Febbraio 2004

ULTIMISSIME

Archivio Ultimissime

Aggiornato al 30/06/04 09.45

27 febbraio 2004
ARANCE DI STAGIONE

Che la legge Mammì e le sue "degne" emanazioni (leggasi 66/2001) fossero uno schiaffo alla Costituzione italiana lo si è sempre saputo.
Prendiamo spunto da un legittimo sfogo di un titolare di radio che non ha voluto coraggiosamente ottemperare alle disposizioni di legge che impongono l'assunzione di dipendenti e la trasformazione forzata delle ditte individuali in società di capitali. Il nostro collega è infatti fortemente preoccupato per il futuro della sua attività che permette alla propria famiglia di vivere, al punto tale da chiederci ironicamente di portargli le arance nel caso in cui fosse gli venisse tolta la libertà. Rassicuriamo il nostro amico e compagno di lotta.
Siamo convinti che Gaspare e i suoi compari non si azzarderanno a toccare coloro che si trovano nelle condizioni costruite con cinismo ed "efferata" determinazione dai legislatori appositamente per far fuori le voci indipendenti locali e per fare tabula rasa del diritto fondamentale dei cittadini a comunicare.
L'esigenza di far viaggiare il proprio pensiero, la cultura e le tradizioni locali che hanno consentito alla nascita e all'affermazione delle decine e decine di realtà televisive indipendenti note al pubblico come Telestreet, dopo che centinaia di piccole tv locali hanno dovuto gettare la spugna per obblighi impossibili da sostenere, è un fatto inarrestabile: nessuna legge potrà mai imbavagliare la comunicazione perchè la Carta Costituzionale dello Stato italiano la garantisce!
Crediamo che sia invece più ragionevole pensare che coloro che hanno violato la Legge delle Leggi per trarne vantaggi per se' e per i propri "protetti" siano i candidati più accreditati a trascorrere un lungo periodo a spese degli italiani nel luogo di villeggiatura che meritano. Ma non dovranno preoccuparsi. Andremo a far loro visita, di tanto in tanto, soprattutto nei mesi invernali.... quando si trovano le arance di stagione.

25 febbraio 2004
AI FERRI CORTI
Ci giungono notizie in merito a sollecitazioni sulla persona del ministro (interrogazioni, pressioni ecc..) affinché adotti norme repressive nei confronti non solo delle Tvstreet delle quali abbiamo già parlato, ma anche in quelli delle emittenti radiofoniche che non hanno "ottemperato" alla inapplicabile legge n.66/2001.
Nonostante la foga maramaldesca, non possiamo che felicitarci con il ministro se vorrà finalmente dopo due anni e mezzo assumere il volto del repressore.
Vogliono la guerra ai ferri corti? Fino ad oggi hanno bombardato e sparato con l'artiglieria, ora lo scontro promette di svolgersi ad armi pari, all'arma bianca appunto,  spostandosi su argomenti molto più contestabili dove le ragioni di fondo come il mancato rilascio delle concessioni  e le vessazioni nei confronti delle emittenti locali sarà più facile dimostrarle anche per gli eventuali  danni prodotti.
Oltre ai nostri associati, sappiamo di avere idealmente con noi l'intera categoria che ben conosce il pericolo costante che corre: basterebbero norme come quella della legge 66 maggiormente pesanti e incattivite per non lasciare scampo a nessuno che non abbia un grosso spessore aziendale e ingenti capitali a disposizione.

22 febbraio 2004
SENZA DIFFERENZE
La "campionatura" di casi rappresentata dai titolari di emittenti presenti ieri a Roma era esattamente corrispondente alle nostre aspettative.
Senza la fretta e confusione - comune a tutte le assemblee dove di solito tengono banco una o due persone e gli altri zitti - ognuno ha potuto raccontare la violenza che ha dovuto subire da concessionario... senza concessione.
Obblighi di versare canoni non dovuti, tasse, fidejussioni; interventi dei "Circostelli" mai in veste amica (per le grandi imprese come sappiamo l'atteggiamento è ben diverso), controlli sulla programmazione cui sarebbero vincolati tutti coloro che avessero ottenuto una concessione valida, cioè accompagnata da una frequenza praticabile e garantita, hanno costituito oggetto di discussione con decisione finale: denunciare per truffa e tentativo di estorsione tutti coloro che si sono resi responsabili di una situazione paradossale che ha gravemente danneggiato un gran numero di operatori radiofonici e televisivi del settore.
Il procedere sarà questo:  tutti coloro che si ritengono colpiti dal rilascio di concessioni burla (tragica per qualcuno) per non aver potuto sviluppare la propria azienda; perché sono stati costretti nell'insicurezza a svendere la propria emittente; costretti a versare somme dovute dai soli concessionari (loro non lo erano) o che hanno potuto operare solo in forma ridotta per le interferenze prodotte da altre stazioni, dovranno raccogliere - insieme ai loro avvocati o commercialisti personali, se li hanno -  tutto il materiale possibile, comprese diffide e provvedimenti repressivi vari dei  "Circostelli" e inviarlo alla associazione cui sono iscritti.
Abbiamo detto "associazioni", non a caso, piccole o grandi che siano, perché l'avvocato presente in assemblea Enrico De Santis del Foro di Roma - un esperto dello specifico - ha consigliato di interessare tutte le organizzazioni che non siano comitati di affari, di associarsi in questa impresa di giustizia.
Il Conna non ha nulla in contrario, anzi, se ci saranno risultati positivi, e nulla lascia dubitare che non ce ne possano essere,  basta saper leggere i testi delle leggi vigenti , ogni associazione potrà attribuirsi la vittoria in eguale misura a tutti coloro che vi hanno partecipato, senza differenze di sorta.
L'avvocato De Santis avrà il compito di seguire i vari casi uniformando le denunce ad un denominatore comune e di seguirle passo passo.


20 febbraio 2004

CONVENZIONE SIAE
La Siae ci comunica che la Convenzione che "... regola le condizioni normative ed economiche per l'utilizzazione del repertorio Siae.." stipulata Dal 1995 e tacitamente rinnovata scadrà il 1° marzo 2004.
Le richieste di aumento sono ovviamente numerose, tutte da discutere, specie quella che vorrebbe ripristinare il "minimo garantito", abolito - fa fede una lettera indirizzata al Conna dall'allora  direttore della sezione musica Gino Iannucci - all'atto della firma della Convenzione nel 1995.
Il mese prossimo comunque affronteremo la questione, forti di copia del bilancio inviato all'Autorità di un certo numero di imprese radio tv emittenti che sollecitiamo ad inviarci, proprio per dimostrare l'iniquità della applicazione del minimo garantito. 
In sede di trattativa, manterremo fermo il nostro proposito di riconoscere la sola Siae quale "unico ente percettore del diritto d'autore" (nel corso degli anni più volte abbiamo manifestato questo proposito), al fine di evitare l'aggressione di associazioni o società esistenti o in corso di formazione, pronte a reclamare il pagamento dei discutibili "diritti connessi" (da detrarre semmai sui proventi incamerati dalla Siae medesima).

19 febbraio 2004
ACROBAZIE
Finalmente il Consiglio di Stato -  sia pure ricorrendo ad acrobazie -  riconosce a denti stretti l buon diritto di una impresa individuale o di altro genere di non essere lesa nei suoi interessi. E' un indiretto invito ai Tar - qualora si arrivasse a sconsiderati provvedimenti estremi - ad uscire dal quel piatto conformismo che ci ha fatto titolare il nostro Nuove Antenne, numero di dicembre "Sopprimere il Tar del Lazio?" che ha allarmato quando lo abbiamo distribuito gli incolpevoli impiegati e funzionari da poco tempo trasferiti nella nuova sede di via Flaminia.
Il "Collegio giudicante" del Cds quando ha scritto che il Conna non ha dimostrato gli effetti che la 66/2001 avrebbe prodotto sulle emittenti, poteva spingere il suo acume al punto da pensare che effetti non ce ne potevano essere perché il Ministero per due anni e mezzo ha esitato (una volta tanto giustamente) ad applicare una legge inapplicabile. Ma sarebbe stato chiedere troppo: la scandalosa questione delle consulenze (e dei doppi stipendi) che magistrati del Consiglio di Stato prestano in favore dei ministeri che ha determinato perfino uno sciopero dei Tar qualche anno fa evidentemente lo ha impedito.
Il lato, come dire, buffo della situazione è che politici e delinquenti di alto bordo sono impegnati a dimostrare il cattivo funzionamento della giustizia penale, mentre la giustizia amministrativa - la vera malata - è funzionale ai loro interessi così com'è.


18 febbraio 2004

UNA MEZZA VITTORIA
Il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza negativa del Tar del Lazio che sosteneva essere costituzionali le norme contenute nella legge 66/2001 quindi il Conna ha torto marcio nel ritenere incostituzionali le note imposizioni alle ditte individuali.
Ma la questione non è affatto liquidata in modo così brutale e semplicistico; all'interno della sentenza, pur dichiarando manifestamente infondate le ragioni di incostituzionalità espresse dal ricorso, c'è un passo molto interessante dove si dice: "Per completezza, si osserva che l'associazione ricorrente non ha comunque dimostrato di rappresentare emittenti radiofoniche locali, che non hanno avuto il rinnovo della concessione a causa dei due requisiti sopra menzionati, manca quindi anche quella lesione attuale necessaria per ritenere rilevanti le questioni di costituzionalità...".
E' chiaro che il Conna non poteva dimostrare "lesioni" per le "concessioni" non rinnovate perché il Ministero non si è mai pronunciato prudentemente in proposito emettendo ordinanze di disattivazione, anzi ora sarebbe bene trovasse il coraggio di giungere ad escludere le emittenti "non in regola" - se ritiene di averne la forza -  per darci modo di dimostrare ampiamente la "lesione" degli interessi di chi gestisce una  ditta individuale, proprio in virtù di quanto affermato dal Consiglio di Stato.
L'altro punto che rende questa sentenza interessante al punto da produrre un effetto di controreazione fino a costituire un rafforzativo delle nostre tesi, è il continuo riferimento alle "concessioni" che noi sappiamo rilasciate contro quanto stabiliva la legge 223/90.  
Appare quindi tempestiva ed estremamente importante la riunione a Roma di sabato prossimo 21 febbraio dove saranno impostate le denunce per truffa ed estorsione nei confronti del Ministero delle comunicazioni.

Fra qualche giorno sarà disponibile su Internet www.giustizia-amministrativa.it il testo del pronunciamento  n.5388/2002, sentenza 661/2004.


16 febbraio 2004

DENUNCE
Potremmo anche sbagliare, ma nubi nere e tempestose si stanno addensando sul Ministero delle comunicazioni; un avvocato di Roma vicino al Conna ha chiesto 5 miliardi di vecchie lire di danni per una disattivazione che ora, dopo un lungo processo è risultato che era abusiva.
L'emittente colpita ingiustamente fu costretta a interrompere l'attività e la somma oggi richiesta,  perfettamente rivendicabile, è dedotta dalle quotazioni di mercato dell'uso dei canali -  la Rai ha stimato il prezzo di un canale televisivo legato ad un ramo aziendale in 1.5 Euro ad abitante potenzialmente servito (radiofonico poco meno della metà) - non tiene neppure conto dei danni di altro genere arrecati che potranno essere sempre quantificati a parte.
E' un caso fra i tanti che la Corte di giustizia delle Comunità europee esaminerà se la magistratura amministrativa, penale, civile e tributaria del nostro paese non sapranno fare giustizia.
E' per questo motivo che un numero ristrettissimo di emittenti (una ventina al massimo) che hanno subito gravi torti si riunirà a Roma nella mattinata di sabato 21 febbraio dalle 11 alle 13 per compiere passi decisivi in direzione di chi per tanti anni (decenni) ha preso in giro radio e televisioni locali rilasciando concessioni prive di valore, abbandonate alla prepotenza dei più forti e determinando la quasi scomparsa di un settore ad alto valore sociale aggiunto.
Il luogo dove si terrà l'assemblea sarà comunicato in posta riservata mediante una lunga e dettagliata indicazione ad uso di quanti arriveranno in auto o in treno.


13 febbraio 2004
FIGLI E FIGLIASTRI
Per dimostrare l'empirismo, la parzialità e il pressapochismo con il quale si muovono funzionari e politici del Ministero, vi raccontiamo cosa è accaduto recentemente a Roma quando, chiamati da una emittente multiregionale, i tecnici dell'ispettorato di Roma hanno chiuso una radio comunitaria, Radio BBS che opera sulla capitale e dintorni.
I giornali ne hanno subito parlato diffusamente e anche il Conna si è sentito in dovere di spiegare meglio la questione con il comunicato che segue per evitare che qualche "esperto" giornalista del settore scrivesse "a orecchio".


ALLE AGENZIE
Il caso della Radio romana BBS chiusa dal titolare del Ministero delle comunicazioni o da chi per lui, mette in rilievo gli abusi che le grosse emittenti possono compiere ai danni di quelle più piccole che svolgono un servizio sociale.
Radio Subasio su Roma dispone di ben 4 frequenze quando la legge vieta di possederne più di una per servire il medesimo bacino di utenza: 94.2; 94; 94.5 e 107.4 Mega hertz.
La proprietà è la medesima, ma per meglio confondere le acque si è sdoppiata in un vorticare di tre società diverse: “Radio Subasio” che impegna 94 e 94.5 Mhz; “Radio Suby” 107.4 Mhz e (da questa mattina) “Radio Subasio Più” la 94.2 (quella inibita a radio BBS).
Se aggiungiamo poi che le famose concessioni non sono mai esistite perché per poterle rilasciare era necessario a norma dell’articolo 34 comma 5 della legge Mammì (223/90) redigere gli appositi Piani di assegnazione (Piani regolatori dell’etere), ci si accorge del vero Far West in cui si dibatte l’emittenza non dovuto ovviamente alle radio o alle televisioni locali ma alla congerie di leggi concepite in favore delle grandi imprese che il ministro Maurizio Gasparri si è ben guardato dal riformare
.

Ebbene, sarà per merito dei giornali, al fatto che Radio BBS ripete Radio Popolare di Milano o altro, la notizia ha finito per perforare il muro del suono, nel senso che il caso è venuto a conoscenza della pubblica opinione,  e quando fior di locali sono state per anni ignorate completamente, costrette a interrompere le trasmissioni o a svendersi senza che non si muovesse foglia, ecco che il Ministero, sull'onda della protesta generale intervenire prontamente per trovare una soluzione.
Non possiamo che rallegrarci per Radio BBS che riprenderà le trasmissioni; tuttavia, è chiaro a tutti lo squallore in cui si muove l'apparato ministeriale la cui azione è improntata più che su ragioni di giustizia uguale per tutti, a interessi imperscrutabili, opportunismo e a fatti puramente esterni di immagine e propaganda.

10 febbraio 2004
LE OSSA ROTTE
Che la Siae dovesse essere l'unico "ente percettore del diritto d'autore" lo avevamo scritto più volte fin dal primo momento che alcuni parassiti che vantavano "diritti connessi" a quello d'autore, basandosi su norme vetuste contenute nella legge 633 del 1941 hanno cominciato ad assillare radio e televisioni locali con la collaborazione occulta della Siae, unico ente in grado di fare intervenire la Guardia di finanza secondo quanto ci è stato detto e confermato dallo stesso Comando centrale di Roma di via XXI aprile.
Anche il nostro consiglio alle radio e televisioni locali di rivolgersi alla magistratura senza esitazioni rimane fondamentale, abbandonando le consuete "conoscenze" politiche che non servono a nulla se non a perdere tempo.
Ora, hanno cominciato a fioccare le prime sentenze di giudici chiamati ad esaminare denunce apocalittiche basate sul nulla e tante altre ce ne saranno contro pretendenti che nulla hanno da pretendere.
Chi ne esce con le ossa rotte da farsi ricoverare al Rizzoli di Bologna specializzato in traumatologia dello scheletro, sono altri collaborazionisti come scrive la Staff Assoradio:

Le due sentenze di cui abbiamo parlato sferrano inoltre un duro colpo alle "associazioni" che finora hanno dato man forte a questi soggetti, stringendo accordi che sempre più evidentemente vanno contro gli interessi dei loro associati.
La cosa che stupisce di più è che in alcuni casi, tali "associazioni" rispondono alla conduzione orchestrata di legali e legulei vari, che evidentemente avranno stretto quegli accordi o per malafede o per... incompetenza professionale.

Un motivo in più per non fidarsi di "associazioni" pronte a fare gli interessi di tutti, fuorché dei propri associati
.

09 febbraio 2004
IRRITANTE
Non sembri di eccessiva durezza la risposta inviata alla lettera che segue che ci è stata mandata da una televisione locale, è solo una decisa presa di posizione da parte della nostra associazione verso un'alta percentuale di responsabili (?) di radio e televisioni locali, fatta di opportunisti sostenitori di associazioni parassitarie o privi del minimo senso di appartenenza ad una categoria che sta faticosamente tentando di sollevare la testa.
I soprusi dei Circoli, puntigliosi con le piccole emittenti, larghi se non larghissimi di manica con gli altri sono innumerevoli e facilmente provabili, ed è per questo motivo che non è più il tempo di scherzare con il fai da te come se si trattasse di eseguire lavori casalinghi di arredamento o di falegnameria.
Il Conna è impegnato a guidare una grande azione di denuncia per truffa ed estorsione e il tempo dei giochetti di autodifesa è scaduto. E' in sostanza il proseguimento e l'attuazione di quanto avevamo annunciato all'atto della approvazione della legge 66/2001: basta con i politici, basta con i ministeriali eccetto che per rapporti di ordinaria amministrazione, unica speranza di giustizia e di sopravvivenza per l'emittenza locale la magistratura.

Intanto, un caloroso saluto xxx xxxxx da parte di xxxx xxxxx, direttore dei servizi giornalistici e presidente dell'Associazione xxxxx xxxxxxx titolare dell'emittente televisiva comunitaria xxxxxx.

Non ho mai scritto a nessuno, per il semplice fatto che sono riuscito fino ad ora a sbrigarmela da solo, superando tanti, tantissimi ostacoli. Approfitto, adesso, per proporvi un ulteriore ed ennesimo problema. La faccio breve per non annoiarvi.
Tra gli altri canali, utilizziamo (dal 1990) un canale xx, che ci consente di  <coprire> la zona di xxxxxx xxxxx. Un breve passo indietro. Siamo nel 1997 quando il Circolo ci fa sapere che disturbiamo l'adiacente Canale xx Rai e ci obbliga - incredibile ma vero - a cambiare la polarizzazione dei pannelli da orizzontali in verticali e di abbassare la già irrisoria potenza da 20W a 10W. A quel tempo abbiamo da subito contestato il provvedimento. Sembra tutto finito e invece qualche anno fa il Circolo, sempre di xxxxxxxxxxx, ci invia un'altra diffida. Insomma una sorta di ping-pong di lettere e telegrammi protrattosi per anni. E giusto qualche giorno addietro altra diffida. Da sottolineare che ottemperando a quanto impostoci dal Circolo non saremmo più in grado di raggiungere l'utenza di xxxxxx  per il semplice fatto che tutti - e dico tutti - gli utenti ricevono con polarizzazione orizzontale, il che significherebbe, di fatto, disattivarci il canale. Altra precisazione: il nostro tecnico ha accertato che il nostro segnale disturba, in maniera irrisoria, gli utenti Rai di alcune palazzine che si trovavano nelle vicinanze del nostro ripetitore per il semplice fatto che gli amplificatori delle antenne vanno in saturazione. Ed ancora, nonostante le nostre garbate insistenze, il direttore del Circolo di xxxxxxxxx, fino ad oggi non ha inteso riceverci per un colloquio chiarificatore. Da dire, infine, che la nostra scheda tecnica del canale xx, prevede la trasmissione in Orizzontale e con una potenza di 20W! Che fare? Tra le altre ipotesi, ho intenzione di rivolgermi alla magistratura ordinaria. Dimenticavo: avevamo chiesto, in alternativa, il cambio di canale. Manco a parlarne. E la storia continua....
                                                                        xxxxxxxxx xxxxxxxx                                           

Consideriamo irritante la prima parte del messaggio che ci inviate, e non possiamo che dire, visti i risultati che avete ottenuto: continuate a "sbrigarvela da soli" .

Siamo da 27 anni una associazione "Non profit" e con il nostro lavoro volontario abbiamo risolto numerosi casi come quello da voi lamentato attraverso il ragionamento e l'interpretazione delle sia pur scandalose leggi vigenti, e dopo tanti anni riceviamo un appello di chi ci ha ignorato per qualche decennio.
E' deludente constatare tanto disinteresse da parte di chi facendo informazione dovrebbe essere all'avanguardia in contatti tesi a rafforzare una associazione di categoria degna di questo nome quale noi siamo. Cordialmente, Coordinamento nazionale Nuove Antenne.

07 febbraio 2004
RINGRAZIAMENTO
Oggi, sabato, troviamo un momento di tempo per dire ciò che già volevamo scrivere nei giorni scorsi.
Dal numeratore sapevamo che il nostro sito era seguito, ma la percezione dell'interesse su ciò che riporta la rubrica "Ultimissime" l'abbiamo avuta durante il lasso di tempo che va dal 19 gennaio (ultimo articolo "Indifferenza") al 2 febbraio, periodo in cui non abbiamo prodotto aggiornamenti.
Le domande che ci sono state rivolte da tutta Italia in merito a quella che appariva come una "strana" interruzione sono state tante e poi tante.
Una pura casualità abbiamo risposto, dovuta ad una massa di lavoro che va dalla consulenza quotidiana alla messa a punto di dispositivi di genere diverso finalizzati alla difesa della categoria.
Che dire, ringraziamo per i riscontri di questa entità superiori a qualsiasi previsione che ci invitano a non fermarci  -  non abbiamo mai pensato di farlo  -  ripromettendoci  -  fatto salvo il tempo a disposizione  -  di dare maggior continuità alle ultime notizie.


06 febbraio 2004

UNO MATTINA
Questa mattina è accaduto a Uno Mattina un fatto che dimostra il livello del clima mefitico e di intimidazione che si respira in Rai.
Il presidente del Conna era stato chiamato a rispondere ad un ascoltatore che aveva chiesto come attivare una radio nel suo paese - Serra Pistoiese - perché
d'inverno  spesso è isolato, e un mezzo di comunicazione sarebbe di somma utilità.
Già la redazione aveva provveduto a vietare di parlare di Telestreet per "non creare problemi" ed "evitare denunce", fatto già sconcertante.
Alle 7.49 è quindi andato in onda il seguente dialogo fra la conduttrice, l'ex miss Italia Roberta Capua ed il responsabile del Conna:

M. Albanesi:
C’è una forte domanda di radio locali, anche da parte di quelle che operano al confine italo-svizzero che vorrebbero d’inverno poter avvertire circa le strade più praticabili per evitare valanghe, slavine ma purtroppo la legge è ferma al 1990. Coloro che rivolsero domanda per gestire una stazione radio, l’ottennero.
R. Capua:
Ma che cosa devono fare i nostri amici?
M. Albanesi:

Possono solo acquistare un’emittente esistente. Non credo però che a Serra, mi pare, Serra Pistoiese, 810 metri di altezza, ci siano molte radio da acquistare.
Si può solo sperare nel futuro affinché si riescano ad aprire degli spazi a beneficio delle radio di servizio e delle emittenti locali.
R. Capua:
quindi per il momento non è possibile. Bisognerà aspettare che si liberi un posto per così dire, in maniera…. io la dico in maniera semplice, perché ormai le licenze radio sono state tutte assegnate. Quindi se qualcuno volesse rinunciare magari ad una licenza radio non utilizzata per poterla donare ai nostri amici di Serra Pistoiese contattate il nostro centralino.

I nostri associati in ascolto a quell'ora, abituati ad un linguaggio assai più "pepato" forse saranno rimasti un tantino delusi dalle dichiarazioni di Albanesi, ma non gli organizzatori del programma che dopo la trasmissione hanno chiamato la segreteria facendo le loro rimostranze. "Albanesi ha fatto un discorso - mi hanno detto - politico che ha scatenato un putiferio interno e gli autori sono arrabbiatissimi".
Avete capito bene amici, rileggetevi quanto è stato detto e diteci se non c'è motivo di indignazione. 
Presto in Rai, autori, registi, organizzatori, attori e partecipanti vari a trasmissioni in diretta di massimo ascolto come Uno Mattina per respirare un po' di ossigeno dovranno portarselo da casa. In bombola. (Claudio Patrizi).

06 febbraio 2004
SINTOMI
Una fredda e l'altra tiepida per un Gaspare frastornato e sotto shock. La doccia fredda è nota; quella consolante viene dalla archiviazione del procedimento di indagine che era stato aperto su di lui per favoreggiamento su di un sospetto giro di tangenti avviato in Basilicata.
L'indagine riguardava politici, uomini di spettacolo e di sport; ipotizzati erano reati di associazione per delinquere, corruzione, estorsione e millantato credito, favoreggiamento e rivelazione di segreti d'ufficio.
In altri tempi, e per molto meno, un politico non diciamo avrebbe risolto la questione con due cose, una tempia e una pistola ma, minimo, si sarebbe dimesso. E invece no, Gaspare ha fatto leggi, ha prodotto codici, e regolamenti.
Bastava un atto di onestà da parte sua per metterlo in una luce diversa, producente anche agli effetti della sua parte politica. Era sufficiente per ottenere ciò sconfessasse chi lo ha preceduto al Ministero, cassasse le norme più incivili contenute nelle leggi sull'emittenza e  in particolare nella 66/2001; inoltre, con poche mosse, avrebbe allontanato da sé il sospetto di essere un uomo di scarsa intelligenza.
ha preferito invece dar retta ai suoi consigliori che ancor prima il disegno gasparriano venisse trasformato in legge, già lo "interpretavano" quantificando le somme derivanti dagli affari che la legge avrebbe permesso loro di concludere.
Forse i bei tempi per coloro che hanno vendemmiato alla grande sulle spalle di tante piccole imprese che avevano una funzione sociale stanno finendo: tutta una serie di sintomi apparentemente casuali lo stanno indicando.

04 febbraio 2004
STRACCI
Gaspare è nei guai e con lui quanti avevano sperato di violentare ancora una volta con facilità la Costituzione, a causa di una  quarantina di deputati che a votazione segreta si sono pronunciati contro il suo disegno di legge che in prospettiva lederebbe tutti eccetto i massimi beneficiari: Silvio Berlusconi e i suoi servi.
Che una eventuale trasformazione in legge sarebbe disastrosa lo pensano buona parte delle forze politiche di centro e soprattutto di Alleanza nazionale che dopo Fiuggi e l'abbandono del passato, intende proporsi per i tempi che verranno come forza democratica di destra.
Che la schiavitù berlusconiana sia durata anche troppo ne abbiamo avuto la  prova prova migliore conversando ieri a Montecitorio con alcuni deputati di An, che pur facendo parte della maggioranza di governo si sono mostrati stanchi di ingoiare rospi.
Apparentemente i cosiddetti "Franchi tiratori" sono da condannare: chi si esprime in un modo alla luce del sole non può - a regola - rifugiarsi nel voto segreto; tuttavia è talmente forte il potere ricattatorio nei confronti di chi potrebbe palesemente dissentire da giustificare ampiamente qualsiasi "imboscata".
Non sappiamo cosa si inventeranno i presidenti Adornato e Romani delle Commissioni  VII e IX dove il ddl è ritornato; essi, tutti presi dai grandi interessi dell'unto dal Signore, avevano nei mesi scorsi  ignorato completamente le emittenti locali giungendo ad ascoltare tutte le parti interessate  meno le voci scomode tra le quali c'era la nostra.
Tutto ciò che potranno fare questi democratici a senso unico sarà mettere toppe alla bell'e meglio ad un vestito troppo stretto per la libera espressione cucito da Gaspare e i suoi.
Si mettano però il cuore in pace: come tutti gli indumenti rattoppati prima o poi finirà fra gli stracci.


02 febbraio 2004

TREPIDAZIONE
Gasparri è inquieto per i  numerosi voti segreti che punteggeranno gli articoli in discussione del suo disegno di legge e per scacciare le nere nuvole si è scatenato; il suo esibizionismo ha toccato vertici inauditi; è dappertutto - davanti alle telecamere s'intende - lo abbiamo perfino visto in tv improvvisarsi tedoforo con una torcia infuocata in mano che sembrava il dio della miseria.
E' lo stesso tipo di trepidazione che preoccupa le due note associazioni che sperano di dare un impulso definitivo alle concentrazioni giocate ai danni delle emittenti locali che a loro dispetto a tutt'oggi hanno resistito alle lusinghe delle sirene più o meno interessate.
Essi hanno di che star relativamente tranquilli perché nonostante gli "alleati" di governo siano in perenne scontro fra di loro al punto che dovrebbero creare il supergruppo della lite continua, sono accomunati dal potere e da tutti i vantaggi che ne derivano.
Possiamo quindi avanzare  l'ipotesi che il ddl Gasparri diventi legge indegna dello Stato italiano in sommatoria a tanti  altri provvedimenti indecenti prodotti da questo governo.
Meno scontata per lor signori è la totale scomparsa delle radio e delle televisioni locali perché esse - come tante volte e in tutte le sedi abbiamo affermato - sono una esigenza insopprimibile della nazione. Quotidianamente infatti vengono posti al Conna problemi che denotano la ripresa di una attività di autodifesa insospettabile. A questo proposito sabato 21 febbraio riuniremo a Roma una ventina di emittenti che hanno subito gravi torti decise a rivalersi in sede penale e civile.
Quanti ritenessero di essere stati gravemente danneggiati dalle canagliesche leggi che sono state emanate dalla 223  in poi possono mettersi in contatto con la nostra associazione.

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