ULTIMISSIME
- Archivio Gennaio 2002
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28
gennaio 2002
LE
TRACHEE
Non è una chiacchiera che l'attuale
ministro non intende dare un minimo di sicurezza e respiro neppure a
quanti hanno fatto i salti mortali pur di presentarsi "in
regola" e che intende perfezionare ulteriormente quella che
definisce "razionalizzazione" contando sulle associazioni
collaborazioniste che gli forniscono l'alibi migliore.
E' un gioco sleale impostato da altri che Gasparri ha fatto suo, e lo
afferma a chiare lettere quando, rispondendo ad una interrogazione
parlamentare degli onorevoli Erminia Mazzoni e Gianfranco Cozzi
cita espressamente il Conna come unica associazione che è ricorsa al
Tar, aggiungendo a proposito delle incostituzionalità contenute nella
legge 66/32001: "Tali disposizioni sono state
accolte con favore dalle associazioni più rappresentative che hanno
visto nelle suddette norme una razionalizzazione del settore ed una
garanzia sotto il profilo dell'occupazione...".
Non è difficile capire che il signor ministro ha seguito le ambizioni
delle suddette associazioni di "razionalizzare" cioè, a
discapito degli sprovveduti autolesionisti che ancora contribuiscono a
sovvenzionarle, arrivare a tenersi le galline dalle uova d'oro gettando
a mare tutti i Calimeri che hanno creduto in loro.
Cose risapute di cui abbiamo scritto tante volte ma che con il tempo sono
sempre più sotto gli occhi di tutti. Un progetto tuttavia che non
andrà a buon fine perché si fermerà in alcune trachee: in quella del
ministro e in quelle dei "rappresentativi" e dei loro
tirapiedi.
24
gennaio 2002
L'INVASIONE
E' in corso da parte del Conna la
formulazione di un documento che verrà inviato alle sole emittenti che
abitualmente seguono il nostro lavoro, a proposito dell'articolo
74 della legge finanziaria voluta dal governo Berlusconi che consente di
occupare alle emittenti nazionali "comunitarie" tutti i
possibili spazi di trasmissione in banda MF, .
In pratica, ogni radio dovrà spedire in plico raccomandato al proprio
ispettorato territoriale una sorta di lettera-diffida che potremmo
definire benigna, nel senso che non interesserà direttamente
l'ispettorato medesimo che anzi sarà considerato un elemento di
garanzia , ma eventuali invasori di frequenze in banda MF.
E' necessario precedere i malintenzionati chiarendo in anticipo che ogni
trucco realizzato giocando con potenze RF e sistemi di antenna sarà
puntualmente denunciato e che si è in attesa venga immediatamente attivata una forma di
vigilanza che impedisca lo svolgersi di abusi.
Questa iniziativa non cancella certo l'inconcepibile norma illecita
introdotta dal governo Berlusconi e tollerata dalla complicità di
una opposizione che partecipa da tempo al massacro delle poche emittenti
locali rimaste.
20
gennaio 2002
COMPLICI?
Siamo rimasti al 17 gennaio dove alle
ore 13 davamo notizia che l'Agenzia Italia aveva ripreso con ben due
lanci - trattamento che viene riservato alle notizie politicamente
rilevanti - il nostro comunicato sul fatto gravissimo dell'inserimento nella legge finanziaria di un emendamento
da parte della Lega.
In seguito, al comunicato dell'Agi si sono aggiunti in giornata quello dell'Agenzia
Dire, dell'Ansa e dell'Adnkronos. Un "pieno" difficile da
realizzare se non in presenza di notizie ritenute eccezionali. Le agenzie di
informazione, sono da un punto di vista informativo molto più
importanti dei giornali quotidiani per chi si
occupa dello specifico di una determinata materia, i loro comunicati
infatti, mandati in rete in tutta Italia, raggiungono tutte le sedi di
giornali, ministeri, deputati, senatori, tutti quei luoghi insomma
dove si studiano e si prendono decisioni.
L'intero settore dell'informazione ora è al corrente della norma che consente alle radio nazionali "comunitarie" di dotarsi di
una rete radiofonica gratuitamente e certi ambienti aspettano
solo di sentire
la voce di altre associazioni per giungere a correggere in qualche modo
il grave abuso .
Il Conna, anche in questa occasione ha fatto la sua parte
"alla grande" e sarà un po' difficile indossare la
veste dei complici da parte di certi soggetti solitamente
riluttanti ad assumere precise posizioni che potrebbero nuocere ai loro
affari.
17
gennaio 2002
LA
SCOPERTA
Da
una ricerca accurata, come è solito fare il Conna presso le Commissioni
e gli uffici competenti delle Camere per capire l'origine
dell'emendamento che nella Legge finanziaria costituisce il comma 2
dell'articolo 74, abbiamo scoperto che intanto le emittenti
nazionali comunitarie nazionali sono due, Radio Maria e Radio Padania
libera e non tre come qualcuno ha riportato scrivendo ad orecchio, e che
l'iniziativa per ottenere l'inaudito provvedimento- come è spiegato nel
lancio alle agenzie e ai giornali che segue - è della Lega Nord Padania.
Questa denuncia esclusiva del Conna, può anche non far piacere a nostri
iscritti vicini alla Lega, ma essi devono comprendere che gli abusi
devono essere sempre colpiti: l'obiettivo, certamente difficile da
raggiungere è che la legge sia effettivamente uguale per tutti.
ALLE
AGENZIE E AI GIORNALI
Le
frequenze televisive e radiofoniche sono un bene prezioso al punto tale
che il valore di una rete radiofonica nazionale - lievitato enormemente
con il passare degli anni - può risultare inestimabile.
Ebbene, dopo una approfondita ricerca, il Conna, Coordinamento nazionale
Nuove Antenne, consultando gli atti preparatori dell'ultima legge
finanziaria, ha fatto una clamorosa scoperta: già dal 1997 quattro
deputati leghisti - primo firmatario l'onorevole Davide Caparini -
tentarono di inserire un particolare emendamento in una delle tante
leggi (la numero 249/97) sulla emittenza per costruire gratuitamente ad
uso del proprio partito una rete nazionale radiofonica.
L'emendamento allora fu respinto, ma Davide Caparini, puntualmente, lo
ha ripresentato al governo Berlusconi riuscendo finalmente a farlo
inserire all'articolo 74 della legge finanziaria.
In pratica si consente a Radio Padania Libera - classificata come radio
comunitaria - di appropriarsi di tutte le frequenze disponibili (sul
territorio nazionale sono centinaia e centinaia), verificando entro 90
giorni che l'occupazione non interferisca altri utilizzatori.
Il giochetto che produrrà un autentico neo Far West e che impedirà
alle poche emittenti locali rimaste di farsi sentire è semplice ed
efficace: in un primo momento le frequenze saranno impegnate mediante un
apparato di piccolissima potenza scelto in modo tale che non
interferisca nessuna altra radio; trascorsi 90 giorni, la potenza del
medesimo verrà centuplicata senza che gli interferiti abbiano in
qualche modo la possibilità di difendersi.
17.01.02
ore 10
Mentre
scriviamo, sono le 13, l'Agenzia Italia ha mandato in rete nazionale con
grandissimo rilievo la notizia mediante due lanci separati sotto il
titolo: "EMITTENZA: CONNA DENUNCIA , GRATIS A LEGA RETE NAZIONALE
RADIOFONICA".
16
gennaio 2002
CIAO PIERO
Ieri, insieme al segretario
del Conna Bruno De Vita, ho visto il presidente per le Tv locali della
Frt Piero Passetti per l'ultima volta
disteso sul letto della sua camera nel villino dove abitava a
Ladispoli. Durante il viaggio, considerata la distanza affatto
trascurabile fra questa città cresciuta in fretta e Roma, ho pensato
che il pendolarismo quotidiano di Piero, con il traffico della via
Aurelia doveva aver favorito non poco l'insorgere dell'infarto che lo
ha stroncato intorno alle ore 15 di lunedì 14.
Conoscevo Piero dai tempi di Paese Sera, vale a dire da circa 40 anni
e nonostante operassimo per la difesa delle emittenti su due fronti
diversi non si era mai incrinato l'affetto che provavamo
reciprocamente, malcelato spesso da battute, talvolta anche ruvide.
Dopo aver abbracciato la moglie Franca, sono ritornato a Roma con
Bruno e fatto assolutamente inconsueto, per tutto il tempo non abbiamo
parlato. Assorti nei nostri pensieri. Mario.
15 gennaio 2002
MEDITAZIONE
Cari amici del Conna,
mi associo a quanto ha scritto il giorno 11 gennaio Dario Bonaiti;
anch'io sono indignato nel constatare che caduta la mascherina
del rivoluzionario disposto a marciare sul Ministero, certi
individui si rivelano per quello che sono, affaristi di piccolo
cabotaggio che pur di ricominciare a far soldi sono disposti
ad ingoiare rospi e principi incostituzionali che il Conna,
giustamente, combatte nella sede adatta e da solo.
Ma non sono certo queste miserie il problema principale;
a mia opinione sono ancora le associazioni, (che
non sono associazioni rappresentative di categoria, ma aziende
di servizio a scopo di lucro) che
hanno agito contro le radio e televisioni locali a beneficio dei
loro grossi clienti che gli rendono ogni anno ingenti capitali.
Fino a quando queste associazioni (aziende di servizio) continueranno
a valersi della "copertura" data dagli stessi loro
iscritti che gestiscono emittenti locali, il Conna, oltre agli
avversari esterni all'emittenza (politici, finanziarie che
ambiscono monopolizzare il settore ecc...) si troverà anche
quelli dentro l'emittenza, i più pericolosi, tanto è vero che
tutti provvedimenti liberticidi e vessatori contenuti nelle leggi
sono state proprio queste associazioni a farle passare, e
poi dicono di rappresentarvi.
E' quindi necessario che da
parte delle emittenti locali si verifichi una autentica presa di
coscienza che impedisca a certi figuri di presentarsi dicendo che
essi rappresentano un numero spropositato di radio e televisioni,
numero comunque tutto da verificare.
Faccio quindi appello ai colleghi di tutta Italia: congedatevi
da questi signori con una lettera raccomandata e se essi con la
scusa di "difendervi" sono in possesso di documenti che vi
appartengono, fateveli restituire e abbandonateli, subito.
Se non succederà qualcosa di diverso rispetto al
passato e al presente, la condanna alla chiusura riguarda tutti,
anche quelle imprese che con il loro segnale coprono un'area molto
vasta, in favore di una concentrazione che non
lascerebbe scampo a nessuno. Meditate colleghi, meditate, e agite.
Saluti, Arsenio D'Agostino
14 gennaio 2002
SCONCERTO
Inutile descrivere le proteste, lo sconcerto, appunto, per il
contenuto del comma 2 dell'articolo 74 della legge finanziaria proposta
e approvata dal governo Berlusconi che consente l'appropriazione delle
frequenze rimaste da parte delle emittenti "comunitarie"
nazionali . Decine di telefonate, e-mail a dir poco furiose; fra tutte
la lettera -"sfogo", giustificatissima, di Roberto De Marinis
di Reteotto.
Noi vorremmo superare il momento della sorpresa; che il settore
radiotelevisivo sia gestito da 25 anni da banditi - uno per l'altro
- non ci sono dubbi, e quando nel marzo scorso abbiamo scritto che
il trescone con i politici non ci interessava più, non parlavamo ad
orecchio.
Bando quindi allo
stupore e spazio all'iniziativa. Danilo, di Radio Nuova Musica, ha
proposto l'invio di una lettera di diffida depositata presso gli
ispettorati, diretta a quanti hanno intenzione di attivare nuovi
apparati di trasmissione, anche in previsione del solito
giochetto - praticato più volte dai prepotenti - ossia
l'occupazione iniziale di una frequenza con un trasmettitore di
piccolissima potenza, destinata poi ad essere aumentata - anche
mostruosamente - trascorsi i 90 giorni di prova previsti per legge.
Bisogna aggiungere che un emendamento alla legge finanziaria così
indegno, permette nella pratica corrente alle privilegiate reti
nazionali "comunitarie" (magari alla prossima occasione di
decreto anche a quelle commerciali) perfino di incettare e VENDERE
frequenze: un osceno mercato.
IL Conna preparerà la lettera-diffida il cui testo, oltre alla
spedizione da parte delle singole emittenti, sarà inviato al Ministero
delle comunicazioni con una nota ufficiale aggiunta da parte del Conna.
A questo punto, è chiaro, che tutte le emittenti indipendenti rimaste
dovranno far capo alla nostra associazione: restare isolati,
significherà privarsi di una seria azione di difesa che solo il Conna
è in grado di assicurare.
13
gennaio 2002
COINCIDENZE
La
lettera di Dario Bonaiti pubblicata ieri ha registrato ampi consensi in
aggiunta, al "successo" di Radio Calolziocorte dovuto anche ad
altri motivi che ora vi raccontiamo.
Qualche tempo fa abbiamo rivolto
l'invito di mandarci alcune brevi note sulla propria radio, cui hanno
risposto un numero consistente di operatori radiofonici con i quali
subito ci scusiamo per non aver potuto dare seguito ad una nostra
iniziativa pubblicando il loro marchio sul numero di dicembre di Nuove
Antenne (ancora da spedire), per l'improvvisa decisione del direttivo
del Conna di dedicare l'intero giornale a importanti questioni di
carattere legale.
Volevamo dedicare due pagine intere alle stazioni radio scampate alla
falcidia voluta dagli affaristi, anche in occasione della celebrazione
del centenario della prima comunicazione intercontinentale; una sorta di
giro d'Italia fatto di simboli - spesso originali - delle
"locali" e non potendolo fare, abbiamo annunciato con un
apposito avviso sul giornale stesso che eravamo costretti a scegliere
quasi a sorte il logo di appena due emittenti che per prime ci
avevano inviato il materiale richiesto.
Una di queste - ecco la coincidenza - Radio Calolziocorte (l'altra è
Radio Monte Kanate ndr ) che prende il nome dalla cittadina sul
fiume Adda in provincia di Bergamo, diecimila abitanti circa (Bonaiti
eventualmente ci corregga), involontariamente ci aveva creato
qualche problema.
Era accaduto infatti che per una imperfezione nella transcodifica, la
tipografia aveva riprodotto un nome talmente diverso da "Radiocalolziocorte"
da richiedere il rifacimento completo delle lastre già montate sulla
rotativa.
Neppure a farlo apposta, a giornale già stampato, fra centinaia di
radio che fanno capo al Conna chi ci scrive ieri una importante lettera
meritevole di essere immediatamente pubblicata? Per la legge delle
coincidenze multiple non poteva che essere Radio Calolziocorte
che gode evidentemente di un periodo fortunato, simile a quello di tutte
le "locali" rimaste se le cose andranno secondo le nostre
previsioni.
11
gennaio 2002
LA
RISPOSTA
Una risposta agli spargitori di
zizzania e di allarmismi che pare in questo periodo abbondino viene dal
titolare di Radio Calolziocorte.
Calolziocorte,
09.01.2002
Ho letto con un po' di rammarico la lettera che un'associazione pubblica sul suo sito, in risposta ad un operatore radiofonico preoccupato della situzione caotica e sempre più penalizzante per i più piccoli. Nella replica questa associazione fa capire che non c'e' futuro per chi non si adegua alla 66/2001 e che per "sopravvivere" è necessario assumere personale e seguire tutte le pazzie che ne conseguono.
Mi sono reso conto anche in questo caso come il Conna sia rimasto l'ultimo baluardo per chi non vuole piegarsi e morire. Ecco perché oltre ad avere aderito al ricorso collettivo ed aver presentato la domanda il 30 settembre scorso come ditta individuale, annuncio sin d'ora anche la volontà di iscrivermi al Conna. Ritengo che troppe associazioni abbiano indebolito e danneggiato il piccolo editore radiofonico anziché difenderlo: fino a prova contraria il Conna è l'unico sindacato che ha indicato la via giudiziaria. "Devono cambiare la Costituzione, se vogliono impedire ad un cittadino l'espressione del pensiero attraverso la radio" sono le parole di un noto avvocato del settore.., quindi il ricorso è per ora l'unica arma a nostra disposizione. L'esercizio del diritto di radiodiffusione deriva dall'art.21 della Costituzione (cfr.Corte Costituzionale sentenza 202/76 ai punti 5 ed 8) e non può essere impedito.
Cordiali saluti Dario Bonaiti
10
gennaio 2002
LE "SOSPENSIVE"
Dal 1994, anno in cui furono
rilasciate le famigerate "concessioni", un notevole numero di
emittenti agisce ancora in virtù di "sospensive"
concesse in genere dal Tar del Lazio.
Il Conna, deciso ad affrontare una volta per tutte, annose questioni che se
abbandonate a sé stesse portano inevitabilmente le emittenti
interessate a soccombere, invitia tutti coloro che fossero interessati
dalla situazione paradossale che si è creata da ben sette anni a questa
parte, a segnalare il loro caso.
Avvertiamo intanto che il numero di novembre di Nuove Antenne è già
stato parzialmente spedito mentre quello di dicembre, a causa dei forti
ritardi subiti, andrà in spedizione a partire dalla prossima settimana.
I due numeri sono particolarmente interessanti perché sono finalizzati
a raccontare (soprattutto nella prima pagina) alle principali entità
istituzionali (Tar Consiglio di Stato, Csm, Corte costituzionale,
deputati, senatori ecc...), il cumulo di vergogne giuridiche di cui le
emittenti locali sono le principali vittime.
Questo risponde ad una precisa strategia adottata da Conna che non potrà
non dare in prospettiva buoni frutti.
Basta saper aspettare, senza perdere la calma, e avere fiducia.
05
gennaio 2002
LA GHIGLIOTTINA
Questa ve la vogliamo raccontare
perché è accaduta da pochi minuti; domani è l'Epifania e un
minimo di baldoria anche sui nostri siti, di solito stringati e
operativi, speriamo ci sia consentita.
Nonostante la nostra tiritera di denuncia che continua da anni, qualcuno
cade ancora dalle nuvole e ciò dimostra - e qui il discorso per un
istante si fa serio - il livello di disinformazione che ancora
attraversa tanti operatori radiotelevisivi che proprio per il mezzo che
conducono dovrebbero essere super-informati.
Fra le tante chiamate telefoniche, ci è stata posta una domanda dal
titolare di una radio che sta "pensando seriamente di unirsi ai
ricorrenti, considerato il loro elevato numero" (probabilmente
dovrà convocare il consiglio di famiglia per deciderlo).
"Sono al corrente che in tempi ravvicinati la magistratura si
pronuncerà in merito all'ultima legge sulle radio" ha esordito
riferendosi evidentemente alla n. 66/2001; "a questo proposito, le
altre associazione che fanno?".
Con grande pazienza gli abbiamo spiegato che sono state proprio le
"altre" associazioni a invitare nel 1993-94 l'allora
consigliere del ministro Vizzini Pietro Sirena a rilasciare concessioni
senza valore, cioè mancanti dell'oggetto della concessione, ovvero le
frequenze; a imporre alle televisioni l'obbligo di assumere dipendenti
(e in seguito anche alle imprese radiofoniche); a stabilire a partire
dalla data di rilascio della "concessione" canoni astronomici
per le piccole imprese; la trasformazione delle ditte individuali in
società di capitali (il Conna riuscì a strappare appena il
"contentino" di inserire nella legge anche le cooperative), e
a escogitare tutta una serie di piccoli trucchi e marchingegni (vendite,
splittaggi ecc...,) per costringere le emittenti minori alla chiusura.
Aggiunto che le nostre non erano accuse gratuite ma perfettamente
documentate, il nostro amico è sbottato nella frase in cui abbiamo
ravvisato l'elemento comico meritevole di essere raccontato: "Ma se
questi hanno tradito i loro iscritti meritano la ghigliottina come
facevano ai tempi della Rivoluzione francese!".
Per carità amico, abbiamo risposto; per fortuna sono lontani quei tempi
e speriamo che a nessuno nel nostro paese venga mai in mente solo di
pensarli. Eppoi i nostri nemici (sia interpretata questa parola sul
piano strettamente specifico e non personale), sono per noi una sorta di
metro di paragone, una comparazione che ha per noi una sia pur perversa
utilità.
No, il nostro direttivo li vuole tutti ricchi e in buona
salute, ma condannati a scontare nel disprezzo generale la loro
sconfitta.
01 gennaio 2002
LA QUERELA
Ho aspettato il nuovo anno per
dare una notizia - anche se mi riguarda direttamente - di buon augurio
per i numerosi ricorsi che abbiamo presentato all'esame della
magistratura nei prossimi mesi.
Nel numero di dicembre 2000 di Nuove Antenne, ho pubblicato sotto
il titolo-insegna "Via della Rai", due duri articoli che ho
ritenuto pienamente legittimi e giustificati, in merito all'operato di
due alti dirigenti Rai: l'allora direttore Pierluigi Celli e l'avvocato
Rubens Esposito capo dei servizi legali.
Quest'ultimo - considerato l'uomo più potente della Rai - non
certo a corto di mezzi e di esperti del diritto, ha ritenuto di
querelarmi.
Poco conosciuto fuori dell'Azienda, Rubens Esposito, mentre Direttori,
consigli di amministrazione, alti funzionari, per non parlare degli
addetti ai programmi si sono avvicendati nel tempo in un vorticare
impressionante, da oltre trenta anni è stato soggetto determinante
nelle grandi scelte ed in particolare - ed era questo che gli
rimproveravamo - della mancata informazione sull'attacco cui erano
fatte la stessa Rai e le emittenti locali accerchiate da
reti nazionali televisive e radiofoniche che ne hanno determinato la
quasi totale scomparsa.
E' seguito un anno con relative spese e perdite di tempo da parte mia,
ma alla fine l'intoccabile signor Esposito ha dovuto incassare un colpo
durissimo: nonostante avesse provveduto a citare numerosi testimoni (non
si capisce a quale titolo dal momento che la latitanza informativa della
Rai è a conoscenza di tutti i cittadini italiani) il Tribunale
ordinario di Roma, ha deciso l'archiviazione del procedimento con una
interessantissima sentenza che parla di "diritto di critica"
che anche se "duramente espressa", "appare comunque nei
limiti di una sferzante ironia".
E' un buon inizio dell'anno cari amici che seguite l'attività del Conna.
Se non avete tenuto il numero di dicembre di Nuove Antenne (a parte il
fatto comunque riprovevole!) poco male, perché la prossima settimana
sarà spedito il nuovo giornale di dicembre (che andrà in stampa i
prossimi giorni per i gravi ritardi che ha subito), dove troverete
raccontata nei dettagli l'intera vicenda. Un buon anno a tutti. (Mario
Albanesi)
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