Maggio 2005

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Aggiornato al 04/07/05 08.47

 

03 maggio 2005

"SERIE RIFLESSIONI"

Un poco edificante attacco alle "Televisioni di strada" viene da Millecanali il giornale che festeggia anniversari su anniversari dalla sua nascita senza essere mai riuscito a capire  che cosa è la democrazia informativa e la libera espressione.

In una serie di affermazioni attribuibili al suo direttore - il pezzo non è firmato - viene fatta una "seria riflessione" sull'abusivismo nell'etere ed il bersaglio, ovviamente, sono le "Tivu di strada" o Telestreet.  

E' il secondo tempo di una insensata guerra dichiarata da sempre alla maggior parte dei suoi clienti che comprano la rivista, ovvero i titolari di quelle "locali" pressoché scomparse per l'opera nefasta di comitati di affari spacciati per associazioni che hanno favorito il  dominio assoluto dello spazio in frequenza che appartiene a tutti e non solo ai berlusconidi e ai loro cugini che se lo sono accaparrato senza averne alcun diritto. 

La "seria riflessione" consiste nel dubbio atroce -da non dormire la notte! - di non poter definire cosa sono le "Tv di strada" se le "magari fantasiose" interpretazioni di un "qualunque giudice" ritengono che le trasmissioni delle "Street" non siano illegali. 

Ma la frase ad effetto destinata a sollevare una ondata di panico nelle emittenti locali "regolari" è quando si avanza l'ipotesi che esse si "mettano a fare pubblicità". 

La fine del mondo!  Per Millecanali non è  gravissimo che la pubblicità che conta sia finita in pochissime mani milanesi che la elargiscono seguendo indirizzi politici (pubblicità traino) a senso unico. 

A parte che emittenti "regolari" non ne esistono perché esse operano in assenza dei piani di assegnazione conformi alla legge 223/90 che ne imponeva l'esistenza all'articolo 34 comma 5, siamo di fronte al classico fuscello rispetto alla trave nell'occhio. 

Se invece di dar corpo alle ombre e suscitare allarmismi "l'editorialista" di Millecanali avesse un tantino di umiltà e fantasia e si andasse a  leggere la raccolta della rivista dal suo nascere si accorgerebbe il danno che ha prodotto all'intero comparto televisivo e radiofonico confondendo le idee invece di chiarirle a quanti tentavano di capire come comportarsi.

Scoprirà che certe notizie furono esagerate oltre il lecito (progetti di legge dati per sicuri mai approvati, fatti o pettegolezzi annunciati con grande sicumera di cui poi non se ne è saputo più nulla ecc.. ), tacendo o minimizzandone altre come l'aberrante sentenza che ha permesso lo "splittaggio" della pubblicità che priva dello stretto necessario le emittenti che operano sul territorio, locali  pieno titolo. 

Infine, a corto di altri argomenti, il tocco maramaldesco per le difficoltà economiche in cui si è venuta a trovare OrfeoTv, non cogliendo la sottile battuta di uno dei responsabili della piccola televisione quando rivendica "l'illegalità" di essere fuori dalle leggi, ma da quelle dell'economia. 

Un fenomeno quindi già morto travolto dalle spese di gestione? Ma perché allora preoccuparsene tanto?

 

13 maggio 2005

DISCO VOLANTE
Conferenza stampa ieri a Montecitorio della televisione locale Disco Volante di Senigallia (Telestreet) i cui organizzatori erano stati denunciati per la solita violazione  dell'articolo 195 che dopo gli sgangherati abusi degli Anni ottanta di Fininvest - sanati puntualmente dai vari decreti dei governi del tempo - è stato improvvisamente rispolverato dagli eredi dei Circoli delle costruzioni telegrafiche e telefoniche.

Purtroppo il '195 è stato rispolverato ai danni di iniziative minori come quella di Disco Volante che hanno il merito di aver trovato la forza di rivendicare i diritti di libera espressione che ci assicura la nostra Costituzione repubblicana che alcuni banditi vorrebbero sostituire con una più "moderna", quando gli Stati uniti si tengono ben stretta da due secoli e mezzo la loro costituzione che meriterebbe (questa sì!) di essere riveduta e aggiornata se non altro nel meccanismo elettorale.

Una conferenza stampa festosa perché il Tribunale penale di Ancona ha archiviato il caso con una motivazione che non mancheremo di pubblicare non appena sarà pubblicata.

E' un grande avvenimento, una importante vittoria che lascia ben sperare anche  le emittenti locali tradizionali nonostante la messa apunto di regole assolutamente liberticide che con la scusa del digitale sono in corso di preparazione.

Presenti alla Conferenza stampa alcuni politici; Disco Volante nelle persone di Franco Civelli, Enea Discepoli, Fabrizio Manizza; del loro avvocato Andrea Alessandrini che ha operato insieme al senatore avvocato Guido Calvi con il quale il Conna si è messo in contatto immediatamente dopo che era avvenuta l'interdizione ed il sequestro delle apparecchiature; "l'inventore " delle "Televisioni di strada" Giancarlo Vitali (Ambrogio) di Orfeo Tv di Bologna ed un rappresentante del Conna. 

Era assente (giustificato!)  il benemerito Tribunale di Ancona che ha saputo esaminare con la dovuta cura il caso; presente invece il gentile sindaco di Senigallia Luana Angeloni che ha contribuito non poco alla salvezza di "Disco Volante" quando la sua Giunta scriveva:

 

L'Amministrazione Comunale ha accolto con stupore ed amarezza il provvedimento con il quale è stata decretata la chiusura della televisione di strada operante da alcuni mesi a Senigallia. 
Il fatto è ancora più grave e spiacevole se si considera che questa piccolissima emittente locale trasmetteva da una sede del tutto particolare, qual è quella di Zelig, un laboratorio artistico che rappresenta una delle esperienze più avanzate per l'integrazione di soggetti disabili, un'esperienza che tra l'altro la stessa Amministrazione sostiene da anni, attraverso la legge 18, ben consapevole di come attraverso l’arte, la creatività e l’espressione pittorica permetta a tutti, disabili e non, di comunicare.
"Il monopolio dell’informazione in Italia - ha dichiarato l'Assessore ai Servizi alla Persona del Comune di Senigallia, Giuseppina Massi - è così evidente che nulla si può aggiungere a proposito.
E personalmente il sindaco Angeloni: ...la chiusura di Disco Volante è una decisione grave per la democrazia di questo Paese. Se tutto ciò che è diverso dall’informazione ufficiale deve essere represso, allora è chiara la volontà di un governo che con questo provvedimento intende soffocare qualsiasi spazio di libera informazione ed espressione". 

 

Per le radio e le televisioni locali si apre quindi una nuova era che nessun digitale terrestre voluto a forza dall'attuale governo - con gli investimenti economici proibitivi e le regole assurde che prevede -  sarà mai in grado di impedire.


2 maggio 2005

CAMBIO DELLA GUARDIA

Il neoinsediato ministro Mario Landolfi lo abbiamo conosciuto durante una riunione indetta dal Corerat di Pescara qualche anno fa e ricordiamo di lui una non buona disposizione in favore delle emittenti locali.

Con la più che decimazione delle imprese radiofoniche e televisive, oggi può darsi che qualcosa sia cambiato, favorito anche dall'apparizione delle "Telestreet" che  prive di qualsiasi riconoscimento ministeriale,  fanno apparire quelle esistenti da decenni maggiormente difendibili: l'Ordine del giorno della Camera dei deputati che congela di fatto la situazione e l'archiviazione del procedimento giudiziario  contro la "Tv di strada" Disco Volante lasciano ben sperare in questo senso.

Comunque non tarderemo a capire l'aria che tira anche se l'attuale traballante governo non consente di impostare programmi a lunga scadenza.

Al momento ci basta risolvere la situazione di oltre 200 radio che sono in attesa di conferme ministeriali - che non dovrebbero tardare -  circa la loro nuova posizione di emittenti comunitarie. 

 

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