In
questo spazio dell'Angolo tecnico abbiamo il piacere di ospitare
alcuni articoli dell'Ing. Carmine Abbate docente di Elettronica per
Telecomunicazioni all'Università di Cassino. Le sue note scritte per
il Conna troveranno sicuramente l'interesse di editori
radiotelevisivi, tecnici del settore, addetti ai lavori. Piattaforme radio riconfigurabili: Il software che definisce la radio (SDR)
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una graduale sostituzione delle
piattaforme ricetrasmittenti tradizionali con nuovi sistemi basati su
DSP (Digital Signal Processing) e/o FPGA (Field Programmable Gate
Array) in cui tutta la catena ricevente o trasmittente viene
implementata attraverso software. Questa tecnologia, neanche pensabile
10 anni fa, è destinata a rivoluzionare la concezione della radio. I
vantaggi sono infiniti e notevoli. Basti pensare che su di uno stesso
chipset è possibile implementare l’uno o l’altro standard di
co-decodifica semplicemente cambiando la libreria impostata in fase di
programmazione. Con questa tecnica è inoltre possibile correggere
eventuali bugs presenti nelle prime versioni del sistema con una
semplice riprogrammazione. Uno stesso ricevitore potrà inoltre essere
abilitato ad una decodifica multistardard o a diverse decodifiche
parallele. Tutto ciò grazie agli ultimi DSP sviluppati e di recente,
grazie alla diffusione dei sistemi basati su FPGA. C’è da specificare
che questi ultimi operano su segnali digitali, quindi si presuppone
che da qualche parte ci sia un convertitore analogico-digitale (AD)
con prestazioni adeguate al segnale da processare. Il convertitore
dovrà avere una frequenza di campionamento (dal teorema di Nyquist)
almeno doppia di quella massima del segnale in ingresso, quindi con le
attuali tecnologie elettroniche, si può pensare di convertire segnali
con frequenze massime di 1,1.5 GHz. Volendo implementare SRD a
frequenze superiori, occorrerà utilizzare front end tradizionali e
convertire il segnale ad una frequenza intermedia più bassa. Da un
certo punto in poi, il tutto è reso digitale e le operazioni classiche
di demodulazione vengono implementate sulla base di algoritmi. Il
limite massimo in frequenza è dovuto alle prestazioni in termini di
efficienza energetica del convertitore AD, che se spinto troppo,
rischia di riscaldare in maniera incontrollata. A cura di Carmine Abbate Per domande ed approfondimenti tecnici contattare il responsabile tecnico del Conna. |
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