Ampli
RF, quando conviene cambiarlo
Un quesito frequente degli Editori associati riguarda se convenga o
meno la sostituzione del vecchio "lineare" al quale è assegnato il
compito di amplificare (nemmeno troppo linearmente... ndr) il segnale
RF della propria stazione FM.
Ho deciso di scrivere questa nota nell'angolo tecnico del CONNA
constatando che le idee al riguardo sono piuttosto confuse e a volte
persino comiche, alcuni sono addirittura convinti che l'utilizzo di un
amplificatore dell'ultima generazione porti a tutta una serie di
vantaggi compreso un miglioramento della qualità audio... cosa
decisamente assurda a meno che il precedente apparato non abbia un
rumore di fondo inaccettabile, fatto oggi davvero assai raro.
Questa disinformazione è dovuta in parte alle pubblicità vagamente
ingannevoli che abbondano sulle riviste e forse anche ad informazioni
interessate distribuite ad arte da tecnici poco seri.
Non intendo affermare con questo che è meglio tenersi a vita un
apparato "antico" ma bensì che le motivazioni di un'eventuale
sostituzione vanno ponderate con cura e si collegano essenzialmente
all'affidabilità, ai costi di sostituzione dei tubi esauriti ed al
consumo energetico (rendimento elettrico), ma non ci si deve aspettare
un miglioramento della qualità audio, aumenti del bacino di utenza a
parità di potenza o miracoli del genere.
Entrando nello specifico a mio parere sono da "conservare" con
riguardo valvolari a tetrodo che abbiano mostrato negli anni buona
affidabilità, questi apparati generalmente hanno buona se non ottima
resa elettrica, necessitano di basso pilotaggio e presentano un
limitato consumo rispetto alla potenza erogata, inoltre sono
caratterizzati da buona resistenza alle conseguenze dei fulmini tipica
dei valvolari.
Gli amplificatori a tetrodo (in genere 4X150 4X250 4X350 4X800 4-400
ecc.) hanno a volte problemi di scariche interne al tubo causa di
frequenti sostituzioni dei tubi stessi che portano all'accantonamento
dell'apparato per scarsa affidabilità.
Tutto questo è quasi sempre dovuto alla ionizzazione della griglia 2
per mancanza di un efficace circuito deionizzante su questa griglia
che causa le scariche interne ed il danneggiamento del tubo.
Questi apparati a volte accantonati per disperazione possono essere
recuperati in un amplificatore affidabile, insensibile alle scariche a
basso consumo con vita media dei tubi di molti anni solo aggiungendo
un efficace circuito deionizzante tra griglia 2 e massa composto da 2
lampadine al neon 380V e uno scaricatore a gas. Volendo esagerare in
protezione anche una resistenza in serie sulla tensione di G2
calcolata per far calare opportunamente la tensione in caso di un
accidentale innalzamento di assorbimento, un circuito che costa pochi
euro e che un tecnico capace (e onesto) non avrà difficoltà ad
applicare in poco tempo facendo letteralmente rinascere un "vecchio" e
capriccioso ampli RF a tetrodo.
Per quanto riguarda i diffusissimi ampli a triodo (3CX1500 3CX3000
ecc.) apparati con resa elettrica piuttosto bassa e consumo elevato la
sostituzione con un moderno ampli a mosfet è assai opportuna visto il
grande risparmio sulla bolletta elettrica e la venuta meno dei
(salati...) costi di sostituzione dei tubi. L'ampli a mosfet in questi
casi è unicamente sconsigliato in postazioni molto esposte ai fulmini
dove un valvolare che utilizza un grosso triodo ha certo più
possibilità di sopravvivenza di un mosfet pur ben protetto, negli
altri casi è meglio liberarsi di questi apparati ingordi di corrente
che soprattutto è assurdo utilizzare a bassa potenza perchè così
"durano una vita", sarà pur vero ma consumano 2 vite visto che questi
ampli hanno consumi a vuoto (out zero) anche di 1 Kw solo di ventole,
filamenti, cadute di tensione varie, ecc.
Sperando che queste considerazioni aiutino a chiarire un po' le idee,
per ulteriori approfondimenti le emittenti associate al CONNA possono
contattarmi dopo le 19.30 allo 0434-366 366
Un saluto a tutti voi
Danilo Maddalon |