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25/06/11 08.24
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29 aprile 2011
ALIENATI
Il 28 aprile a partire dalle ore 10 in poi - organizzato dallo
staff dell'ingegnere Troisi - si è svolto a Roma in viale
America 201 un incontro presso il Ministero con all'ordine del giorno
l'amministrazione della banda L sulla quale si sono appuntati i
timidi interessi di alcuni gestori di servizi telematici.
Subito si è avvertito che alcune associazioni - rappresentate dalle
medesime vecchie conoscenze - non essendo loro bastata la catastrofe
del digitale terrestre cui non hanno saputo far fronte neppure
rivendicando le più elementari richieste come quelle dell'adozione di
un decoder unico e di una preventiva assegnazione Lcn,
intendevano creare le premesse di un disastro ancora maggiore ai danni
delle radio imprigionandole in consorzi gestiti da loro, con la
speranza di sfruttare al massimo l'opportunità di salassarle
economicamente.
Il rappresentante del Conna ha quindi assistito sbalordito ad una
raffica unanimistica di pretese sulle frequenze che vanno dai 1452 ai
1492 Mhz (40 Mhz) per realizzare al più presto la radio in digitale:
gli stessi vecchi argomenti già sentiti in passato a proposito
dell'imposizione del numerico alle tv.
Di fronte ad una assemblea di folli interessati e furiosi (escluso
appena qualcuno e fatto salvo l'ingegner Antonio Vellucci che
presiedeva) decisi a non farsi togliere l'osso di bocca e a spingere
per l'adozione forzata del digitale radiofonico, il rappresentante del
Conna non si è lasciato influenzare e mantenendo la calma ha fatto la
sua proposta.
Prendendo le mosse dal tentativo di esproprio delle frequenze dei
canali televisivi che vanno dal 61 al 69, dopo aver dichiarato il
digitale radiofonico "intempestivo" e dannoso da sospendere perché
obbligherebbe le radio attualmente in banda di modulazione di
frequenza a comprare e ad attivare apparecchiature in tecnica digitale
senza poter essere ascoltate per lungo tempo da un parco ricevitori
attualmente inesistente, la soluzione del problema prospettata
sarebbe quella di "scambiare" l'espropriazione dei canali 61-69
con l'uso della banda L da parte dei servizi telematici, esclusa una
piccola parte da adibire alla sperimentalità radiofonica digitale per
chi intende praticarla (Rai o altri).
Vedendo sfumare tanti possibili affari da una offerta così
rivoluzionaria, il "gelo" e la presa di distanza dal Conna è stata
unanime: un isolamento totale che invece di umiliarci ci ha fatto
onore e che ci consente di dire ancora una volta a pieno titolo che se
le radio e le televisioni locali non si libereranno dei parassiti che
ne svendono gli interessi e campano sulle loro spalle come mignatte;
se non faranno un atto di coraggio per allontanare affaristi e
opportunisti esse non si salveranno. Sopravviveranno esclusivamente le
grandi aziende e le reti nazionali che assorbiranno le loro frequenze,
le attrezzature di trasmissione, l'avviamento frutto di decenni di
lavoro, le loro passioni. E con la loro scomparsa andrà dispersa
l'indipendenza informativa e il diritto costituzionale di comunicare.
19 aprile 2011
INDIGNAZIONE
Fra le tante forze politiche che
nel tempo abbiamo interessato, l'Italia del valori si è
mostrata da sempre particolarmente sensibile ai problemi delle
radiotelevisioni locali e multiregionali.
L'ipotesi di giungere a forme di esproprio togliendo ad un
privato per dare ad un altro non ha lasciato indifferente il
presidente Antonio Di Pietro spingendo il suo senso di
giustizia verso l'aperta indignazione quando ha appreso che
l'ex organizzatore di programmi a luci rosse - ora ministro
per lo sviluppo economico Paolo Romani - per portare a termine
l'incostituzionale operazione di esproprio delle frequenze dei
canali dal 61 al 69 si era scelto quali parti di comodo
AerantiCorallo e Frt.
Quella che segue è l'interrogazione parlamentare che ha
presentato alla Camera dei deputati.
DI PIETRO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per
sapere - premesso che:
il comitato nazionale Italia digitale si è riunito in data 1o
marzo 2011, presieduto dal Ministro interrogato che per l'occasione ha
presentato la proposta del nuovo calendario nazionale per il
completamento del passaggio alla televisione digitale;
il comitato è composto dai rappresentanti dell'autorità per le garanzie
nelle comunicazioni, delle regioni, delle associazioni di televisioni
locali e delle emittenti nazionali, dei produttori, distributori e
consumatori;
il Ministro all'atto della suddetta presentazione del calendario del
comitato nazionale Italia digitale convocava solo due associazioni
rappresentanti dell'emittenza televisiva, scelte, a giudizio
dell'interrogante, come controparti «di comodo» - definite
impropriamente «più rappresentative» - escludendo tutte le altre;
la decisione del Ministro, a giudizio dell'interrogante, è tanto più
grave perché una delle due associazioni predilette, la Frt, risulta
composta tra le altre anche dall'Associazione tv nazionali presieduta
attualmente da Fedele Confalonieri;
in particolare, è stato escluso il Coordinamento nazionale nuove antenne
(CONNA), l'unica associazione no profit del settore che ha 36
anni di attività alle spalle, ed è editrice di un giornale specializzato
in difesa della libera espressione dei grandi mezzi di diffusione di
massa, lasciando i suoi associati privi di tutela sindacale -:
se corrisponda al vero che il Ministro interrogato abbia prediletto due
associazioni che l'interrogante considera controparti di comodo per la
presentazione del calendario del comitato nazionale Italia digitale e
quale sia il reale motivo che ha determinato tale decisione.
(4-11641)
15 aprile 2011
IN GUARDIA
Il titolo non ha rapporti con
l'azione dura e sicura che abbiamo intrapreso per
ridimensionare lo strapotere dei nemici dell'emittenza locale
di cui in questi giorni parliamo (e soprattutto agiamo)
abbondantemente.
Il dottor Vittorio Pezzani di Radio Monte Kanate ci segnala un
pericolosissimo virus in grado di produrre danni
irreversibili ai computer.
Il Conna ha in genere per associati persone civili che in
certi casi si preoccupano più degli altri che di sé stessi;
anche Danilo Maddalon di Radio Nuova Musica, ben conosciuto
dai nostri associati, è fra questi: riconoscersi in una
associazione non profit come la nostra evidentemente lo
ritengono il degno completamento del loro atteggiamento
esistenziale.
Pezzani quindi ci informa che è in circolazione un
pericolosissimo virus nascosto nell'indirizzo
peteivan@hotmail.com
o in un video di Bush; ha la
proprietà di formattare il computer, cancellare i contatti e
togliere la password. Non aprire neppure nessun messaggio con
un allegato dal nome: "invito" che viene di solito
inviato da un indirizzo "amico". E' uno dei peggiori
perché distrugge il "settore zero"dell'hard disk dove vengono
conservate le informazioni vitali per il suo funzionamento.
14 aprile 2011
CARTv
Il fallimento di una politica
gretta, immobilista, miope per non aver saputo prevedere ciò
che con tutta chiarezza aveva immaginato la nostra
associazione la stanno dimostrando Aerantieccetera e anche la
Frt.
Sono impressionanti le brutte figure che hanno collezionato in
questi ultimi tempi mentre accecati dal successo in affari
vantavano le centinaia e centinaia di emittenti che si erano
affidate alle loro "cure".
Hanno cominciato con l'essere costrette a uscire (non si è ben
capito se invece siano state cacciate) da quel DGTVi
presieduto da Andrea Ambrogetti targato Mediaset, un organismo
nato per sviluppare il digitale terrestre in Italia: forse si
aspettavano, che il DGTVi dovendo scegliere fra gli interessi
delle reti nazionali e quelle locali privilegiasse queste
ultime?
Rimaste orfane di quel po' po' di associazione che ha
contribuito insieme a loro a permettere che l'Agcom procedesse
indisturbata a ruota libera in direzione di scelte
dannosissime o non scelte come quelle dell'LCN ed il
decoder unico, esse hanno ben pensato con una sconcertante
impreparazione, superficialità e mancanza di prudenza di
affidarsi a Paolo Romani un ministro di cieca fede
berlusconiana imposto a forza dal presidente del Consiglio.
Ben presto, anche in questo caso, la loro decisione si è
rivelata a dir poco suicida perché fin dal primo momento si è
capito che esse invece di respingere sdegnosamente la
decisione governativa di alienare i canali dal 61 al 69 erano
disposte a trattare l'esproprio "per qualche dollaro in più"
di indennizzo.
La doccia fredda è giunta questa mattina quando Romani, il
cosiddetto amico delle locali per aver prodotto in passato
programmi a luci rosse ha negato qualsiasi compromesso circa
l'aumento del compenso.
Nel frattempo quattro associazioni, (in ordine alfabetico) Cnt,
Conna, CRTV e REA hanno costituito un Coordinamento di
associazioni (CARTV) disposto a rivendicare i diritti
sacrosanti dell'emittenza locale e multiregionale di cui
avremo modo di raccontarne l'azione che già ha cominciato a
svolgere.
07 aprile 2011
INTERROGAZIONE
Il senatore Elio Lannutti che è
anche presidente della benemerita associazione Adusbef per
impegno della quale compagnie di assicurazioni e banche hanno
trovato un momento di arresto e di moderazione, dopo aver
verificata la legittimità della nostra proposta contenuta
nelle ultime otto righe del comunicato alle agenzie che
precede, ha presentato una interrogazione parlamentare
denunciando il comportamento del ministro Paolo Romani il
quale, scegliendosi associazioni di comodo come interlocutori,
non intende dar luogo ad emendamenti al decreto legge n.34/11
di accoglimento di ragionevoli soluzioni.
L'esame del decreto è cominciato ieri ed è negata ogni
audizione. Come ormai è prassi comune di questo governo, la
tendenza è quella di dar luogo a provvedimenti che definire
arditi e di sospetta incostituzionalità è dir poco, evitando
contradditori che potrebbero risultare fastidiosi.
Interrogazione parlamentare (Senato)
(senatore Elio Lannutti Italia dei
Valori)
Al Ministro dello Sviluppo
Economico
----------------------------------------------
Premesso che
il Comitato Nazionale Italia Digitale si è riunito in data 1 marzo
2011, presieduto dall'allora Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo
Romani, che per l'occasione ha presentato la proposta del nuovo
calendario nazionale per il completamento del passaggio alla televisione
digitale;
il Comitato Nazionale Italia Digitale è
composto dai rappresentanti dell’Autorità per le Garanzie delle
Comunicazioni, delle Regioni, delle associazioni di Tv locali e delle
emittenti nazionali, dei produttori, distributori e consumatori;
il ministro Romani all’atto della suddetta
presentazione del calendario del Comitato nazionale Italia digitale
convocava solo due associazioni rappresentanti l’emittenza televisiva,
scelte a giudizio dell'interrogante, come controparti di comodo -
definite impropriamente “più rappresentative” - escludendo tutte le
altre;
la decisione del ministro Romani, a giudizio
dell'interrogante, è tanto più grave perché una delle due associazioni
predilette, la Frt- presieduta attualmente da Fedele Confalonieri - ha
contribuito egli stesso a fondarla quando svolgeva l’attività di
produttore di programmi televisivi a luci rosse da un’emittente locale
livornese;
in particolare, è stato escluso il Coordinamento
nazionale Nuove Antenne (CONNA), l’unica associazione non profit del
settore che ha 36 anni di attività alle spalle nonché editrice di un
giornale specializzato in difesa della libera espressione dei grandi
mezzi di diffusione di massa, lasciando i suoi associati privi di tutela
sindacale;
si chiede di sapere:
se corrisponda al vero che il ministro
Romani abbia prediletto due associazioni di comodo per la presentazione
del calendario del Comitato nazionale Italia digitale e quale sia il
reale motivo che ha determinato la suddetta decisione.
LANNUTTI
05 aprile 2011
ESPROPRI TRUFFA
Il Conna ha inviato oggi alle agenzie il comunicato che
segue sulla grave situazione che si sta determinando con
l'esproprio delle frequenze televisive utilizzate dalle
emittenti locali.
ESPROPRIO!
DEI CANALI DAL 61 AL 69
COMUNICATO DEL CONNA (Coordinamento nazionale Nuove
Antenne)
La strada degli
espropri tentata più volte senza successo per far fronte
al grave problema della casa oggi viene rilanciata dal
governo Berlusconi.
Le imprese
televisive locali e multiregionali che utilizzano
frequenze di trasmissione dal canale 61 al 69 da ben
oltre trent'anni, secondo quanto riportato nel decreto
legge n. 34/11 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del
31 marzo scorso verrebbero espropriate di fatto in
favore delle multinazionali telefoniche attraverso una
maldestra operazione, violenta nella sostanza.
L'inaudito
provvedimento che contraddice grossolanamente
l'atteggiamento di sostegno alle aziende e che attenta
gravemente allo stato di diritto, in sostanza prevede di
togliere un bene pubblico ad un privato per consegnarlo
ad un altro.
Nel respingere senza
esitazioni una misura di più che sospetta
costituzionalità, giova esaminare meglio per consentire
lo sviluppo della telefonia e dei servizi in larga banda
il sopraccitato decreto 34, laddove prevede
l'utilizzazione per questo scopo di quattro blocchi di
frequenze a 800 megahertz , 1800, 2000 e 2600.
Ebbene, considerato
che è il blocco a 800 Mhz ad essere occupato dalle
televisioni, comunitarie e commerciali, i tre blocchi
restanti 1800, 2000, 2600 Mhz sono da considerare
bastanti per la telefonia e per dar luogo all?operazione
di asta pubblica governativa per "far cassa".
Qualora i tre
blocchi non venissero ritenuti ancora non sufficienti,
non ci sarà che da attingere ai capienti serbatoi di
frequenze donate dallo Stato gratuitamente alle reti
nazionali televisive, che in virtù di questa
inspiegabile elargizione risultano in possesso di un
gran numero di frequenze in buona parte inutilizzate.
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