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ARCHIVIO COMUNICATI - anno 2001

 

26/02/2001
CONCESSIONI ALLE TELEVISIONI LOCALI

Questa mattina, durante una conferenza stampa, il ministro Cardinale e i suoi aiutanti hanno annunciato il rilascio delle concessioni alle emittenti televisive locali che non hanno un minimo fondamento giuridico perché le frequenze di trasmissione alle soglie delle trasmissioni in digitale - non verranno rilasciate.
In sostanza, trionfalismi ministeriali a parte, si è detto a questo settore in crisi: restate dove avete operato per 25 anni con le frequenze interferite e alle prese con un mercato pubblicitario drogato, poi fra quattro anni si vedrà.
Ma allora, perché parlare di concessioni quando esse non esistono?  E perché aver costretto anche le piccole televisioni di provincia che hanno una loro utilità a cambiare ragione sociale con la eliminazione delle ditte individuali a fondare associazioni, pur di presentare la domanda di "concessione" dietro pagamento di cifre astronomiche entro il 30 giugno dello scorso anno?

CONNA, COORDINAMENTO NAZ.  NUOVE ANTENNE

 

20/02/2001
ATTENTATO ALLA LIBERTA' DI IMPRESA

Le grandi imprese radiotelevisive private hanno deciso di distruggere le poche emittenti radiofoniche locali di provincia scampate ad una selezione imposta mediante criteri di valutazione basati sulla potenzialità economica e presenza sul mercato, ispirando un disegno di legge già approvato dalla Camera che verrà discusso in Senato a partire da oggi.
Il testo del provvedimento, identificabile con il numero 5000 degli atti Senato, non tiene conto della esistenza dell'articolo 21 della Costituzione italiana che sancisce libertà per tutti e non sono per coloro che hanno ingenti capitali alle spalle. 
Basta pensare che alle emittenti di provincia che hanno una funzione utile per la collettività, specie in
occasione di calamità naturali, viene chiusa ogni via di scampo imponendo l'assunzione di dipendenti.
Se per le grosse imprese radiofoniche di città che riportano alti fatturati dar garanzie di investimenti e assumere personale non costituisce un problema eccetto per questioni di principio (la "trovata" dell'imposizione dei dipendenti non ha riscontro in nessun altro paese europeo), per le piccole e piccolissime imprese solitamente a conduzione familiare e che in genere sono anche le più ricche culturalmente, ciò rappresenta la fine di una esperienza durata 15 anni.
Il Conna tenterà di appellarsi alla ragionevolezza di alcuni senatori che non possono chiudere gli occhi di fronte ad una evidente ingiustizia, prima di rivolgersi al Capo dello Stato e alla magistratura civile al fine di chiedere alla Consulta un pronunciamento sulla grave prepotenza.

Conna, Coordinamento nazionale Nuove Antenne