Comunicato
03/11/2000
VERSAMENTO
CANONI
Ancora
una volta, con la consueta arroganza, mostrando oltre che a imprevidenza,
incapacità, e un alto tasso di illegalità, è stato pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale 251 del 26 ottobre scorso, ad appena 4 giorni dalla scadenza dei
termini, un decreto che non trova posto, né in cielo né in terra, come si usa
dire.
Infatti, si imponeva a tutte le emittenti il versamento entro il 31 ottobre
dell'uno per cento del fatturato riportato nell'anno precedente.
Ci domandiamo: a quale titolo avrebbe dovuto essere assolto questo obbligo?
La legge finanziaria n.488 del 23 dicembre 1999 che ha consentito di emanare il
decreto da parte dell'Autorità napoletana - a nostro giudizio abusivo - cosi
recita al comma 9 dell'articolo 27:
"I titolari di concessioni radiotelevisive, pubbliche e private, sono
tenuti al pagamento:
a)di un canone annuo pari all'1 per cento del fatturato se emittente, televisiva
pubblica o privata, in ambito nazionale;
b) di un canone annuo
pari all'1 per cento del fatturato, fino ad un massimo di centoquaranta milioni
se emittente radiofonica nazionale, fino ad un massimo di lire trenta milioni se
emittente televisiva locale, e fino ad un massimo di lire venti milioni se
emittente radiofonica locale".
In termini di principio, siamo stati fra quelli che a differenza di quanto la
223/90 pensavamo che fosse giusto corrispondere in cambio di una concessione
radiofonica o televisiva una percentuale sul fatturato e non una somma fissa
uguale per tutti, ma quando mai è stato rilasciato qualcosa di concreto che non
fosse pura carta straccia spacciata come concessione televisiva o radiofonica?
"La burla delle concessioni" scrivemmo sulla prima pagina del nostro
periodico Nuove Antenne del maggio 1995, ma nessuno ebbe il coraggio di
denunciare ministri e sottosegretari del tempo per truffa, ovvero per aver
rilasciato "concessioni" in totale assenza di piani regolatori delle
frequenze imposti dalla legge 223/90 pur concepita dalla accoppiata tristemente
famosa Giacalone-Mammi. Molte
emittenti, giustamente, non pagarono né tasse governative né canoni, altre,
consigliate dalle loro associazioni, ruppero quello che poteva essere il fronte
vincente della resistenza ai soprusi versando somme ingenti.
E oggi si ha il coraggio di emanare un decreto a "concessioni" tra
l'altro scadute nel millenovecentonovantasette?
Sia ben chiaro, e spalanchino bene le orecchie anche gli avvocatoni di quelle
associazioni che si spacciano per difensori delle emittenti, nessuno in Italia
è attualmente concessionario, le proroghe di legge solitamente formulate con la
classica frase: "E' consentita ai soggetti legittimamente operanti alla
data...... la prosecuzione dell'esercizio della radiodiffusione sonora e
televisiva..." non hanno alcun valore se non supportate da una concessione
che SOLO l'amministrazione può rilasciare: concedere significa dare qualcosa e
non un punto di frequenza di trasmissione a tre, quattro emittenti che si
interferiscono fra di loro senza poterlo usare appieno!
E' per questo motivo che l'attuale ministro delle comunicazioni, insieme ai suoi
sottosegretari intendono rilasciare altre concessioni-burla (annunciate nei
giorni scorsi dal sottosegretario Vita) che secondo i piani (discutibilissimi)
di "sistemazione" dell'etere approntati dall'Autorità di Napoli
dovrebbero valersi di siti di trasmissione completamente differenti dagli
attuali, realizzabili probabilmente dopo l'avvento del digitale.
Oltre a tamponare una falla gigantesca che non è stata denunciata, complici e
ispiratrici tutte le associazioni che non siano il Conna (ricorderemo vita
natural durante, fin che avremo voce la loro azione mortifera, cioè fino a
quando esisterà anche una sola emittente locale) la triade di politici che
opera a Roma al largo Brazzà, terrorizzata di non essere eletta, vuole
presentarsi nel proprio collegio sostenendo di "aver mantenuto tutti gli
impegni".
Per loro è totalmente privo di importanza il fatto che il rilascio delle
nuove concessioni-presa in giro elargite mediante un meccanismo di
"gara" molto simile a quello, tutto finanziario, dell'UMTS
provocherebbe una ulteriore catastrofe.
Prepariamoci quindi a chiedere allo stato italiano centinaia di miliardi di
indennizzo ottenibili attraverso normali cause civili, a denunciare ministri e
sottosegretari per il mancato sviluppo delle imprese, per danni all'immagine,
per insolvenza, per dolo, per interesse privato in atti di ufficio e per tutta
quella miriade di motivi specifici cui ogni titolare di emittente è risultato
afflitto.
Purtroppo molti reati risulteranno prescritti, altri no, ma lo stato italiano
comunque potrà essere chiamato a rifondere i danni che persone facilmente
identificabili hanno inferto all'intero settore.
Mario
Albanesi
Comunicato
04/07/2000
A TUTTE LE EMITTENTI RADIO E TV
Dopo la catastrofe dovuta all'incostituzionale "disciplinare" ai danni
delle tv, le prossime vittime sacrificali sull'altare di un mercato che si vuole
composto esclusivamente di grosse imprese saranno le poche radio indipendenti
sopravissute agli acquisti intensivi operati dalle reti nazionali.
Sono forse novità quelle che affermiamo oggi?
No di certo, e dobbiamo confessare che spesso abbiamo temuto di apparire
ripetitivi con i nostri titoli su Nuove Antenne: "Si preparano a farci
chiudere" oppure "Aridatece Giacalone", quest'ultima invocazione
paradossale, per far intendere quanto fossero negative le azioni simultanee
della cosiddetta "Autorità" e dell'apprendista ministro Salvatore
Cardinale.
Oggi la radiofonia non ha neppure più bisogno che il Conna suoni il campanello
di allarme, è sufficiente si specchi nella avventura toccata alle televisioni
commerciali molte delle quali, accorgendosi che 300 milioni di garanzia dati
dalle loro imprese non erano più sufficienti dal momento che venivano chiesti
oltre ai dipendenti anche investimenti per i prossimi 6 anni, sono state costrette
a declassarsi e a trasformarsi in cooperative e associazioni: una violenza
da far letteralmente rivoltare coloro che non hanno perso il senso della giustizia.
Come uscire per tempo da una situazione voluta da associazioni parassitarie che
sanno solo mungere soldi in cause legali, armeggiando di nascosto per suggerire
come meglio complicare leggi e regolamenti, salvo poi far finta di essere
scontenti di ciò che loro stessi hanno creato?
Solo attraverso una presa di coscienza degli interessati titolari di radio e
televisioni, questi ultimi già nell'occhio del ciclone a differenza delle radio
i quali rischiano di essere presi ancora una volta per il collo di sorpresa
quando dalle "graduatorie" non risulteranno concessionari o nella
migliore delle ipotesi saranno danneggiati con la riduzione della loro abituale
area di ascolto.
Che il Conna sia la sola organizzazione credibile esistente in Italia non ci sono dubbi, basta
leggere una sola volta Nuove Antenne per capirlo, e se facciamo salva la Frt che
persegue grossi interessi legati alle emittenti con il "traino", che
hanno però il pregio di essere affermati apertamente, la nostra organizzazione
sembrerebbe sia destinata in un prossimo futuro a rappresentare l'intera
categoria.
Ma non sarà cosi siatene certi. All'infame
regolamento che ha poi generato lo spregevole disciplinare pubblicato
integralmente su Nuove Antenne nel numero di dicembre del 1998 non ci fu
l'interesse dovuto nonostante che delle 10mila copie stampate, 6000 siano state
recapitate capillarmente a tutti i censiti nel 1990.
Eppure non ci sarebbe voluto molto per capire che rispetto alla legge Mammì e
alla 422 le cose venivano ulteriormente peggiorate (per esempio la cauzione
diventava patrimonio e l'obbligo dei dipendenti passava da tre a quattro), ma
non successe nulla e ognuno -
mentre continuava a sovvenzionare i suoi nemici pagando quote salate alle
relative associazioni - si rifugiò ancora una volta nell'italico fatalismo
fatto di un fritto misto a base di ottimismo e di scongiuri e voglia "di
far fuori" i concorrenti.
L'avventura radiotelevisiva locale, cominciata con la sentenza 202 del 1976,
tende a naufragare miseramente: saprà l'intera categoria a smettere di farsi del
male riscoprendo un elementare senso di conservazione, trasformando cioè
l'autolesionismo in combattività rivendicatrice dei propri diritti
costituzionali?
Mario Albanesi
Roma, 04/07/2000
Comunicato
29/06/2000
SITUAZIONE ESPLOSIVA PER LE EMITTENTI
TELEVISIVE
Tutte
le emittenti televisive che non si identificano nelle reti nazionali sono state
obbligate a presentare entro la mezzanotte del il 30 giugno una nuova domanda di
concessione basata su di un piano di assegnazione delle frequenze terrestri
messo a punto da teorici dall'Autorità di Napoli, fuori completamente dalla
realtà consolidata da 25 anni di insolvenza governativa e da cattive leggi
concepite in funzione delle concentrazioni.
La carta "disciplinare" concepita per questa operazione sta producendo
una catastrofe costringendo ad inaudite acrobazie giuridiche le emittenti
regionali alle quali viene imposto un versamento di ben 10 milioni per i soli
diritti istruttori (assolutamente ingiustificati!) all'atto della presentazione
delle domande di concessione corredate da una serie impressionante di documenti
- senza peraltro avere nessuna garanzia di risultare concessionarie - e quelle
minori di provincia ridotte a declassarsi producendo rivolgimenti societari
innaturali o ricorrendo ai più complessi marchingegni al fine di non essere
private del diritto di continuare ad esercitare una attività che per molti è
da decenni la sola fonte di reddito.
Tutto ciò avviene con il silenzio della stampa e soprattutto dei telegiornali
della concessionaria Rai che trattandosi di problemi che riguardano la
collettività e non meno di 15mila occupati del settore, se non rimedierà in
questi due ultimi giorni prima della scadenza, non avrà attenuanti quando verrà
denunciata dalla nostra associazione per la sua colpevole insolvenza di fronte a
notizie da considerare di servizio rispetto a quanto prevede la carta di
concessione.
Il
presidente del Conna, Mario Albanesi
Roma,
29/06/2000
Comunicato
21/06/2000
SENTENZA TAR DEL LAZIO
A
SEGUITO DELLA RIUNIONE RISTRETTA DEL 31 MAGGIO SCORSO TENUTA A ROMA, IL CONNA HA
FATTO RICORSO AL TAR DEL LAZIO CHIEDENDO DI SOSPENDERE IL DISPOSITIVO
DISCIPLINARE PER IL RILASCIO DELLE NUOVE CONCESSIONI TELEVISIVE.
LA
SECONDA SEZIONE, PUR RICONOSCENDO LA VALIDITA' DELLE NUMEROSE MOTIVAZIONI
PRODOTTE DAI NOSTRI AVVOCATI, HA RITENUTO CHE IN QUESTA FASE IMPORRE LA
PRESENTAZIONE DI DOMANDE E DOCUMENTI NON E' LESIVO DEGLI INTERESSI DIRETTI DELLE
VARIE IMPRESE (EVIDENTEMENTE LE SPESE INGIUSTIFICATE DI "ISTRUTTORIA",
DELLA PREPARAZIONE DEI DOCUMENTI IN BOLLO, FATICA E ASSILLI DI VARIA NATURA
AGGRAVATI DALLA LA CRISI DEL SETTORE SONO STATI CONSIDERATI COSA TRASCURABILE),
PERTANTO NON HA SOSPESO L'OBBLIGO DI PRESENTARE DOMANDE E DOCUMENTI ENTRO IL 30
GIUGNO/3 AGOSTO.
HA
PERO' POSTO LE PREMESSE PER UNA RIVALSA DELLE EMITTENTI NEI CONFRONTI
DELL'AMMINISTRAZIONE QUALORA L'OPERAZIONE "RILASCIO DELLE CONCESSIONI"
PRODUCA UN QUALSIASI DANNO.
IN
QUESTO CASO, I NUMEROSI PUNTI ELENCATI DAI NOSTRI AVVOCATI IN PALESE CONTRASTO
CON LE LEGGI VIGENTI, IN PARTICOLARE CON LE 223/90 E 249/97, SI TRASFORMEREBBERO
IN ALTRETTANTI ARGOMENTI VINCENTI.
DUOLE
CHE QUESTO EPILOGO SIA PROPRIO QUELLO VOLUTO DAGLI AVVOCATI TITOLARI DI
ASSOCIAZIONI, CHE ALL'ARRICCHIMENTO DEL PASSATO E DEL PRESENTE SOMMERANNO QUELLO
DEL FUTURO CON TANTI BEI RICORSI.. E' IN SOSTANZA ESATTAMENTE CIO' CHE VOLEVANO
QUANDO PROPONEVANO AI POLITICI DI LORO FIDUCIA I METODI MIGLIORI PER COLPIRE LE
EMITTENTI COME ABBIAMO DOCUMENTATO A PAGINA 2 NEL NUMERO DI GIUGNO DI NUOVE
ANTENNE IN DISTRIBUZIONE NAZIONALE SOTTO IL TITOLO: "LETTERA
APERTA A CORALLO E ANTI".
Comunicato 20/06/2000
IL CONNA HA
PRESENTATO RICORSO AL TAR DEL LAZIO
Il Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni Enzo
Cheli e il Ministro Salvatore Cardinale, prendendo spunto da un articolo della
Legge Mammì concepito dall'allora segretario del Ministro, Davide Giacalone,
hanno emanato un dispositivo disciplinare a favore delle imprese televisive e
radiofoniche private che potranno ottenere la concessione necessaria per la
prosecuzione dell'attività. se offriranno garanzie bancarie sufficienti a
dimostrare "potenzialità economica" e "presenza sul
mercato" (due requisiti, questi, che stridono con l'articolo 21 della
Costituzione che assicura la libertà di espressione per tutti, a prescindere
dal capitale impiegato).
Il Conna, considerata la volontà di concentrare in poche aziende
radiotelevisive multiregionali l'informazione locale al punto da rendere
superflua anche la presenza della stampa quotidiana, ha presentato ricorso al
Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio che domani si pronuncerà
in merito alla sospensione del provvedimento che, "disciplinando"
solo i grandi affari, costringerebbe alla chiusura violente centinaia di
emmittenti di provincia, con relativa perdita di posti di lavoro per non meno di
12mila occupati.
Il Presidente del Conna (Mario Albanesi)
Roma, 20/06/2000
Comunicato
16/5/2000
GRAVISSIMO
DOCUMENTO EMANATO DALL’AUTORITA’ PER LE TLC
L'autorità
per le garanzie nelle comunicazioni ha emanato il provvedimento disciplinare,
per il rilascio delle concessioni televisive.
Il documento subordina il rilascio delle concessioni alla presenza sul mercato
delle imprese, alla loro potenzialitá economica documentabile per centinaia e
centinaia di milioni di lire e sull'imposizione incostituzionale per legge di un
numero stabilito di dipendenti, richieste queste escogitate per favorire quelle
imprese commerciali che effettuano televendite, costringendo alla chiusura le
emittenti minori rimaste, che non avendo un territorio sufficientemente vasto da
servire, svolgono attività informativa locale anche se non possono vantare
fatturati elevati.
Un tale "Disciplinare" confligge con l'articolo 21 della Costituzione
e nel favorire scopertamente le televisioni che fanno televendite, fa trasparire
l'azione di forze occulte annidate -sia all'Interno dell'attuale governo sia
nell'Autorità - che intendono far fallire la legge di “Par condicio” e
giungere in pieno caos alle elezioni politiche con centinaia di ricorsi presso i
tribunali.
Il Conna impugnerà davanti al Tar del Lazio questo provvedimento disciplinare
entro i prescritti 60 giorni, tentando di far fallire un disegno di cui non si
comprendono ancora interamente i contorni.
Il
presidente del Conna (M.
Albanesi)
16
maggio 2000
I
LANCI DELLE AGENZIE DI STAMPA SULL'ARGOMENTO
Comunicato del 9/5/2000
IL
DISCIPLINARE PER LE TELEVISIONI
E' stato firmato con ritardo il 19 aprile scorso e registrato, dalla Corte dei
Conti il 26 e pubblicato sulla G.U. il 3 maggio scorso, il provvedimento
disciplinare per il rilascio delle nuove concessioni televisive locali già
atteso al 31 marzo di quest'anno, ispirato dal regolamento "classista"
che abbiamo pubblicato sul Nuove Antenne del dicembre 1998 (titolo di prima
pagina "Aridatece Giacalone"
ndr): un colpo di mano che se dovesse
passare riguarderebbe direttamente anche le radio perché identico meccanismo
verrebbe loro imposto e in tempi ravvicinati.
Entro la fine di giugno pertanto, ma ci saranno senz'altro proroghe se
non una probabile rispedizione a "furor di popolo" al mittente
dell'infame documento, dovrebbero essere presentate le domande di concessione in
base a quanto richiesto da questo bieco pasticcio, specchio della cosiddetta
Autorità che insiste sempre più sfacciatamente nel perseguire fini di parte.
Se applicato, il "disciplinare" in questione, calpestando gli articoli 21
e 43 della Costituzione, non lascerebbe scampo a quelle emittenti televisive (ed
in seguito radiofoniche) che come da tempo il Conna ha intuito, fatturano meno
di 2/3 miliardi ogni anno: una pretesa incostituzionale che intenderebbe
assicurare l'etere in quanto mezzo di trasmissione che appartiene alla
collettività, solo a coloro che hanno solide coperture economiche, magari
provenienti da attività illegali o da altri settori estranei all'emittenza.
Il giornale del Conna Nuove Antenne, attualmente in fase di elaborazione,
pubblicherà in dettaglio commentandoli i punti maggiormente indigesti del
documento che non è che lo specchio fedele di quanto altre associazione hanno
sempre richiesto durante tutta la loro storia, ovvero la prosecuzione delle
concentrazioni volute già a partire dal 1990 da quel mondo allegro di "Giacalonia"
di cui non ci siamo mai stancati di parlarne.
Per l'immediato, il Conna sta pensando di impugnare il
"disciplinare" presso il Tar del Lazio, e nel frattempo resteremo in
attesa di dichiarazioni di solidarietà nei confronti della nostra azione e di
condanna di chi oggi avanza deboli proteste per tentare di salvarsi la faccia (e
gli affari) ...
Quanti sono decisi a difendere le proprie imprese piccole o grandi che siano e ad
intraprendere azioni unitarie da stabilire, troveranno nel Coordinamento
nazionale Nuove Antenne una guida sicura e incorruttibile, pronta a far rimangiare
agli stomaci di ferro di Enzo Cheli. del ministro Salvatore Cardinale e delle
associazione complici il loro cibo avvelenato.
Conna, Coordinamento nazionale Nuove Antenne
9.5.2000
Comunicato
8/5/2000
LIBERO ACCESSO ALLE LEGGI PUBBLICATE SU INTERNET DELLA G.U.
Le
organizzazioni che non hanno scopo di lucro, come un qualsiasi cittadino, hanno
la necessità di conoscere decreti e leggi che vengono emanate quotidianamente,
anche perché secondo una antica pretesa, la legge non ammette ignoranze.
Il Conna, Coordinamento nazionale Nuove Antenne, è una
associazione "Non profít"
che come tante altre, ha la necessità di consultare ogni giorno la Gazzetta
Ufficiale edita dal Polígrafico dello Stato per la abnorme quantità di regole
e leggi che vengono eruttate incessantemente da Ministero delle Comunicazíoni e
Autorità garante.
Purtroppo, individuato il sito Internet della G.U. corrispondente a WWW.IPSZ.IT,
si è scoperto che per informarsi viene richiesta una "Password" dal
costo di svariati milioni annui.
Per contro, sempre in campo sempre istituzionale, appare evidente che è per una
particolare forma di esibizionismo da parte di deputati e senatori notizie
provenienti dalle Camere ci vengono copiosamente e gratuitamente fornite con
tutti i mezzi possibili (radio, televisioni, ínternet, numeri verdi ecc..).
Senza giungere a siffatte esagerazioni, il Conna, anche a nome di tutto l'assocíazionismo
italiano "Non profit", fa appello al ministro del Tesoro dal quale
dipende l'Istituto Poligrafico dello Stato, affinché vengano rimossi tutti gli
ostacoli di carattere economico che impediscono la conoscenza di notizie di
pubblica utilità su di un mezzo telematico moderno di comunicazione.
Coordinamento
Nazionale Nuove Antenne
Comunicato 14/4/2000
SLITTAMENTO TERMINI DOMANDE PER
REFERENDUM
IL CONNA HA OTTENUTO DALL'AUTORITA'
PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI UNO SLITTAMENTO DEI TERMINI DI PRESENTAZIONE
DELLE RICHIESTE DI PARTECIPARE ALLA CAMPAGNA REFERENDARIA, FISSATI A DOMENICA 16
APRILE
(CON UN PREAVVISO DI APPENA 5 GIORNI ERANO STATI CHIUSI IL 6 APRILE SCORSO).
Di fronte ad uno schieramento di associazioni,
principalmente due, la FRT e l'AER (le altre ormai non fanno storia) che per
anni, e tutt'ora, agiscono a favore delle concentrazioni televisive e
radiofoniche con la contemporanea distruzione delle emittenti locali che, a loro
giudizio, non sono economicamente ben provvedute, non sono molte le
rivendicazioni che il Conna (Coordinamento nazionale Nuove Antenne) è riuscito
ad ottenere.
Una delle nostre richieste più importanti, imposta con un emendamento accolto
fortunosamente in aula a Montecitorio, è stata quella delle esenzioni di canoni
e cauzioni per quelle emittenti che operavano con un massimo di 4 trasmettitori
della potenza non superiore ai 400 Watt ciascuno.
Trascurando altre conquiste minori, non ultimi gli interventi nelle varie
assemblee di cui il Conna fa parte che se non altro servite a condizionare i
politici che si sono succeduti, altrimenti ben disposti ad accogliere le
richieste di FRT e AER, dobbiamo rifarci a tempi più recenti, alla legge di
"Par Condicio", al nostro progetto pubblicato su "Nuove
Antenne" di Novembre 1999 accolto praticamente per intero: una legge, la N.
28 del 22 Marzo 2000 che non appena sarà correttamente interpretata consentirà
alle emittenti di godere di vantaggi economici e di prestigio.
Nei giorni scorsi il Conna, attraverso una serie di comunicati riportati dalle
Agenzie, da Televideo e dai Telegiornali Rai è riuscito - come abbiamo
riportato con grande evidenza - a condizionare l'Autorità di Napoli per le
Comunicazioni al punto da riaprire i termini di presentazione delle domande per
quelle imprese che volendo svolgere campagna per i referendum non avevano fatto
a tempo a comunicare ai Corerat la loro intenzione.
RICORDIAMO CHE LA NOSTRA
FORZA E' DOVUTA OLTRE AD UN DIRETTIVO CHE CREDE NELLE COSE CHE FA IN DIFESA
DELLA LIBERTA' DI ESPRESSIONE E DEL LIBERO COMUNICARE, DAI NOSTRI ISCRITTI CHE
NON MANCANO DI INCORAGGIARE IL NOSTRO MOVIMENTO ASSOCIATIVO "NON PROFIT".
QUESTO SITO-DOMINIO INTERNET, PER ESEMPIO, CI E' STATO OFFERTO GRATUITAMENTE
DALLA NOSTRA ASSOCIATA RADIO KRISHNA CENTRALE DI TERNI.
Comunicato 12/2/2000
LE "LOCALI" E LA CAMPAGNA
PER I REFERENDUM
La controversa anche se sacrosanta legge
di Par Condicio è stata gravemente boicottata dall'Autorità per le
Comunicazioni da un regolamento complicato, concepito in un modo tale da
impedire di fatto alle emittenti locali a svolgere il loro compito informativo.
C'è da domandarsi per esempio quali forze agiscono nell'ombra presso
l'Autorità che hanno stabilito un termine di appena cinque giorni di tempo per
rivolgere domanda di partecipazione alla campagna referendaria, determinando
praticamente l'esclusione di quelle televisioni e radio locali, specie di
provincia, che non acquistando quotidianamente la Gazzetta Ufficiale, non hanno
potuto informarsi in tempo.
Il Coordinamento nazionale Nuove Antenne chiede, pertanto all'Autorità di
Napoli di non gettare ulteriore discredito sulla legge di Par Condicio N. 28 del
28/2/2000, riaprendo i termini di presentazione delle domande.
Coordinamento nazionale Nuove Antenne
Comunicato 7/2/2000
L'AUTORITA'
BOICOTTA LA CAMPAGNA REFERENDARIA
Una gravissima disposizione definibile come "IL
GIALLO DELLA PAR CONDICIO" viene ormai dalla famigerata Autorità di Napoli
per le comunicazioni (è di oggi la denuncia di Beppe Grillo a proposito della
telefonia), la quale ha fatto apparire a sorpresa sulla Gazzetta Ufficiale del 1° Aprile scorso una delibera che concede appena 5 (CINQUE!)
giorni di tempo (scaduti alla mezzanotte il 6 Aprile scorso) per segnalare da
parte delle emittenti sparse sull'intero territorio nazionale la loro volontà
di partecipare alla campagna per i referendum.
La quasi totalità delle emittenti, quindi, prese alla sprovvista da un torbido
"pesce d'aprile" - ideato evidentemente per invalidare la legge di
"Par Condicio" e impedire una corretta campagna informativa - non
potrà svolgere propaganda referendaria.
Il CONNA si augura che un così pericoloso e plateale precedente di boicottaggio
abbia la risonanza che merita, anche per invitare perentoriamente l'Autorità a
riaprire i termini di presentazione delle domande.
Coordinamento Nazionale Nuove Antenne
Il presidente (Mario Albanesi)
(riportata da Televideo a pagina 129 il giorno 7/4/2000)
Comunicato 20/1/2000
PAR CONDICIO
Era inevitabile che la proposta del
CONNA in merito alla gratuità degli "spot" televisivi, per la
sensatezza e competenza tecnica con cui è stata concepita, finisse per
interessare la maggioranza di Governo.
Anche se i prelievi finanziari indicati dalla nostra Associazione di una parte
del canone Rai e del finanziamento post elettorale destinato ai partiti saranno
sostituiti da un fondo di 20 miliardi che servirà a indennizzare le emittenti
che si dedicheranno alla propaganda politica, il passo compiuto dal Governo
appare comunque interessante.
Tuttavia - e questo è un limite che poteva essere evitato - le emittenti
televisive e radiofoniche non verranno riconosciute come mezzi di pubblica
utilità (come già peraltro stabiliscono le leggi vigenti) e come tali
sottoponibili a controlli di equità e di imparzialità simili a quelli
esercitati sulla concessionaria pubblica.
Con un maggior coraggio in questo senso si sarebbe potuto risolvere
contemporaneamente il ben noto problema del conflitto di interessi senza dover
obbligare le aziende nazionali ad effettuare rivolgimenti societari forzati.
CONNA, Coordinamento Nazionale Nuove
Antenne
Il presidente (Mario Albanesi)
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