Recupero amplificatori RF obsoleti
Torno dopo un periodo di
tempo piuttosto lungo a scrivere per l'Angolo Tecnico del CONNA.
Impegni dovuti ad endemici contenziosi per interferenze e rilocazione
di impianti che affliggono il settore mi hanno tolto il gradevole
tempo di scrivere in questo spazio.
Nel frattempo è piombata pesante e cupa una crisi economica che certo
non aiuta, gli introiti sono crollati e l'unica ricetta per resistere
è "tirar cinghia" il che per un'emittente radio vuol dire ridurre le
spese, magari anche ottimizzando i consumi elettrici e riutilizzare
per quanto possibile il parco apparecchiature presenti piuttosto che
investire nel nuovo con previsioni incerte, "adda passà a nuttata"
dicono a Napoli.
Prendo spunto per queste righe da una sperimentazione più che altro
per non dimenticare l'uso dello stagnatore... che ha comunque prodotto
un ampli RF in grado di erogare 600W consumandone poco più di 800,
quanto leggerete è rivolto principalmente a chi conosce l'elettronica
RF nonchè dotato di strumentazione, tempo e modifiche per il
"restyling" non sono impegnativi, se non siete in grado di operare
personalmente il vs tecnico di fiducia non dovrebbe chiedere cifre
proibitive per il lavoro.
Apparati a transistor obsoleti o guasti sono frequenti in
circolazione, nel mio caso ho utilizzato un RVR PJ-300 transistor fine
anni 90 con i finali guasti avuto in dote per recupero componenti,
comunque un buon apparato per materiali e componentistica con tanto di
omologazione anche se sorpassato per la parte RF.
L'alimentatore 28V è un tradizionale lineare, trasformatore toroidale
da 850 V/A, stabilizzatore di potenza con 6 2N3055 su grande
dissipatore, il tutto sovradimensionato per lo scarso rendimento degli
MRF317 originali e per garantire buona affidabilità.
L'idea era sostituire la scheda RF originaria con un pallet mosfet
monolitico 500-600W di ultima generazione, la scelta dopo un po’ di
peregrinazioni in internet è caduta sull'innovativo modulo messo a
punto dall'Ing Carmine Abbate di Cassino che eroga 600W con rendimento
prossimo al 90%!
Link:
http://www.rfamplifiers.it/FM600.htm
Il problema principale incontrato era l'alimentazione 28V mentre al
fet ne servono almeno 45, qualche spira in più di sezione adeguata al
trasformatore toroidale con 3 prese per scegliere la V più conveniente
hanno risolto il problema senza grandi patemi, il regolatore di
tensione consente di alzare la soglia di stabilizzazione fino a 50V,
volendo migliorare ulteriormente il rendimento elettrico si può
utilizzare lo stabilizzatore come limitatore di tensione a 50-52V
facendo si che a regime di lavoro la tensione scenda poi sotto tale
soglia e lo stabilizzatore non dissipi energia.
Questo tipo di alimentazione può causare lievi ma ininfluenti
oscillazioni di potenza con rete 220 non stabilizzata a monte,
bypassando poi con interruttore di amperaggio adeguato i 6 2N3055 il
rendimento sale ancora, ma in questo caso mancando il limitatore
bisogna assicurarsi che la tensione a vuoto non superi i 55V per non
rischiare il fet sullo spunto.
Fissato il pallet di dimensioni molto ridotte sull'enorme dissipatore
originale è bastato collegare input al bocchettone di ingresso e out
al filtro PB, il PJ-300 "modernizzato" ha subito mostrato buone
prestazioni, le protezioni originali vanno desensibilizzate con gli
appositi potenziometri altrimenti intervengono su ros ed overload non
permettendo di salire con la potenza oltre 300W, per l'overload si è
dovuta disinserire la sonda dall'accoppiatore RF poichè anche con la
regolazione al minimo interveniva a circa 500W (è comunque a mio
parere una protezione presocchè inutile).
Dalle prove si vede che anche a 45V il pallet eroga la max potenza e
con rendimento maggiore rispetto 50V, da qui la preferenza di
utilizzare la V più bassa sul trasformatore con tensione a vuoto 52V
ed a regime 45V per 600W out, complimenti al trasformatore che non fa
una piega, solo tiepido dopo ore...
In sintesi un ampli da 600W out con 800W di contatore in dimensioni e
peso minimi (3U 20 Kg) da un vecchio apparato destinato alla
demolizione non si poteva chiedere di più, inoltre rispetto ad
alimentatori diretti di ultimissima generazione c'è la sicurezza di un
buon trasformatore in caso di fulmini sempre salutare, particolari per
completare il lavoro la 2a ventola termostata (vista la poca
dissipazione si attiva solo in ore particolarmente calde o bloccaggio
della primaria) ed una finestrella rettangolare sopra il pallet per
uscita supplementare dell'aria.
Apparati similari in circolazione non mancano, non me ne vogliano i
costruttori ma in questo periodo risparmiare qualche euro di bolletta
senza svenarsi sul nuovo non guasta, se vorrete cimentarvi nel
"trapianto" buon lavoro, e se ci comunicherete l'esito sarà pubblicato
con piacere in queste pagine.
Danilo Maddalon
|