Aggiornato al 02/01/05 09.33

 

Il direttivo del Conna augura un buone feste a tutti.

(Anche in questo periodo non cesseremo di jnformare)

 

29 dicembre 2004

VELLEITA'

La sciagurata dismissione della catena dei trasmettitori in onda media per decisione della attuale direzione Rai ha privato un gran numero di ascoltatori della possibilità di ricevere le trasmissioni radiofoniche del mezzo pubblico.

Di fronte alle rimostranze venute da più parti per una decisione destinata a contribuire ad affossare l'Azienda, ne è conseguito l'annuncio velleitario che la diffusione nella banda FM sarebbe stata "potenziata".

Il vertice Rai, completamente disinformato, non si è mostrato al corrente delle infinite controversie dovute all'annosa ostinazione della direzione tecnica di voler applicare l'antico Piano di Stoccolma concepito in regime di monopolio: se i tecnici Rai avessero abbandonato per tempo preconcetti e stati di fatto superati, avrebbero  potuto raggruppare in tutta comodità le loro reti su alcune frequenze sicure e garantite in un determinato punto della banda FM.

A questo proposito, da amici della Rai lungimiranti quali siamo, esprimevamo sul numero di aprile di Nuove Antenne del 1985 (pagina 6) identico concetto consigliando la dirigenza tecnica del tempo (lo facemmo anche amichevolmente a voce) di usare "..pochi punti di frequenza, e segnali trasferiti in microonde" (e non a rimbalzo).

Oggi, a giochi fatti, senza un Piano di assegnazione delle frequenze in banda FM, e anche in presenza di concessioni fasulle,  pensare di "violentare" l'emittenza privata riteniamo sia pura utopia che merita dure prese di posizione che per evitarle l'Azienda non ha che da riattivare i tx in onda media che ci risulta siano stati semplicemente spenti e non smantellati.

Se invece si vorrà lo scontro, il Conna è pronto a fare la sua parte. 

Anche Consulmedia di cui ricordiamo gli indirizzi, (info@consulmedia.it   www.newslinet.it ) a questo proposito ha messo a punto tutta una serie di interessanti dispositivi di difesa. 


24 dicembre 2004

AUGURI

E' stato stampato ieri il numero di dicembre di Nuove Antenne che andrà in distribuzione nei prossimi giorni. 

 

18 dicembre 2004

RADIO NETTUNO ANZIO
Cresce il fronte di quelli che affrettatamente potrebbero definirsi i "duri", ma che giudicati meno sommariamente meritano un encomio per il coraggio delle loro azioni che mostrano. Oggi è il turno del titolare (ditta individuale) di Radio Nettuno Anzio, Silvestro che dopo aver letto le lettere che abbiamo pubblicato sente di condividerne interamente il contenuto. "Ci siamo sfasciati le corna in tanti anni di lavoro e di traversie per costruire queste radio - ci ha detto nel suo romanesco di Nettuno e ora dovremmo rinunciare a ciò che possediamo per una trovata di legge palesemente fuori dalla Costituzione? Siamo pronti a ricorrere insieme ad altri contro questo sopruso, contro questa violenza. Chi ha detto che non possono esistere le ditte individuali? Vincenzo Vita, Maurizio Gasparri? Non ci sarà giudice in Italia né europeo che potrà dargli ragione. Facciano pure, noi siamo qui (insieme al Conna) in aspettativa, pronti a far fronte a qualsiasi evenienza". Bravo Silvestro, basterebbe una emittente per presentare ricorso e vincerlo davanti ad un normale giudice civile, ma non sarà un solo soggetto a ricorrere, saranno in tanti. Tutti avvelenati. (Mario Albanesi)


17 dicembre 2004

RADIO RAMA

Come abbiamo già riportato, abbiamo preso contatto con avvocati che in forza della sentenza 204 della Corte costituzionale e di una passo della sentenza del consiglio di Stato che ci riguarda riusciranno ad ottenere finalmente giustizia. 

A causa avviata, ovviamente, le emittenti non saranno nel frattempo interdette. Scrive Radio Rama di Manduria: 
 

Siamo obbligati a ripeterci. Ma lo facciamo con molta dignità e convinzione, basta a questi soprusi che lo Stato sta vergognosamente perpetrando nei nostri confronti e ci associamo inequivocabilmente a quanto già detto dai colleghi che come noi si trovano nella situazione di dover difendere a denti stretti quel poco ottenuto in questi lunghi anni.
La nostra emittente (Radio Rama) esiste da quasi 30 anni, è una ditta individuale, non ha dipendenti, solo dei collaboratori e ha contribuito in tutti questi anni di attività, ad rimpinguare le casse dello Stato pagando regolarmente le tasse! Cosa farà ora il Ministero se ci farà chiudere, ci rimborserà tutto dicendo “scusate, ma fino ad ora abbiamo scherzato?” o si terrà comunque tutto e ci dirà che ha scherzato comunque? E’ veramente paradossale questa situazione.
Noi intendiamo andare avanti e a tutti coloro che ci vogliono “estinguere” proponendoci di trasformarci in radio comunitarie, noi rispondiamo che esistiamo e che siamo la voce di tutti i nostri ascoltatori e di tutti gli enti locali che attraverso la nostra radio possono informare ed essere informati.
Pertanto forti dell’appoggio del Conna e di tutte le emittenti che come noi hanno subito questo effimero ricatto, decidiamo di andare avanti e difendere fino alla fine i nostri diritti.
(Radio Rama Manduria). 

15 dicembre 2004

LA LETTERA

Il responsabile di una cooperativa radiofonica nostra associata ci comunica di aver ricevuto una lettera ministeriale che lo avverte dell'esito dell'istruttoria a suo carico negativa rispetto a quanto stabilisce la legge n.66/2001 e lo si invita entro 15 giorni a dichiarare la sua volontà di trasformarsi in emittente comunitaria.

Come avevamo avvertito per tempo, in attesa si riesca a dimostrare l'incostituzionalità delle imposizioni della legge 66/2001, la decisione di riaprire di fatto i termini per presentare domanda di trasformazione in "comunitaria" riconcilierà il sonno a tanti che lo avevano perduto di fronte all'inaudita violenza due volte inaccettabile perché tra l'altro aveva il potere di cambiare le condizioni cui era stata rilasciata la "concessione" (sia pur senza valore) nel 1994.

Il grosso delle lettere arriverà nei primi giorni del nuovo anno; nel caso specifico si tratta di una  coop che aveva assunto due dipendenti poi in seguito  licenziati, risultando quindi "fuori legge" alla richiesta dei certificati di contribuzione. 

Questo è uno dei casi in cui la !"trasformazione" è conveniente perché come è noto le emittenti comunitarie possono far capo ad associazioni, cooperative o fondazioni: va da sé che ai nostri associati già in cooperativa, converrà comunicare l'accettazione. 

Ci sono altre situazioni in cui la scelta sarà ugualmente obbligata, per esempio  per quelle ditte individuali fortemente interferite da reti nazionali o multiregionali che forti del fatto di aver ottemperato alla legge 66/2001 fanno di tutto per impedire  l'intervento degli Ispettorati in favore delle prime.

In tutti gli altri casi registriamo una forte dignità di resistenza legale. Il Conna già ha preso contatti con avvocati che possano condurre una azione tesa a far riconoscere l'illegalità (costituzionale) delle norme contenute nella legge '66. Invitiamo pertanto quanti avessero deciso di restare ditte individuali a mettersi in contatto con l'Associazione in tempi ravvicinati. 

Conna, Coordinamento nazionale Nuove Antenne.

 

Ci giunge notizia che i funzionari Siae della Sardegna condannati pesantemente in 1° grado (nota di "Ultimissime" del 21 giugno 2001), sono stati assolti dalla Corte di appello perché il precedente Tribunale avrebbe preso un vero e proprio abbaglio.

 

08 dicembre 2004

RADIO ABRUZZO MARCHE

Salve sono Diego Di Francesco titolare di Radio Abruzzo Marche, ditta individuale, senza dipendenti, a conduzione veramente familiare. Volevo dire che se nel 2001 ho fatto la scelta di rimanere cosi’ come ero; oggi, a distanza di tre anni ne sono ancora piu’ convinto, e sono decisissimo a rimanere cosi’ come sono e guai a chi mi tocca. 

La radio io me la sono creata da solo con tanti sacrifici, non me l’ha fatta ne Prodo ne gasbarro ne berlusconio, e ho dato alla radio buona parte della mia vita, rinunciando magari ad altre cose, quindi guai a chi me la tocca ( ribadisco). Penso di essere, non nel giusto ma nel “giustissimo”; io non sto’ ne’ rubando ne’ tantomeno truffando nessuno; sto solo lavorando, onestamente.
Questo per dire che rimango cosi’ come sono, ad ogni costo; anche se devo dire che da un po’ di tempo e’ durissima andare avanti, un periodo cosi’ non l’avevamo mai attraversato in 23 anni , devo dire grazie, anche e soprattutto ai contributi sull’editoria che il ministero ci nega per la legge 66/01, finisco qui.

Negare i contributi per l'editoria a coloro che non si sono uniformati alla illegale legge '66 è un abuso ( a differenza, per intenderci, da quelli previsti nella 'finanziaria)  perché essi sono previsti dalle leggi vigenti e fino a prova contraria "negazioni" per non aver "ottemperato" alla '66 non ne sono arrivate.

Il Conna a questo proposito ha aperto una vertenza con il settore della Presidenza del Consiglio che se ne occupa.  Nota: se ci viene richiesto (per evitare forme di concorrenza sleale) omettiamo il nome della radio che ci scrive.


07 dicembre 2004

XXXXX XXXX
Siamo interessati a uno scontro giudiziario considerata la grossolana ingiustizia, ma visto che siamo già una cooperativa e non abbiamo i due dipendenti come ci comportiamo nel frattempo? Enzo 

Nessun comportamento in particolare; aspettiamo si muova il Ministero e nel frattempo raccogliamo tutte le opinioni possibili: il pronunciamento del Consiglio di Stato sul danno provocato alle emittenti riteniamo pesi come un macigno sull'Ufficio legale del Ministero che rischia duro come si dice.  Se così non fosse  stato, ben difficilmente avremmo raccolto il primo risultato di poter trasformare le ditte individuali in associazioni.              Nota: se ci viene richiesto (per evitare forme di concorrenza sleale) omettiamo il nome della radio che ci scrive.


05 dicembre 2004

RADIO DELTA UNO

Arrivano opinioni, suggerimenti, prese di posizione in risposta alle nostre domande. Continuate a scriverci. Quella che segue è una lettera molto significativa e Radio Delta Uno avrà tutto il l'appoggio del Conna che potrà dimostrare in tribunale il "danno" apportato all'emittente cui faceva riferimento il Consiglio di Stato nella sentenza di cui a suo tempo abbiamo dato conto.


Se all'entrata in vigore della legge 66 non potevano esserci le condizioni per l'assunzione di due dipendenti semplicemente perché non sussistevano redditi (documentabili presso il nostro commercialista) oggi più che mai quelle condizioni con l'aumento dei prezzi e la diminuzione della pubblicità sono divenute fantascienza. E già in tempi non sospetti in un mio articolo inviato al CONNA, avevo previsto lo scenario attuale: emittenti che, costrette da un ricatto vigliacco a trasformarsi in società di capitale, assumendo due persone per il terrore di chiudere, oggi che si sono rese conto dell'impossibilità di  continuare con quell'assetto sono state costrette a licenziare ed a ritrovarsi peggio di prima. 

E l'attuale opposizione politica responsabile di questa assurda e incostituzionale legge, cosa fa? Nulla. Potrebbe, invece fare molto, se non altro per riparare alle stupide ed antidemocratiche regole imposte qualche anno fa.
Ma quale paese è il nostro? E allora carissimo CONNA, niente e nulla ci deve costringere a prostrarci come dei pecoroni, che, pur sapendo di essere nel giusto subiscono le angherie di politici, i quali eletti proprio da noi, impongono leggi da Regime.
Dopo circa trenta anni di attività, cosa risponderemo a migliaia di persone che ci hanno sempre ascoltato, ad enti locali che hanno utilizzato il nostro mezzo per informare la cittadinanza di un bacino di oltre 500.000 abitanti; di tanti comuni limitrofi che non hanno più una emittente radiofonica che possa dargli voce e che hanno adottato noi come loro radio; cosa risponderemo a migliaia di persone sole, anziane, malate alle quali non interessa ascoltare i grandi network nazionali, ma la loro cara radio locale per essere informati delle cose che succedono in casa loro. Cosa risponderemo? Che dei politici ben pagati da noi cittadini,  incalzati da amici assetati di acquisire nuove frequenze per incrementare i loro affari, si sono inventati una legge per costringere a fare chiudere emittenti che hanno sempre pagato le tasse e rispettato le leggi "giuste"? Pensate che la gente crederebbe a questa storia? Magari per spiegarci meglio potremmo fare l'esempio di un piccolo negozio di alimentari (che pur fattura più di una piccola emittente) costretto a chiudere solo perché la legge vietando la conduzione familiare della sua attività gli impone di assumere "obbligatoriamente" almeno due dipendenti.
Basta! La proposta oscena del Ministero di potersi trasformare in radio comunitaria non è neppure da prendere in considerazione. E' vergognoso continuare a subire ingiustizie. Per questo, io sono fermamente convinto che anche se fino ad oggi le aule di tribunale non ci hanno aiutato come avrebbero dovuto per i ben noti motivi, di sicuro esisteranno magistrati seri e rispettosi della legge e dei diritti di ogni singolo cittadino che potranno infine emettere una giusta sentenza in nostro favore come è giusto che sia.
Pertanto mai vorrei condiscendere a queste infime proposte. Invito tutti gli editori di tutte le emittenti sottoposte al ricatto a scrivere subito il loro pensiero ed in breve la loro storia, anche in poche righe, per poi sottoporle a tutti i principali soggetti istituzionali, in primo luogo al Capo dello Stato.  Inutile?  Penso proprio di no. 
Mimmo Totoro  Radio Delta Uno

03 dicembre 2004

DIGESTIONE

Ci giungono e-mail e telefonate da parte di chi ha letto le quattro puntate che precedono dal titolo "Le carte in tavola" capendo molto poco di quanto abbiamo scritto. Anche se nei prossimi giorni pubblicheremo su di uno spazio apposito dei nostri siti l'intera informativa per una più rapida consultazione, sembra impossibile, ma nonostante la nostra preoccupazione costante di essere il più chiari possibile quando scriviamo c'è chi "maldigerisce" ciò che legge frettolosamente interpretando poi a suo modo fatti che hanno magari un senso differente.

La posta in gioco è comunque importante perché i termini di presentazione delle domande per le radio erano stati chiusi improrogabilmente al 30 settembre del 2001: essere riusciti a a far riaprire i termini di fatto dopo tre anni di pressioni (anche se non ci sarà mai esplicita ammissione ministeriale) non è cosa di poco conto ed è una opportunità che deve essere attentamente valutata dai singoli. 

Già abbiamo notizie di emittenti che non intendono sottostare a quella che ritengono ( e il Conna è perfettamente d'accordo) una volgare imposizione nonostante sia inserita in una legge dello Stato, la cui verifica della costituzionalità ci è stata impedita fino ad oggi da una giustizia amministrativa di parte, meritevole di una profonda riforma. Mandateci anche vostri scritti che se di ordine generale li faremo conoscere a quanti ci seguono. (Coordinamento nazionale Nuove Antenne)


IMPORTANTE, IMPORTANTE

CARTE IN TAVOLA

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