12 novembre 2020
DECRETO CONTRIBUTI
Il Mise ha emanato un decreto che prevede dei
contributi a radio e tv locali in cambio della trasmissione di spot
riguardanti l'emergenza sanitaria.
Possono però accedere esclusivamente quelle emittenti che fanno già
parte della graduatoria 2019 per la concessione dei contributi
dell'editoria (quindi con dipendenti e giornalisti assunti
regolarmente).
Anche stavolta il Mise, persino di fronte alla pandemia, destina denaro
solo alle radio e tv che hanno natura aziendale, impedendo la capillare
diffusione dei comunicati su tutto il territorio nazionale.
Buonasera, ancora
una volta le radio sono state discriminate, nella richiesta del
contributo pubblicato oggi sulla gazzetta ufficiale. Noi come titolari
di radio siamo invisibili, e non siamo i soli a poter accedere a questo
sostegno pur trasmettendo 24 /24 senza mai interrompere il lavoro di
informazione. Non possiamo farlo perché non abbiamo i 2 dipendenti e il
giornalista "full time". Nessuno deve rimanere indietro, questo è quello
che dice il premier Conte, ma non è così, bastava inserire nel testo
"..tutte le radio che ne faranno richiesta".
La lettera che pubblichiamo è
emblematica e viene viene dal "profondo sud". Abbiamo già detto e
ripetuto nei mesi e negli anni scorsi concetti che rivelavano la
pervicace volontà di costringere alla chiusura quelle emittenti che
svolgevano un'opera di carattere sociale gravandole di problemi
finanziari, tecnici e burocratici; risultato? scarsa reazione da parte
dei diretti interessati,
Ora, si chiede al CONNA di farsi portatore di una fiera protesta senza
dargli i mezzi per farla che consistono anzitutto nell'adesione di un
numero ragguardevole di radio comunitarie e commerciali, le stesse che
si sono allontanate lasciandosi lusingare da furbacchioni che avevano
come ideale l'obiettivo di far soldi.
Ricominciare? ci stiamo pensando e nei prossimi giorni è probabile il
direttivo del CONNA prenda una decisione in proposito: il decreto dei
contributi Covid è talmente scandaloso che ci auguriamo susciti negli
operatori radiofonici e televisivi locali l'indignazione che proviamo
noi.
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