ULTIMISSIME - Archivio Febbraio 2002

 

27 febbraio 2002
LA PETIZIONE
Il compito più importante in questo momento per le emittenti è quello di stabilire un primo contatto  ( conna@conna.it oppure conna@nuoveantenne.it ) al fine di aderire alla PETIZIONE che abbiamo deciso di presentare ai funzionari della Corte di giustizia delle Comunità europee sulle gravi violenze subite dalle emittenti dalla legge 223/90 in poi. 

26
febbraio 2002
LA PETIZIONE
Invitiamo tutti indistintamente i titolari di emittentI tv e radio a scriverci per un primo contatto (conna@conna.it) oppure conna@nuoveantenne.it in merito alla PETIZIONE che abbiamo deciso di presentare ai funzionari della Corte di giustizia delle Comunità europee. 
E' l'impegno più importante che le emittenti hanno in questo momento (un bel po' di e-mail sono già arrivate).

25 febbraio 2002
PER GLI ISPETTORATI
Sono stati inviate in posta riservata le lettere da inviare agli Ispettorati territoriali a salvaguardia delle proprie frequenze dal pericolo di essere utilizzate in base al comma 2 dell'articolo 74 della legge finanziaria. 
In seguito, pubblicheremo il testo ad uso di tutte le altre radio. La segreteria

22 febbraio 2002
"STRISCIA"
Nell'articolo del 14 febbraio scorso, consultabile in questa stessa pagina promettevamo di dimostrare la strumentalità dello scandalo creato dalla indifendibile  Wanna Marchi che qualcuno dubitava non fosse stato ideato "a tavolino".
I nostri argomenti erano diversi, andavano della "denuncia" di "Striscia la notizia" di venditori di gioielli  che forni
vano ben cinque "pezzi" per la spesa irrisoria di 100 mila lire - che magari non saranno stati di oro 18 k, ma in lega in oro lo erano senz'altro - quando un semplice pietra incastonata senza valore costa molto di più. Oppure la televendita dell'uomo con i baffi ed il fiatone che per la medesima somma consegnava ben 5 orologi che come ha ammesso un ascoltatore durante il programma "Mi manda Rai 3" dopo parecchi anni erano ancora funzionanti.
Oggi, dopo aver appena accennato a questi casi dati in pasto a milioni di ascoltatori come presunte truffe da quella trasmissione violenta - a parte i lati divertenti - che è la "striscia" di Ricci (perché non lascia ai personaggi diffamati, annientati, messi in ridicolo, definiti analfabeti per una parola fuori posto ripetuta più volte a tormentone una qualsiasi possibilità di difendersi),  abbiamo a disposizione una ulteriore prova che l'operazione ai danni delle televisioni locali (poi sarà il turno anche delle radio) era stata congegnata al fine di privare delle piccole vendite le emittenti più deboli che, a differenza di quelle maggiori che hanno la pubblicità traino di Pubblitalia, sarebbero costrette a chiudere lasciando libere le preziose frequenze.
La notizia che ben difficilmente sarà ripresa da Enzo Greggio e amici ce la fornisce il Messaggero di ieri: la maga Carolina avrebbe truffato circa una trentina di miliardi a sprovveduti che invece di "calamitarli" con le tanto vituperate "locali" si faceva pubblicità con 19 nomi diversi su varie riviste.
Voi pensate che Uno mattina, Vespa, Costanzo e altri cannibali dell'informazione alzeranno la stessa polvere delle scorse settimane per riportare un minimo di equilibrio? Non sperateci.

P.S. La stessa Rai, mentre scriviamo (ore 0.50 Tg2) ha dato la notizia senza precisare dove la  maga Carolina si faceva pubblicità lasciando credere agli ascoltatori per estensione che erano come al solito le televisioni locali.
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AVVISO Invitiamo tutti indistintamente i titolari di emittentI tv e radio a scriverci per un primo contatto all'indirizzo conna@nuoveantenne.it in merito alla PETIZIONE che abbiamo deciso di presentare ai funzionari della Corte di giustizia delle Comunità europee. 
E' l'impegno più importante che le emittenti hanno in questo momento (un bel po' di e-mail sono già arrivate).

18 febbraio 2002
PETIZIONE
Come avevamo lasciato intendere nei giorni scorsi, dopo esserci lungamente consultatati con i funzionari della Corte di giustizia delle Comunità europee, il direttivo del Conna ha preso  una decisione che  indipendentemente dall'azione che stiamo conducendo presso i Tribunali amministrativi regionali italiani ed il Consiglio di Stato deve essere portata avanti con tutta l'energia e l'entusiasmo possibile.
Si tratta di inviare una PETIZIONE raccontando preventivamente e succintamente  la situazione paradossale che si è verificata dalla legge 223/1990 all'ultima n.66/2001, riepilogate per sommi capi in un documento che il Conna appronterà.
L'operazione si svolgerà in due tempi. Per prime si muoveranno le emittenti radiofoniche e televisive, non importa a quali associazione facciano capo - il particolare può solo interessare coloro che lucrano sugli iscritti -  che ci manderanno l'adesione dopo aver ricevuto il documento che si intende sottoporre al giudizio dei commissari europei.
La seconda parte sarà quella che coinvolgerà gli ascoltatori che saranno prima informati, senza drammatizzare eccessivamente la cosa (anche se in effetti drammatica lo è), dicendo loro che la radio o la televisione locale potrebbe di gran lunga migliorare la propria vita interna e la programmazione se le leggi che (sr)regolano il settore venissero rivedute.
L'intera operazione, a parte le lettere ufficiali spedite dal Conna, verrà realizzata esclusivamente su internet, valendoci degli indirizzi E-mail già in nostro possesso.
Tutti i titolari di emittente sono invitati pertanto a scriverci per un primo contatto (conna@conna.it) oppure conna@nuoveantenne.it .

17 febbraio 2002
CANONI INGIUSTIFICATI
Ricordiamo a tutte le radio e televisioni che hanno ricevuto una lettera firmata Laura Arìa nella quale si chiedono canoni arretrati, che è fissato a Roma alle ore 16 di martedì prossimo 19 febbraio l'appuntamento presso lo studio dell'avvocato che si occuperà del ricorso. Altre informazione presso il Conna (06/35348796, fax 06/35347131).
A proposito di Laura Arìa, ci domandiamo con quale coraggio abbia potuto avvallare con la sua firma richieste tanto assurde (40/60 milioni di lire per ciascuna emittente, spesso piccole radio di paese).  
Abbiamo conosciuto in Laura l'Arìa molti anni fa una persona gentile e responsabile; oggi, da quando è stata nominata direttore generale ci troviamo di fronte ad un  soggetto completamente diverso.
Ci rendiamo conto che carica e stipendio hanno il potere di cambiare addirittura il carattere dell'uomo (e della donna, ovviamente), tuttavia nel caso specifico non ci sono attenuanti: la paura di perdere il posto "avvicendata" dall'attuale ministro magari per differenze di vedute politiche, non giustifica la mancata presa di posizione. Bastava ricordare al ministro Gasparri intanto la sproporzione delle richieste rispetto alle dimensioni delle imprese e al loro fatturato (ben conosciuto dal direttore e dalla sua collaboratrice Marina Verna), e in seguito, come elemento centrale, l'abusività di richieste economiche per il rilascio di concessioni inesistenti che mancavano dell'oggetto concesso, ovvero delle frequenze di trasmissione: una operazione totalmente abusiva e grossolanamente illegale a livello ministeriale di cui verrà investita la Corte di giustizia europea. (M. A.)

14 febbraio 2002
DIFFAMAZIONE
Roberto De Marinis di Reteotto ci comunica  che La Gazzetta del Mezzogiorno
ha pubblicato una notizia secondo la quale sei impianti ripetitori fra cui quello della sua emittente sarebbero stati posti sotto sequestro perché abusivi e responsabili di inquinamento elettromagnetico.
La notizia è completamente infondata perché l'impianto di Reteotto è in possesso addirittura di un certificato, costato non poco, tratto dal lavoro dei tecnici del PMP (Presidio Multizonale di Prevenzione), che hanno accertato il non superamento dei limiti imposti dalla legge 381/98 nel raggio di 500 metri e anche in presenza di civili abitazioni.
L'azione di giornalisti irresponsabili pronti da 25 anni a sparare addosso alle emittenti locali senza peraltro scrivere un rigo che serva ad informare il grosso pubblico sulle vergogne che assillano il settore radiotelevisivo non è una novità, nel caso specifico però è stato superato ogni limite di decenza perché De Marinis non ha mai ricevuto avvisi di sequestro o altro. 
La notizia quindi  è pervenuta allo scriba della cronaca evidentemente per vie traverse in violazione del segreto istruttorio e della privatezza, danneggiando con questa forma odiosa di diffamazione una impresa che ha tutto il diritto di difendersi legalmente ottenendo intanto una immediata smentita dal giornale medesimo.
De Marinis quindi - con tutto l'eventuale supporto del Conna -  dopo aver chiesto al giornale di rettificare la notizia infondata, sarà bene stenda un esposto all'Ordine dei giornalisti locale (se non altro potremo constatare come i dirigenti dell'organismo di autocontrollo reagiranno) e denunci la cosa alla Procura se lo riterrà opportuno, chiedendo la rifusione dei danni per l'immagine ed il giro di affari dell'emittente compromessi.
E' passato il tempo cari amici del deputato o del senatore locale amico che dietro richiesta di chi aveva subito una ingiustizia interveniva e "sistemava le cose"; oggi, l'unica strada possibile in grado di dare risultati (se si è fortunati, beninteso) è quella giudiziaria.
Lunedì scorso, durante la riunione plenaria della Commissione per l'assetto del sistema radiotelevisivo che è stata tenuta al Ministero delle comunicazioni al viale America, il segretario del Conna è riuscito ad ottenere dal presidente Baldoni l'invio di una diffida nei confronti di Rai e di Mediaset per le trasmissioni Uno Mattina, Maurizio Costanzo show, Striscia la notizia  e altra, in rapporto alla questione Wanna Marchi, la quale "ospitata" più volte e lanciata come un personaggio "carismatico" proprio dalle reti nazionali, è stata poi utilizzata a bella posta come un bazooka contro le "locali" televisive.
Qualcuno recentemente ha negato che l'operazione sia stata studiata a tavolino; se ci avanzerà tempo dall'attività frenetica che dedichiamo alle cose più urgenti, dimostreremo che invece ciò è avvenuto seguendo lo schema "lancia un sasso nello stagno" e poi ...lo scherzo (la diffamazione) continuerà da solo.

14 febbraio 2002
I GARANTI
Abbiamo messo a punto una lettera che manderemo agli  indirizzi e-mail dei ricorrenti (e di quanti ne faranno richiesta), a garanzia delle proprie frequenze  dalla possibile invasione delle reti nazionali comunitarie che in forza del comma 2 dell'articolo 74 della legge finanziaria hanno ottenuto dal governo Berlusconi di occupare in tutta Italia anche il più piccolo "buco" di frequenza vedendoselo poi assegnare gratuitamente.
Il documento che dovrà essere inviato all'Ispettorato locale, invita questi a protocollare e a conservare quanto viene scritto per potersene eventualmente servire in caso di controversia giudiziaria. Inoltre, si chiede di vigilare attentamente affinché lo scontato gioco di prestigio di iniziare le emissioni con piccole potenze per poi aumentarle a dismisura non appena "radicata" la permanenza in banda FM sia sventato sul nascere. 
In sostanza, gli Ispettorati territoriali che fatta qualche eccezione si presentano invariabilmente con il volto del nemico acerrimo delle "locali" - che lo vogliano o meno  - vengono responsabilizzati ed elevati al rango di supremi garanti dell'esistente che rischia di essere ulteriormente depauperato e compromesso da una norma vessatoria la cui esistenza non può restare confinata all'interno della cintura alpina.
A proposito di difesa, nei prossimi giorni daremo corso all'invito rivolto il 4 febbraio scorso di collegarsi al nostro sito perché proporremo una  importantissima iniziativa a livello internazionale a tutela dell'emittenza locale.

07 febbraio 2002
L'ARPA BIRMANA
Dicevamo che ci è pervenuto un preoccupante documento (Delibera  n. VII  7351) sottoscritto da tutti gli assessori regionali della Lombardia con in testa il loro presidente Roberto Formigoni sull'inquinamento da onde elettromagnetiche, un argomento che va di moda per quanti sono a caccia di facili consensi popolari. A costoro poi non importa nulla se sul terrazzo dell'hotel Michelangelo, poco distante dalla stazione Centrale milanese, operino trasmettitori per svariate decine di chilowatt e che persone paganti somme astronomiche per una camera di albergo siano per tutto il tempo di permanenza  irradiate in modo massiccio a loro insaputa, oppure che sul tetto del palazzo della Regione (si, si è letto bene, proprio della Regione Lombardia, la stessa che poi pontifica!) sono in funzione apparati di mostruosa potenza di Mediaset e di altre stazioni con il personale che lavora tutto l'anno ai piani inferiori. 
Sembra impossibile che nessuno abbia mai preso carta e penna denunciando insieme ai pericoli che corrono i cittadini, la bassa demagogia di certi amministratori; e l'Arpa che fa, è troppo impegnata a perseguitare le emittenti locali per accorgersene? 
Tornando al documento/delibera, fra una imprecisione e una empiricità si afferma: "L'installazione degli impianti dovrà essere realizzata in modo da evitare che il centro del sistema radiante sia posizionato a quote inferiori a quelle di edifici destinati a permanenze superiori alle quattro ore situati:
entro 100 metri nel caso di impianti con potenza totale ai connettori di antenna non superiore a 300 watt; 
entro 250 metri nel caso di impianti con potenza totale ai connettori di antenna non superiore ai 1000 watt; 
entro 500 metri nel caso di impianti con potenza totale ai connettori di antenna superiore ai 1000 watt".
Per saperne di più, e per un minimo di erudizione,  questi signori non hanno avuto neppure il buon gusto di rivolgersi sotto casa al tecnico che ripara televisori perché non una parola viene detta sulla frequenza di trasmissione,  per cui 100 watt in onde medie per loro si equivalgono a 100 watt in microonde, quando, è noto, pochi watt a determinate frequenze e in particolari condizioni possono determinare la cecità permanente in un essere umano; e neppure si precisa l'altezza del sistema radiante; si dice solo che il centro del sistema, non può essere posizionato a quota inferiore a quella dell'edificio ( e la parte bassa di fronte alle finestre delle abitazioni?) introducendo un ulteriore elemento di confusione.
Se non avete riso abbastanza sentite la comica finale: "Sotto il profilo esecutivo.....si dovranno privilegiare scelte cromatiche di tipo neutro che riducano l'impatto visivo dei manufatti e si dovranno evitare superfici metalliche riflettenti".  Vale a dire, se abbiamo capito bene,  che nelle grandi città i tralicci saranno dipinti di nerofumo per confonderli con lo smog; di bianco latte a Carrara per mimetizzarli con il marmo delle montagne circostanti e così via fino ad arrivare al colore verde impiegato per primo in tempi lontani da un furbo napoletano sulla collina dei Camaldoli senza aspettare che glielo suggerisse Formigoni. Le antenne poi - i costruttori sono avvertiti - dovranno essere costruite il lega colorata alla maniera dei dolci a bastone di zucchero filato, e per non farle brillare al sole, meglio uno strato di ossido o di ruggine...

05 febbraio 2002
IGNORANZA REGIONALE
Eravamo regionalisti. Il Conna, può documentarlo con articoli scritti sui primi numeri di Nuove Antenne quando il giornale aveva ancora la forma a libretto che ricordava un po' i bollettini parrocchiali. Il nostro però non era un discorso mistico, ma improntato ad efficienza tecnica e organizzativa; ritenevamo che le regioni fossero tenute ad amministrare il territorio di loro competenza anche da un punto di vista radioelettrico, e per questo invitavamo ad assumere personale specializzato, dotato di proprie apparecchiature di misura, che in perfetta concordanza con i Circostel di allora potesse affrontare e definire nel migliore dei modi le tante questioni specifiche aperte.
Raramente sogni come questo ebbero un risveglio così traumatico. I Corerat, utilizzarono personale già impiegato presso la regione, quasi sempre totalmente digiuno della materia e contemporaneamente la rincorsa al potere da parte di questi organismi politici ebbe una impennata al punto da ottenere per legge il conferimento di grosse responsabilità sproporzionale rispetto a ciò che rappresentavano e di cui erano capaci.
Da tempo, a conoscenza della loro pericolosità, ci siamo messi in una posizione di guardia, non mancando di polemizzare o denunciare presidenti di Corerat alla Procura della Repubblica che nell'indire riunioni avevano abusato del loro potere invitando elementi di loro fiducia per riscuotere da loro favori in periodo elettorale.
Nemici giurati di radio e televisioni locali secondo il principio che vale di più "tenersi buona" una emittente multiregionale che tante piccole locali,  ammettono pubblicamente - come il loro presidente Giuseppe Scarcia  della Regione Puglia - che il settore deve essere ulteriormente "razionalizzato" intendendo con questa parola la eliminazione di un altro (l'ultimo) buon numero di piccole imprese. 
Una buona battuta fu quella pronunciata dal presidente dell'allora Corerat Umbria Enrico Viola - uno dei migliori anche se privo di uomini e attrezzature come gli altri -  che durante una assemblea, dopo aver sentito politici e giornalisti sciogliersi in sdilinquimenti di apprezzamento (finto) per le "locali", disse: "Se fosse autentico tanto sostegno, radio e televisioni locali avrebbero risolto da tempo tutti i loro problemi!".
In rapporto ai danni che possono provocare pessime leggi regionali in campo radiotelevisivo, ci è pervenuta una delibera della Giunta della Lombardia sull'inquinamento da onde elettromagnetiche che brilla per una inaudita incompetenza in materia. 
Ne parleremo nei prossimi giorni.

04 febbraio 2002
I REFERENTI
Con grande ritardo dovuto a tante ragioni, non ultime quelle della stampa, della confezione e della spedizione, il numero di Nuove Antenne di dicembre corre per tutta Italia portando un atto di accusa nei confronti della politica piccola piccola che ha fatto riverberare sulla magistratura il suo influsso nefasto.
Il giornale nella sua prima e seconda pagina è stato concepito come stimolo ai giudici che verranno (o sono) investiti del compito di far giustizia in un settore che ne ha visto pochissima, popolato di autentici mascalzoni che hanno lucrato illecitamente provocato la parziale distruzione delle emittenti locali.
In questa fase di lotta che ci vede totalmente impegnati, oltre ai giudici di tribunali amministrativi e ordinari, sono nostri referenti il Consiglio superiore della magistratura e la Corte costituzionale, cui il nostro giornale alle relative personalità viene recapitato con tanto di lettere di accompagnamento studiate una per una, al fine di mettere le cose in chiaro e togliere alibi e dubbi a coloro che sono usi amministrare distrattamente o per fini personali la giustizia.
Avrete notato l'assenza di interesse per i politici, ma non si tema, una copia di Nuove Antenne  c'è anche per deputati e senatori, funzionari, giornalisti che non informano e tanta altra gente, affinché molti di loro provino un senso di vergogna (se ne sono ancora capaci).
Collegatevi nei prossimi giorni ai nostri siti, potrebbero esserci notizie degne di interesse.