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ULTIMISSIME - GIUGNO 2011

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29 giugno 2011
LA CORDA
Tempo ne abbiamo sempre poco, consulenza, incontri, partecipazione ad assemblee ecc..., e quando un impegno non va a buon fine la cosa ci indispettisce.
La Rai non ci ha mai dato problemi perché essere presenti alle conferenze stampa di presentazione dei programmi - specie quelli informativi - ha sempre significato apprendere qualcosa nella sede migliore sulla maggiore industria culturale italiana.
Tuttavia, il servizio pubblico in questi ultimi anni è stato colpito duramente da una concorrenza sleale che ha anche responsabilità determinanti di governo e anche nelle piccole cose spesso mostra la corda. La lettera aperta che segue indirizzata all'ufficio stampa di viale Mazzini è rivelatrice di una situazione di progressivo degrado.
 

 
Spettabile ufficio stampa Rai, non sappiamo chi abbia avuto la luminosa idea di convocare ieri mattina esperti e giornalisti alla presentazione ".. delle principali applicazioni tecnologiche realizzate dal Centro Ricerche Rai".
Interessati a tutto ciò che è innovazione e non solo tecnica, ci siamo presentati fiduciosi convinti che la tavolata iniziale fosse di prammatica per la presenza della signora direttore della Rai, che è invece cominciata in uno strano clima autocelebrativo da distribuzione di medagliette al valore, con il berlusconiano Rositani del Cda che ha perfino approfittato della facile tribuna per elogiare (sic!) l'attuale dirigenza Rai.
Dopo cinque o sei interventi compreso quello del rappresentante di Confindustria, è caduta dal cielo la vera tegola: una seconda "tavola rotonda" composta da 11 soggetti ognuno dei quali non voleva essere da meno nel sottolineare la sua presenza e dire la sua.
Applicazioni, innovazioni nulla di tutto ciò è stato presentato, eccetto la messa in campo di alcuni televisori nella saletta antistante lo studio A dove si è tenuta la sfilata degli "esperti" che gli intervenuti non potevano ovviamente vedere.
Personalmente, dopo tre ore di orgia esibizionistica a base di vuote chiacchiere, luoghi comuni, frasi fatte, intuibili ancora prima di essere pronunciate, e promesse dell'ingegner Morello che presto saremmo arrivati a gustare le meraviglie tecnologiche ho abbandonato insieme ad altri il glorioso studio A di via Asiago la cui anima sicuramente avrà rimpianto i bei tempi delle orchestre di Pippo Barzizza e di Francesco Ferrari dove almeno si suonava.
Dopo l'eliminazione del cartoncino settimanale di invito alle conferenze stampa per ragioni di risparmio (sic! numero 2) ci accorgiamo che quella che era il volto guida del servizio pubblico, la veste attendibile, la vetrina dell'Azienda, anche in questi fatti marginali è gravemente compromessa da improvvisati organizzatori, digiuni di come si organizza e si gestisce una conferenza stampa, che forse neppure per un momento hanno pensato che la presentazione delle annunciate "innovazioni" era il primo impegno da assolvere facendo magari seguire a ruota i logorroici in batteria. Saluti, Nuove Antenne, periodico dell'associazione CONNA (Mario Albanesi)

24 giugno 2011
IL CROLLO
Nel primo articolo pubblicato sul numero di settembre del 1988 dicevamo  già tutto su Audiradio - ai nostri giorni prossimo al suo scioglimento -  e sulla sua inattendibilità resa appena meno evidente dalla presenza della Rai decisa da funzionari che mentre percepivano lauti stipendi dall'Azienda, provvedevano sott'acqua a lavorare in favore della concorrenza.

Ben pochi sono stati i riconoscimenti che sono venuti al Conna dopo che si era capito che le nostre osservazioni corrispondevano in un modo impressionante alla realtà dei fatti; anzi, invece di respingere i metodi truffaldini che con il tempo risultavano sempre più scoperti,  la quasi totalità degli operatori radiofonici preferì associarsi contribuendo a rafforzare un organismo infetto.
Dopo l'emanazione della legge 249/97 pensavamo che finalmente l'Agcom avrebbe fatto cessare lo scandalo, ma non ci volle molto per capire che il suo presidente Corrado Calabrò, uomo eletto per volere di Mediaset con la complicità della "sinistra", non intendeva affatto cambiare le cose.
Ecco cosa scrivevamo in proposito su Nuove Antenne in tempi più recenti, esattamente nell'ottobre del 2007.

AUDITEL/AUDIRADIO  (1 ottobre 2007)
(
.. e lo scandalo continua ) 

Scandalo è la parola giusta, ben calibrata, per la vicenda Auditel-Audiradio per come è cominciata e come sta procedendo sostenuta da Corrado Calabrò che ostinatamente si rifiuta di applicare la legge – come il suo predecessore Enzo Cheli – che impone ”all’Autorità” di “curare la rilevazione degli indici di ascolto…”.
Calabrò ne ha studiato tante, tutte deboli, come quella del coinvolgimento dell’Istat per rendere più verosimile l’intero processo di indagine svolto dal gruppo di aziende che gestiscono di fatto l’intero baraccone Auditel/Audiradio.
Visto che esiste nel campo delle aziende piccole e medie chi non si lamenta più di tanto – sono i famosi cornuti e contenti - ciò che le emittenti locali trovano intollerabile è il fatto che per essere “rilevate” è necessario pagare la società rilevatrice, cioè esse stesse devono sostenere le spese al fine di conoscere dati magari inesatti per vederli poi tradurre in indicazioni di mercato.
Da ricordare che versare soldi ad ’Auditel/Audiradio da parte dei singoli, oltre ad essere inconcepibile, fatalmente apre la porta ad intuibili giochetti  di sottogoverno.
Rimane inteso che se Corrado Calabrò non provvederà per tempo eliminando una situazione, ripetiamo scandalosa, sarà nostro motivo di ricorso in sede europea*.

Nota * 1) ricorremmo a Bruxelles, ma ci venne risposto che oltre ad una questione di competenze internazionali, buona parte delle emittenti rilevate erano d'accordo che ciò avvenisse.
2) oggi pomeriggio abbiamo trasmesso alle agenzie giornalistiche un comunicato sull'argomento. Chi volesse leggerlo in ottima sintesi può collegarsi al seguente indirizzo: http://www.newslinet.it/notizie/chiusura-audiradio-conna-si-sostituisca-con-istat-pagata-con-parte-contributo-agcom-basta-a-


22 giugno 2011
TRE INIZIATIVE
Amici radiotelevisivi, stiamo dando seguito separatamente alle comunicazioni inviate a tre elenchi di indirizzi diversi corrispondenti a quanti hanno risposto ai tre filoni di azione associativa che il Conna sta portando avanti, ovvero:
 
1) la difesa delle frequenze televisive dei canali che vanno dal 61 al 69 messe all'asta: una operazione incostituzionale perché prevede l'espropriazione di un bene ad un privato che lo usa da decenni per consegnarlo ad un altro soggetto privato di dimensioni economiche più grandi;
 
2) la difesa delle radio che abbiamo sintetizzato con la frase: "Digitale radiofonico?
No, grazie, Un'altra volta": una trappola fintamente modernista;
 
3) la creazione di una rete pubblicitaria per consentire alle emittenti di avere una loro indipendenza economica basata sulle loro potenzialità di diffusione territoriale.

Quanti non avessero ricevuto le nostre comunicazioni in posta riservata ci informino precisando testata e indirizzo email aggiornato

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