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ULTIMISSIME - Dicembre 2012

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14 dicembre 2012
LA TRUFFA TELEVISIVA
Giorni caldissimi a causa delle esclusioni delle televisioni a causa di una pianificazione pazzesca. Come abbiamo più volte affermato, bastavano appena 9/10 frequenze di trasmissione per ricavare 50/60 canali bastevoli per tutti (e anche per qualcuno di più), assegnando un solo canale digitale a quanti possedevano una frequenza.
Ora non rimane che organizzare una denuncia alla Procura della Repubblica per il cumulo di illegalità che si sono verificare dalla legge Mammi' in poi, stoppando sul nascere il gioco al massacro di emittenti televisive che in certi casi operano ininterrottamente da 36 anni.
In pratica terremo una riunione organizzativa a Roma che abbiamo definito degli "Stati generali".
Quanti ritengono che i loro diritti siano stati grossolanamente violati mandino una email a conna@conna.it. Sarà nostra cura inviare notizie in proposito.                                                          Coordinamento nazionale Nuove Antenne

12 dicembre 2012
SENTENZA SACROSANTA
Una sentenza del Tribunale di Pordenone conferma il nostro consiglio ai  titolari di impresa televisiva o radiofonica di rivolgersi al magistrato tutte le volte che ritengono di essere ingiustamente attaccati.
Il caso verteva sulla direzione responsabile di una web-tv - ma per logica estensione anche di una radio o televisione - in rapporto al diritto costituzionale di comunicare sancito dall'articolo 21 della Costituzione.
Il Tribunale ha assolto con la formula "il fatto non sussiste" il titolare di una web-tv accusato dall'Ordine dei giornalisti del Friuli-Venezia Giulia di esercitare abusivamente la professione giornalistica.
La sentenza che farà giurisprudenza, rimuove un grosso equivoco: mentre l'articolo 21 assicura al cittadino il diritto di esprimersi, in pratica poi il medesimo si trova impedito da una norma che gli impedisce di essere responsabile delle cose che afferma se non è iscritto all'Albo dei giornalisti.
A tutt'oggi radio e televisioni locali e buone ultime arrivate radio e tv web, hanno dovuto affidare la direzione responsabile giornalistica della loro testata ad un giornalista subendo spesso forme di ricatto e richieste economiche esagerate di chi magari nella pratica non era effettivamente prestatore d'opera.
La sentenza semmai trova un limite nella motivazione del pubblico ministero Viviana Del Tedesco quando afferma che il lavoro dell'accusato di esercizio abusivo della professione non è paragonabile a quello di un giornalista perché non prevede "rielaborazione critica dei contenuti" ma si tratta soltanto di una finestra aperta in Rete a beneficio dei cittadini. Apriamo quindi queste finestre anche per le radio e le televisioni: ognuno deve essere ritenuto responsabile delle proprie azioni senza bisogno del giornalista-tutore.


05 dicembre 2012
AUDIZIONE IN AGCOM
Ieri alle 15 siamo stati sentiti dall'Agcom presso la sua sede di Roma di via Isonzo, da una commissione presieduta dall'avvocato Maja Cappello sul Piano di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre (LCN).
Abbiamo subito messo le carte in tavola mostrandoci assolutamente contrari alla pianificazione generale realizzata in modo così assurdo da costringere le televisioni locali a chiudere una dopo l'altra o a morire per lento dissanguamento, e alla disposizione LCN  adottata in emergenza da Agcom a seguito della nota vicenda giudiziaria con Tar e Consiglio di Stato.
Cosa c'era nell'essenza delle due sintetiche pagine che abbiamo presentato?

1) Pianificazione.
Anzitutto la denuncia dell'origine di tutti i mali dovuti alla trappola della possibilità di "dividere" la propria frequenza in 6 canali e la megalomane pretesa di qualcuno di dar luogo ad altrettanti programmi indipendenti quando era già difficile realizzarne uno solo decente sul piano culturale e informativo. 
2) Frequenze/canali  Le frequenze dovevano essere sì trasformate  in 6 canali digitali come generalmente è avvenuto, ma essi dovevano essere assegnati a 6 televisioni diverse non a una sola, secondo il principio: "ad una frequenza utilizzata in analogico/una  in digitale" : con appena  10 frequenze si sarebbero ricavati 50/60 canali capaci di soddisfare ogni richiesta evitando esclusioni e odiosi espropri.
Perché non si è adottata una soluzione così semplice e lineare?

2)  LCN
fatta salva l'attribuzione alla Rai di almeno un numero dei 9 presenti nei  telecomandi in quanto servizio pubblico più volte dichiarato tale dalla Consulta, gli altri dovevano essere assegnati alle locali perché l'ascoltatore medio pur di sintonizzarsi su di una televisione nazionale è disposto a digitare due cifre e magari anche tre, ma non è disposto a fare l'inverso. La miglior prova della realtà di quanto affermiamo viene dalla caduta verticale dell'ascolto delle locali, giunta ad un punto tale da essere ormai quasi totalmente ignorate dagli ascoltatori.
Vogliamo proseguire su questa strada priva di prospettive e idee o i tempi sono maturi per una assemblea nazionale (Stati generali) di tutti gli operatori televisivi?
E' apparsa chiaramente durante l'audizione anche un'altra prospettiva:  il fallimentare trattamento riservato alle televisioni avrà un risvolto assolutamente identico per le radio: se non ci sarà una immediata presa di coscienza organizzativa non ci sarà speranza per nessuno. Sia chiaro.

Le due pagine complete dell'intervento in Agcom siamo pronti ad inviarle gratuitamente in e-mail a quanti ce ne faranno richiesta all'indirizzo: conna@conna.it

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