti determinanti di questa
ennesima tappa in difesa delle emittenti (chi non ricevesse ci mandi la
sua e-mail aggiornata) consigliamo anche coloro che non sono iscritti al
Conna di non cedere agli inviti anche se pressanti di "conciliare"
mediante la sottoscrizione di un contratto, né di accettare sconti sulle
ammende o qualsiasi altro tipo di "facilitazione", ma di ricorrere alla
magistratura denunciando i parassiti per estorsione e per interruzione di
pubblico servizio, con relativa richiesta di danni materiali e morali.
Tutto ciò senza temere ritorsioni da parte di chicchessia. Il Conna
fornirà tutto il supporto necessario agli avvocati che si occuperanno
delle denunce.
10.luglio 2003
ALLARMISMO
Non sono poche le radio e le televisioni che
hanno problemi di piazzamento delle parabole per il trasferimento del
segnale. L'allarmismo sparso a piene mani ha prodotto una grande
diffidenza nei cittadini che hanno finito per vedere nelle innocenti
parabole - le forme geometriche anomale creano spesso diffidenze istintive
- le fonti primarie del male di inquinamento da onde elettromagnetiche.
Che poi nella realtà i problemi delle emissioni della Radio Vaticana
(dell'ordine di alcuni megawatt) o quelle provenienti dal tetto di
determinati alberghi se non da sedi istituzionali come quello della
regione Lombardia dove la radiofrequenza emessa si potrebbe tagliare a
fette come i cocomeri è noto che non interessano a nessuno.
Questo discorso per presentare una lettera che abbiamo scritto per essere
letta durante l'assemblea di un condominio ostile alle antenne, utile
anche a tutti coloro che si trovano nelle medesime condizioni.
...il problema che ci avete segnalato per telefono purtroppo è comune a
tante altre emittenti, risolvibile per fortuna a lume di buon senso.
Già negli anni Ottanta la nostra associazione “Non profit”, anche con
articoli sul giornale periodico Nuove Antenne, ha invitato gli associati
di tutta Italia di trasferire gli impianti di diffusione di potenza
superiori ai 250 watt in zone possibilmente isolate, lasciando presso lo
studio di trasmissione appena le antenne per il trasferimento del segnale.
Ciò, per togliere a priori ogni possibilità di inquinamento da onde
elettromagnetiche senza domandarci preventivamente se e quando la scienza
determinerà se le medesime sono pericolose o meno.
Purtroppo, nel tempo, in cerca di facile autopubblicità, alcuni soggetti
politici, ergendosi a difensori della pubblica incolumità hanno poco per
volta finito per gettare allarmismi ingiustificati, al punto che i
cittadini digiuni in materia, hanno finito per guardare con diffidenza e
paura, semplici lamiere di ferro foggiate a parabola che nulla hanno in
comune con le antenne di diffusione che invece si presentano come una
serie di dipoli disposti verticalmente dal vario potere concentrativo.
Nei casi più difficili, per risolvere ogni problema e per permettere la
regolare attività delle emittenti locali che ricordiamo in forza
dell’articolo 4 (norme urbanistiche) della legge 223/90 detta anche legge
Mammì sono considerate mezzi di pubblica utilità, a cura
dell’emittente, del condominio o di altri, è stata chiesta All’Arpa, all’Arta,
alla Ispels o ad altri organismi preposti, una misura realizzata nei
pressi delle antenne di traslazione del segnale che ha permesso di
accertare invariabilmente, e in tutti i casi, l’esistenza di un tasso di
radiofrequenza dispersa pari pressoché a zero.
L’equivoco fra le antenne di trasmissione in potenza e quelle di ricezione
e di traslazione del segnale dovrebbe essere tenuto ben presente da tutti
coloro che si battono in favore della salute dei cittadini i quali spesso,
invece, paventando danni provenienti da asciuga capelli frigoriferi o
lavatrici – tacendo peraltro per non rendersi impopolari sul fortissimo
campo generato dei telefoni cellulari – finiscono per spargere un sottile
terrore che come tutti i pericoli presunti o imponderabili, finisce per
indurre fatalismo e indifferenza, sentimenti questi assai controproducenti
ai fini che si erano prefissi.
07.luglio 2003
Consiglio di Stato
Buone novità in posta riservata a tutti
i ricorrenti. Coloro che non ci avessero ancora comunicato il nuovo
indirizzo e-mail lo facciano, invieremo il testo della lettera.
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