Aggiornato
al
30/06/04 09.45
|
27
febbraio 2004
ARANCE DI STAGIONE
Che la legge Mammì e le sue "degne" emanazioni (leggasi 66/2001) fossero
uno schiaffo alla Costituzione italiana lo si è sempre saputo.
Prendiamo spunto da un legittimo sfogo di un titolare di radio che non
ha voluto coraggiosamente ottemperare alle disposizioni di legge che
impongono l'assunzione di dipendenti e la trasformazione forzata delle
ditte individuali in società di capitali. Il nostro collega è infatti
fortemente preoccupato per il futuro della sua attività che permette
alla propria famiglia di vivere, al punto tale da chiederci ironicamente
di portargli le arance nel caso in cui fosse gli venisse tolta la
libertà. Rassicuriamo il nostro amico e compagno di lotta.
Siamo convinti che Gaspare e i suoi compari non si azzarderanno a
toccare coloro che si trovano nelle condizioni costruite con cinismo ed
"efferata" determinazione dai legislatori appositamente per far fuori le
voci indipendenti locali e per fare tabula rasa del diritto fondamentale
dei cittadini a comunicare.
L'esigenza di far viaggiare il proprio pensiero, la cultura e le
tradizioni locali che hanno consentito alla nascita e all'affermazione
delle decine e decine di realtà televisive indipendenti note al pubblico
come Telestreet, dopo che centinaia di piccole tv locali hanno dovuto
gettare la spugna per obblighi impossibili da sostenere, è un fatto
inarrestabile: nessuna legge potrà mai imbavagliare la comunicazione
perchè la Carta Costituzionale dello Stato italiano la garantisce!
Crediamo che sia invece più ragionevole pensare che coloro che hanno
violato la Legge delle Leggi per trarne vantaggi per se' e per i propri
"protetti" siano i candidati più accreditati a trascorrere un lungo
periodo a spese degli italiani nel luogo di villeggiatura che meritano.
Ma non dovranno preoccuparsi. Andremo a far loro visita, di tanto in
tanto, soprattutto nei mesi invernali.... quando si trovano le arance di
stagione.
25
febbraio 2004
AI FERRI
CORTI
Ci giungono notizie in merito a
sollecitazioni sulla persona del ministro (interrogazioni, pressioni
ecc..) affinché adotti norme repressive nei confronti non solo delle
Tvstreet delle quali abbiamo già parlato, ma anche in quelli delle
emittenti radiofoniche che non hanno "ottemperato" alla inapplicabile
legge n.66/2001.
Nonostante la foga maramaldesca, non possiamo che felicitarci con il
ministro se vorrà finalmente dopo due anni e mezzo assumere il volto del
repressore.
Vogliono la guerra ai ferri corti? Fino ad oggi hanno bombardato e
sparato con l'artiglieria, ora lo scontro promette di svolgersi ad armi
pari, all'arma bianca appunto, spostandosi su argomenti molto più
contestabili dove le ragioni di fondo come il mancato rilascio delle
concessioni e le vessazioni nei confronti delle emittenti locali sarà
più facile dimostrarle anche per gli eventuali danni prodotti.
Oltre ai nostri associati, sappiamo di avere idealmente con noi
l'intera categoria che ben conosce il pericolo costante che corre:
basterebbero norme come quella della legge 66 maggiormente pesanti e
incattivite per non lasciare scampo a nessuno che non abbia un grosso
spessore aziendale e ingenti capitali a disposizione.
22 febbraio 2004
SENZA DIFFERENZE
La "campionatura" di casi rappresentata
dai titolari di emittenti presenti ieri a Roma era esattamente
corrispondente alle nostre aspettative.
Senza la fretta e confusione - comune a tutte le assemblee dove di
solito tengono banco una o due persone e gli altri zitti - ognuno ha
potuto raccontare la violenza che ha dovuto subire da
concessionario... senza concessione.
Obblighi di versare canoni non dovuti, tasse, fidejussioni;
interventi dei "Circostelli" mai in veste amica (per le grandi
imprese come sappiamo l'atteggiamento è ben diverso), controlli
sulla programmazione cui sarebbero vincolati tutti coloro che
avessero ottenuto una concessione valida, cioè accompagnata da una
frequenza praticabile e garantita, hanno costituito oggetto di
discussione con decisione finale: denunciare per truffa e tentativo
di estorsione tutti coloro che si sono resi responsabili di una
situazione paradossale che ha gravemente danneggiato un gran numero
di operatori radiofonici e televisivi del settore.
Il procedere sarà questo: tutti coloro che si ritengono
colpiti dal rilascio di concessioni burla (tragica per qualcuno) per
non aver potuto sviluppare la propria azienda; perché sono stati
costretti nell'insicurezza a svendere la propria emittente;
costretti a versare somme dovute dai soli concessionari (loro non lo
erano) o che hanno potuto operare solo in forma ridotta per le
interferenze prodotte da altre stazioni, dovranno raccogliere -
insieme ai loro avvocati o commercialisti personali, se li hanno -
tutto il materiale possibile, comprese diffide e provvedimenti
repressivi vari dei "Circostelli" e inviarlo alla associazione
cui sono iscritti.
Abbiamo detto "associazioni", non a caso, piccole o grandi che
siano, perché l'avvocato presente in assemblea Enrico De Santis del
Foro di Roma - un esperto dello specifico - ha consigliato di
interessare tutte le organizzazioni che non siano comitati di
affari, di associarsi in questa impresa di giustizia.
Il Conna non ha nulla in contrario, anzi, se ci saranno risultati
positivi, e nulla lascia dubitare che non ce ne possano essere,
basta saper leggere i testi delle leggi vigenti , ogni associazione
potrà attribuirsi la vittoria in eguale misura a tutti coloro che vi
hanno partecipato, senza differenze di sorta.
L'avvocato De Santis avrà il compito di seguire i vari casi
uniformando le denunce ad un denominatore comune e di seguirle passo
passo.
20 febbraio 2004
CONVENZIONE SIAE
La Siae ci comunica che la Convenzione
che "... regola le condizioni normative ed economiche per
l'utilizzazione del repertorio Siae.." stipulata Dal 1995 e
tacitamente rinnovata scadrà il 1° marzo 2004.
Le richieste di aumento sono ovviamente numerose, tutte da
discutere, specie quella che vorrebbe ripristinare il "minimo
garantito", abolito - fa fede una lettera indirizzata al Conna
dall'allora direttore della sezione musica Gino Iannucci -
all'atto della firma della Convenzione nel 1995.
Il mese prossimo comunque affronteremo la questione, forti di copia
del bilancio inviato all'Autorità di un certo numero di imprese
radio tv emittenti che sollecitiamo ad inviarci, proprio per
dimostrare l'iniquità della applicazione del minimo garantito.
In sede di trattativa, manterremo fermo il nostro proposito di
riconoscere la sola Siae quale "unico ente percettore del diritto
d'autore" (nel corso degli anni più volte abbiamo manifestato questo
proposito), al fine di evitare l'aggressione di associazioni o
società esistenti o in corso di formazione, pronte a reclamare il
pagamento dei discutibili "diritti connessi" (da detrarre semmai sui
proventi incamerati dalla Siae medesima).
19 febbraio 2004
ACROBAZIE
Finalmente il Consiglio di Stato - sia pure ricorrendo ad
acrobazie - riconosce a denti stretti l buon diritto di una impresa
individuale o di altro genere di non essere lesa nei suoi interessi.
E' un indiretto invito ai Tar - qualora si arrivasse a sconsiderati
provvedimenti estremi - ad uscire dal quel piatto conformismo che ci
ha fatto titolare il nostro Nuove Antenne, numero di dicembre
"Sopprimere il Tar del Lazio?" che ha allarmato quando lo abbiamo
distribuito gli incolpevoli impiegati e funzionari da poco tempo
trasferiti nella nuova sede di via Flaminia.
Il "Collegio giudicante" del Cds quando ha scritto che il Conna non
ha dimostrato gli effetti che la 66/2001 avrebbe prodotto sulle
emittenti, poteva spingere il suo acume al punto da pensare che
effetti non ce ne potevano essere perché il Ministero per due anni e
mezzo ha esitato (una volta tanto giustamente) ad applicare una legge inapplicabile.
Ma sarebbe stato chiedere troppo: la scandalosa questione delle
consulenze (e dei doppi stipendi) che magistrati del Consiglio di
Stato prestano in favore dei ministeri che ha determinato perfino
uno sciopero dei Tar qualche anno fa evidentemente lo ha impedito.
Il lato, come dire, buffo della situazione è che politici e
delinquenti di alto bordo sono impegnati a dimostrare il cattivo
funzionamento della giustizia penale, mentre la giustizia
amministrativa - la vera malata - è funzionale ai loro interessi
così com'è.
18 febbraio 2004
UNA MEZZA VITTORIA
Il Consiglio di Stato ha confermato la
sentenza negativa del Tar del Lazio che sosteneva essere
costituzionali le norme contenute nella legge 66/2001 quindi il
Conna ha torto marcio nel ritenere incostituzionali le note
imposizioni alle ditte individuali.
Ma la questione non è affatto liquidata in modo così brutale e
semplicistico; all'interno della sentenza, pur dichiarando
manifestamente infondate le ragioni di incostituzionalità espresse
dal ricorso, c'è un passo molto interessante dove si dice: "Per
completezza, si osserva che l'associazione ricorrente non ha
comunque dimostrato di rappresentare emittenti radiofoniche locali,
che non hanno avuto il rinnovo della concessione a causa dei due
requisiti sopra menzionati, manca quindi anche quella lesione
attuale necessaria per ritenere rilevanti le questioni di
costituzionalità...".
E' chiaro che il Conna non poteva dimostrare "lesioni" per le
"concessioni" non rinnovate perché il Ministero non si è mai
pronunciato prudentemente in proposito emettendo ordinanze di
disattivazione, anzi ora sarebbe bene trovasse il coraggio di
giungere ad escludere le emittenti "non in regola" - se ritiene di
averne la forza - per darci modo di dimostrare ampiamente la
"lesione" degli interessi di chi gestisce una ditta
individuale, proprio in virtù di quanto affermato dal Consiglio di
Stato.
L'altro punto che rende questa sentenza interessante al punto da
produrre un effetto di controreazione fino a costituire un
rafforzativo delle nostre tesi, è il continuo riferimento alle
"concessioni" che noi sappiamo rilasciate contro quanto stabiliva la
legge 223/90.
Appare quindi tempestiva ed estremamente importante la riunione a
Roma di sabato prossimo 21 febbraio dove saranno impostate le
denunce per truffa ed estorsione nei confronti del Ministero delle
comunicazioni.
Fra qualche giorno sarà disponibile su
Internet
www.giustizia-amministrativa.it
il testo del pronunciamento n.5388/2002, sentenza 661/2004.
16 febbraio 2004
DENUNCE
Potremmo anche sbagliare, ma nubi nere
e tempestose si stanno addensando sul Ministero delle comunicazioni;
un avvocato di Roma vicino al Conna ha chiesto 5 miliardi di vecchie
lire di danni per una disattivazione che ora, dopo un lungo processo
è risultato che era abusiva.
L'emittente colpita ingiustamente fu costretta a interrompere
l'attività e la somma oggi richiesta, perfettamente
rivendicabile, è dedotta dalle quotazioni di mercato dell'uso dei
canali - la Rai ha stimato il prezzo di un canale televisivo
legato ad un ramo aziendale in 1.5 Euro ad abitante potenzialmente
servito (radiofonico poco meno della metà) - non tiene neppure conto
dei danni di altro genere arrecati che potranno essere sempre
quantificati a parte.
E' un caso fra i tanti che la Corte di giustizia delle Comunità
europee esaminerà se la magistratura amministrativa, penale, civile
e tributaria del nostro paese non sapranno fare giustizia.
E' per questo motivo che un numero ristrettissimo di emittenti (una
ventina al massimo) che hanno subito gravi torti si riunirà a Roma
nella mattinata di sabato 21 febbraio dalle 11 alle 13 per compiere
passi decisivi in direzione di chi per tanti anni (decenni) ha preso
in giro radio e televisioni locali rilasciando concessioni prive di
valore, abbandonate alla prepotenza dei più forti e determinando la
quasi scomparsa di un settore ad alto valore sociale aggiunto.
Il luogo dove si terrà l'assemblea sarà comunicato in posta
riservata mediante una lunga e dettagliata indicazione ad uso di
quanti arriveranno in auto o in treno.
13 febbraio 2004
FIGLI E FIGLIASTRI
Per dimostrare l'empirismo, la parzialità e il pressapochismo con il quale si
muovono funzionari e politici del Ministero, vi raccontiamo cosa
è accaduto recentemente a Roma quando, chiamati da una emittente multiregionale, i tecnici dell'ispettorato
di Roma hanno chiuso una radio comunitaria, Radio BBS che opera
sulla capitale e dintorni.
I giornali ne hanno subito parlato diffusamente e anche il Conna si è
sentito in dovere di spiegare meglio la questione con il comunicato
che segue per evitare che
qualche "esperto" giornalista del settore scrivesse "a orecchio".
ALLE
AGENZIE
Il caso della Radio romana BBS chiusa dal titolare del Ministero
delle comunicazioni o da chi per lui, mette in rilievo gli abusi che
le grosse emittenti possono compiere ai danni di quelle più piccole
che svolgono un servizio sociale.
Radio Subasio su Roma dispone di ben 4 frequenze quando la legge
vieta di possederne più di una per servire il medesimo bacino di
utenza: 94.2; 94; 94.5 e 107.4 Mega hertz.
La proprietà è la medesima, ma per meglio confondere le acque si è
sdoppiata in un vorticare di tre società diverse: “Radio Subasio”
che impegna 94 e 94.5 Mhz; “Radio Suby” 107.4 Mhz e (da questa
mattina) “Radio Subasio Più” la 94.2 (quella inibita a radio BBS).
Se aggiungiamo poi che le famose concessioni non sono mai esistite
perché per poterle rilasciare era necessario a norma dell’articolo
34 comma 5 della legge Mammì (223/90) redigere gli appositi Piani di
assegnazione (Piani regolatori dell’etere), ci si accorge del vero
Far West in cui si dibatte l’emittenza non dovuto ovviamente alle
radio o alle televisioni locali ma alla congerie di leggi concepite
in favore delle grandi imprese che il ministro Maurizio Gasparri si
è ben guardato dal riformare.
Ebbene, sarà per merito dei giornali, al
fatto che Radio BBS ripete Radio Popolare di Milano o altro, la
notizia ha finito per perforare il muro del suono, nel senso che il
caso è venuto a conoscenza della pubblica opinione, e quando
fior di locali sono state per anni ignorate completamente, costrette
a interrompere le trasmissioni o a svendersi senza che non si
muovesse foglia, ecco che il Ministero, sull'onda della protesta
generale intervenire prontamente per trovare una soluzione.
Non possiamo che rallegrarci per Radio BBS che riprenderà le
trasmissioni; tuttavia, è chiaro a tutti lo squallore in cui si
muove l'apparato ministeriale la cui azione è improntata più che su
ragioni di giustizia uguale per tutti, a interessi imperscrutabili, opportunismo e a fatti
puramente esterni di immagine e propaganda.
10 febbraio 2004
LE OSSA ROTTE
Che la Siae dovesse essere l'unico
"ente percettore del diritto d'autore" lo avevamo scritto più
volte fin dal primo momento che alcuni parassiti che vantavano
"diritti connessi" a quello d'autore, basandosi su norme vetuste contenute nella legge 633 del 1941 hanno
cominciato ad assillare radio e televisioni locali con la
collaborazione occulta della Siae, unico ente in grado di fare
intervenire la Guardia di finanza secondo quanto ci è stato detto
e confermato dallo stesso Comando centrale di Roma di via XXI aprile.
Anche il nostro consiglio alle radio e televisioni locali di
rivolgersi alla magistratura senza esitazioni rimane fondamentale, abbandonando le
consuete "conoscenze" politiche che non servono a nulla se non a
perdere tempo.
Ora, hanno cominciato a fioccare le prime sentenze di giudici
chiamati ad esaminare denunce apocalittiche basate sul nulla e
tante altre ce ne saranno contro pretendenti che nulla hanno da
pretendere.
Chi ne esce con le ossa rotte da farsi ricoverare al Rizzoli di
Bologna specializzato in traumatologia dello scheletro, sono altri
collaborazionisti come scrive la Staff Assoradio:
Le due sentenze di cui
abbiamo parlato sferrano inoltre un duro colpo alle "associazioni"
che finora hanno dato man forte a questi soggetti, stringendo
accordi che sempre più evidentemente vanno contro gli interessi
dei loro associati.
La cosa che stupisce di più è che in alcuni casi, tali
"associazioni" rispondono alla conduzione orchestrata di legali e
legulei vari, che evidentemente avranno stretto quegli accordi o
per malafede o per... incompetenza professionale.
Un motivo in più per non fidarsi di "associazioni" pronte a fare
gli interessi di tutti, fuorché dei propri associati.
09 febbraio 2004
IRRITANTE
Non sembri di eccessiva durezza la
risposta inviata alla lettera che segue che ci è stata mandata da una
televisione locale, è solo una decisa presa di posizione da parte
della nostra associazione verso un'alta percentuale di responsabili
(?) di radio e televisioni locali, fatta di opportunisti sostenitori
di associazioni parassitarie o privi del minimo senso di
appartenenza ad una categoria che sta faticosamente tentando di
sollevare la testa.
I soprusi dei Circoli, puntigliosi con le piccole emittenti, larghi
se non larghissimi di manica con gli altri sono innumerevoli e
facilmente provabili, ed è per questo motivo che non è più il tempo
di scherzare con il fai da te come se si trattasse di eseguire
lavori casalinghi di arredamento o di falegnameria.
Il Conna è impegnato a guidare una grande azione di denuncia per
truffa ed estorsione e il tempo dei giochetti di autodifesa è
scaduto. E' in sostanza il proseguimento e l'attuazione di quanto
avevamo annunciato all'atto della approvazione della legge 66/2001:
basta con i politici, basta con i ministeriali eccetto che per
rapporti di ordinaria amministrazione, unica speranza di giustizia e
di sopravvivenza per l'emittenza locale la magistratura.
Intanto, un caloroso saluto xxx xxxxx da
parte di xxxx xxxxx, direttore dei servizi giornalistici e
presidente dell'Associazione xxxxx xxxxxxx titolare dell'emittente
televisiva comunitaria xxxxxx.
Non ho mai scritto a
nessuno, per il semplice fatto che sono riuscito fino ad ora a
sbrigarmela da solo, superando tanti, tantissimi ostacoli.
Approfitto, adesso, per proporvi un ulteriore ed ennesimo problema.
La faccio breve per non annoiarvi.
Tra gli altri canali,
utilizziamo (dal 1990) un canale xx, che ci consente di <coprire>
la zona di xxxxxx xxxxx. Un breve passo indietro. Siamo nel 1997
quando il Circolo ci fa sapere che disturbiamo l'adiacente Canale xx
Rai e ci obbliga - incredibile ma vero - a cambiare la
polarizzazione dei pannelli da orizzontali in verticali e di
abbassare la già irrisoria potenza da 20W a 10W. A quel tempo
abbiamo da subito contestato il provvedimento. Sembra tutto finito e
invece qualche anno fa il Circolo, sempre di xxxxxxxxxxx, ci invia
un'altra diffida. Insomma una sorta di ping-pong di lettere e
telegrammi protrattosi per anni. E giusto qualche giorno addietro
altra diffida. Da sottolineare che ottemperando a quanto impostoci
dal Circolo non saremmo più in grado di raggiungere l'utenza di
xxxxxx per il semplice fatto che tutti - e dico tutti - gli
utenti ricevono con polarizzazione orizzontale, il che
significherebbe, di fatto, disattivarci il canale. Altra
precisazione: il nostro tecnico ha accertato che il nostro segnale
disturba, in maniera irrisoria, gli utenti Rai di alcune palazzine
che si trovavano nelle vicinanze del nostro ripetitore per il
semplice fatto che gli amplificatori delle antenne vanno in
saturazione. Ed ancora, nonostante le nostre garbate insistenze, il
direttore del Circolo di xxxxxxxxx, fino ad oggi non ha inteso
riceverci per un colloquio chiarificatore. Da dire, infine, che la
nostra scheda tecnica del canale xx, prevede la trasmissione in
Orizzontale e con una potenza di 20W! Che fare? Tra le altre
ipotesi, ho intenzione di rivolgermi alla magistratura ordinaria.
Dimenticavo: avevamo chiesto, in alternativa, il cambio di canale.
Manco a parlarne. E la storia continua....
xxxxxxxxx
xxxxxxxx
Consideriamo irritante la prima
parte del messaggio che ci inviate, e non possiamo che dire, visti i
risultati che avete ottenuto: continuate a "sbrigarvela da soli" .
Siamo da 27 anni una associazione
"Non profit" e con il nostro lavoro volontario abbiamo risolto
numerosi casi come quello da voi lamentato attraverso il ragionamento
e l'interpretazione delle sia pur scandalose leggi vigenti, e dopo
tanti anni riceviamo un appello di chi ci ha ignorato per qualche
decennio.
E' deludente constatare tanto
disinteresse da parte di chi facendo informazione dovrebbe essere
all'avanguardia in contatti tesi a rafforzare una associazione di
categoria degna di questo nome quale noi siamo. Cordialmente,
Coordinamento nazionale Nuove Antenne.
07 febbraio 2004
RINGRAZIAMENTO
Oggi, sabato, troviamo un momento di tempo per dire ciò che già volevamo
scrivere nei giorni scorsi.
Dal numeratore sapevamo che il nostro sito era seguito, ma la percezione
dell'interesse su ciò che riporta la rubrica "Ultimissime" l'abbiamo
avuta durante il lasso di tempo che va dal 19 gennaio (ultimo articolo
"Indifferenza") al 2 febbraio, periodo in cui non abbiamo prodotto
aggiornamenti.
Le domande che ci sono state rivolte da tutta Italia in merito a quella
che appariva come una "strana" interruzione sono state tante e poi
tante.
Una pura casualità abbiamo risposto, dovuta ad una massa di lavoro che
va dalla consulenza quotidiana alla messa a punto di dispositivi di
genere diverso finalizzati alla difesa della categoria.
Che dire, ringraziamo per i riscontri di questa entità superiori a
qualsiasi previsione che ci invitano a non fermarci - non
abbiamo mai pensato di farlo - ripromettendoci -
fatto salvo il tempo a disposizione - di dare maggior
continuità alle ultime notizie.
06 febbraio 2004
UNO MATTINA
Questa mattina è accaduto a Uno Mattina un fatto che
dimostra il livello del clima mefitico e di intimidazione che si respira
in Rai.
Il presidente del Conna era stato chiamato a rispondere ad un
ascoltatore che aveva chiesto come attivare una radio nel suo paese -
Serra Pistoiese - perché
d'inverno spesso è isolato, e un mezzo di comunicazione sarebbe di
somma utilità.
Già la redazione aveva provveduto a vietare di parlare di Telestreet per
"non creare problemi" ed "evitare denunce", fatto già sconcertante.
Alle 7.49 è quindi andato in onda il seguente dialogo fra la
conduttrice, l'ex miss Italia Roberta Capua ed il responsabile del
Conna:
M. Albanesi:
C’è una forte domanda di radio locali, anche da parte di quelle che
operano al confine italo-svizzero che vorrebbero d’inverno poter
avvertire circa le strade più praticabili per evitare valanghe, slavine
ma purtroppo la legge è ferma al 1990. Coloro che rivolsero domanda per
gestire una stazione radio, l’ottennero.
R. Capua:
Ma che cosa devono fare i nostri amici?
M. Albanesi:
Possono solo acquistare un’emittente esistente. Non credo però che a
Serra, mi pare, Serra Pistoiese, 810 metri di altezza, ci siano molte
radio da acquistare.
Si può solo sperare nel futuro affinché si riescano ad aprire degli
spazi a beneficio delle radio di servizio e delle emittenti locali.
R. Capua:
quindi per il momento non è possibile. Bisognerà aspettare che si liberi
un posto per così dire, in maniera…. io la dico in maniera semplice,
perché ormai le licenze radio sono state tutte assegnate. Quindi se
qualcuno volesse rinunciare magari ad una licenza radio non utilizzata
per poterla donare ai nostri amici di Serra Pistoiese contattate il
nostro centralino.
I nostri associati in ascolto a quell'ora, abituati ad un linguaggio
assai più "pepato" forse saranno rimasti un tantino delusi dalle
dichiarazioni di Albanesi, ma non gli organizzatori del programma che
dopo la trasmissione hanno chiamato la segreteria facendo le loro
rimostranze. "Albanesi ha fatto un discorso - mi hanno detto - politico
che ha scatenato un putiferio interno e gli autori sono
arrabbiatissimi".
Avete capito bene amici, rileggetevi quanto è stato detto e diteci se
non c'è motivo di indignazione.
Presto in Rai, autori, registi, organizzatori, attori e partecipanti
vari a trasmissioni in diretta di massimo ascolto come Uno Mattina per
respirare un po' di ossigeno dovranno portarselo da casa. In bombola.
(Claudio Patrizi).
06 febbraio 2004
SINTOMI
Una fredda e l'altra
tiepida per un Gaspare frastornato e sotto shock. La doccia fredda è
nota; quella consolante viene dalla archiviazione del procedimento di
indagine che era stato aperto su di lui per favoreggiamento su di un
sospetto giro di tangenti avviato in Basilicata.
L'indagine riguardava politici, uomini di spettacolo e di sport;
ipotizzati erano reati di associazione per delinquere, corruzione,
estorsione e millantato credito, favoreggiamento e rivelazione di
segreti d'ufficio.
In altri tempi, e per molto meno, un politico non diciamo avrebbe
risolto la questione con due cose, una tempia e una pistola ma, minimo,
si sarebbe dimesso. E invece no, Gaspare ha fatto leggi, ha prodotto
codici, e regolamenti.
Bastava un atto di onestà da parte sua per metterlo in una luce diversa,
producente anche agli effetti della sua parte politica. Era sufficiente
per ottenere ciò sconfessasse chi lo ha preceduto al Ministero, cassasse
le norme più incivili contenute nelle leggi sull'emittenza e in
particolare nella 66/2001; inoltre, con poche mosse, avrebbe allontanato
da sé il sospetto di essere un uomo di scarsa intelligenza.
ha preferito invece dar retta ai suoi consigliori che ancor prima il
disegno gasparriano venisse trasformato in legge, già lo
"interpretavano" quantificando le somme derivanti dagli affari che la
legge avrebbe permesso loro di concludere.
Forse i bei tempi per coloro che hanno vendemmiato alla grande sulle
spalle di tante piccole imprese che avevano una funzione sociale stanno
finendo: tutta una serie di sintomi apparentemente casuali lo stanno
indicando.
04 febbraio 2004
STRACCI
Gaspare è nei guai e con lui quanti
avevano sperato di violentare ancora una volta con facilità la
Costituzione, a causa di una quarantina di deputati che a
votazione segreta si sono pronunciati contro il suo disegno di legge che in prospettiva
lederebbe tutti eccetto i massimi beneficiari: Silvio Berlusconi e i
suoi servi.
Che una eventuale trasformazione in legge sarebbe disastrosa lo pensano buona parte delle forze politiche di centro e
soprattutto di Alleanza nazionale che dopo Fiuggi e l'abbandono del
passato, intende proporsi per i tempi che verranno come forza democratica
di destra.
Che la schiavitù berlusconiana sia durata anche troppo ne abbiamo avuto
la prova prova migliore conversando ieri a Montecitorio con alcuni
deputati di An, che pur facendo parte della maggioranza di governo si
sono mostrati stanchi di ingoiare rospi.
Apparentemente i cosiddetti "Franchi tiratori" sono da condannare: chi
si esprime in un modo alla luce del sole non può - a regola - rifugiarsi
nel voto segreto; tuttavia è talmente forte il potere ricattatorio nei
confronti di chi potrebbe palesemente dissentire da giustificare
ampiamente qualsiasi "imboscata".
Non sappiamo cosa si inventeranno i presidenti Adornato e Romani delle
Commissioni VII e IX dove il ddl è ritornato; essi, tutti presi
dai grandi interessi dell'unto dal Signore, avevano nei mesi scorsi
ignorato completamente le emittenti locali giungendo ad ascoltare tutte
le parti interessate meno le voci scomode tra le quali c'era la
nostra.
Tutto ciò che potranno fare questi democratici a senso unico sarà
mettere toppe alla bell'e meglio ad un vestito troppo stretto per la
libera espressione cucito da Gaspare e i suoi.
Si mettano però il cuore in pace: come tutti gli indumenti rattoppati
prima o poi finirà fra gli stracci.
02 febbraio 2004
TREPIDAZIONE
Gasparri è inquieto per i
numerosi voti segreti che punteggeranno gli articoli in discussione del
suo disegno di legge e per scacciare le nere nuvole si è scatenato; il
suo esibizionismo ha toccato vertici inauditi; è dappertutto - davanti
alle telecamere s'intende - lo abbiamo perfino visto in tv improvvisarsi
tedoforo con una torcia infuocata in mano che sembrava il dio della
miseria.
E' lo stesso tipo di trepidazione che preoccupa le due note associazioni
che sperano di dare un impulso definitivo alle concentrazioni giocate ai
danni delle emittenti locali che a loro dispetto a tutt'oggi hanno
resistito alle lusinghe delle sirene più o meno interessate.
Essi hanno di che star relativamente tranquilli perché nonostante gli
"alleati" di governo siano in perenne scontro fra di loro al punto che
dovrebbero creare il supergruppo della lite continua, sono
accomunati dal potere e da tutti i vantaggi che ne derivano.
Possiamo quindi avanzare l'ipotesi che il ddl Gasparri diventi
legge indegna dello Stato italiano in sommatoria a tanti altri
provvedimenti indecenti prodotti da questo governo.
Meno scontata per lor signori è la totale scomparsa delle radio e delle
televisioni locali perché esse - come tante volte e in tutte le sedi
abbiamo affermato - sono una esigenza insopprimibile della nazione.
Quotidianamente infatti vengono posti al Conna problemi che denotano la
ripresa di una attività di autodifesa insospettabile. A questo proposito
sabato 21 febbraio riuniremo a Roma una ventina di emittenti che hanno
subito gravi torti decise a rivalersi in sede penale e civile.
Quanti ritenessero di essere stati gravemente danneggiati dalle
canagliesche leggi che sono state emanate dalla 223 in poi possono
mettersi in contatto con la nostra associazione.
Cliccare qui per continuare la lettura delle
Ultimissime
|