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03/09/06 16.30
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27 maggio 2003
CONNA NOTIZIE
Oggi parte
ufficialmente il servizio informativo della nostra associazione "CONNA
NOTIZIE" rivolto alle radio associate che offrirà periodicamente brevi
notiziari incentrati prevalentemente sulle questioni legate ai problemi
che la categoria radiotelevisiva vive ormai da anni.
Per maggiori informazioni collegatevi alla pagina
"CONNA Notizie"26 maggio 2003
ULTIMORA
Apprendiamo che il termine ultimo per la
presentazione di emendamenti al disegno di legge Gasparri è stato fissato
alle ore 13 di venerdì 30 maggio.
Già altre associazioni hanno consegnato emendamenti condivisi dal Conna
su temi di ordine generale; per quanto ci riguarda, già abbiamo
annunciato durante l'audizione in ottava Commissione Senato (e anche in
"Ultimissime"), la presentazione di un secco emendamento unico
che se accolto risolverebbe un bel po' di problemi a tutti.
Anche per la sua brevità, possiamo scegliere se consegnarlo prima della
scadenza di venerdì o in aula durante la discussione generale. Per non
sbagliare, e per scuotere i distratti è probabile che percorreremo
ambedue le strade.
20 maggio 2003
I CAVALLI...
Ci siamo incontrati con l'avvocato Carlo Rienzi
del Codacons al quale abbiamo chiesto come arginare gli abusi legalizzati
che colpiscono l'intero settore degli audiovisi, in particolare tutti
coloro che sono usi utilizzare supporti e macchine per
"lavorarli".
Come sospettavamo, la risposta è stata quella della attaccabilità sul piano costituzionale
di una normativa che fra le tante illegalità fa emergere molto bene i limiti posti alla libera iniziativa.
Stupore poi, ragionando con i responsabili delle organizzazioni
dell'Intesa dei consumatori (Adusbef, Federconsumatori, Adoc, Codacons) è venuto dal "riconoscimento" e
dal sostegno di fatto che è venuto da talune associazioni che non hanno
esitato a comportarsi da "Cavalli di Troia" al fine di seminare
confusione, precedenti e stati di fatto.
I supporti su cui registrare audiovisivi aumenteranno quindi di prezzo
secondo la tabella che riproduciamo in basso tratta dal decreto
legislativo del 9 aprile scorso.
E' augurabile che nasca un movimento spontaneo di difesa che veda in prima
linea chi viene maggiormente colpito da questi provvedimenti illiberali che non
hanno riscontro in nessuna altra branca dell'industria e del commercio.
Il Conna è pronto (come al solito) a fare la sua parte.
1.
Il compenso di cui all'art.71-septies della legge 22 aprile, n.633, è
fissato fino al 31 dicembre 2005, e comunque fino all'emanazione del
decreto di cui allo stesso all'art.71-septies, nelle seguenti misure:
a) supporti audio analogici: 0,23
euro per ogni ora di registrazione;
b) supporti audio digitali dedicati, quali
minidisc, CD-R audio e CD-RW audio: 0,29 euro
per ogni ora di registrazione. Il compenso è aumentato proporzionalmente
per i supporti di durata superiore;
c) supporti digitali non dedicati, idonei
alla registrazione di fonogrammi, quali CD-R dati e CD-RW dati: 0,23
euro per 650 megabyte;
d) memorie digitali dedicate audio, fisse o
trasferibili, quali flash memory e cartucce per lettori MP3 analoghi: 0,36
euro per 64 megabyte;
e) supporti video analogici: 0,29
euro per ciascuna ora di registrazione;
f) supporti video dedicati quali DVHS, DVD-R
video e DVD-RW video: 0.29 euro per ora, pari
a 0,87 euro per supporto con una capacità di
registrazione di 180 minuti. Il compenso è aumentato proporzionalmente
per i supporti di durata superiore;
g) supporti digitali idonei alla
registrazione di fonogrammi o videogrammi, quali DVD Ram, DVD-R e DvD-RW: 0,87
euro per 4.7 gigabyte. Il compenso è aumentato proporzionalmente
per i supporti di durata superiore;
h) apparecchi destinati alla registrazione
analogica o digitale audio o video: 3 per cento
dei relativi prezzi di listino al rivenditore.
18 maggio 2003
ABUSI LEGALIZZATI
Se alcune associazioni, pur di perseguire i loro fini di guadagno non
avessero stipulato "convenzioni" con tutta una serie di
pretendenti di "diritti connessi" traducibili in prelievi percentuali dai ricavi
delle imprese, sarebbe abbastanza agevole organizzare una opposizione a
quanto hanno ordito le lobby europee al servizio delle multinazionali
discografiche e di altri pretendenti di varia natura.
Ci riferiamo all'attuazione
della direttiva 2001/29/CE su "taluni aspetti" del diritto
d'autore attraverso il Decreto legislativo del 9 aprile 2003 pubblicato
sulla Gazzetta ufficiale n.87 del 14 aprile 2003.
Come già abbiamo raccontato altre volte, le lobby, ossia i gruppi di pressione che hanno il compito di
strappare un emendamento, a volte anche una virgola che in una legge
in certi casi può contare molto a favore di coloro che li
pagano ci sono sempre state, e ciò spiega le assurdità e le incoerenze di certe
pessime leggi che
regolano i settori della vita civile.
Ebbene, presso il parlamento europeo
oggi agiscono delle "superlobby" molto più pericolose perché
le finanziarie che stanno alle loro spalle le foraggiano senza
limitazioni dal momento in cui l'intervento sulle leggi si è rivelato un
ottimo
affare in grado di ricompensare ogni spesa, anche se ingente.
Ecco quindi il governo italiano, con alle spalle l'avvallo e la grande
scusante della "Direttiva europea", dar luogo il mese scorso ad
un ennesimo decreto legislativo inverosimile, ridondante e apocalittico per cui una semplice infrazione di una regola sul
diritto d'autore, viene sanzionata in modo scriteriato al punto che
imboccata questa strada repressiva esagerata, c'è da domandarsi come non sia
stata prevista anche la pena dell'ergastolo.
Norme così vessatorie dicevamo all'inizio - in un paese dove ladroni di
stato e assassini sono a piede libero - sarebbe stato abbastanza facile
neutralizzarle se certe associazioni
non avessero anche in questa occasione infranto una linea comune di
difesa.
Ancora una volta quindi alle prese con una normativa e misure
paradossali che colpiscono tutti
indistintamente: privati cittadini, radio, televisioni, ma anche studi
professionali di registrazione, aziende di duplicazione, studi di
doppiaggio cinematografico ecc...
Il Conna però non intende rassegnarsi di fronte ad un decreto che deve
essere modificato, convinti che nonostante il cedimento dei
traditori, ci sia parecchio da fare per fermare quelli che appaiono come
abusi legalizzati.
In una prossima informativa riporteremo gli iniqui (e ingenti) balzelli che
gravano su tutti i supporti registrabili e apparecchi per produrli.
Il Decreto legislativo in questione porta le firme di:
Carlo Azeglio CIAMPI
Berlusconi, Presidente del Consiglio
dei Ministri
Buttiglione, Ministro per le politiche
comunitarie
Urbani, Ministro per i beni e le
attivita' culturali
Frattini, Ministro degli affari esteri
Castelli, Ministro della giustizia
Tremonti, Ministro dell'economia e
delle finanze
Visto, il Guardasigilli: Castelli
15 maggio 2003
IL REGISTRO (2)
Ieri a Roma si è riunita la Commissione
dell'Autorità e ha deciso di prorogare l'entrata in vigore del nuovo
registro di stazione al 15 settembre prossimo.
Il Conna, mentre radio e televisioni locali continueranno a valersi
del vecchio registro, non si accontenterà di uno slittamento dei termini
di entrata in vigore di un pasticcio fatto apposta per complicare la vita
a chi già semplice non ce l'ha: è nostra intenzione infatti fare
osservare che per nessuna ragione le emittenti televisive e radiofoniche
locali possono essere obbligate a sottostare al medesimo regime che
distingue le grandi aziende.
11 maggio 2003
LE PROMESSE
Il Conna mantiene sempre le promesse che rivolge
alla categoria delle emittenti locali televisive e radiofoniche. Tanti
nostri progetti per quanto riguarda la programmazione, notiziari,
pubblicità nazionale, "Radio di strada" di cui abbiamo parlato
senza dare poi immediato seguito non li abbiamo dimenticati ma solo
rinviati.
Per rendersi conto della difficoltà di realizzarli, basta pensare per
esempio al campo pubblicitario e all'ostilità con cui sono guardate le
televisioni e le radio locali da chi detiene praticamente il monopolio
della pubblicità nazionale.
Il Conna non ha certo riunito per caso un primo gruppo di cinquanta
emittenti pronte a forzare la situazione, imponendosi come entità affatto
trascurabili agli effetti del contatto con il grosso pubblico, tuttavia ci
siamo resi conto che per vincere tante resistenze occorre ancora
tempo e pazienza.
Qualche mese fa lanciavamo l'idea di trasmissioni digitali sulle stesse
frequenze Fm attraverso un sistema che negli Stati Uniti ha poi finito per
essere adottato e che utilizza perfino le onde medie. Avevamo anche
riferito in merito ad un nostro colloquio avuto con un alto esponente
dell'Autorità garante che aveva ammesso (solo in privato) il fallimento
della scelta europea di un digitale dissipatore di energie e di capitali
difficile da realizzare.
Ora, nel sito www.newslinet.it
sotto il titolo 10-05-2003
- Digitale radiofonico: pronta la tecnologia "indolore",
è possibile leggere il rilancio di quanto scrivevamo.
C'è quindi da aspettarsi che la cosiddetta tecnologia Iboc
venga al più presto importata in Italia e che il Parlamento europeo
(insieme ai consiglieri del ministro Gasparri) si rendano conto
dell'errore nel continuare a inseguire obiettivi sbagliati.
Non ci si stupisca quindi se tutte le proposte del Conna dopo una iniziale
spiegazione si ha come l'impressione vengano accantonate.
E' solo questione di tempo...
09 maggio 2003
IL REGISTRO
Il Conna ha chiesto all'Autorità di Napoli ,
che avrebbe dovuto agire nel senso di razionalizzare e semplificare tutto
ciò che assilla le emittenti locali, di modificare il registro programmi
e nel frattempo di sospenderne l'entrata in vigore.
La prossima settimana intanto verrà deciso quasi certamente uno
slittamento dei tempi di attuazione della "nuova" normativa, ma
è la comprensione del criterio perverso che ha permesso a qualcuno di
agire a ruota libera senza neppure consultare le associazioni di categoria
che ci interessa approfondire.
In effetti, tendenze di questo tipo non sono nuove; basta pensare alla
stessa legge Mammì che per molti anni ha imposto canoni e tasse uguali
per tutti per concessioni mai date (ma questo è un altro discorso): una
piccola emittente che serviva un piccolo borgo fu tenuta a pagare la
medesima cifra di una azienda che operava in una grande città e che
dirigeva le sue trasmissioni potenzialmente a milioni di persone.
Comunque, rendendosi conto che una normale compilazione del registro
richiederebbe personale apposito (è il caso delle grandi imprese) ci è
stato detto che nel frattempo può essere usato il vecchio registro che già
richiedeva un impegno che non tutti potevano permettersi.
Ognuno pertanto faccia quel che gli è possibile fare, nulla di più. Il
Conna non mancherà di fornire notizie in proposito e se infine l'ultima
assurdità che ha scomodato la Gazzetta Ufficiale - il registro programmi
- dovesse essere riproposta l'attaccheremo legalmente.
07 maggio 2003
FATE LA VOSTRA PARTE !
Come previsto, ieri siamo stati ascoltati dalla
ottava Commissione Senato. Presenti per il Conna presidente e
segretario, l'audizione si è svolta in un clima di cordialità che ci
auguriamo dia i suoi frutti.
Il segretario della nostra associazione ha meglio definito i grandi
problemi dell'emittenza, seguiti alla lettura del documento che
pubblichiamo da parte del presidente del Conna.
In particolare, il segretario Bruno De Vita, in campo televisivo, si è
mostrato contrario alla "pubblicità traino" voluta da sempre se
non imposta dalla Frt; favorevole al divieto che deve esistere per le
network nazionali di "splittare" la pubblicità reperita
localmente, e per l'eliminazione dell'equivoco che vede alcune emittenti
multiregionali comportarsi alla maniera delle reti che coprono l'intero
paese.
Quest'ultimo punto ha trovato particolarmente consenziente la Rna nelle
persone di Montefusco (titolare di Radio Dimensione Suono) e di Sergio
Natucci, entrambi presenti all'audizione.
Dopo questa succinta relazione, chiediamo ai nostri associati di mettersi
immediatamente al lavoro E DI RECITARE LA PROPRIA PARTE stampandosi
il documento che segue che è poi quello di cui parlavamo nei giorni
scorsi.
Ogni senatore dell'Ottava Commissione sarebbe di estrema importanza
potesse riceverlo dove abita (informarsi circa l'indirizzo),
consegnato da una delegazione di radio o anche dal titolare di una
sola emittente.
Questo scritto, di estrema semplicità, comprensibile anche ai senatori
che non si occupano dello specifico, se recepito, avrebbe il potere di
esercitare quella legittima pressione da parte degli interessati che fino
ad oggi non c'è mai stata.
Ognuno pensi che l'impegno di svolgere un compito neppure tanto oneroso,
cioè quello di recarsi presso l'abitazione del senatore eletto in zona
(raccomandiamo di agire nei giorni di sabato e domenica), sarebbe
compensato ampiamente dalla liberazione futura di tanti oneri assurdi e
persecutori.
" L'affermazione inarrestabile delle "Tvstreet", dette anche "Televisioni di strada" ha messo in rilievo il problema delle emittenti locali
scomparse e di quelle rimaste che in certi casi sono in attività dal 1975.
Quanti avevano interesse a concentrare in poche mani il potere informativo sostenevano che esse "erano troppe", che c'erano più emittenti in Italia che negli Stati Uniti, confondendo (ad arte) microstazioni televisive e radiofoniche con mega-aziende che negli Usa servono un intero stato.
La diffamazione ai danni delle locali, mezzi insopprimibili popolari che permettono ai cittadini di apprendere cosa avviene nei dintorni dei luoghi dove vivono - la nascita delle "Street" lo conferma - purtroppo venne recepita e circa l'ottanta per cento di esse fu costretta alla chiusura o alla svendita.
Oggi, se non prevarranno ancora una volta forze oltranziste mai sazie, il Ddl Gasparri potrebbe dar luogo ad una sia pur parziale riparazione ai tanti torti subiti dalle "locali" sopravvissute. Per esempio, le leggi 422/1993 e la 66/2001 hanno imposto alle emittenti l'assunzione obbligatoria di dipendenti e la trasformazione delle ditte individuali in società di capitali.
Se non si vorranno cassare per tutti norme così inique, vessatorie e incostituzionali, perché non determinare che le imprese radiofoniche e televisive i cui bilanci mostrino ricavi al di sotto dei 100mila Euro annui siano esentate da tali obblighi e che nello stesso tempo godano di una amministrazione semplificata?
Come può una impresa minore che fa informazione, una cooperativa alle prese con una somma al di sotto di duecento milioni di vecchie lire assumere due dipendenti, caricarsi delle spese di amministrazione equivalenti a quelle di una rete nazionale e assolvere nel contempo tutte le incombenze che vanno dallo svolgimento continuo di pratiche, compilazione di domande di ogni genere come l'assurdo registro programmi recentemente imposto dall'autorità garante concepito a misura di una grande azienda, nonché al funzionamento dell'emittente medesima?
Inoltre, il disegno di legge attualmente in discussione, apportando modifiche sostanziali alla normativa vigente, deve lasciare libertà di scelta alle emittenti locali attualmente in funzione di riqualificarsi da comunitarie in commerciali o viceversa.
A parte, se ci sarà un gentile interesse del Governo, del Presidente e degli onorevoli
Senatori siamo in grado di produrre un emendamento unico che potrebbe riportare un minimo di equità nel settore.
"
Il testo in formato
Word pronto per essere stampato
I componenti
dell'Ottava Commissione del Senato
06 maggio 2003
RISCRIVETECI !
Abbiamo avuto notevoli inconvenienti ai nostri
computer (non del tutto finiti), capitati tutti insieme come di solito
avviene nelle buone famiglie fortunate.
Buona parte delle e-mail di quanti ci hanno scritto quindi sono purtroppo
andate perse e anche per proseguire l'iniziativa nei confronti dei
senatori invitiamo a riscriverci.
Questa mattina alle ore 12, saremo sentiti dai senatori della 8a
Commissione ai quali intanto anticipiamo un breve documento che dovrà
essere seguito da quell'azione informativa che abbiamo raccomandato di
svolgere alle singole emittenti.
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